Con Attack of the Friday Monsters! si conclude la pubblicazione dei giochi appartenenti alla compilation Guild02 pubblicata da Level 5 (lo sviluppatore dietro a successi come Dragon Quest IX: Le Sentinelle del Cielo per Nintendo DS o il recente Ni no Kuni: La Minaccia della Strega Cinerea per PlayStation 3) e disponibile "a puntate" sull'eShop di Nintendo 3DS a partire dallo scorso maggio.
Intorno al titolo sviluppato da Millennium Kitchen si è generata una hype pazzesca, principalmente per due motivi: primo, lo sviluppo è stato capitanato da Kaz Ayabe, meglio noto per aver diretto Boku no Natsuyasumi, una sorta di life simulator per PlayStation popolarissimo in Giappone; secondo, ci sono kaiju, e i mostroni nipponici in questo periodo vanno forte grazie al blockbuster cinematografico Pacific Rim di Guillermo Del Toro. Poi c'è anche il motivo jolly un po' da nerd: Attack of the Friday Monsters! viene presentato come un life simulator ambientato negli anni '70 giapponesi. Ma lo è davvero?
I Goonies secondo Kaz Ayabe
No, non lo è affatto, e chi pensava che i millecinquecento blocchi di Attack of the Friday Monsters! nascondessero uno Shenmue in miniatura resterà profondamente deluso. Il "gioco" è invece una specie di visual novel, ancor più che un jRPG, in cui il giocatore si cala nei panni del piccolo Sohta, da poco trasferitosi nel paesino di Fuji no Hana. Le difficoltà di Sohta nel fare amicizie e nell'adattarsi alla sua nuova vita si colgono tra le righe delle tantissime conversazioni che è possibile intrattenere con gli abitanti del luogo, interagendo con loro in ogni schermata in cui è possibile.
Sono i dialoghi, soprattutto, a caratterizzare i personaggi e a condurre la storia, che si dipana attraverso una serie di missioni non lineari che si attivano, si svolgono e si concludono quasi per caso, interagendo con gli abitanti, parlando con loro e vincendo le partite a carte sulle quali ci soffermeremo tra poco. La normalissima vita di Sohta ruota intorno a due tematiche principali che sembrano intrecciarsi tra loro, e neppure troppo sibillinamente: una è il rapporto tra i suoi genitori, una madre insoddisfatta e un padre forse troppo modesto; l'altra sono i primi serial televisivi con mostri e supereroi che appartengono al genere "tokosatsu" (avete presente i Power Rangers e Kamen Raider?) e che seguono appassionatamente sia Sohta sia i suoi amici e compagni di scuola. In più, c'è il mistero di uno straniero, di una presunta invasione aliena e di questi "kaiju" che attaccano la città soltanto di venerdì. Una trama strampalata, insomma, che può persino apparire un po' infantile e sempliciotta, ma che in realtà nasconde un'allegoria neppure troppo sibillina che toccherà le corde del cuore di tutti quei giocatori - come chi scrive - che hanno vissuto almeno una parte delle esperienze di Sohta. Un po' autobiografica, probabilmente, e un po' favola "alla Studio Ghibli", la storia di Attack of the Friday Monsters! è in realtà il cuore del gioco, laddove il card game sembra quasi un semplice contentino.
L'effetto 3D
Poco convincente l'effetto stereoscopico di Attack of the Friday Monsters!, che probabilmente è stato ideato e sviluppato tenere da conto la caratteristica principale di Nintendo 3DS: la profondità percepita è marginale e non influenza minimamente il gameplay.
Siamo tutti un po' Yu-gi-oh
La progressione non scorre senza ostacoli, perché a volte non basta esplorare ogni area e parlare con ogni personaggio per completare una missione o portare avanti la storia. A volte - spesso - è necessario vincere una sfida al gioco di carte più trend del momento, basato proprio sulla serie TV per cui escono tutti matti a Fuji no Hana. Il giocatore, nei panni di Sohta, può assemblare il suo mazzo raccogliendo i cristalli luminosi sparsi un po' dappertutto: sette dello stesso tipo generano una carta, e c'è anche un minimo di strategia nell'assemblare il proprio mazzo che viene però tradito dalla facilità delle partite.
Le meccaniche del card game sono semplicissime, evidentemente pensate per i più piccini, e si basano tutte su un sistema di forbici, carta e sasso e sulla contrapposizione dei valori numerici che identificano la "potenza" delle carte schierate in battaglia. Ci vogliono pochissimi minuti per prendere mano con il sistema di "combattimento", che dopo un po' riesce a diventare anche abbastanza ripetitivo, a seconda di quanto il giocatore si sia fatto prendere dalla storia: si ha la netta sensazione che, in quelle tre orette circa necessarie a completare il gioco, delle carte se ne poteva fare anche a meno. Da un punto di vista meramente tecnico, il lavoro svolto da Millennium Kitchen è più che apprezzabile, visto il costo del software: gli scenari sono completamente bidimensionali, coloratissimi e ricchi di dettagli, mentre i modelli poligonali in cel shading, per quanto curati, avrebbero potuto essere animati un po' meglio. L'effetto 3D ci ha lasciati un po' freddini, dato che si limita ad aggiungere una discreta profondità alle scene senza particolari virtuosismi. Come di consueto per questo tipo di produzioni, il doppiaggio è completamente in giapponese e i sottotitoli e i testi totalmente in un inglese che - pur assolutamente scolastico - potrebbe far storcere non poco il naso a chi non padroneggia la lingua. La colonna sonora è gradevole: ispirata e azzeccata, fa il suo dovere anche se non è decisamente memorabile.
Attack of the Friday Monsters! è una storia particolare che saprà toccare il cuore di alcuni giocatori
Conclusioni
Attack of the Friday Monsters! è un gioco che fa moltissimo leva sulla sensibilità del giocatore, sulla sua pazienza e sulla sua voglia di astrazione. Il gameplay in questo caso è praticamente pretestuoso, diciamolo chiaramente, perché quello che conta è la storia di questo ragazzino giapponese che vive in un mondo in bilico tra la fantasia e la difficile realtà di tutti i giorni: un argomento che tocca le corde del cuore in modo diverso a seconda di chi tiene in mano il Nintendo 3DS, e che può far ritenere il gioco di Ayabe una piccola perla estiva così come un titolo di poche pretese. Noi apparteniamo alla prima categoria, e se amate quantomeno la cultura nipponica potrebbe valere la pena prendere in considerazione l'acquisto.
PRO
- Storia deliziosa e sfaccettata
- Concept decisamente originale
- Buona realizzazione tecnica
CONTRO
- Card game un po' inutile
- Non è adatto a tutti i giocatori
- Tantissimo testo, ma solamente in inglese