Paul Tassi di Forbes ha continuato la sua indagine sul caso Bungie, scoprendo molti nuovi dettagli sulla situazione della compagnia. Secondo le sue fonti, Sony acquisendola l'avrebbe salvata dal fallimento, con la crisi di Destiny 2 che va avanti da tempo.
Bungie in crisi
Stando alle fonti di Tassi, che il giornalista ha dichiarato ben informate sui fatti interni alla compagnia, nessuno in Bungie accuserebbe Sony per quanto sta accadendo. La colpa della situazione attuale sarebbe della dirigenza della software house stessa. Anzi, addirittura Sony viene lodata, perché se non avesse comprato Bungie per 3,5 miliardi di dollari è probabile che quest'ultima sarebbe fallita, trascinata a fondo dall'andamento negativo di Destiny 2.
Parlando di nomi, le indiscrezioni affermano che lo studio non incolpa Joe Blackburn, l'attuale director di Destiny 2, per il precipitare della situazione.
Lo stesso dicasi per i soldi spesi per la nuova sede della compagnia, che anche se non fosse stata fatta non avrebbe salvato posti di lavoro.
Per quanto riguarda le casse di Bungie, le fonti di Tassi hanno detto che gli 1,2 miliardi di dollari pagati da Sony per non far andare via i dipendenti dopo l'acquisizione sono stati spesi molto tempo fa, per la gran parte per riscattare le azioni di Bungie in mano ai dipendenti che sono poi passate a Sony. Di quel fondo non è rimasto praticamente nulla da spendere per evitare i licenziamenti. Del resto non era nemmeno questo il suo scopo.
Parlando di Destiny 2, le voci hanno confermato la crisi del gioco, con un calo enorme di giocatori post lancio di Lightfall, nonostante le ottime vendite dell'espansione.
Attualmente i dipendenti di Bungie sono inferociti con i dirigenti, tanto da dirlo apertamente negli incontri pubblici. Semplicemente sono state fatte delle scelte che non hanno pagato e nessuno di loro se n'è ancora assunto la responsabilità, mentre in centinaia sono stati licenziati.