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Lone Survivor Director's Cut, recensione

A un anno dal debutto su PC torniamo a parlare del particolare survival horror di Jasper Byrne, approdato su PS3 e Vita in una versione migliorata e arricchita

RECENSIONE di Vincenzo Lettera   —   10/10/2013
Lone Survivor: The Director’s Cut
Lone Survivor: The Director’s Cut
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Quando Lone Survivor debuttò lo scorso anno su PC, Jasper Byrne dimostrò come fosse possibile realizzare giochi horror spaventosi e ansiogeni anche utilizzando una grafica in pixel art e meccaniche a scorrimento orizzontale.

Lone Survivor Director's Cut, recensione

Un'idea che anche gli utenti con qualche anno in più alle spalle avevano quasi dimenticato. Con oltre ottocentomila copie vendute e un affezionato seguito di fan, l'autore britannico negli ultimi nove mesi è stato posto davanti a una nuova sfida: portare il suo particolare survival horror sul piccolo schermo di PlayStation Vita senza perdere neanche una punta dell'atmosfera logorante, tetra e piena d'angoscia dell'originale. Allo stesso tempo, l'esperienza andava arricchita con nuovi contenuti creati ad-hoc, sufficienti a rivalorizzare un gioco che ormai è sulla piazza da oltre un anno e mezzo. E chissà, magari anche a catturare di nuovo chi a suo tempo aveva già vestito i panni del superstite solitario.

Poche novità interessanti ma Lone Survivor resta terrificante anche nel piccolo schermo di Vita

Trofei PSVita

Non solo i Trofei di Lone Survivor sono tutti segreti, ma il gioco consiglia addirittura di disattivare le notifiche. Se siete curiosi sappiate, però, che gran parte dei Trofei vanno sbloccati eseguendo particolari azioni nell'avventura, come ascoltare la propria radio, bere un particolare drink o cercare di parlare con un personaggio specifico. Non mancano sfide più difficili, tra cui il dover completare l'intero gioco senza sparare un singolo colpo oppure assistere a tutti i finali.

Forever alone (in the dark)

L'incipit della Director's Cut resta assolutamente identico rispetto a quello del Lone Survivor originale: il protagonista, un ragazzo chiamato per tutto il gioco You, si risveglia nella propria camera da letto pronto a cominciare una nuova giornata in un mondo stravolto da un'inspiegabile epidemia che ha trasformato tutti i suoi amici, parenti e conoscenti in mostruose creature. Indossando una semplice mascherina da chirurgo nella speranza che possa servire a evitare il contagio, You decide così di avventurarsi per i corridoi del suo condominio, non tanto per fuggire o trovare una soluzione all'Apocalisse, quanto piuttosto incontrare altri superstiti con cui passare il tempo. Perché, a dispetto di quanto possa suggerire il titolo, il protagonista non è l'unico sopravvissuto, e di certo non ha la minima intenzione di finire i suoi ultimi giorni in solitudine. Nell'arco di cinque ore abbondanti Lone Survivor racconta una storia opprimente e inquietante, in cui con un ritmo serrato si sorpassa continuamente il confine tra la realtà, l'incubo e la paranoia del proprio alter-ego. Byrne si è divertito a stuzzicare il giocatore, si vede: dopo pochi minuti sembra quasi che lo accompagna per mano all'interno di una stanza piena di umani, ma l'illusione dura un battito di ciglia e poco dopo si è di nuovo immersi all'interno delle tenebre. All'avvio del gioco è lo stesso autore a consigliare di starsene al buio, disattivare la notifica dei Trofei e usare rigorosamente le cuffie. E da questo punto di vista, nonostante il titolo sia compatibile anche con PlayStation 3, è su PlayStation Vita che probabilmente dà il meglio, fosse anche soltanto per la semplice possibilità di poter giocare tra le coperte.

Lone Survivor Director's Cut, recensione

Lo schermo OLED della console portatile valorizza senza dubbio la grafica in pixel art, ma le migliorie in termini prettamente estetici riguardano qualche piccola rifinitura e sono perlopiù evidenti negli effetti di illuminazione. Non a caso diverse stanze sono state "abbellite" con l'aggiunta o il riposizionamento di qualche luce. L'ispirazione all'immaginario disturbante e ansiogeno di Silent Hill è palpabile, e l'atmosfera aliena e irreale che si percepisce passando da una stanza all'altra ricorda horror psicologici sulla falsariga di Eternal Darkness, dove pochi avvenimenti su schermo danno vita a una cascata di paranoie e ansie nella testa di chi gioca. Il tutto, è bene ricordarlo, mentre davanti ci si trova una serie di personaggi in pixel art e creature stilizzate. Se Lone Survivor è un survival horror così efficace non è però merito soltanto della componente audiovisiva: la torcia elettrica, indispensabile per interagire con elementi dello scenario che si trovano in zone troppo buie, scarica in tempi record le batterie; le munizioni, invece, sono talmente rare da spingere il giocatore ad affrontare i nemici solo se non ha altra scelta, preferendo in alternativa un approccio più furtivo, magari sgattaiolando all'interno di un'incavatura nella parete oppure distraendo il mostro di turno con un pezzo di carne.

Lone Survivor Director's Cut, recensione

C'è poi un sistema piuttosto semplice di gestione della fame e del sonno, per cui bisogna costantemente recuperare e conservare del cibo oppure tornare alla propria camera da letto per schiacciare un sonnellino. È sorprendente come tutto sia amalgamato in maniera coerente, e con stick analogico e tasti l'avventura è ancora più godibile rispetto a come ce la ricordavamo: la versione per Vita offre anche la possibilità di navigare l'inventario o i menù attraverso il touch screen, ma a dirla tutta abbiamo continuato a preferire l'uso dei tasti tradizionali. Più utile si è rivelato invece il puntamento automatico, che corregge la direzione di You verso il nemico non appena si estrae la pistola. Purtroppo restano alcuni dei difetti che avevamo già notato nel gioco originale, e in particolare per quanto riguarda la navigazione 2D all'interno di una mappa articolata, cosa che può disorientare in più occasioni. In quanto a contenuti, infine, la Director's Cut si limita a qualche schermata inedita, una serie di nuovi oggetti, un paio di finali alternativi aggiuntivi e qualche nuovo brano, sebbene gran parte di queste novità è godibile soltanto rigiocando una seconda volta l'avventura.

Conclusioni

Versione testata: PlayStation Vita
Multiplayer.it
ND
Lettori (2)
6.6
Il tuo voto

Probabilmente i contenuti inediti di questa Director's Cut non sono sufficienti a riavvicinare chi ha già giocato Lone Survivor su PC, ma senza dubbio contribuiscono ad arricchire ulteriormente un survival horror ansiogeno e coinvolgente, mascherato da una pixel art, rassicurante solo all'apparenza. Il supporto a cross-buy e cross-save permette di giocare su PlayStation 3 e continuare l'inquietante avventura sotto le coperte. L'ideale per degli incubi memorabili.

PRO

  • Atmosfera sinistra e opprimente
  • Ispirato ai classici dell'horror ma con una distinta personalità
  • Buon ritmo per tutta l'avventura

CONTRO

  • La navigazione disorienta un po'
  • Poche novità in termini di contenuti