L'uscita di Super Mario Bros. 35 e la sua somiglianza concettuale con il gioco indie freeware Super Mario Royale ha riacceso le polemiche sul rapporto di Nintendo con la sua fanbase. Sostanzialmente, dopo il lancio del gioco alcuni hanno accusato Nintendo di aver copiato l'idea di Infernoplus. Da cosa nasce questa convinzione? Per capirlo bisogna fare un passo indietro.
A inizio 2019 lo youtuber e sviluppatore indie Infernoplus lancio un gioco freeware chiamato Super Mario Royale. Si trattava di un titolo celebrativo che scherzava sulla tendenza di tirare fuori battle royale da ogni videogioco e proprietà intellettuale sul mercato. In realtà funzionava molto bene e, grazie anche alla risonanza ottenuta da stampa e derivati, aveva attratto molti giocatori. Purtroppo, dopo due settimane dal lancio, sotto la minaccia di ritorsioni legali, gli avvocati di Nintendo costrinsero Infernoplus a chiuderlo, non accettando nemmeno che fosse trasformato in un altro gioco, chiamato DMCA Royale. Infernoplus non aveva i mezzi per contrastare una multinazionale, quindi decise semplicemente di fare quanto gli veniva ordinato.
Torniamo a oggi. A molti non è sfuggita la somiglianza concettuale di Super Mario Royale con Super Mario Bros. 35, tanto da sparare a zero affermando che Nintendo lo abbia letteralmente copiato. Infernoplus di suo non parla di una copia diretta, ma di una specie di ispirazione: "Penso che Mario Royale gli abbia fatto capire che un gioco del genere poteva generare profitti. Era un piccolo fangame con molti giocatori." Nintendo non ha commentato le accuse, ma va detto che non è la prima volta che cade in situazioni simili e che si ritrova la sua fanbase contro per via delle azioni legali verso quelle che sono di fatto delle semplici fan fiction.
Come dimenticare i casi di Another Metroid 2 Remake (AM2R) e i 562 fangame fatti cancellare nel 2016 tramite DMCA? Molti parlano di semplice tutela delle sue proprietà intellettuali, ma non è chiaro in cosa i fangame le metterebbero a rischio.