Era il lontano 1988 quando Realtime Games pubblicò Carrier Command, un affascinante mix di azione e strategia che ci vedeva controllare un'enorme nave da guerra e approcciare una serie di isole controllate da forze nemiche, con l'obiettivo di conquistarle utilizzando i vari veicoli disponibili. Il gioco offriva un'esperienza decisamente diversa dal solito e un grande spessore, fu quindi accolto con entusiasmo dalla critica e si costruì ben presto una solida base di appassionati. Appassionati che magari oggi si dedicano ancora ai videogame e che di certo non si faranno sfuggire l'occasione di provare Carrier Command: Gaea Mission, il remake di quel titolo realizzato da Bohemia Interactive per PC e Xbox 360.
Squadra che vince non si cambia, e così la struttura originale è stata praticamente riproposta senza variazioni: sempre al comando di una grossa nave da guerra ci troviamo sulla luna Taurus e il nostro compito è quello di conquistare trentatré isole piene di postazioni ostili, quantomeno nella modalità "partita strategica". Si è pensato infatti di aggiungere all'offerta originale una serie di contenuti, nella fattispecie uno story mode che cerca di fornirci dei "motivi" per quello che stiamo facendo e svolge anche l'importante ruolo di tutorial per il gameplay che i nostalgici ben ricorderanno. Il problema è che questa parte della produzione non è andata come ci si sarebbe aspettati e il risultato finale costituisce una vera e propria barriera alla reale fruibilità di questo nuovo Carrier Command.
Se le cose non le sai, salle
L'incipit del gioco è fatto di cutscene e sessioni in stile first person shooter, in cui vestiamo i panni di un ufficiale incaricato di guidare l'avanguardia nell'ottica delle manovre di conquista dei territori a cui abbiamo accennato poc'anzi.
La sensazione in tale frangente è che qualcosa non quadri, purtroppo: il sistema di controllo ci impedisce di correre e di ricaricare l'arma, che funziona con un unico caricatore da ripristinare presso determinati punti della mappa. La questione è: cosa accade se finiamo i proiettili, visto che manca un qualsiasi attacco alternativo? Per fortuna non l'abbiamo scoperto, continuando a farci strada fra le truppe nemiche, tremendamente semplici da abbattere perché dotate di un'intelligenza artificiale di livello infimo. Il level design non ha in alcun modo migliorato la situazione, chiedendoci semplicemente di trovare dei passaggi da una zona all'altra per raggiungere un Walrus, ovvero un veicolo blindato su sei ruote. Qui le cose per certi versi sono addirittura peggiorate, perché i controlli prevedono che il movimento del mezzo avvenga tramite l'uso dello stick analogico sinistro, mentre con i grilletti del controller si continua a mirare e sparare.
Assegnare accelerazione e freno ai pulsanti A e X, giusto per fare un esempio, avrebbe agevolato non poco le varie manovre e reso decisamente più piacevole la guida del Walrus, il cui ruolo assume da questo punto in poi una grande importanza visto che fa parte delle unità che potremo lanciare dalla nave madre per conquistare le varie isole. In più occasioni inoltre, ci è capitato di "incastrarci" in un muretto o in un masso con l'impossibilità di sganciarci e l'obbligo di caricare un salvataggio o un checkpoint precedente. Sono inconvenienti a cui purtroppo il titolo di Bohemia Interactive va incontro piuttosto spesso, dunque vi suggeriamo, nel caso, di utilizzare spesso la feature di salvataggio rapido della partita.
Decollare e nuclearizzare
Quando, nello story mode, si raggiunge la nave madre, le meccaniche di gioco assumono finalmente i connotati del Carrier Command originale, con quel pregevole mix di strategia e azione che anche in questo caso rivela un grande potenziale. Non rapidamente però: la mancanza di una qualsiasi introduzione alla nuova interfaccia, molto cervellotica e tutt'altro che immediata, va a costituire una seconda barriera per i giocatori meno pazienti, che a questo punto dell'esperienza potrebbero aver già mollato (anche per noi la tentazione è stata forte, lo ammettiamo).
La schermata di default ci consente infatti di selezionare una a una le unità disponibili, che oltre ai già citati Walrus includono i Manta, velivoli scattanti ma che possono essere equipaggiati con armi pesanti e rappresentano dunque l'ideale per una ricognizione dell'isola atta a mettere fuori causa qualsiasi sistema di difesa avanzato. Premendo il tasto dorsale destro è possibile, in qualsiasi momento, assegnare dei compiti ai vari veicoli e, dunque, lasciare che li portino a termine autonomamente. Se magari effettuiamo un giro con un Manta ma finiamo per subire danni eccessivi insomma, possiamo ordinare al veicolo di tornare alla base mentre, magari, ne facciamo partire un altro. Gli scenari nascondono spesso un gran numero di insidie, ma le cose da fare sono fondamentalmente sempre le stesse: individuare i bersagli da distruggere e quelli, invece, con cui interagire, completando l'una e l'altra operazione fino alla conquista dell'isola.
Obiettivi Xbox 360
Sono quarantacinque gli obiettivi contenuti in Carrier Command: Gaea Mission, per un totale di 1000 Gamerpoint. Si dividono fondamentalmente in categorie: gli achievement da 5G si ottengono portando a termine compiti molto semplici, come ad esempio distruggere un'unità nemica con il Manta per la prima volta, mentre i bottini più consistenti arrivano quando cominciamo a collezionare svariate isole, magari dotate di sistemi di difesa avanzati.
Benvenuti a Silent Hill
Abbiamo detto che Carrier Command: Gaea Mission nasconde un grande potenziale, e lo confermiamo. Purtroppo però, il lato migliore di questa produzione finisce per non emergere mai; si intravede ma non si svela, per colpa di una serie di grossi problemi relativi all'intelligenza artificiale, al game design stesso e al comparto tecnico, che per la versione testata (Xbox 360) sicuramente non brilla.
I ragazzi di Bohemia dimostrano in questo caso di essere tanto abili nel mettere a punto spettacolari engine su PC (seppure molto pesanti) quanto a disagio su console, visto che gli scenari sono la fiera della nebbia e dello scarso dettaglio, la vegetazione è realizzata anch'essa maluccio e, soprattutto, il frame rate cala ogni due per tre, evidenziando la mancanza di un'appropriata ottimizzazione. Dicevamo dell'intelligenza artificiale: così come per i nemici a terra nelle sezioni FPS, i vari veicoli, specie quelli che decidiamo di affidare al pilota automatico, spesso si incartano, si bloccano in un fazzoletto di terreno e rimangono lì fermi, oppure si incastrano in qualche ostacolo, nullificando di fatto il valore di un gameplay che ci consente di poterci spostare rapidamente da un'unità all'altra. A ciò si aggiunge un gameplay delle sparatorie molto scialbo, incolore, in cui non si ricava soddisfazione dall'abbattimento del nemico e, dunque, da qualsiasi premio che la vittoria possa comportare.
Conclusioni
Al di là di qualche irrecuperabile nostalgico, che potrà chiudere un occhio o anche due circa le discutibili soluzioni adottate da Bohemia Interactive per questo remake, dubitiamo che qualche videogiocatore "normale" possa cimentarsi con Carrier Command: Gaea Mission senza notare i suoi enormi problemi. Dall'inutile complessità dell'interfaccia all'intelligenza artificiale fortemente deficitaria, dal gunplay privo di mordente al mediocre comparto tecnico, dal sistema di controllo discutibile alla presenza di lunghissimi tempi morti in ogni missione; il gioco non ci ha davvero ben impressionato... per usare un eufemismo. Rimane dunque il rispetto per il titolo originale che all'epoca rappresentò qualcosa di diverso e notevole, ma una reinterpretazione del genere, fatta in questo modo, lascia il tempo che trova.
PRO
- Trentatré isole da esplorare e conquistare
- Le potenzialità del gioco sono indubbie...
CONTRO
- ...ma bisognava concretizzarle
- Intelligenza artificiale problematica
- Tecnicamente mediocre su console
- Interfaccia inutilmente complessa