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Youtuber condannato a pagare un risarcimento salatissimo per diffamazione

Lo youtuber Karl Jobst è stato condannato a pagare una cifra salatissima a Billy Mitchell, detentore del record del mondo di Donkey Kong, per diffamazione.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   01/04/2025
Una foto di Billy Mitchell

Lo youtuber Karl Jobst è stato condannato dalla giustizia australiana a pagare più di 230.000 dollari a Billy Mitchell per diffamazione. Stiamo parlando dell'attuale detentore del record per il punteggio più alto del mondo in Donkey Kong. In un suo celebre video del 2021 in cui ricostruiva alcune vicende relative a Mitchell, sono state mosse delle gravi accuse all'uomo, rivelatesi completamente infondate.

Accuse infondate

Il tribunale australiano ha quindi ordinato a Jobst di pagare oltre 380.000 dollari australiani (circa 237.000 dollari USA) a titolo di risarcimento danni a Mitchell. Jobst è uno Youtuber residente nel Queensland, specializzato in speedrunning e giochi competitivi.

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Mitchell è una figura particolare i cui punteggi fatti con la versione arcade di Donkey Kong furono messi in discussione nel 2017, tanto da portare Twin Galaxies e il Guinness World Records a rimuoverlo dai loro albi ufficiali. Dopo una complessa vicenda legale, però, il suo record fu ripristinato. Una delle cause intentate da Mitchell fu contro il defunto YouTuber Benjamin Smith, conosciuto come Apollo Legend, che aveva registrato diversi video sostenendo che Mitchell avesse barato.

Donkey Kong: Billy Mitchell vuole dimostrare di non aver barato quando ottenne il suo record, ora revocato Donkey Kong: Billy Mitchell vuole dimostrare di non aver barato quando ottenne il suo record, ora revocato

Il video di Jobst, dal titolo davvero esplicito: "I più grandi truffatori nella storia dei videogiochi colpiscono ancora!", conteva accuse pesantissime contro Mitchell. In particolare veniva detto che l'accordo tra Mitchell e Smith includesse il pagamento da parte di quest'ultimo di una grossa somma di denaro, che fu la causa principale del suicidio del secondo, avvenuto nel 2020. Jobst sosteneva anche che Mitchell avesse "espresso gioia al pensiero" della morte di Smith. Proprio questo commento ha portato Mitchell a trascinarlo in tribunale.

Nel corso del processo è emerso che l'accordo tra Mitchell e Smith non ha mai comportato lo scambio di denaro. Smith fu obbligato a rimuovere tutti i video su YouTube e i post sui social media relativi a Mitchell, che ne ottenne anche il copyright. Inoltre fu obbligato a non realizzare più contenuti su Mitchell. Nel caso, avrebbe pagato una multa di 25.000 dollari per ogni violazione commessa.

Nel suo video, Jobst sostenne inizialmente che Smith fu condannato a pagare 1 milione di dollari a Mitchell, accusa dimostratasi infondata. Dopo l'annuncio della causa legale in arrivo da parte di Mitchell e dopo la conferma del fratello di Smith che l'accusa legata ai soldi era una fandonia, Jobst ha modificato più volte il video tra maggio e giugno 2021. Stando al giudice, più di 500.000 persone avevano visto il video di Jobst prima della rimozione (20.000 dei quali australiani), causando un'ondata di sdegno contro Mitchell, tanto da portare molti ad accusarlo di omicidio. Il giudice ha anche sottolineato l'arroganza di Jobst, che su Twitter aveva definito la causa legale "eccitante", preannunciandola come "un'esperienza fantastica". E molto costosa, a questo punto. Pensate che il giudice voleva fargli pagare anche di più di quanto chiesto da Mitchell, ma alla fine ha deciso di optare per la cifra indicata dalla parte offesa.

Dopo la sentenza, Jobst ha pubblicato su X un post relativo al processo: "Ho perso. Il giudice ha ritenuto Billy un testimone credibile e ha creduto alla sua testimonianza. Da quel momento in poi, sfortunatamente, non c'era davvero nulla che potesse salvarmi."

"Ora ovviamente valuterò le opzioni a mia disposizione. So che molti di voi saranno dispiaciuti e me ne dolgo. Grazie ancora per tutto il supporto che ho ricevuto e mi impegnerò a lavorare il più duramente possibile per ripagare tutto ciò che vi è dovuto."