L'anno scorso, in occasione della recensione di F1 2012, parlammo di come Codemasters sia stata capace in un solo anno di sottrarsi al triste "refrain" dei titoli sportivi che li vede cambiare poco nell'arco di dodici mesi. Le novità in quell'occasione erano gli scenari e la sfida campionato; oggi si parte da quelle azzeccate certezze ma se ne aggiunge un'altra di ben altro spessore: F1 Classics.
Chi comprerà la versione standard del gioco potrà cimentarsi con cinque vetture che hanno fatto la storia negli anni '80 su due circuiti "mitici", ovvero Jerez de la Frontera in Spagna e la velocissima corsa tra i boschi inglesi di Brands Hatch. Chi invece acquisterà la versione Classic ad un prezzo più alto, oltre a questi potrà invece anche sfidare i grandi talenti degli anni '90, come Jacques Villeneuve, Jean Alesi, Damon Hill e molti altri, su tracciati dove oggi (purtroppo) non si corre più, come Imola e Estoril. Insomma, un valore aggiunto notevole sia per i giovani fanatici di Formula 1 sia per i più attempati che trepidavano a sentire le voci di Mario Poltronieri e Ezio Zermiani, e che rappresenta l'unica novità in un pacchetto che è cambiato poco rispetto alla scorsa edizione, cosa questa che mette in luce i suoi problemi di "lungo corso" non risolti.
Nuovi contenuti e vecchi problemi per la Formula 1 2013 di Codemasters
Come tu lo vuoi
L'offerta di gioco è, come da manuale, molto corposa e tutta profondamente personalizzabile dal giocatore. La scalabilità estrema tanto del modello di guida tanto del modo di fruire di F1 2013 rappresentano un plus notevole per il lavoro di Codemasters. Non una novità questa, certamente, ma efficace per rendere il Circus dei ragazzi inglesi appetibile a tutti, situando il gioco in quella terra di mezzo tra arcade e simulazione perfetta per l'utenza "generalista" console. Ma basta ridurre o tagliare del tutto gli aiuti per rendere la guida decisamente impegnativa, che richiede manico, tanta dedizione e nervi saldi per arrivare sani e salvi al traguardo.
Attivando tutto, la vettura va praticamente da sola; solo il cordolo e il punto di staccata ci causano qualche pensiero mentre, come scritto poco sopra, iniziando ad abbassare le assistenze, le monoposto si fanno subito più nervose, non impraticabili, ovviamente, ma molto più divertenti da domare. Azzerando tutto, è tutta un'altra musica: ogni apertura totale del gas vuol dire girarsi su sé stessi; bisogna imparare quindi a parzializzare a dovere, aspettare che freni e pneumatici vadano in temperatura. Insomma c'è da giocare con cognizione di causa, e mettere in conto tanta pratica prima di iniziare a girare su tempi buoni. La carriera è il piatto forte di F1 2013: ci permette di vivere cinque stagioni, partendo da una scuderia di basso profilo (i risultati del test per giovani piloti sbloccano i team disponibili per iniziare) per poi salire nelle squadre che possono ambire al titolo mondiale. Tutto come da copione, con obiettivi interni alle gare per ottenere sviluppi alla vettura, e offerte in corso d'opera. Novità davvero utile è la possibilità di salvare una sessione - anche in gara - quando vogliamo. Sembra un'aggiunta di poco conto, ma è terribilmente utile anche quando impostiamo la durata della gara al minimo (minimo da intendere come 14 giri), figurarsi quando si vuole fare un Gran Premio al cento per cento.
La scelta su come giocare la carriera influenza non solo l'impegno di tempo da parte del giocatore ma anche la qualità dell'esperienza di gioco. La voglia di Codemasters di portare la Formula 1 nella sua interezza sui nostri monitor ha messo in campo tutta una serie di varianti reali di cui dobbiamo tener conto per tentare di portare a casa una stagione dignitosa. La personalizzazione è tutto, non solo quella del livello di difficoltà. Se impostare a metà il controllo di trazione può mettere in crisi tutti coloro che conoscono solo gas aperto/gas chiuso, costringendoli a scendere a patti con una alta sensibilità sugli indici che grida a gran voce "datemi un volante con la pedaliera!", scegliere di rendere realistico il regolamento e le bandiere può giocare brutti scherzi ai vostri nervi, rovinando di fatto una gara tutta giocata sui centesimi di secondo.
Il problema è antico, e non risolto, forse solo un filo smussato rispetto all'anno passato. L'intelligenza artificiale dei piloti avversari è senza dubbio aggressiva (a patto però di impostarla almeno su professionista, il terzo dei cinque livelli di difficoltà) e tende ad attaccarci appena vede uno spiraglio seguendo la sua traiettoria ideale, che è ovviamente anche la nostra. Routine del genere creano situazioni che difficilmente vedremmo nella realtà, col risultato che spesso incapperemo in penalizzazioni di dieci secondi per incidenti che di fatto non abbiamo provocato, anche perché non abbiamo visto (e non sempre, poi) che il musetto dell'altra vettura per una frazione di secondo. Senza dimenticare tentativi di sorpasso quasi sull'erba. Che fare, quindi? Non ci difendiamo, lasciamo passare chi è più veloce di noi senza tentare di chiudere la porta o magari impostiamo le bandiere solo sul taglio della curva fregandocene dell'integrità della simulazione? Ovviamente tutto ciò non succede sempre, ma in pieno duello si sta sempre poco tranquilli, e se non si hanno più flashback la frittata è fatta.
L'imprevedibilità...
A tutto ciò corrisponde anche la solita, poco comprensibile, gestione dei danni, che non sembra esser evoluta rispetto al passato. F1 2013 tollera quasi sempre i tamponamenti; il musetto sembra esser fatto d'acciaio, non si riesce a capire bene quale è la linea tracciata dagli sviluppatori oltre la quale si deve rompere qualcosa. È tutto molto casuale; i danni ci sono senza dubbio, e gravano efficacemente sul modello di guida della vettura, ma non sembrano godere di una coerenza reale con le situazioni di gara, anche ovviamente impostandoli su reali.
È un po' un peccato, perché tra una credibile e realistica simulazione del decadimento degli pneumatici, senza dimenticare una intrigante applicazione della strategia di gara, con tanto di gestione dei rientri e della miscelazione, più o meno "esplosiva" della benzina, Codemasters ha fatto un bel lavoro per permetterci di rivivere in modo efficace il Circus della Formula 1. Su tutto spicca però il meteo dinamico, capace di scompaginare ogni piano precedentemente preparato in un batter d'occhio. Tentare di (ri)spiegarlo ha poco senso, è proprio come vediamo in TV. Può piovere, la pista può asciugarsi più o meno velocemente, alcune zone del tracciato possono esser più bagnate di altre, la scelta del momento di rientrare ai box per cambiare gli pneumatici diventa quindi fondamentale. E poi c'è anche da mettere in conto l'eventuale safety car. Un vero terno al lotto in certi frangenti, ma non sempre perfetto, siamo stati testimoni di alcune chiamate errate dei nostri ingegneri, che ci invitavano a montare slick nonostante pista bagnata e pioggia modesta, per poi "sgridarci" di rientrare per cambiare le gomme da asciutto, dopo che ce lo avevano consigliato il giro precedente. Insomma, i soliti problemi, che non si riescono a risolvere anno dopo anno e che solo grazie alla personalizzazione dell'esperienza di gioco posson passare in secondo piano, a scapito però della "fedeltà" totale al weekend di gara.
Il resto dell'offerta di gioco è quello solito (monoposto classiche a parte) e rappresenta non un semplice contorno alla carriera ma un qualcosa di gustoso, efficace nel tagliare tutte le lungaggini dei tre giorni di gara. Sfida campionato ci permettere di correre in una competizione più breve, dieci gare composte di soli cinque giri, con una sola tornata per tentare la pole, e poi subito in gara. Veloce e senza compromessi, bisogna dare il massimo subito senza nessuna gestione della monoposto, per guadagnarsi le offerte dei top team e per vincere il campionato. Alle modalità a tempo, contro il tempo e alla gara singola, si affiancano gli scenari, sia per la stagione 2013 che per le vetture classiche. Sono ben venti per la stagione corrente: ci impegnano in situazioni al limite, simulando le difficoltà di una carriera da pilota esordiente sino a leggenda al suo ultimo anno di attività. Si passa dal riuscire a finire davanti al proprio compagno di squadra, al recuperare dieci secondi persi dopo una penalità, sino a quelle situazioni al limite in cui bisogna tentare il tutto per tutto sotto l'acqua. Insomma pura adrenalina, necessariamente da provare quando si ha una buona confidenza con i tracciati, capace di condensare in pochi giri tutta la ragionata frenesia della Formula 1.
Meno elettronica più manico
E poi accanto a tutto questo ci sono le monoposto classiche degli anni 80, una vera e propria manna dal cielo per aficianodos, capaci con la loro "esuberanza" di divertire se possibile di più di quelle attuali. La scelta di vetture e piloti non è molto ampia, anzi bizzara per come mischia piloti dell'epoca e leggende della scuderia (vedere Shumacher sulla macchina del 1988 di Berger fa strano no?), ma è capace di regalare brividi a profusione una volta in pista.
Ne abbiamo già scritto, le piste sono due e i piloti dieci, ma del calibro di Nigel Mansell, Alain Prost, Damon Hill, Emerson Fittipaldi e anche un'incomprensibile Nakajima, ma è possibile comunque correre anche sui tracciati della stagione corrente, di conseguenza quella che potrebbe sembrare un'offerta di gioco striminzita guadagna subito sedici tracciati in più. Fermo restando che non c'è una carriera classica, ma solo gare singole, prove a tempo e soliti, ben congegnati scenari. Il vero punto di forza delle vetture classiche è il loro modello di guida che restituisce un nervosismo e una "scattosità" lontani anni luce dai missili di oggi, ma che risulta alla lunga più divertente e appagante. La scalabilità è la stessa, ma ogni aiuto tolto (o dimezzato) si sente il doppio rispetto ai bolidi elettronici che si guidano in punta di guanti. Spalancare il gas vuol dire perdere aderenza, senza controllo di trazione il motore urla in fuori giri, dando il la ad un ricorrente effetto pendolo, i tempi di frenata si allungano, le macchine danno l'impressione di essere più leggere, i cambi di direzione sono più repentini, sembrano quasi danzare sull'asfalto. Insomma una bella esperienza, che merita un volante forse più della Formula 1 odierna, e che si spera non sia un unicum nei progetti di Codemasters. Anche qui permangono i problemi storici della serie, ma complice il minor numero di vetture in pista, si avvertono senza dubbio di meno. Concludiamo con l'offerta multiplayer, al solito molto corposa, con tanto di carriera cooperativa, split screen e rete locale. Possiamo sbizzarrirci in un pò tutte le modalità di gioco single player; ci sono anche gli scenari cooperativi, il tutto ovviamente personalizzabile a piacere, sia come livello di difficoltà sia di simulazione.
Insomma, anche qui tanto da giocare. A livello tecnico la versione testata, quella PC, mostra i muscoli ad ogni fotogramma. Il dettaglio e la modellazione delle monoposto è di alto livello, quello sui fondali un po' meno, ma oggettivamente è poco probabile accorgersi di un motorhome in lontananza non proprio fotorealistico quando si sta sfrecciando sui 300 km/h a sessanta frame al secondo. La fluidità (al netto di qualche sporadico micro scatto) e il senso di velocità sono devastanti su PC. Lo sono anche nelle versioni console senza dubbio, ma il raddoppio della frequenza d'aggiornamento è qualcosa che dona al tutto un impatto ancor più fotorealistico. Dove però F1 2013 lascia il segno è quando piove, quando cioè le pozzanghere sulla pista riflettono tutto il mondo circostante (al pari delle carrozzerie delle vetture), quando l'acqua alzata dalle vetture che ci precedono non ci permettono di veder nulla, e che ci fanno invocare a gran voce la safety car. Uno spettacolo terribile ma bellissimo, in cui non si può far nulla che sperare di non tamponare nessuno, in cui al momento della partenza ci si maledice se non si è riusciti ad ottenere la pole position. Anche i particellari non scherzano, più in generale il quadro dell'effettistica di Formula 2013 è senza dubbio lusinghiero.
Conclusioni
La Formula 1 di Codemasters si conferma essere come un piacevole appuntamento per tutti gli amanti del Circus iridato. Il suo immobilismo viene scosso anno dopo anno da introduzioni azzeccate, ma è impossibile non notare che le stesse problematiche continuano a riproporsi edizione dopo edizione senza essere risolte. Il tutto a scapito della voglia di realismo del gioco. Su tutto spiccano le esuberanti e divertenti vetture classiche. Fossero state di più e con più tracciati storici a disposizione ci troveremmo per le mani il titolo dedicato alla Formula 1 definitivo, per ora sono solo un piccolo assaggio che probabilmente verrà rimpolpato a suon di DLC. Per il resto tutto come da copione, tanti contenuti e approfondita personalizzazione dell'esperienza di gioco, per rendere F1 2013 adatto a tutti.
PRO
- Le Formula 1 classiche valgono da sole il prezzo del biglietto
- Tanti contenuti
- Graficamente davvero bello
- Estrema scalabilità dell'esperienza di gioco
CONTRO
- Danni poco incisivi e casuali
- Solita, problematica intelligenza artificiale
- Alcune chiamate incomprensibili dai box
- Sono assolutamente necessarie più vetture classiche e più tracciati classici
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- La redazione usa il Personal Computer Rog Tytan CG8480
- Processore: Intel Core i7-3770K a 3.50 GHz
- Memoria: 16 GB di RAM
- Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 670 2GB
- Sistema operativo: Windows 8
Requisiti minimi
- Processore: Intel Core 2 Duo da 2,4 GHz, AMD Athlon X2
- Scheda video: AMD Radeon HD 2600, NVIDIA GeForce 8600
- Memoria: 2 GB di RAM
- Sistema operativo: Windows Vista, Windows 7
Requisiti consigliati
- Processore: Intel Core i7, AMD Bulldozer
- Scheda video: AMD Radeon HD serie 6000, NVIDIA GeForce GTX serie 500
- Memoria: 4 GB di RAM
- Sistema operativo: Windows Vista, Windows 7 a 64 bit