La serie TV di The Last of Us sarà il migliore adattamento di un videogioco mai realizzato, il più autentico: ne è convinto Neil Druckmann, creative director della saga, che ha parlato delle grandi ambizioni dello show nel corso di un'intervista con il New Yorker.
Dopo aver rivelato che la serie di The Last of Us avrà meno violenza del videogioco, Druckmann ha detto di voler interrompere la maledizione che grava su queste trasposizioni, sebbene per lo sceneggiatore Craig Mazin si tratti di un traguardo tutt'altro che impossibile da raggiungere, visto il livello medio.
"Credo che cambierà le cose", ha detto Druckmann riferendosi alla serie. "A volte questi adattamenti non funzionano perché il materiale di partenza non è abbastanza valido, a volte perché la gente che ci lavora non comprende il materiale di partenza."
In questo caso ovviamente sarà impossibile che accada: chi meglio del creative director di The Last of Us potrebbe mai supervisionare la riduzione televisiva del gioco? Inutile dire che le parole del co-presidente di Naughty Dog hanno alzato ulteriormente le aspettative nei confronti dello show.
"Uno degli elementi che hanno contribuito maggiormente a questa maledizione è il fatto che molti giochi sono già ispirati a film", ha spiegato Craig Mazin. "Halo ha preso qualcosa da Aliens, Tomb Raider è una rivisitazione al femminile di Indiana Jones, e così elaborare questi adattamenti è un po' come passare un testo in Google Translate, col risultato di renderlo sempre più ingarbugliato."
"Al contrario, ci sono esperienze che non possono essere riprodotte al di fuori dei giochi, ad esempio il piacere più grande di un open world è la possibilità di procedere con il racconto della storia oppure dimenticarsene completamente. Il fermarsi a non far nulla in Skyrim non è riproducibile in un adattamento televisivo, mentre in The Last of Us c'è una storia che viene prima di tutto il resto."