Proseguono le indagini dell'antitrust dell'Unione Europea sull'acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft, con la Commissione Europea che sembra intenzionata ormai a entrare nella fase 2, in base a quanto riferito da alcune fonti.
A riportarlo è, in particolare, un report di Politico, in anticipo su un annuncio ufficiale da parte della Commissione.
Microsoft aveva come limite di tempo il 31 ottobre 2022 per presentare eventuali modifiche all'accordo o ulteriori documentazioni per sciogliere definitivamente i dubbi e porre eventualmente fine all'indagine, ma non essendoci state modifiche le indagini dovrebbero proseguire.
Dovrebbe dunque partire la fase 2 delle indagini anche da parte della Commissione Europea, che dovrebbe essere ufficializzata l'8 novembre e andare avanti ancora per alcuni mesi, spostando dunque la risposta definitiva probabilmente all'inizio del 2023, in maniera simile a quanto sta accadendo anche con la CMA del Regno Unito.
Tale sviluppo era piuttosto prevedibile, soprattutto dal momento in cui Microsoft ha deciso di non proporre dei "commitmens" specifici, ovvero degli impegni particolari atti a modificare l'accordo di acquisizione in modo da soddisfare subito i dubbi più palesi. È un modus operandi standard che presuppone, comunque, delle indagini più approfondite.
Secondo quanto riportato da Politico, anche per quanto riguarda la Commissione Europea i dubbi più impellenti riguarderebbero l'eventuale esclusività di Call of Duty o il fatto che la serie non possa arrivare su PlayStation, ledendo in questo modo il concorrente diretto.
Dall'altra parte, Phil Spencer continua a ribadire come non ci sia questo rischio, avendo affermato anche di recente che "finché c'è PlayStation, Call of Duty arriverà su PlayStation". In ogni caso, le indagini proseguono come previsto anche da Microsoft stessa, che infatti ha già posto marzo 2023 come periodo per una possibile ufficializzazione definitiva (o meno) dell'acquisizione di Activision Blizzard.