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Sound Shapes, recensione

Tra i più attesi su PlayStation Network, il nuovo platform di Queasy Games trasforma la console portatile di Sony in uno strumento musicale

RECENSIONE di Vincenzo Lettera   —   07/08/2012
Sound Shapes
Sound Shapes
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Cinque anni fa Sound Shapes era un progetto completamente diverso da quello che tra pochi giorni arriverà su PSN, un'idea astratta e confusa che prendeva forma nella mente dello sviluppatore canadese Jonathan Mak. L'autore di Everyday Shooter, a dire il vero, inizialmente non aveva neanche intenzione di realizzare un videogioco, quanto piuttosto una sorta di visualizzatore sonoro interattivo che facesse scena ai concerti di musica elettronica.

Sound Shapes, recensione

L'incontro con il compositore Shaw-Han Liem (più noto nella scena indie elettronica come I Am Robot and Proud) ha decisamente cambiato le carte in tavola, e dopo una lunga serie di prototipi e idee cestinate oggi Sound Shapes è un prodotto polivalente caratterizzato da una doppia natura. Da un lato è un affascinante platform 2D per Vita e PlayStation 3, sullo stile di Knytt Stories e NightSky ma forte di uno stile audiovisivo da capogiro; dall'altro è uno strumento musicale per realizzare brani in maniera alternativa e interattiva, una sorta di strano controller MIDI e processore d'effetti mascherato da editor di livelli.

Giochi sinestetici

Non ci vuole granché a descrivere le basilari meccaniche di gioco che sorreggono Sound Shapes. Nei panni di una piccola creatura circolare, infatti, lo scopo è semplicemente quello di rotolare verso l'uscita del livello, attraversando diverse schermate fisse piene di ostacoli, nemici e piattaforme sulle quali saltare. Oltre al salto, l'unica abilità a disposizione del protagonista è la possibilità di restare attaccato a determinate superfici o scivolare via a tutta velocità, mentre il gioco fa un gran lavoro nel suggerire visivamente gli oggetti pericolosi, colorando di rosso tutto ciò che può uccidere con un solo tocco. Morire diventa quindi estremamente facile e frequente, ma per fortuna l'abbondanza di checkpoint evita che l'esperienza diventi troppo frustrante, al punto tale che spesso si viene teletrasportati ad appena due o tre salti di distanza dal proprio errore. Tuttavia, come accennato, l'aspetto più interessante del titolo di Mak e Liem è il modo in cui la musica riveste un ruolo attivo nell'interazione col mondo di gioco.

Sound Shapes, recensione

Per ciascuna moneta raccolta, una nuova nota o un nuovo loop va ad aggiungersi alla musica del livello, mentre qualsiasi oggetto o nemico arricchisce la schermata con nuovi suoni a tempo di musica. Presto ci si rende conto che gli sviluppatori non hanno inserito neanche un oggetto ridondante, e che qualsiasi elemento di gioco svolge allo stesso tempo sia una funzione ludica che una musicale, portando a chiare ripercussioni dall'una e dall'altra parte, col giocatore che può ad esempio sfruttare il ritmo della musica per saltare col giusto tempismo ed evitare più facilmente le trappole su schermo. Completabile in meno di un paio d'ore, la Campagna offre venti livelli divisi in cinque album musicali, ma quella che sarebbe dovuta essere una modalità di riempimento in grado di mostrare le possibilità dell'editor ottiene invece una personalità unica grazie alla collaborazione con artisti di fama internazionale. Sia per grafica che per effetti sonori, ogni album è infatti modellato sullo stile di un particolare musicista. I livelli di deadmau5 sono un inno all'iconografia del DJ canadese, con scenari psichedelici e ambienti infernali in cui troneggia la mau5head (il suo celebre logo), laddove tutto è chiaramente accompagnato da beat chiptune e musiche elettroniche.

Sound Shapes, recensione

Allo stesso modo, l'album realizzato in collaborazione con Jim Guthrie sembra un livello strappato con forza da Sword & Sworcery, in cui un mix di sperimentale e ambient fa da sfondo a sequenze più "giocose" rispetto alle altre, nelle quali spostare casse e attivare interruttori per poter proseguire di schermata in schermata. Con Liem al timone del progetto non potevano mancare pezzi in pieno stile I Am Robot and Proud, ma la vetta più alta viene raggiunta a nostro avviso nei livelli creati con la collaborazione di Beck, in cui brani cantati, cori e uno stile grafico incantevole impacchettano un'esperienza audiovisiva fuori di testa. Riprendendo il discorso di cui sopra, gli scenari dell'autore losangelino introducono quelli che probabilmente sono gli elementi di gioco meglio riusciti, con balloon che appaiono a seconda del coro o piattaforme che cambiano il proprio comportamento seguendo le parole della canzone di sottofondo ("Lose, move, turn, hurt..."). E non ci si può non esaltare quando, raccogliendo nota dopo nota, si passa dalla quiete di inizio livello alla magnificenza sonora di Purgatory (Guthrie) o all'energia delle distorsioni, delle voci e delle percussioni di Cities (Beck).

Trofei PlayStation 3

In Sound Shapes non c'è molta varietà in termini di Trofei. Oltre ad ottenerne uno portando a termine tutti i livelli della campagna, gli altri vanno sbloccati completando ciascuna sfida in modalità Morte o nella Scuola di ritmo. Riuscirci non sarà un'impresa facile, ma se volete il Platino dovrete rimboccarvi le maniche e aprire le orecchie.

Musica maestro!

Ogni album è quindi un viaggio sinestetico che riflette la personalità di un artista, ma è proprio in questo concetto che è racchiuso il più grande compromesso di Sound Shapes: dal momento che la stragrande maggioranza degli asset grafici e sonori è stata creata sulla base degli artisti sopraccitati, sembra quasi impossibile riuscire a realizzare scenari altrettanto caratteristici e originali nell'editor integrato. Questo è vero soprattutto se si considera che quasi tutti gli elementi utilizzabili nella creazione di livelli sono oggetti appartenenti alla Campagna e sbloccati portando a termine i vari album. Certo, musicalmente si ha molta più libertà, e magari i giocatori più creativi riusciranno a sovvertire l'editor in modo da creare stage particolari e pieni di personalità, ma per il momento la lista dei livelli realizzati dagli utenti è piena di scenari che mescolano senza troppa coerenza la rozza grafica in pixel art degli ostacoli di deadmau5 agli eleganti fondali di Beck. Ma a parte questo difetto di natura, la combinazione tra l'editor dei livelli e la sezione degli scenari generati dalla community rappresenta senza dubbio il cuore pulsante di questo prodotto a metà tra gioco e strumento musicale.

Sound Shapes, recensione

Attraverso una griglia su schermo, e sfruttando alla perfezione sia il touchscreen che il touchpad posteriore, questa modalità fonde un tradizionale editor dei livelli a un tipico software musicale. La posizione nella griglia influenza la tonalità della nota o il tipo di loop, mentre una linea verticale che si sposta costantemente scandisce ciascuna battuta; lo stesso chiaramente vale per le monete inserite e per alcuni oggetti che, a seconda di dove vengono piazzati sullo schermo, creano suoni differenti, mentre in alcuni casi è possibile impostare il comportamento di un elemento in modo da farlo "suonare" come più si preferisce. Ovviamente è possibile modificare i BPM, scegliere la scala o addirittura tagliare e incollare interi pezzi di livello, mentre l'utente può prendere dimestichezza con l'editor sia attraverso il breve tutorial che grazie alla Scuola di Ritmo, una modalità sbloccabile che ci sfida ad ascoltare dei loop preimpostati e replicarli utilizzando gli strumenti a propria disposizione. Oltre a questa opzione, portando a termine tutti i livelli della Campagna è possibile accedere alla Modalità Morte, una serie di scenari aggiuntivi caratterizzati da un livello di difficoltà incredibilmente elevato.

Conclusioni

Multiplayer.it
9.0
Lettori (22)
8.9
Il tuo voto

Musicalmente meraviglioso e piacevolmente versatile, Sound Shapes replica l'ottimo Electroplankton nel tentativo di dare al giocatore uno strumento con cui sfogare la propria creatività musicale. Il gioco di Queasy Games lo fa però in maniera molto più tangibile, da un lato mettendo nelle mani degli utenti un vero e proprio software con cui creare musica a proprio piacimento, dall'altro arricchendolo con le meccaniche tipiche di un platform 2D. Ovviamente utilizzare l'editor richiede un certo livello di pazienza, orecchio e pratica, ma in un periodo in cui al parco giochi di PS Vita viene criticata la mancanza di titoli importanti o franchise originali, Sound Shapes è una vera e propria manna che per poco più di dieci euro sarebbe un peccato lasciarsi sfuggire. Ciliegina sulla torta è infine la possibilità, una volta acquistato, di fruire del gioco sia su PlayStation 3 che su Vita, potendo così creare un livello nel salotto di casa e continuarlo mentre si è in viaggio.

PRO

  • Musica e gameplay si fondono e si influenzano alla perfezione
  • Editor dei livelli intuitivo e versatile
  • Un viaggio musicale assieme a quattro artisti indie

CONTRO

  • Non adatto ai meno pazienti e creativi