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In cima alla torre

Il cerchio hardcore voluto da Nintendo per la propria console ammiraglia si chiude, a dimostrazione che i JRPG sanno ancora dire la loro. Ma cosa è veramente questo Pandora's Tower?

RECENSIONE di Marco Perri   —   20/04/2012
Pandora's Tower
Pandora's Tower
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Quando si dice il sentimento. Un legame che supera i confini fisici e arriva a pizzicare le corde più profonde dell'animo, lasciando incantati, ammaliati ma talvolta dubbiosi. Perché è lecito chiedersi: fino a che punto si è disposti ad arrivare per amore? E' esattamente questa la domanda da porsi di fronte a Pandora's Tower, e bisogna farlo prima ancora di interrogarsi sul modo con il quale l'elegante creatura videoludica di Ganbarion riuscirà a stupire chi accetterà la sua sfida.

In cima alla torre

L'appello è rivolto a tutti, anche quelli che i JRPG proprio non li digeriscono. Un budget modesto, un hardware su cui lavorare molto criticato ma che, proprio per le sue peculiarità, meno dei concorrenti è tenuto a dimostrare che fine del ciclo vitale di una console implica muscoli grafici tirati al massimo e poche idee al comando. Pandora's Tower è, infatti, esattamente il contrario. Parte integrante di quel recente trio dei sogni confezionato da Nintendo (con Xenoblade e The Last Story) ma non per questo in competizione diretta, la scelta del team è stata netta: evitare similitudini con altri e intraprendere una propria strada, puntando l'accento su un impianto di gioco singolare e fuori dagli schemi piuttosto che sul mero comparto tecnico. Una decisione di questo tipo, così coraggiosa e in controtendenza, non può che essere accolta con piacere.

Monstrum

Si è parlato di amore per un motivo semplice: è proprio l'estremo affetto che lega i due giovani protagonisti il cardine della narrazione su cui ruotano tutte le vicende. Lei, la dolce Elena, è stata colpita da una maledizione durante una festa di ringraziamento rivolta alle divinità del proprio regno e questo maleficio, rappresentato da un tatuaggio sulla schiena, non poteva essere più crudele. La donzella è infatti condannata a trasformarsi gradualmente in una creatura ripugnante e ostracizzata dal resto del popolo, un'esistenza triste e senza via d'uscita se non fosse per Aeron che, innamorato della sua lei, decide di seguire i consigli di una mercante interessata alla vicenda e informata in materia. Vi è solo un modo per salvare la fanciulla dall'ingiusto destino che la attende: farle mangiare la carne dei guardiani (denominati Magister) delle tredici torri, lontane costruzioni edificate ai confini conosciuti sopra un burrone abissale noto come "La Faglia", e che sembrano, con le loro catene, tenere unite le terre del mondo.

In cima alla torre

Un compito rischioso che solo Aeron, biondo soldato in scintillante armatura, può portare a termine. E' così che inizia l'avventura dell'eroe, una crociata contro l'ignoto in una terra ostile, il tutto solo per alleviare le pene della propria amata. Un'oscura ambientazione fantasy fa da cornice a una narrazione cadenzata ma mai incalzante, studiata per spiegare a poco a poco, anche grazie a splendide sequenze in computer grafica, gli eventi che hanno costretto i due protagonisti ad iniziare il percorso di redenzione. Ad arricchire il tutto non potevano mancare molteplici scene di intermezzo che garantiscono, con dialoghi introspettivi e mai scontati, dei veri e propri momenti di riflessione in cui interrogarsi sulla forza del rapporto che lega la coppia e che, con la propria attualità del messaggio, rende il videogiocatore partecipe completo del futuro della ragazza e testimone delle sue mutazioni. La passione che ha guidato il team di sviluppo nel creare ritagli cinematografici in cui spiegare e sostenere la profondità del sentimento è palpabile e aggiunge calore e morbidezza alle tante righe di testo che creano, per qualità e quantità, una sorte di ponte emozionale tra giocatore e protagonista. In fondo, chi non ha mai sognato di intraprendere una perigliosa missione per salvare la propria principessa dalle forze del male?

Scorre il tempo, avanti e indietro...

Avrebbe poco senso tentare di catalogare Pandora's Tower sulla base del suo gameplay dinamico, facendo leva sulla struttura esplorativa a discapito di quella prettamente d'avanzamento di caratteristica. Sarebbe anche un po' ingiusto, in realtà, perché Ganbarion ha scelto di elevarsi dal concetto standard di categoria per donare un gameplay che si rifacesse a classici del passato ma che li innovasse con stile, senza risultare anacronistico o perdersi in citazionismi ma anzi garantendo momenti unici nonostante chiari ammiccamenti a mostri sacri del genere. Il risultato è piacevole anche grazie a un uso coerente del concetto di tempo intrinseco nella narrazione su cui si basa la storia e che quindi influisce sull'ossatura del prodotto. La maledizione di Elena avanza mentre l'eroe è in fase esplorativa nelle torri e per questo bisognerà sempre tenere d'occhio l'indicatore deputato ad aggiornare il giocatore sulla situazione, costringendo spesso a tornare all'Osservatorio, una sorta di Quartier Generale dove lei attende, per ricaricare tale segnalatore dandole in pasto pezzi di carne di varia qualità trovati sconfiggendo bestie di ogni tipo in giro per le torri. Tanto backtracking quindi, ma che in virtù di un level design azzeccato e mai pesante riesce, grazie a sussurrate scorciatoie e percorsi facilmente memorizzabili, a risultare veloce e addirittura utile nel segnalare punti in cui si dovrà poi tornare in futuro. A rendere lo spostamento tra le aree veloce viene in aiuto un'interfaccia che permette di selezionare subito la destinazione, così da risparmiare tempi morti e favorendo un'esplorazione più fluida e sicuramente più godibile.

In cima alla torre

Il combattimento gioca chiaramente un ruolo fondamentale, e per quanto sia lecito non aspettarsi l'indice puntato su infinite combinazioni di tasti, è curioso notare con quale naturalezza siano riusciti gli sviluppatori a creare un sistema di lotta così spartano eppure così divertente. Tanti comandi ma poche azioni effettive, con fasi di combattimento in cui si dovrà decidere se affidarsi alla propria arma principale, che permette di eseguire combo in base al tempo di pressione del tasto di attacco, o alla misteriosa catena in dotazione, che aggiunge un livello di strategia non indifferente grazie alla possibilità di bloccare i nemici, legarli a colonne, fissarli tra di loro facendo condividere anche i danni subiti o usarla per portare a sé nemici lontani altrimenti inarrivabili. E' doveroso aggiungere che la struttura di completamento di ogni torre si differenzia ogni volta, proponendo un design che fa della propria caratterizzazione tematica il proprio punto di forza. La torre del fuoco sfrutterà le fiamme per creare tipologie di gioco differenti dalla torre dell'acqua, che a sua volta dovrà essere superata diversamente dalla torre mineraria, e così via. Tante idee che per quanto non trascendentali regalano unicità all'esplorazione e soddisfazione nel completare ogni torre sconfiggendo il Magister di turno. La componente ruolistica è strutturata in maniera non complessa, con un avanzamento di esperienza relativo al numero di nemici sconfitti e che unisce ad una crescita delle armi un sistema di inventario che costringerà a dover sfruttare in maniera fantasiosa ogni singolo blocco di equipaggiamento disponibile per protezioni, amuleti e armamenti, acquistabili da Mavda, la mercante che ha deciso di mettere a disposizione la proprio conoscenza e animata da chissà quale reale obiettivo. Sarà proprio questo strano personaggio a potenziare le armi in possesso (previo possesso dei giusti componenti), riparare oggetti danneggiati, crearne di nuovi e unirli per dar vita ad ulteriori articoli da inserire nella borsa. Saranno tante, e calorose, le dimostrazioni di affetto che Elena regalerà ad Aeron, ed è proprio grazie alla cura riposta nel lato sociale del prodotto che sarà facile provare benevolenza verso i due giovani. Il fattore di sinergia, indicato da specifica barra a schermo, mostra il livello d'intesa tra i due ed è migliorabile grazie alla possibilità per il ragazzo di fare doni e regali che possano aumentarle il morale, o facendole passare il tempo dandole da tradurre note e diari, nascosti nelle torri, che aggiungono degli interessanti spaccati d'ambientazione.

Arte in crescendo

E' innegabile come il motore di gioco abbia i suoi limiti. Non potendo pretendere miracoli di qualche genere sarebbe inutile aspettarsi texture o shader next-gen o una mole poligonale che sbalordisca, ed è proprio dove la potenza di un motore viene meno che altri elementi appaiono in risalto con facilità. Primo tra tutti è il quadro d'arte che si dipinge a ogni ambiente, con una colorazione calda e ammorbidita da un sapiente utilizzo di filtri d'illuminazione, che trasmettono un sacro senso di magnificenza nello scalare le torri, perdendosi tra gli elementi d'ambientazione che incorniciano la visione.

In cima alla torre

Alberi appesi al contrario, murate di minerali, fiumi di lava, cespugli di rovi, cascate d'acqua a muovere mulini giganti, architetture esotiche e tanti altri ambienti fanno si che la carenza di poligoni sia compensata a dovere da un lavoro certosino nel riprodurre sezioni visivamente molto piacevoli e pronte a far dimenticare qualche calo di fotogrammi di troppo. Le animazioni generiche di nemici sono di buona fattura, specialmente quelle del protagonista e il suo dinamismo son frutto di un attento studio da parte del team che ha lavorato per rendere, pad alla mano, reali e coerenti le movenze di Aeron, dando quindi molto bene l'idea di controllare un essere umano, con tutti i suoi limiti annessi. Discorso analogo per il character design, molto ispirato nel caso di Elena, che racchiude in un'espressività particolarmente accentuata smorfie e movenze che, anche grazie a una modellazione dei visi più che buona, rendono bene le sensazioni di gioia, sofferenza, paura e ansia che copriranno il suo volto lungo l'avventura. Per quanto non vi sia una personalità specifica dietro la colonna sonora, il lavoro musicale effettuato non delude e saggia con discrezione le varie melodie che accompagnano l'esplorazione, alternando un lirismo di cori perfettamente a tema a fasi più concitate di lotta con avversari e boss di ogni torre, che aiutano a gettare dolcemente in piacevoli atmosfere oniriche a metà tra realtà e sogno, facendo quasi mettere in secondo piano il pericolo circostante.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.2
Lettori (138)
9.0
Il tuo voto

Pandora's Tower rappresenta tutto quello che si dovrebbe pretendere da un piccolo sviluppatore giapponese. Idee, sensazioni, fascino ma soprattutto coraggio nel proporre tipologie di gameplay orientate a una nicchia di utenti, che sappia stupire senza mai stancare e anzi coinvolgere emotivamente videogiocatori vogliosi di prodotti che siano unici e che lascino quindi un segno. Grazia e unicità rispetto all'attuale offerta videoludica sono i punti chiavi di un titolo che farà senza dubbio breccia nei cuori di chi si lascerà catturare da una bellissima, e molto singolare, storia d'amore.

PRO

  • narrazione calibrata e emotivamente profonda
  • ottimo level design
  • buona longevità
  • artisticamente validissimo ma...

CONTRO

  • ...tecnicamente non eccelso
  • curva d'apprendimento non immediata
  • qualche scelta di controllo un po' macchinosa