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Un taglio con il passato

La saga automobilistica più longeva della storia dei videogiochi si rinnova; prepariamoci a conquistare Shatter Bay... e tutto il web!

RECENSIONE di Dario Rossi   —   27/03/2012
Ridge Racer Unbounded
Ridge Racer Unbounded
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Correva il 1993 quando Namco gettò il guanto di sfida a Sega lanciando la serie di Ridge Racer, un simulatore di corsa in grafica poligonale totalmente dedicato al piacere della guida e autentica lirica della derapata. E niente da allora è stato più lo stesso. Le vetture della casa giapponese hanno consumato i copertoni virtuali per innumerevoli anni, su tutte le piattaforme possibili. 19 anni dopo la saga si trova a un bivio cruciale: senza il prezioso supporto delle controparti da sala giochi e con la scena sensibilmente orientata verso produzioni più realistiche, cosa rimane da offrire in questa tumultuosa generazione di console?

Un taglio con il passato

La risposta è sconvolgente ma non incomprensibile viste le ultime tendenze, ovvero mettere il brand nelle mani di un team occidentale, in questo caso i Bugbear Entertainment, in maniera da poter tornare allo smalto dei tempi d'oro, ma con un linguaggio in sintonia con le nuove produzioni del genere. La scelta non è neanche casuale, la software house finlandese è celebre per i vari episodi di FlatOut, una serie imperniata sulla distruzione e l'estrema spettacolarità. Inevitabile il campanello d'allarme suonato nelle teste degli appassionati: cosa c'entra un approccio simile con la finezza di guida di Ridge Racer?

Distruzione totale

Sin dal catartico titolo, Ridge Racer Unbounded sciorina un filmato d'apertura estremamente aggressivo e anarchico, dove una suadente voce femminile fuori campo espone quella che sembra essere una vera dichiarazione d'intenti, per poi scoprire essere (forse) Reiko Nagase, la sexy mascotte della saga Namco, qui trasformata in una trucida teppista punk. Sotto i suoi occhi si muovono le lamiere di macchine divelte da feroci impatti, Ridge Racer per le nuove generazioni, dicevamo. Lo scenario che ospita gentilmente la strage si rivela essere Shatter Bay, d'altronde una città "ludocentrica" c'è sempre stata, una città in grado di mutare in base alla difficoltà e il tipo di gara. Chi ricorda Ridge Racer Revolution o Rage Racer?

Un taglio con il passato

Bugbear ha le idee tremendamente chiare su come impostare la curva e mette direttamente in mano al giocatore le risorse per crearsi la sua città. Da qui all'editor il passo è breve, e gli sviluppatori sono talmente impazienti di presentarlo da ridurre al minimo la campagna, chiamamola così, per singolo giocatore, che diventa nell'ottica del titolo un mero recipiente di circuiti preconfezionati. L'idea è davvero presuntuosa, non c'è che dire, ma una volta entrati nell'editor se ne capiscono facilmente i motivi. In effetti ancora dobbiamo decidere se è quello di Ridge Racer Unbounded a essere strepitoso, o se la concorrenza è semplicemente inesistente. Verrebbero alla mente le personalizzazioni effettuabili in Project Gotham Racing o Gran Turismo 5, ma in realtà si punta molto più in alto, nella fattispecie ai Trackmania di Nadeo. Chi conosce questo nome capirà come la questione si faccia decisamente interessante.

La mia città

L'editor si divide in due parti, base e avanzata. Nella prima non si fa altro che montare blocchi quadrati liberamente rotabili su una griglia in maniera da costruire un percorso completo. I blocchi rappresentano parti di scenario già stabilite, la cui tipologia è liberamente selezionabile (ma da sbloccare) e dobbiamo stare attenti a far combaciare le strade singole con quelle a corsie multiple. Fatto questo si passa alla fase avanzata, dove è possibile aggiungere oggetti, ostacoli o vere e proprie parti architettoniche, compresi giganteschi half pipe, tunnel, rampe, giri della morte e pareti concave.

Un taglio con il passato

Questo permette l'edificazione di circuiti di ogni genere, da semplici ovali per testare la velocità a giganteschi Luna Park limitati solo dalla fantasia. Una volta terminata la nostra creazione possiamo testarle liberamente in tutte le modalità disponibili, dalla prova a tempo alla Dominazione, da soli o con avversari artificiali. Questo test è praticamente obbligatorio, in caso contrario non possiamo pubblicare in rete il nostro capolavoro. Nelle nostre prove abbiamo avuto l'occasione di giocare su numerosi circuiti creati dagli utenti, tutti di ottima qualità, con tanto di classifica dei più apprezzati. Da menzionare un tracciato partorito da qualche mente turbata, totalmente ambientato in aria e che sparava la nostra macchina direttamente sopra i palazzi! Come potete facilmente intuire, si tratta quindi di un'impostazione "persistente" dove le modalità singolo giocatore e multi si fondono senza soluzione di continuità. Un fattore ulteriormente rafforzato dagli elementi RPG che caratterizzano il gioco. Ogni azione, ogni gara, qualsiasi cosa effettuata nel mondo di Ridge Racer Unbounded accresce l'esperienza del giocatore aprendo così l'accesso a una serie di elementi che spaziano da nuove vetture a blocchi inediti per l'editor.

Un taglio con il passato

Dove vai, se la nitro non ce l'hai?

Ma in definitiva cos'è cambiato in pista con questo Unbounded? Molto, forse troppo. Si fatica a trovare nel codice qualsiasi traccia del gioco che abbiamo amato negli anni passati, questo perché il prodotto è poco sorprendentemente figlio della corrente dei racing distruttivi sublimata dallo stesso FlatOut, la saga di Burnout di Criterion, o recentemente l'ottimo Split/Second. Da quest'ultimo Ridge Racer Unbounded attinge proprio l'estetica aggressiva, con statistiche e informazioni incastonate nello scenario, proseguendo un percorso stilistico già inaugurato anni fa da Codemasters. La modalità principale, la già citata gara Dominazione, consiste nel concludere la gara a discapito degli sventurati concorrenti.

Un taglio con il passato

Il focus consiste nell'utilizzo della barra nitro, il cui ottenimento è legato a varie operazioni: in primis la derapata controllata fino alla distruzione delle altre macchine (enfatizzata da cutscene e slow motion), sia attraverso lo scontro diretto o gli incidenti contestuali. La supremazia è decisa proprio dall'utilizzo della nitro, elemento che instaura una sorta di circolo vizioso che il giocatore deve alimentare per avere possibilità di vincere la gara. Parti dello scenario possono essere distrutte impattandoci contro, in modo da aprire preziose scorciatoie. Ovviamente gli avversari godono delle stesse possibilità, rendendo quindi le partite estremamente caotiche. Non è un'evenienza propriamente rara essere spazzati via da un assalto di auto impazzite, e la mancanza dello specchietto retrovisore, sostituito da un segnale video, impedisce di capire con precisione le distanze. La prova Shindo porta in territori più consueti per la serie, dove si enfatizza la derapata e la purezza della gara. Anche qui però il sistema proposto è totalmente irriconoscibile da quello di Ridge Racer, principalmente a causa del sistema di guida, sempre arcade ma maggiormente realistico, con vetture che trasmettono una maggiore pesantezza. Siamo lontani anni luce dal tecnicismo raggiunto dai programmatori Namco, complici anche i 30 FPS, il titolo Bugbear non è (e in fondo neanche vuole esserlo) proprio l'emblema dell'eleganza.

Obiettivi Xbox 360

Ridge Racer Unbounded presenta i classici 1000 punti giocatore suddivisi attraverso 50 obiettivi. Il primo centinaio di punti arriva esplorando le varie modalità, costruendo il nostro primo percorso o sparpagliando un po' di lamiere avversarie per il circuito. Gli altri richiedono una dedizione che vi porterà via molto tempo, come terminare una gara multigiocatore senza usare le nitro. L'obiettivo più ambito del gioco (100 punti!) richiede di terminare tutte le gare Dominazione di Shatter Bay in prima posizione; non ci resta che augurarvi buona fortuna, ne avrete bisogno!

Generazioni in pista

Nonostante tutto bisogna ammettere che il gioco risulta divertente, seppure con una curva d'apprendimento molto ripida nelle prime gare della campagna, che presentano un'intelligenza artificiale anche troppo aggressiva, e scarsi margini di errore. Inoltre è tutto troppo palesemente subordinato al livello di esperienza del giocatore, fattore che implica riprovare in continuazione le medesime prove per guadagnare l'accesso alle vetture più potenti. Le gare come detto si presentano molto caotiche, quasi casuali. Molto meglio gettarsi a capofitto nei circuiti custom, sia propri che degli utenti, campo d'azione ideale del titolo dove riesce a esprimere tutte le sue potenzialità.

Un taglio con il passato

Gareggiare sui nostri stessi tracciati è un piacere difficilmente descrivibile, e la possibilità di condividere il tutto online rende la longevità potenzialmente infinita. Tecnicamente Bugbear sa il fatto suo e capitalizza al massimo l'esperienza maturata negli anni con FlatOut. La scelta cromatica e stilistica punta al fotorealismo ma non all'originalità, con un risultato fin troppo simile al già citato Split/Second con bellissimi giochi di luce, specie per le gare ambientate al tramonto. Per contro si fa fatica a distinguere qualche ostacolo a causa dei contrasti estremamente marcati e un'immagine tendente alle tonalità scure. Anche qui siamo ben lontani dallo stile asciutto e colorato della saga Namco. Quello che invece lascia a bocca aperta è la fisica garantita dall'engine: gran parte degli elementi della pista possono essere fatti a pezzi, comprese le zone obiettivo segnalate da un cursore, che il giocatore deve impegnarsi a colpire. Ottimi anche i danni dinamici sulle vetture. Qualche sporadico rallentamento non è in grado fortunatamente di compromettere l'impatto grafico. Un'ultima nota per la spudoratezza di Namco Bandai, che aggiunge nella colonna sonora brani di Hiroshi Okubo e altri esponenti dei vecchi Ridge Racer agli immancabili Skrillex e soci, giusto per rendere ancora più bizzarro questo esperimento per i mercati occidentali.

Conclusioni

Versione testata: Xbox 360
Multiplayer.it
7.8
Lettori (29)
6.3
Il tuo voto

Non sappiamo sinceramente quanto considerare questo Ridge Racer Unbounded come un reboot della saga Namco, probabilmente solo il tempo e il riscontro del pubblico ce lo sapranno dire. Fermo restando che uno svecchiamento si riteneva necessario, è più difficile accettare il fatto che questo vada a compromettere l'identità di una serie. I collegamenti con l'originale sono davvero flebili, per non dire inesistenti, e il tutto sembra più un'operazione commerciale per sfruttare la popolarità del nome. A prescindere da questo, Bugbear gioca indubbiamente bene le sue carte con un editor circuiti veramente fantastico, un motore fisico di rilievo e un'implementazione online che rende il titolo potenzialmente infinito. Gli affezionati storceranno sicuramente il naso, ma per tutti gli altri si tratta di un racing per certi versi innovativo e in grado di intrattenere a lungo.

PRO

  • Ottima realizzazione grafica
  • Divertente e fracassone
  • Editor circuiti strepitoso

CONTRO

  • Non ha niente di Ridge Racer
  • Curva di difficoltà ostica in singolo
  • Talvolta confusionario