I ragazzi di High Moon Studios sono dei vari fan dei robottoni di Hasbro. Matt Tieger, il direttore del progetto, è diventato famoso nel fandom per aver assillato Hasbro per mesi nel disperato tentativo di inserire i Dinobot nella serie, considerati dalla rinomata ditta sforna-giocattoli dei personaggi obsoleti da cancellare. Alla fine ci è riuscito, per la gioia di quei trentenni che sono cresciuti a pane, Grimlock e fantasia. La Caduta di Cybertron è il sequel de La Guerra per Cybertron, un action-game di circa due anni fa che ha ridato dignità al franchise dei Transformers dopo anni di giochi insulsi e tie-in da dimenticare.
Concepita inizialmente come prequel alla serie animata in computer grafica Transformers Prime, è indiscutibile che la proposta High Moon Studios ha pian piano assunto una forma propria grazie alle scelte stilistiche e narrative di un team che non si è fatto influenzare dal facile successo dei film di Michael Bay, preferendo basarsi invece sui cartoni animati originali degli anni '80, in una gustosa chiave moderna. Il primo gioco funzionava, sia in single-player che in multi-player. Adesso High Moon ci riprova, prende la mira e preme il grilletto: centrato il bersaglio?
La campagna
La scelta di decurtare la modalità multigiocatore cooperativa ha sollevato non poche critiche da parte dei fan de La Guerra per Cybertron, ma dopo averla completata in circa dodici ore possiamo affermare con grande sicurezza che è l'unico punto debole di una campagna assolutamente fantastica. Fatto tesoro delle critiche ricevute per la discreta ripetitività della già ottima campagna precedente, High Moon Studios ha corretto il tiro apportando delle modifiche decisive che rendono la nuova avventura molto più godibile sotto ogni punto di vista. Innanzitutto, un po' di storia: La Guerra per Cybertron si chiudeva con una situazione di stallo tra Autobot e Decepticon su un pianeta ormai al capolinea e La Caduta di Cybertron inizia proprio quando i Decepticon, capitanati dall'irriducibile Megatron, attaccano gli Autobot di Optimus Prime mentre stanno cercando di abbandonare il loro mondo a bordo di un'enorme astronave.
Questa prima missione con Bumblebee per protagonista si rivela essere un prologo: la storia vera e propria inizia giorni prima e racconta la tenace difesa dell'Ark degli Autobot, i giochi di potere dei Decepticon e la scoperta di un ponte spaziale che potrebbe condurre i cybertroniani in uno sconosciuto sistema solare. Beh, mica tanto sconosciuto, dato che è il nostro. Quasi ognuno dei tredici capitoli in cui è suddivisa la campagna propone un punto di vista diverso e, giocoforza, un personaggio differente da giocare: High Moon Studios ha abbandonato la soluzione del trio di personaggi per missione, concentrandosi su uno per volta senza però sacrificare l'idea dei comprimari che ci seguono e interagiscono nell'avventura. Funziona tutto decisamente meglio: non solo la storia si sviluppa in modo più organico e avvincente, ma anche il level design stesso si basa sul protagonista del momento. Gli sviluppatori hanno infatti forgiato le missioni attorno al robot controllato e non viceversa: praticamente ogni Transformer è caratterizzato da un'abilità speciale che cambia drasticamente il gameplay.
Cliffjumper, per esempio, può entrare in modalità stealth e sbarazzarsi dei nemici con un attacco letale alle spalle, mentre Jazz e Swindle sfruttano un rampino che consente loro di spostarsi rapidamente da una piattaforma all'altra. L'idolo delle folle Grimlock è protagonista di quasi due missioni, in cui si abbandonano completamente le armi da fuoco a favore di spada, scudo e trasformazione temporanea in T-Rex, e l'immenso gestalt Bruticus è controllabile per un intero, esaltante capitolo. Questo nuovo tipo di struttura rende ogni missione abbastanza diversa dalla precedenti e presenta anche un certo livello di microgestione: ne La Caduta di Cybertron l'armamentario è molto più vasto che in precedenza e per ogni arma leggera o pesante esistono vari potenziamenti, acquistabili presso i terminali di Teletraan I sparsi per le mappe. Il giocatore deve quindi capire quale arma è più indicata al personaggio di turno e potenziarla di conseguenza per sbloccare interessanti effetti secondari. Ricca di oggetti segreti da scovare e ambientazioni particolarmente evocative, la campagna ci è piaciuta proprio per la varietà di situazioni e location, ma anche per la quantità spropositata di citazioni, rimandi e strizzatine d'occhio al franchise e ai suoi fan, tra personaggi secondari che si utilizzano a sorpresa per pochi minuti e altri che faranno ben più di un cammeo, come è appunto il caso dei Dinobot. Lascia però un po' insoddisfatti il finale aperto da cliffhanger televisivo e la mancanza di veri e propri boss da sconfiggere, praticamente presenti solo nell'ultima, epica missione.
Curiosità
Lo sapevate che Hasbro ha prodotto una linea di giocattoli ispirata proprio ai giochi di High Moon Studios?
Per l'uscita de La Guerra per Cybertron erano stati rilasciate soltanto cinque action-figure (Optimus Prime, Bumblebee, Cliffjumper, Megatron e Soundwave) ma questa volta la ditta ha deciso di fare le cose in grande, lanciando una linea molto più nutrita che propone il nuovo modello di Optimus, Jazz, Shockwave e altri personaggi, tra i quali i cinque Combaticon da unire per formare l'enorme Bruticus. La qualità purtroppo non è all'altezza dei precedenti modelli de La Guerra per Cybertron, ma i collezionisti incrociano le dita per il Grimlock che uscirà fra qualche mese e che promette davvero bene...
Roll out!
Il sistema di controllo non è cambiato di una virgola rispetto a La Battaglia per Cybertron: i pulsanti del controller permettono fra le altre cose di sparare, zoomare sul bersaglio, usare un oggetto secondario come mine e bombe, cambiare arma e saltare. Un tasto è invece delegato alla trasformazione perché se non ci si potesse trasformare che razza di videogioco sui Transformers sarebbe?
Bisognerebbe però ricordarlo anche a High Moon Studios, il cui eccesso di zelo nella creazione di una splendida campagna ha trascurato questa importante caratteristica del franchise. In altre parole, non si verificano situazioni in cui il giocatore possa ritenere più opportuno trasformarsi in forma veicolare, tranne quando è il gioco stesso a suggerirlo a chiare lettere con sequenze di fuga a tempo o lunghe strade sgombre. La forma veicolare è inoltre una risorsa difensiva grazie alla maggior resistenza e alle munizioni quasi illimitate, tuttavia la campagna è disseminata di munizioni e riserve di energia da raccogliere che rendono la trasformazione superflua, se non come manovra evasiva. È forse una delle poche feature che La Battaglia per Cybertron gestiva meglio, la cui utilità è comunque rimasta inalterata in modalità multigiocatore. D'altra parte la situazione pare essersi invertita: il prequel sorprese per la solida modalità multiplayer competitiva, a tratti migliore della campagna stessa, ma ne La Caduta di Cybertron succede l'opposto. Le modalità di gioco proposte sono le stesse, comprese le immancabili "conquista e difendi" e "deatmatch a squadre", e non manca neanche la modalità Escalation in cui i giocatori collaborano per sconfiggere ondate su ondate di nemici, come nelle partite Orda di Gears of War, sbloccando bonus e percorsi alternativi con il denaro guadagnato.
Il problema è che High Moon Studios sembra aver deciso di non impegnarsi troppo su questo versante, semplificando la maggior parte delle meccaniche a favore di un'esperienza più rapida e incisiva, quasi mordi e fuggi, ma sensibilmente meno profonda. Ci sono ancora le quattro "classi" - Distruttore, Titano, Infiltratore e Scienziato - che rappresentano le specialità del nostro alter ego robotico sul campo: lo Scienziato può trasformarsi in un velivolo e curare gli altri giocatori, l'Infiltratore può rendersi temporaneamente invisibile e via dicendo. Possiamo creare il nostro personaggio scegliendo le varie parti del corpo tra un limitato numero di varianti e colori che comunque non concedono tantissima creatività; inoltre, possiamo scegliere le armi da utilizzare in battaglia: la maggior parte si sblocca aumentando di livello con i punti esperienza guadagnati durante le partite, così come i molteplici potenziamenti per ogni arma. Il principale elemento strategico consiste in questo, nella scelta dell'arma e dei potenziamenti che più si adattano al nostro stile di gioco, ma non esistono più i "perk" in stile Call of Duty e le ricompense per le serie di uccisioni o particolari manovre di guerriglia. Anche il bilanciamento delle classi ci è sembrato un po' superficiale, con i Titani nettamente più potenti delle altre, ma si tratta di un problema facilmente risolvibile tramite patch. La modalità multigiocatore, insomma, non è più la parte migliore del pacchetto ma un divertissement la cui longevità dipenderà sicuramente dal giocatore e dal supporto di High Moon Studios, anche se dubitiamo che si estenderà oltre qualche pacchetto DLC a pagamento.
Trofei PlayStation 3
Sono 51 in totale di Trofei de La Caduta di Cybertron: 42 Bronzo, 6 Argento, 2 Oro e il Platino. Ovviamente si sbloccheranno completando i vari capitoli della campagna, ma anche raggiungendo precisi traguardi in multigiocatore, superando per esempio un certo numero di ondate in Escalation o conquistando personalmente tutti nodi in una partita competitiva.
Robots in disguise
La Battaglia per Cybertron si distingueva sopratutto per l'eccezionale direzione artistica e l'estro degli sviluppatori di High Moon Studios nella creazione di personaggi e location dallo stile inequivocabile e innovativo, moderno e dettagliato ma ricco di richiami alla Generation 1 del franchise. Impossibile non riconoscere al volo i Transformers che ci hanno accompagnato per gran parte della nostra infanzia e anche oltre: il massiccio e scarlatto Ironhide, il medico Ratchet, l'estroverso Jazz, il codardo Starscream e l'incubo dei collezionisti Bumblebee, fra gli altri.
E naturalmente Optimus Prime, che insieme a Megatron ha subito un completo quanto inspiegabile restyling: per quanto riguarda Megatron succede qualcosa nella storia che comporta il cambiamento del suo "telaio", ma la modifica estetica di Optimus, sia in forma robotica che veicolare, non viene spiegata per tutto il gioco. Ciò nonostante, rimane inalterata la cura riposta dai grafici nella modellazione dei vari robot, non soltanto nel character design ma anche nella minuziosità dei dettagli, delle parti del corpo in continuo movimento, nella grande varietà delle armi che sostituiscono il braccio destro durante le sparatorie. Le animazioni sono eccellenti, specialmente nel momento in cui premiamo il tasto della trasformazione e vediamo scomporsi e riassemblarsi in un attimo decine di pezzi e poligoni. Anche le ambientazioni ci hanno pienamente soddisfatto per varietà e spettacolarità, grazie alla ricerca del dettaglio e ad efficaci giochi di luce, dalle antiche rovine nel Mare di Ruggine ai resti contorti della Iacon distrutta nel precedente episodio, passando per l'area degli Insecticon che circonda la torre di Shockwave e la battaglia iniziale/finale nello spazio tra le astronavi che sfrecciano verso il ponte spaziale.
La modellazione certosina di ogni elemento è purtroppo ancora una volta minata da un mediocre lavoro di texturizzazione: sottolineiamo che la versione PC sembra caricare texture più definite a una maggiore velocità rispetto alle versioni console, ma restano comunque sporche e spesso in bassa risoluzione, come dimostrano gli agghiaccianti primi piani sui robot. Inspiegabile tra l'altro la bassa qualità di alcune cutscene, nettamente inferiore alle sequenze non interattive in tempo reale: una scelta discutibile che per fortuna è limitata a pochi minuti totali. Complementare all'altalenante panorama grafico è un'eccellente e decisamente epica colonna sonora, perfettamente puntuale nell'aumentare la tensione durante gli scontri a fuoco o sottolineare la spettacolarità di alcune situazioni. Il gioco è completamente sottotitolato in italiano e doppiato in inglese da voci celebri che i fan della serie non tarderanno a riconoscere, come quella storica di Peter Cullen per Optimus Prime, anche se non mancano altri celebri professionisti videoludici come Nolan North, doppiatore tra l'altro di Nathan Drake, che presta la sua voce a Cliffjumper.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
- Processore Intel Core i7 2600
- 8 GB di RAM
- Scheda video NVIDIA GeForce GTX 560 Ti
- Sistema operativo Windows 7
Requisiti minimi
- Processore Intel Core 2 Duo E4300 1.8 GHz
- 2GB di RAM
- Scheda video con 256MB di memoria dedicata
- 9GB di spazio su disco
Conclusioni
La Caduta di Cybertron è un gioco sviluppato dai fan per i fan: se rientrate in questa categoria, l'acquisto è assolutamente imprescindibile. Se invece non siete cresciuti a pane e robot e per voi i Transformers sono soltanto quei robot che giravano attorno a Megan Fox nei film, ma amate i giochi d'azione e gli sparatutto, allora dovreste dargli comunque un'occhiata: la campagna è fantastica e i difetti grafici fanno a pugni con una direzione artistica sopra le righe. Peccato per la semplificazione della modalità multigiocatore e per l'assenza di una modalità cooperativa nella campagna stessa; per il resto, La Caduta di Cybertron è ora l'incarnazione videoludica definitiva dei robot Hasbro, in attesa di un sequel speriamo ancora migliore.
PRO
- Campagna straordinaria
- Ottimo level design
- Fanservice come se piovesse
CONTRO
- Graficamente migliorabile
- Modalità multigiocatore lacunosa
- Finale cliffhanger