Negli ultimi mesi si è parlato parecchio di licenziamenti e a qualcuno sono tornate in mente le parole pronunciate da Satoru Iwata nel corso di un'intervista risalente a oltre dieci anni fa, quando il compianto presidente di Nintendo ha spiegato come, a suo avviso, non fossero una soluzione.
"Riguardo il perché non abbiamo ridotto il personale, posso dire che è senz'altro vero che questo business vive ciclicamente i suoi alti e bassi e che l'ideale sarebbe realizzare profitti anche nei periodi più difficili, così da restituirli agli investitori e mantenere alto il valore azionario", ha detto all'epoca Iwata.
"Dovremmo dunque tagliare i costi non necessari e perseguire un approccio efficiente. So anche che alcune aziende pubblicizzano le proprie ristrutturazioni come un modo per migliorare le performance finanziarie licenziando un certo numero di impiegati, ma Nintendo opera diversamente."
"I nostri impiegati contribuiscono in maniera significativa nei loro rispettivi campi, dunque credo che licenziare un gruppo di dipendenti non aiuterebbe a rinforzare il nostro business sul lungo periodo", ha continuato il presidente di Nintendo, venuto a mancare nel 2015.
La questione morale, in tutti i sensi
Una questione di esperienza e compentenza, dunque, ma anche morale per Satoru Iwata. Non in termini puramente etici: "Se riduciamo il numero degli impiegati al fine di ottenere migliori risultati finanziari nel breve periodo, il morale dei dipendenti subirà un contraccolpo e dubito sinceramente che qualcuno che teme di essere licenziato possa sviluppare giochi in grado di impressionare le persone di tutto il mondo."
"La nostra attuale politica è dunque quella di ottenere buoni risultati tagliando progressivamente le spese superflue e migliorando l'efficienza aziendale."