Secondo Rob Fahey di Gamesindustry.biz, l'ala più reazionaria dei videogiocatori sa agendo come un racket mafioso contro The Last of Us 2 per i suoi contenuti. Ovviamente il riferimento è alle tematiche LGBTQ+ e al fatto che Naughty Dog si sia permessa di rappresentare la diversità nella sua opera.
L'analisi fatta da Fahey nel suo articolo è davvero interessante e tocca alcuni argomenti importanti per la comprensione di ciò che sta avvenendo e del perché le proteste contro The Last of Us 2 non siano ancora sopite. Secondo lui gli utenti stanno provando a fare a Naughty Dog ciò che hanno fatto con innumerevoli produzioni indipendenti, mettendo però ancora più violenza nella loro protesta.
Sostanzialmente non hanno sopportato che uno studio tripla A abbia deciso di inserire contenuti a loro invisi, nonostante i ripetuti messaggi mafiosi mandati all'industria, tra studi di sviluppo distrutti a colpi di bombardamenti di recensioni negative su Steam o Metacritic, delazioni, boicottaggi e quant'altro. I "paladini della libertà d'espressione" avrebbero in realtà creato una gabbia intorno ai creativi dell'industria, limitandone la libertà creativa e facendo di fatto ciò che accusano gli altri di fare: ossia hanno perseguito una loro precisa agenda politica.
Certi videogiocatori non sarebbero quindi molto differenti da quegli stati del Medio Oriente che hanno censurato The Last of Us 2 per i suoi contenuti. La mentalità è sempre quella, è solo la religione che cambia.