Quella della serie Inazuma Eleven è una situazione a dir poco paradossale, dal punto di vista della distribuzione.
Fermo restando che noi europei dobbiamo ringraziare anche soltanto di aver visto i precedenti episodi sui nostri scaffali, dato che in America se li sono sognati, questo Inazuma Eleven 3 lo vediamo localizzato a tre anni dalla pubblicazione giapponese originale, ben dopo la conclusione della serie animata di riferimento anche nella nostra patria. Come se non bastasse, Inazuma Eleven 3 era uscito originariamente su Nintendo DS in tre versioni, per poi essere integrato in una compilation comprendente anche i primi due episodi e pubblicata per Nintendo 3DS (intitolata Inazuma Eleven 1-2-3). A noi viene proposto solo il terzo episodio in versione Nintendo 3DS (praticamente identico alla controparte originale, salvo per un superficiale effetto stereoscopico aggiunto in secondo tempo) e in soltanto due delle tre versioni originali, ribattezzate Lampo Folgorante e Fuoco Esplosivo. Manca quindi la versione The Ogre, ma è l'ultimo dei nostri pensieri, ve lo assicuriamo.
Inazuma Eleven 3 è un bel jRPG a sfondo calcistico fin troppo simile ai suoi predecessori
Coi piedi per terra...
Le differenze tra le due versioni di Inazuma Eleven 3, Lampo Folgorante e Fuoco Esplosivo, sono pressoché minime: ciascuna approfondisce il carattere e la storia di alcuni personaggi piuttosto che altri, proponendo come avversarie alcune squadre di calcio diverse a seconda della versione.
Siamo stati piacevolmente sorpresi - e fortunati, forse - nello scoprire che la versione da noi giocata, Lampo Folgorante, si concentra proprio su Paolo Bianchi, un nuovo personaggio italiano le cui vicende si intrecceranno con quelle di Mark Evans e degli altri giocatori della Raimon. A parte questo, la storia scorre e si evolve nello stesso modo, e se non avete mai avuto a che fare con Inazuma Eleven preparatevi dunque a entrare in un universo un po' strampalato in cui il calcio è considerato come uno sport intorno a cui ruota letteralmente tutto: i personaggi ne parlano come se da quel pallone dipendesse il destino del mondo e alcuni dialoghi strappano più di un sorriso, facendoci roteare gli occhi di fronte alle situazioni più incredibili. C'è da dire che questa volta Level-5 ha però fatto un passo indietro, rispetto al precedente episodio: questa volta Mark e gli altri avranno a che fare con una sfida molto più "terra-terra", rappresentata da un campionato su scala mondiale chiamato Football Frontier International.
All'inizio, dunque, si combatt--- ehm, giocherà per decretare i membri della squadra che rappresenterà il Giappone, e poi pian piano si affronteranno tutte le varie squadre del mondo. Non preoccupatevi, però, perché Inazuma Eleven 3 non tradisce le sue origini bizzarre, e partita dopo partita si dipanerà una storia decisamente astrusa quanto divertente in cui si mischieranno loschi figuri decisi a conquistare il mondo con il calcio (sic!) e persino forze ultraterrene in guerra tra loro. La trama è raccontata attraverso i canonici dialoghi tra i personaggi e frequenti sequenze a cartoni animati di qualità eccelsa: i testi sono completamente in italiano, e persino il doppiaggio, che sfrutta perlopiù le stesse voci italiane della serie animata, con tanto di sigla iniziale completamente cantata nella nostra lingua. Un ottimo lavoro di localizzazione, insomma, che ancora una volta riesce a proporre in modo convincente il mondo e i personaggi della serie.
L'effetto 3D
Praticamente non pervenuto: l'effetto stereoscopico è pressoché assente, anche perché si gioca perlopiù sullo schermo inferiore. La profondità è quindi applicata - inutilmente - alla mappa delle zone che si stanno esplorando e in modo debolissimo alle sequenze poligonali che mostrano le azioni e le tecniche speciali dei personaggi.
... e la testa tra le nuvole
Il problema, in effetti, è il senso di staticità che si avverte da quando si comincia a giocare fino alla fine dell'avventura. Inazuma Eleven 3 adotta la stessa, identica struttura dei suoi predecessori, dividendosi tra l'esplorazione delle varie ambientazioni, ricche di personaggi con cui interagire e forzieri da aprire quasi come se fossero dungeon di un jRPG fantasy, e le "battaglie" giocate sul campo da calcio. La principale differenza rispetto al passato consiste nell'aggiunta di un paio di nuove meccaniche che consentono letteralmente di dominare il campo coinvolgendo più giocatori della squadra contemporaneamente, in modo da potenziare i nostri tiri o controllare e inabilitare i giocatori avversari. Tutto qui: a parte questo, Inazuma Eleven 3 è assolutamente identico al secondo capitolo, e il gameplay resta quello - comunque ottimo - dall'inizio alla fine dell'avventura. Per i nuovi giocatori potrebbe rappresentare comunque una ventata d'aria fresca; in fondo non ci sono altri videogiochi che mescolano così bene il nostro sport nazionale con la strategia, le decisioni e i parametri da tenere d'occhio di un RPG di stampo giapponese.
Paradossalmente, però, per i fan di vecchia data del franchise è tutto già visto, dal reclutamento dei personaggi (fortunatamente molti meno rispetto ad Inazuma Eleven 2, e quindi molto più facili da apprezzare e gestire) alla composizione certosina della squadra che bisogna mettere in atto per affrontare le partite più difficili, scegliendo i giocatori giusti in base al loro "equipaggiamento" e alle loro capacità atletiche. Non c'è praticamente nulla di nuovo che possa incuriosire chi ha speso ore sul precedente capitolo, a parte naturalmente la trama che, peraltro, conclude il ciclo narrativo con Mark Evans per protagonista. Anche il comparto grafico su Nintendo 3DS mostra il fianco a più riprese: si tratta ovviamente di un titolo per il precedente portatile Nintendo, risalente per giunta a tre anni fa, e quindi caratterizzato da una mix di sprite decisamente sgraziati che si muovono in ambientazioni poligonali in visuale isometrica, per passare alle sequenze poligonali durante le partite che fino a un paio d'anni fa potevano apparire anche spettacolari, ma che oggi risaltano più per la povertà di dettagli che per i tornado o le tigri infuocate che accompagnano i goal di questi giovani eroi del campo da calcio.
Conclusioni
Insomma, Inazuma Eleven 3 funziona sì e no: il controlli via touch screen sono ancora perfetti, il "sistema di combattimento" è molto divertente e spettacolare, ma il titolo di Level-5 comincia a sentire decisamente il peso degli anni, sia dal punto di vista tecnico sia da quello ludico e contenutistico. La decisione di proporre per Nintendo 3DS un titolo già vecchiotto di per sé e concepito per il precedente portatile è stata abbastanza infelice, e rischia di allontanare sia i fan del franchise, per i quali Inazuma Eleven 3 sarà un continuo deja vu, sia i nuovi giocatori che potrebbero storcere il naso di fronte a un comparto tecnico estremamente lacunoso per la console in questione. Salutiamo Mark Evans un po' freddini, dunque, sperando di non dover attendere troppo per giocare Inazuma Eleven Go!, il prosieguo del franchise pensato appositamente per Nintendo 3DS.
PRO
- Accoppiata calcio/jRPG ancora convincente
- Localizzazione in italiano eccellente
- Trama un po' meno assurda rispetto al prequel
CONTRO
- Pochissime novità a livello di contenuti
- Troppo, troppo simile ai predecessori
- Tecnicamente sente tutto il peso dei suoi tre anni