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Sotto nessuna bandiera

Una delle più promettenti produzioni per PlayStation Vita è finalmente arrivata

RECENSIONE di Massimo Reina   —   04/09/2013
Killzone: Mercenary
Killzone: Mercenary
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Quando si parla di una serie come Killzone c'è sempre una certa riverenza nei confronti di una saga che è entrata rapidamente nel cuore di una buona parte dei possessori di PlayStation 2 e PlayStation 3. Vuoi per la qualità intrinseca di quello che viene considerato uno dei più validi esponenti di un genere, quello degli sparatutto avventurosi in soggettiva; vuoi per l'importanza che da sempre riveste all'interno dell'universo Sony. La serie targata Guerrilla Games è infatti diventata ormai una sorta di icona per tutte le console della compagnia giapponese, a eccezione della prima PlayStation, e in tal senso Killzone: Mercenary continua il sodalizio fra le due compagini, questa volta su PlayStation Vita e con lo sviluppo affidato a Guerrilla Cambridge. Il gioco è uno spin-off della serie originale, ambientato subito dopo il primo episodio, durante la guerra fra l'esercito ISA e gli Helghast, anche se nel corso dell'avventura vengono ripercorsi altri eventi importanti legati all'intera trilogia. Gli utenti vestono i panni di Arran Danner, un abile mercenario che lavora per la Phantom Talon Corp, una compagnia privata che fornisce consulenze e servizi specialistici di natura militare, comandata da Anders Benoit. Al protagonista e ai suoi colleghi vengono affidate delle missioni da portare a termine nel bel mezzo del conflitto, operando in favore di chi è disposto a pagare lautamente per il lavoro. Essi, infatti, combattono per denaro, per cui non fanno distinzione tra le forze terrestri e quelle aliene. Questo almeno fino all'ingaggio che prevede l'evacuazione da Pyrrhus di Justus, il figlio dell'ambasciatore di Vektan, durante l'invasione della città da parte dell'esercito terrestre.

Killzone: Mercenary è davvero la killer application di PlayStation Vita? La risposta alla nostra rece

Professione mercenario

La trama sopra citata fa da collante alle nove missioni che formano la campagna in singolo, completabile in circa 8 ore a livello normale, e in linea generale si rivela abbastanza incisiva, seppur non eccelsa, soprattutto col progredire dell'avventura. Essa viene raccontata attraverso una serie di dialoghi col quartier generale dei mercenari, tramite eventi in gioco e cutscene utili a mostrare qualche evento cruciale, a evidenziare un cambio di obiettivo oppure un ampliamento del fronte.

Sotto nessuna bandiera

Entrando nel dettaglio del gameplay, invece, Killzone: Mercenary può essere giocato a tre diversi livelli di difficoltà, e ogni operazione è strutturata in maniera tale da invogliare gli utenti a rigiocarla più volte per tentare di sbloccare tutti gli obiettivi secondari di cui gli scenari sono colmi. Ciascuna missione include pure tre tipologie di contratti - stealth, demolizione e precisione - sbloccabili una volta completato quello principale. Tranne che in queste ultime circostanze, dove è richiesto di soddisfare particolari condizioni per completare il livello, o quelle in cui si viene forzati a combattere alla vecchia maniera degli sparatutto in soggettiva per esigenze di copione, il titolo di Guerrilla Cambridge concede all'utente una certa libertà nel modo di approcciare le missioni, o porzioni all'interno delle stesse, che possono quindi essere affrontate anche agendo nell'ombra, come in un gioco stealth. In tal senso, il titolo viene incontro al giocatore grazie ad un level design che sembra invitare alla micro-esplorazione, alla ricerca di scorciatoie e anfratti che possano permettere al protagonista di agire più o meno indisturbato nell'ombra, rimanendo nascosto alla vista del nemico il più a lungo possibile. La pianificazione dell'azione diventa talvolta essenziale per evitare di trovarsi contro decine di nemici, procedendo in silenzio, evitando le telecamere di sorveglianza, i sistemi di rilevamento del movimento e usando solo armi silenziate o le mani per eliminare le sentinelle.

Sotto nessuna bandiera

In quest'ultimo caso entrano in ballo i comandi tattili della console. Le uccisioni sono infatti eseguite tramite il touch screen di PlayStation Vita: sorpresa una guardia, basta premere il tasto triangolo e successivamente eseguire un semplice movimento delle dita seguendo l'indicazione a forma di freccia che appare in video per ucciderla spezzandole il collo o accoltellandola nelle parti intime. Tali meccaniche vengono applicate anche nelle situazioni di scontri corpo a corpo, quando cioè gli avversari si accorgono della presenza di Danner e reagiscono affrontandolo a distanza ravvicinata. Le funzioni tattili della console, mai invasive, vengono sfruttate pure per sparare da lontano ai nemici, contrassegnati per l'occasione da un cerchio arancione da toccare coi polpastrelli per indirizzare il colpo, per regolare lo zoom del mirino, per violare i sistemi e per l'interazione rapida con gli oggetti e le armi. Anche se in quest'ultimo caso si può, volendo, optare per l'utilizzo dei comandi classici con levette e pulsanti, come di base avviene per le altre funzioni, vale a dire muoversi o sparare. Qualsiasi sia la soluzione adottata per controllare quanto avviene sullo schermo, la risposta ai comandi risulta in ogni caso rapida e precisa, cosa che rende ulteriormente piacevole la giocabilità del prodotto.

Carte Prodezza

Le Valor Card sono delle speciali carte che, in estrema sintesi, rappresentano le abilità univoche di un videogiocatore e del suo personaggio, dove l'asso delinea il rango più alto e il due quello più basso. Esse permettono, attraverso il servizio di killzone.com, di registrare in automatico le statistiche di ogni utente all'interno del sito, e dunque cambiare in positivo o negativo a seconda delle prestazioni nell'arco delle 24 ore. Sono recuperabili alla fine di ogni livello nella modalità singola giocatore, o eliminando i nemici in quella online. Più carte si hanno nel proprio mazzo, maggiore risulta il valore di chi li possiede nelle classifiche del gioco. Vendendole è possibile ottenere in cambio soldi o armi speciali.

Solo per denaro

Durante la partita si può ovviamente agire anche nella maniera classica, cioè lancia in resta, pronti a sparare a tutto quello che si muove sullo schermo, forti dell'equipaggiamento in dotazione. L'arsenale, in larga parte personalizzabile, si pone di certo come uno dei punti di forza di Killzone: Mercenary. La dotazione di default prevede il tradizionale fucile d'assalto più coltello, pistola, bombe e tutto il tipico repertorio del mercenario, ma col progredire della storia se ne possono recuperare di ancora più devastanti e originali fra armi primarie e secondarie. Lanciagranate, lanciafiamme, granate stordenti e perfino gas velenosi, il titolo propone decine e decine di armi molto diversificate fra loro. Unico limite alla loro disponibilità, quando non se ne recupera qualcuna sul campo, è il denaro. E' grazie a esso, infatti, che Danner può procurarsi al mercato nero le migliori armi, i potenziamenti e le armature che gli servono, e utilizzarle in qualsiasi modalità di gioco sia nella campagna per giocatore singolo che multiplayer. Per ottenere soldi bisogna fare affidamento ai compensi ricevuti alla fine di ogni missione, la cui entità dipende anche dal modo in cui sono stati eliminati i nemici (colpi perfetti alla testa o esecuzioni rapide attribuiranno diversi quantitativi di soldi), e ad altri fattori quali per esempio le cosiddette carte Valore. Queste ultime, di cui parliamo più approfonditamente in un box apposito, tornano utili pure per sbloccare nuove missioni, trofei e per scalare la classifica dei mercenari più forti di Killzone. Alle sopra citate armi classiche si aggiungono poi i cosiddetti VAN-GUARD, degli aggeggi altamente tecnologici che comprendono, fra gli altri, dei droni volanti da pilotare per disturbare i radar avversari, tracciare la posizione delle guardie o per colpire i nemici con scariche elettriche. Più dei sistemi utili a richiamare attacchi eseguiti tramite supporto aereo o satellitare, con tanto di missili dotati di lock-on automatico sui bersagli come nel caso di quello chiamato Porcupine.

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Tali soluzioni sono piuttosto efficaci, soprattutto quelle in grado di liberare l'area da orde di avversari durante i combattimenti più ostici, ma bisogna utilizzarle con attenzione visti i lunghi tempi di ricarica necessari prima di poter eseguire un altro sparo. Il che può risultare controproducente per il videogiocatore, dato che i soldati avversari, nel frattempo, non rimarranno certo a guardare. I nemici sono piuttosto svegli, soprattutto nei livelli di difficoltà più avanzata, e agiscono in maniera particolarmente efficace e intelligente. Non di rado proveranno a coalizzarsi per adottare qualche tattica, muovendosi in maniera logica per tentare l'accerchiamento, oppure sfruttando a dovere le coperture per inchiodare l'utente nella sua posizione, costringendolo a snervanti sparatorie. Senza contare che hanno anche delle reazioni naturali in rapporto a quanto avviene intorno a loro, rivelandosi sensibili ai rumori ambientali, ai movimenti repentini nell'ombra, o al ritrovamento di un cadavere. C'è però anche da dire che raramente ci si trova coinvolti in situazioni realmente frustranti e in tal senso, come avveniva per certi versi in Killzone 3, l'azione ne guadagna in spessore e intensità.

Trofei PSVita

Ci sono 53 Trofei disponibili in Killzone: Mercenary, suddivisi in 42 di Bronzo, 8 d'Argento, 2 d'Oro e 1 di Platino. Per sbloccarli bisogna soddisfare diverse richieste a difficoltà crescente, come per esempio acquistare ogni singola arma, gadget o armatura al mercato nero, uccidere 10,000 nemici, completare delle sfide online, via via fino ad arrivare a quelli più ostici da ottenere, come per esempio completare tutte le missioni contratto a livello di difficoltà Veterano e raccogliere tutti i trofei per ottenere quello Platino.

Il multigiocatore

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Dulcis in fundo, parliamo del multiplayer. Il comparto multigiocatore di Mercenary è ben strutturato e può contare su sei mappe, su un corposo sistema di classi personalizzabili, da sbloccare salendo di livello, su meccaniche e situazioni variegate, e su tre differenti modalità di gioco per un massimo di otto partecipanti. Queste sessioni vanno tra l'altro a legarsi a doppio filo con la campagna principale, visto che è possibile, come accennavamo all'inizio, accumulare pure in tale contesto soldi da utilizzare nella campagna in singolo, grazie al sistema monetario condiviso, e pertanto diventa ancora più interessante e piacevole giocarle. Le opzioni disponibili per il gioco in rete sono Mercenari, in cui nel caos generale tipico del "tutti contro tutti" gli utenti sono impegnati a recuperare il maggior quantitativo possibile di dollari Vektan entro un certo limite di tempo, e senza poter contare sull'aiuto di nessun alleato. Poi Guerrilla Warfare, che altri non è se non il classico deathmatch a squadre fra le fazioni ISA ed Helghast e, infine, Zona di guerra, dove due gruppi di contendenti si affrontano in una serie di cinque missioni differenti all'interno della stessa partita, nelle quali bisogna di volta in volta raggiungere un determinato obiettivo. Questi possono essere quello di raccogliere un oggetto specifico, di violare le capsule di sicurezza dei VAN-Guard, di catturare e interrogare un particolare avversario oppure di uccidere un certo numero di nemici per racimolare punti.

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I risultati delle varie prove vengono poi sommati alla fine, e la squadra che ha totalizzato più punti vince la contesa. Durante il test che abbiamo effettuato per la nostra recensione non c'erano ovviamente molti utenti connessi, a parte qualche collega, pertanto bisognerà attendere il lancio ufficiale del gioco per poter vedere appieno all'opera l'intero sistema online. Tuttavia, da quanto visto, i server ci sono sembrati piuttosto "solidi", per un matchmaking estremamente rapido e partite praticamente esenti da lag, anche se in un paio di circostanze siamo stati cacciati fuori dalla contesa in maniera inspiegabile e in alcuni momenti il respawn del personaggio controllato e quello degli avversari non ci è parso molto intelligente. Per il resto, fin dagli albori di PlayStation 3, la serie Killzone è stata sempre messa in risalto per il comparto tecnico, per le sue velleità di diventare il titolo graficamente più impressionante mai apparso su console. Non da meno questa produzione per PlayStation Vita si riprometteva di essere un punto di riferimento, dal punto di vista tecnico, per la corrente generazione di console portatili. Ebbene, il titolo di Guerrilla Cambridge conferma per certi versi questo proposito, e dunque quanto di positivo avevamo potuto vedere in occasione di precedenti provati. A cominciare da una grafica molto dettagliata grazie alla quale talvolta si fa fatica a credere che tutto stia girando su una console portatile. La qualità generale è elevata, il level design ispirato e le texture in linea di massima sono molto curate.

Sotto nessuna bandiera

Talvolta si nota ancora qualche effetto di sfocatura, specie in lontananza o nelle esplosioni, ma nulla che pregiudichi a nostro parere la qualità globale della produzione dal punto di vista visivo. D'altronde il titolo sfrutta una versione modificata del motore di rendering utilizzato in Killzone 3, con tanto di sistema di illuminazione volumetrica ed effetti quali la lucentezza del metallo o un sistema di luci e ombre dall'aspetto più realistico. Di buona fattura anche le animazioni e i modelli poligonali dei personaggi, che riempiono letteralmente tutto lo schermo di PlayStation Vita, senza prestare il fianco a consistenti cali nel frame rate, se si eccettua qualche lieve e occasionale scatto di tanto in tanto. In tutto viene ulteriormente arricchito da da un buon doppiaggio in italiano, e da un'ottima colonna sonora che sottolinea i momenti topici dell'azione, dai semplici appostamenti precedenti a un attacco alle spalle del nemico, a quello in cui si centra una vittima con un preciso colpo da cecchino, fino a situazioni più spettacolari caratterizzati da violente sparatorie ed esplosioni sul video.

Conclusioni

Multiplayer.it
9.0
Lettori (113)
8.7
Il tuo voto

Killzone: Mercenary conferma tutte quelle che erano le aspettative iniziali, ponendosi come titolo di punta per il rilancio in grande stile di una console dalle innumerevoli potenzialità inespresse com'è PlayStation Vita. Il gioco di Guerrilla Cambridge è un ottimo sparatutto caratterizzato da un gameplay che poggia le sue basi su un buon mix di controlli classici e tattili, all'interno di una struttura ludica in cui vengono esaltate l'intelligenza artificiale dei nemici e, in egual misura, lo stile tipicamente da sparatutto con quello da gioco stealth. Elementi, questi, che lo rendono unico a suo modo. Il tutto viene ulteriormente impreziosito da un comparto multigiocatore di ottima fattura, in cui spiccano la profondità con cui è possibile personalizzare le classi e le diverse tipologie di sfide presenti, e da una realizzazione tecnica di primo livello.

PRO

  • Rigiocabilità garantita da decine di missioni primarie con obiettivi multipli
  • I comandi sono precisi e reattivi
  • Intelligenza artificiale dei nemici tarata verso l'alto
  • Grafica degna della serie originale

CONTRO

  • Stabilità dei server per l'online da verificare nel tempo
  • Respawn da migliorare