Le rassicurazioni fatte da Yves Guillemont, il CEO di Ubisoft, non bastano per placare le proteste degli oltre 1000 sviluppatori ed ex-sviluppatori che la scorsa settimana hanno firmato una lettera aperta in cui criticavano l'azienda di non aver fatto abbastanza per risolvere i casi di molestie e abusi all'interno della compagnia.
Nella lettera scritta dai dipendenti Ubisoft l'azienda veniva criticata per non aver preso adeguate contromisure per combattere i casi di discriminazione, molestie e bullismo emersi un anno fa, ma piuttosto di essersi limitata in "parole gentili, promesse vuote, e un'incapacità o mancanza di volontà di rimuovere i trasgressori noti."
In risposta Guillemont aveva provato a rassicurare i dipendenti Ubisoft affermando che l'azienda ha preso seriamente a cuore i problemi interni, riepilogando tutte le misure prese nell'ultimo anno, come nuovi strumenti di segnalazione anonima, rinnovati processi HR per prevenire e gestire la discriminazioni, le ritorsioni e le molestie, nonché l'istituzione di un nuovo codice di condotta.
Una risposta che tuttavia, come accennato in apertura, non ha placato le critiche. Gli autori della lettera aperta infatti hanno dichiarato a GameIndustry, che Ubisoft ha risolto solo una piccola parte dei problemi da loro esposti. Il gruppo è conscio che la compagnia nell'ultimo anno ha fatto dei progressi in tal senso, ma che nonostante tutto continua a "proteggere e promuovere i colpevoli e i loro alleati". Inoltre chiede che vengano apportati dei cambiamenti affinché ci sia una collaborazione con i dipendenti su tutti i livelli, non solo per il bene dell'azienda ma per quello dell'intera industria videoludica.
"Vogliamo vedere reali e fondamentali cambiamenti in Ubisoft e in tutta l'industria, per il bene dei nostri membri. Ancora una volta, ci aspettiamo una risposta che miri a risolvere i problemi che abbiamo riportato e che riconosca adeguatamente le nostre richieste.".