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Brothers: A tale of two sons, recensione

Starbreeze torna in campo dopo l'incidente Syndicate e lo fa con l'intenzione di sorprenderci

RECENSIONE di Mattia Armani   —   09/08/2013
Brothers: A Tale of Two Sons
Brothers: A Tale of Two Sons
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Brothers: A Tale of Two Sons segna il debutto della nuova Starbreeze, una realtà drasticamente ridimensionata in seguito a un flop commerciale, quello di Syndicate, che ha portato la software house a decidere di allontanarsi dal mercato tripla A per ritrovare la propria libertà e creare nuove proprietà intellettuali. Da questa trasformazione è nato un progetto inevitabilmente meno imponente di quelli precedenti ma il concept di Brothers è tutt'altro che modesto e si prefigge di coinvolgerci in un'esperienza narrativa unica, un'avventura a enigmi potenziata dalla collaborazione con il regista libanese Josef Fares. La vicenda ha inizio con la morte di una donna, madre di due fratelli molto uniti che, già segnati dalla tragedia, si trovano a temere anche per la vita del padre, colpito da una grave malattia. La situazione appare disperata ma i due protagonisti non hanno intenzione di arrendersi e partono alla ricerca di un gigantesco albero incantato al cui interno sgorga un fluido miracoloso. Inizia così un viaggio contro il tempo tra orchi gentili e strani culti, magiche creature alate e minacce d'ogni sorta.

Two guys one pad

Il gameplay di Brothers: A Tale of Two Sons è di tipo collaborativo ovvero prevede l'utilizzo di due protagonisti dalle caratteristiche differenti che possono interagire tra loro per superare ostacoli insormontabili e per sopperire l'uno ai limiti dell'altro. Questo tipo di formula non è certo nuovo nel panorama videoludico e ha rappresentanti d'eccezione a partire dai classici Vikings e Goblins per arrivare a formule più movimentate come Ico e come l'ultimo Prince of Persia. Ma in Brothers il peculiare sistema di controllo trasforma questo tipo di esperienza in qualcosa di nuovo. Il titolo Starbreeze, infatti, ci consente di controllare i due protagonisti, che sono i due fratelli di cui abbiamo parlato nell'introduzione, contemporeaneamente. Una soluzione raramente adottata prima, probabilmente anche a causa della difficoltà intrinseca nel dover controllare indipendentemente due diverse entità. Ma gli sviluppatori sono riusciti a rendere possibile un qualcosa di così peculiare semplificando all'estremo il gameplay e sfruttando la simmetria del pad.

Brothers: A tale of two sons, recensione

Ogni stick controlla uno specifico fratello e il relativo grilletto è l'unico tasto che serve per interagire con il mondo di gioco. Il salto è automatico e per lanciare un oggetto o balzare da una sporgenza a un'altra è sufficiente inclinare lo stick verso la direzione desiderata e rilasciare il relativo grilletto. Niente di trascendentale, insomma, e molto spesso è possibile muovere un personaggio alla volta. Ma in alcuni casi la contemporaneità dell'azione diventa importante, magari per distrarre con un personaggio una creatura pericolosa in modo da consentire all'altro di muoversi liberamente. Anche in questi frangenti, comunque, le cose restano piuttosto semplici e i puzzle iniziali, a dir poco elementari, sono più che sufficienti per comprendere le meccaniche del gioco che non include alcun tipo di combattimento, escludendo un frangente in cui ci viene data la possibilità di agitare una fiaccola, e che pone in forma di puzzle anche frangenti stealth, combattimenti con i boss e scalate. In quest'ultimo caso, a dire il vero, può essere necessario un pizzico di attenzione in più, visto il rischio di cadere, e ci sono un paio di momenti in cui tempismo e azione hanno una qualche importanza, ma il titolo è piuttosto generoso nei confronti di eventuali errori e resta quasi sempre incentrato sulla risoluzione di enigmi. E persino questi ultimi non diventano quasi mai davvero complessi. Sono davvero pochi i puzzle che richiedono il ricorso alla materia grigia e non c'è rischio di perdere la strada che è quasi sempre obbligata. Cosa resta, dunque, a sostenere l'esperienza?

Obiettivi Xbox 360

Brothers: A Tale of Two Sons è uno dei pochi titoli in cui gli obiettivi sono una parte integrante del gameplay. Il bottino ammonta a 400 punti suddivisi in 12 achievement nessuno dei quali è legato alla skill o all'avanzamento. Per sbloccarli è necessario scovare segreti e completare miniquest coerenti con lo spirito fiabesco del titolo e questo significa che è possibile portare a termine il titolo senza ottenere un singolo punto.

Il piacere della scoperta

Il punto di forza di Brothers: A Tale of Two Sons è l'estrema varietà delle situazioni. Non si sa mai quale sarà l'elemento con cui interagiremo, chi ci aiuterà, dove finirà il mostro che ci si para davanti, quali creature potremo sfruttare a nostro vantaggio e soprattuto come potremo sfruttarle. Il titolo Starbreeze è un vero e proprio caleidoscopio di situazioni, una continua scoperta, un insieme fluido di situazioni quasi mai difficili da affrontare ma non per questo noiose grazie all'incontro con creature deliziose, buffe o minacciose, grazie alle meccaniche che si adattano alla situazione in modo soprendente e grazie ai movimenti di una colonna sonora delicata che si impenna improvvisamente in vocalizzi e guizzi sinfonici per esaltare momenti particolarmente intensi. Momenti che, tra l'altro, deliziano, spesso e volentieri, la vista e questo è un elemento fondamentale per sostenere il desiderio del titolo di soprendere continuamente. L'Unreal Engine ci ha indubbiamente mostrato di meglio dal punto di vista tecnologico ma Brothers svetta dal punto di vista artistico con architetture fantastiche e al contempo credibili e con ambienti sempre diversi, ispirati a svariati mondi fantastici ma sempre coerenti tra loro, chiaramente appartenenti allo stesso universo. A questo dobbiamo aggiungere modelli semplici ma azzeccati, creature affascinanti, raggi di luce suggestivi, sfondi mozzafiato e un'elevata distanza visiva che viene sfruttata in modo magistrale.

Brothers: A tale of two sons, recensione

Il risultato, come abbiamo anticipato, è ottimo e va tutto a beneficio dell'atmosfera che è chiaramente impostata sul registro fiabesco. Ma in questo caso le fiabe sono quelle antiche, quelle che non cercano di proteggere i bambini ma tentano di insegnare loro ad apprezzare quel magico connubio tra stupore e finitudine che è la vita. Ci sono spiriti e forze consolatorie ma la dimensione della morte resta drammatica e il mondo di gioco è realizzato per sostenere questa impostazione. Ed ecco che corpi impiccati rendono ancora più inquietante la nera foresta mentre occhi e zanne ci attendono sul margine del timido alone luminoso generato dalla fiaccola. Immersi in questo mondo magico ma terrificante i due fratelli si guardano attorno, manifestano fiscamente il dolore della distanza, si sostengono di fronte all'orrore e compiono azioni macabre. Poi sorridono, esternano il sollievo e affrontano la paura con una serie di scenette comiche. Purtroppo alcune di queste non sono particolarmente eleganti e sono diversi i frangenti del titolo che in un altro contesto potremmo definire banali. Ma in Brothers funzionano, sono elementi che contribuiscono a quell'estrema varietà di cui parlavamo prima e che danno vita a un viaggio avventuroso, alla Gulliver, potenziato da un gameplay studiato appositamente per sostenere la dimensione narrativa e per coinvolgere il giocatore. Purtroppo la contropartita è una breve durata, all'incirca quattro ore, dovuta sia alla mancanza di sfida sia alla modestia del progetto. E quest'ultimo fattore influenza inevitabilmente anche alcuni elementi del comparto tecnico. Le collisioni sono imprecise, alcune animazioni sono da dimenticare e la schiuma dell'acqua è davvero pessima. Ma considerando prezzo e genesi del titolo, quando realizzato da Starbreeze risulta comunque massiccio e l'ottima direzione artistica, sostenuta da movimenti di macchina più che buoni durante le numerose scene di intermezzo, mette i difetti in secondo piano impendendo a piccole sbavature di interferire con la capacità del titolo di coinvolgere e stupire il giocatore. Nota finale, Brothers: A Tale of Two Sons è attualmente disponibile esclusivamente per Xbox 360 ma uscirà anche per PC e PS3, rispettivamente via Steam e PSN, ad inizio settembre.

Brothers: A Tale of Two Sons sfrutta la semplicità per sorprenderci a più riprese

Conclusioni

Versione testata: Xbox 360
Digital Delivery: Xbox Live Arcade
Prezzo: 1200 Microsoft Points, 14,99€
Multiplayer.it
9.0
Lettori (46)
7.8
Il tuo voto

Brothers è un titolo quasi completamente privo di sfida ma non per questo è sterile o noioso. La continua scoperta di nuove situazioni e il mutare delle interazioni sono le fondamenta, rafforzate dal peculiare sistema di controllo, di un gioco fiabesco che ci conduce per mano, come un fratello maggiore, attraverso un viaggio avventuroso, fluido, drammatico, divertente e sempre sorprendente.

PRO

  • Sorprendente e coinvolgente
  • Comparto artistico di primo livello
  • Il peculiare sistema di controllo è funzionale al concept del titolo

CONTRO

  • La magia funziona se ci si lascia coinvolgere dal comparto narrativo
  • Alcuni giocatori potrebbero trovare il sistema di controllo scomodo