"Non mi aspettavo assolutamente di ricevere un riconoscimento, tantomeno quello per il design". Quando tre anni fa chiacchierammo per la prima volta con Andy Schatz, il suo Monaco: What's Yours is Mine aveva appena vinto due premi all'Independent Games Festival: uno era per al miglior design, l'altro era il Grand Prize. Pur essendo considerato un po' l'Oscar della scena indie, la visibilità dell'IGF è efficace (e utile) soprattutto per chi il gioco non l'ha ancora finito né pubblicato, fungendo da vero e proprio trampolino di lancio verso un successo quasi assicurato.
E infatti questo mix di guardie e ladri e spy-game non è esattamente spuntato dal nulla, rappresentando invece uno dei most wanted per chi guarda con interesse alle produzioni indipendenti e ai giochi "dal basso". Ma cosa ha di tanto speciale? A una prima occhiata Monaco sembra un minestrone che porta alla mente tutta una serie di altri giochi, da GTA a Pac-Man, da Hotline Miami a un qualsiasi titolo stealth, ma è evidente come l'ispirazione Schatz l'abbia avuta soprattutto da film come Heat: La Sfida e Ocean's Eleven.
La banda!
Frutto di quattro anni di lavoro da parte di un team microscopico, Monaco: What's Yours is Mine racconta la storia di una banda evasa di prigione intenzionata a portare a termine un ultimo grande colpo prima di squagliarsela e lasciare la città per sempre. Comincia così una campagna che dal centro di detenzione porta a riunirsi con altri ricercati, a sabotare una nave da crociera, a svaligiare un casinò o a riempirsi le tasche coi portafogli scippati in una rumorosa discoteca.
Il più delle volte bisogna quindi intrufolarsi, raggiungere il piano dove si trova l'obiettivo e darsela a gambe, con la visuale dall'alto che a ogni inseguimento sembra strizzare l'occhiolino al caro vecchio Pac-Man. All'inizio di ciascun livello bisogna scegliere uno dei personaggi sbloccati fino a quel momento, sapendo che ognuno è dotato di particolari abilità: il Locksmith è più veloce a scassinare le serrature, il Gentleman è in grado di camuffarsi per un po', l'Hacker può usare prese della corrente per sabotare i sistemi di sicurezza, mentre il Cleaner può sorprendere guardie e civili alle spalle per metterli momentaneamente KO. Ogni scenario è fatto in modo da poter essere risolto a prescindere dal personaggio, ma la scelta del giocatore sarà spesso influenzata dal tipo di sicurezza, dalla planimetria dell'edificio o semplicemente dall'obiettivo che si vuole raggiungere. Con la sua capacità di scavare tunnel attraverso le pareti, il Mole è l'ideale se si vuole terminare il livello nel minor tempo possibile (ma attenti al rumore!); allo stesso modo, chi vuole ripulire l'intero edificio puó sfruttare il Pickpocket, un ex-vagabondo con una scimmia capace di rubare tutti i tesori nelle vicinanze senza essere notato.
Ma a differenza di quanto si possa pensare, Monaco non è uno stealth; non di quelli tradizionali, almeno. È vero, si comincia cercando di nascondersi il più possibile, di non far rumore, di superare una stanza piena di allarmi esaminando pazientemente i percorsi delle guardie. Eppure l'autore non voleva creare una versione top-down di Thief, e così basta un passo falso, un civile impiccione o un telefono che squilla nel posto sbagliato e al momento sbagliato, e il gioco si trasforma in un frenetico inseguimento tra gatti e topo: tant'è che i condotti dell'aerazione e i cespugli rappresentano delle vere e proprio tane in cui nascondersi se le cose si mettono male. Tra corridoi stretti e stanze sorvegliate da cima a fondo, ciascun piano si trasforma in un labirinto più o meno claustrofobico, e il fatto che le guardie siano volutamente stupidotte e molto meno letali del protagonista non fa che rendere ancora più comica e imprevedibile, ma mai eccessivamente semplice, ogni caccia all'uomo. La fluidità dell'azione e il ritmo sempre alto si deve sia ad un ottimo lavoro di bilanciamento che ai controlli volutamente semplici e intuitivi: con un tasto si attivano i gadget raccolti, ma qualsiasi interazione con lo scenario o coi personaggi avviene semplicemente camminando nella loro direzione. Questo vuol dire che il giocatore può scassinare porte, sabotare sistemi informatici, nascondersi in un cespuglio o scassinare una cassaforte senza dover premere un ulteriore tasto, rendendo il tutto ancora più scorrevole e semplice.
Ocean's 4
La trama di Monaco: What's Yours is Mine è divisa in due diverse campagne. La prima funge da corposo tutorial, introducendo livello dopo livello personaggi, sistemi di sicurezza e strategie. La seconda non è altro che la stessa e identica storia raccontata in maniera più drammatica da un altro membro della banda: l'escamotage ha permesso a Schatz di allungare il brodo riciclando gli stessi livelli ma rielaborandoli con nemici, allarmi e stanze più complesse da risolvere.
Il fatto di affrontare due volte la stessa planimetria pesa poco o niente sulla godibilità del gioco ma ogni livello della seconda campagna necessita un numero minimo di scenari svaligiati completamente, costringendo così a ripetere più volte le sfide precedenti. Complice la varietà dei personaggi o i diversi modi di affrontare l'ottimo design dei livelli, provare e riprovare uno scenario non è necessariamente un'esperienza frustrante, ma in fin dei conti il single player rappresenta solo una corposa introduzione a quella che è la vera anima del gioco: la cooperativa, possibilmente in quattro. Se giocare in solitaria permette di gestire in totale autonomia tempi e azioni, nonché di sapere sempre cosa sta accadendo su schermo, in compagnia di altri giocatori online le regole cambiano completamente. La chat vocale diventa una necessità e ognuno deve collaborare al gioco di squadra, evitando che azioni egoistiche compromettano l'intera missione. Giocatori alle prime armi potrebbero ad esempio far scattare un allarme e, nel tentativo di fuggire in lungo e in largo, mettere nei guai anche chi si trova in altre stanze.
Ci si può dividere per svaligiare un livello nel minor tempo possibile, oppure si potrebbe proseguire in gruppi combinando le abilità di ogni giocatore: un esempio evidente si ha con un Lookout nel team, visto che è l'unico personaggio capace di vedere la posizione di tutti i nemici nella mappa, diventando così il regista del gruppo. Il senso di collaborazione è accentuato anche dai diversi gadget che si trovano nei livelli, da balestre silenziose a fumogeni, passando per travestimenti, kit medici o chiavi inglesi. Per spostarsi da un piano all'altro è necessario che tutti i giocatori raggiungano le scale, costringendo così a prendersi cura degli alleati messi KO anche quando questi si trovano in stanze 'calde'. Giocato in quattro, Monaco potrebbe trasformarsi in un vero e proprio caos di colori, neon e luci, anche perché allo stile grafico e al tipo di campo visivo dei personaggi bisogna farci l'abitudine. Forse la colonna sonora di Austin Wintory (Journey) non gli varrà una nomina a un altro Grammy, ma quando il lento e orecchiabile tema al piano si trasforma in un jazz più dinamico, veloce e concitato, vuol dire che forse è arrivato il momento di darsela a gambe.
Conclusioni
Scordatevi di giocare Monaco: What's Yours is Mine senza lanciarvi a capofitto nella sua esilarante cooperativa. La modalità in singolo, per quanto curiosa e divertente, è solo un antipasto che introduce a un'esperienza multiplayer divertente, caotica e piena di imprevisti. I quattro anni spesi nello sviluppo si vedono tutti nella quantità di dettagli, nelle buffe esclamazioni in francese o nell'ottimo bilanciamento dei livelli. Un po' stealth e un po' arcade, un po' strategico ma molto party game, a una prima occhiata il gioco di Schatz sembra quasi non trovare una propria identità, ma è soltanto quando lo si guarda nella sua interezza che ci si rende conto di quanto sia unico nel suo genere. Senza dubbio un gran bel titolo per chi da piccolo faceva il tifo per la Banda Bassotti.
PRO
- In cooperativa è un vero spasso
- Tanta varietà di personaggi e gadget
- Stile grafico molto originale
CONTRO
- La campagna in singolo è in realtà solo un tutorial
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- MacBook Pro
- Intel Core i5 Dual Core a 2,4GHz
- 8 GB di Ram
- Via BootCamp
Requisiti minimi
- Windows XP, Vista o 7
- Processore 1.2GHz AMD/Intel
- 512 MB di RAM
- 250 MB di spazio libero su disco