Parlare di Retro Studios inevitabilmente porta la maggior parte dei videogiocatori a pensare alla serie Metroid Prime, straordinaria rilettura tridimensionale in prima persona dello storico franchise Nintendo, oppure piuttosto a fantasticare sul lungamente atteso progetto segreto per Wii U, che in molti prospettano come in grado di risollevare le finora non brillantissime performance della nuova home console della compagnia nipponica.
Eppure nel mezzo tra questi due momenti, a fine 2010, lo studio texano ha avuto anche il tempo e la voglia di recuperare la saga di Donkey Kong Country - i cui primi tre capitoli su Super Nintendo furono realizzati da Rare - dando vita ad uno straordinario platform per Wii, capace di raccogliere un ottimo e meritatissimo successo di critica e pubblico (quasi 6 milioni di copie vendute). Sospettando che l'utenza di Wii e 3DS non sia esattamente la stessa, la casa di Kyoto ha ben pensato di recuperare il gioco in oggetto, dargli una leggera rinfrescata, aggiungere un paio di cosette e ripubblicarlo quindi sul suo portatile, ribattezzandolo per l'occasione, con un notevole sforzo di creatività, Donkey Kong Country Returns 3D.
Discendiamo dalla scimmia
Ovviamente visto che quelli di Retro Studios hanno al momento ben altro a cui pensare, per il lavoro di conversione Nintendo ha rimesso in pista Monster Games, team con sede nel Minnesota non particolarmente famoso ma attivo fin dal 1996, e con nel curriculum Excite Truck ed Excitebots per Wii e il più recente Pilotwings Resort per 3DS. Il risultato è, come prima cosa, molto fedele all'originale; d'altra parte un gioco con 2 anni e mezzo sulle spalle può dirsi comunque sostanzialmente "moderno", a maggior ragione se le meccaniche di base sono quelle più classiche e genuine del platform bidimensionale puro. Sì perché Donkey Kong Country Returns 3D, per chi non avesse avuto modo di giocarlo su Wii, è praticamente un tuffo nel passato in un genere che è stato la base e il veicolo per la diffusione dei videogiochi a livello mainstream; oggi i prodotti più gettonati sono diversi, e non è un caso che (quasi) solo su console Nintendo si possa apprezzare un tipo di intrattenimento di qualità di questa forma. Chiusa la parentesi, in questa sede ci concentreremo soprattutto nell'analizzare quanto si è perso e quanto si è invece guadagnato nel passaggio dalla home console al portatile, rimandando quindi i lettori alla nostra recensione della versione Wii per la descrizione del gioco in sé. Partendo dal discorso puramente tecnico, si possono effettivamente confrontare i risultati grafici ottenuti su due hardware piuttosto differenti quali appunti quelli di Wii e 3DS; benché quest'ultima edizione possa definirsi assolutamente apprezzabile ed estremamente piacevole alla vista, è però indubbio che sia stato necessario un ridimensionamento in diversi elementi.
La prima e fondamentale differenza è legata al frame rate, sceso dai 60 al secondo dell'originale ai 30 sul portatile; un dimezzamento che, seppur evidente ad un occhio attento e allenato, non incide sull'elemento ludico e sulla precisione del gameplay. Assieme poi alla inevitabile inferiore pulizia dell'immagine dovuta alla minore risoluzione del 3DS e all'addensamento di elementi sul piccolo schermo dell'handheld, nel confronto "fianco a fianco" si possono individuare alcuni compromessi per quanto riguarda la qualità delle texture, il dettaglio, l'illuminazione e la complessità poligonale di qualche oggetto. Si tratta però veramente di differenze individuabili solo mettendo in diretto confronto le due edizioni, e in realtà non è nulla che possa andare effettivamente a intaccare la bontà della resa complessiva finale. Al contrario, considerando lo sforzo tecnico necessario per produrre l'effetto tridimensionale di cui il portatile Nintendo fa vanto, il lavoro di conversione di Monster Games si può promuovere senza riserve. E proprio in merito alla stereoscopia appena citata, il risultato finale è effettivamente ottimo, tra i migliori osservati negli ultimi tempi; se già il prodotto originale si prestava di suo a questa valorizzazione, coi cambi di profondità nel piano di gioco fatti tramite i barili e sfruttando un intelligente uso della telecamera, i programmatori sono stati bravi a coglierne le sfumature senza eccessi garantendo effettivamente un risultato che appare funzionale al gameplay.
L'effetto 3D
Benché non sia nato con l'effetto 3D in mente, Donkey Kong Country Returns 3D si è adattato alla perfezione al suo utilizzo: i cambi di piano e i giochi di telecamera si sposano alla grande con la stereoscopia, che appare quindi in tutto il suo superfluo splendore. E' consigliabile però impostare il selettore al minimo, perché altrimenti il risultato diventa a nostro parere eccessivamente marcato.
Più facile? Insomma...
Passando invece al campo contenutistico, in questo caso in una sorta di compensazione le differenze vanno tutte a vantaggio del 3DS; in primo luogo grazie alla "modalità nuova", che si affianca a quella originale - e non la sostituisce - garantendo un cuore extra di energia (due con Diddy sulle spalle) e riducendo conseguentemente la difficoltà complessiva. In realtà Donkey Kong Country Returns 3D rimane un gioco impegnativo anche in questa variante perché, più che la difficoltà nei combattimenti, sono i passaggi platform che richiedono tempismo e reattività a mettere alla prova i riflessi col rischio di morte istantanea; i rari checkpoint poi non aiutano certo in tal senso, confermando quindi l'avventura dello scimmione una sfida di buon livello anche sotto questa veste.
Più incisivi piuttosto nell'ottica dell'abbassamento del tasso di sfida appaiono i nuovi oggetti acquistabili nello shop di Cranky Kong, che permettono di salvarsi dalle cadute, di subire un secondo colpo al carrello da miniera e al barile-razzo, e infine di utilizzare un barile DK in qualsiasi momento. Rimane invariata invece la vera e propria impresa di raccogliere tutti i pezzi del puzzle e le lettere K-O-N-G, un compito destinato a estendere ulteriormente la già consistente longevità complessiva. C'è poi la modalità multiplayer locale che richiede però due console e due cartucce del gioco; uno sforzo probabilmente eccessivo da fare per sfruttare una variante che continuiamo a trovare poco interessante. Totalmente positiva invece la presenza di un intero nono nuovo mondo, traducibile in 8 livelli inediti (che recuperano però le ambientazioni dei precedenti) realizzati esclusivamente per questa edizione. E merita di essere elencato tra i vantaggi di questa versione anche il sistema di controllo, che ovviamente poggia su un più classico e preciso utilizzo dei tasti piuttosto che sul discutibile scuotimento del Wiimote nell'originale.
Conclusioni
Donkey Kong Country Returns 3D è una versione che ci sta proprio bene: il titolo di Retro Studios è un platform di una qualità talmente elevata che merita un'altra chance commerciale per poter così essere apprezzato da un maggior numero di giocatori, compresi i meno esperti che vedranno di buon occhio l'inclusione di una modalità un po' più permissiva. Il leggero ridimensionamento grafico, controbilanciato comunque da un eccellente sfruttamento della stereoscopia, non offusca affatto un risultato complessivo che può contare anche sulla graditissima aggiunta di 8 livelli inediti. Donkey Kong Country Returns 3D rimane di conseguenza anche su 3DS un acquisto consigliatissimo, se non addirittura imprescindibile, per tutti gli amanti del genere platform 2D "vecchia scuola".
PRO
- Level design brillante
- Impegnativo e divertente
- Nuovi contenuti validi...
CONTRO
- ...ma nulla di sostanzioso per chi ha già la versione Wii
- Leggero ridimensionamento grafico
- Soffre un po' il piccolo schermo
Una eccellente maniera per recuperare uno dei migliori titoli apparsi su Wii