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Il primo gioco di Twisted Pixel su Xbox One è un arcade in stile Spy Hunter, ricco di humour e tanta personalità

RECENSIONE di Vincenzo Lettera   —   18/11/2013
LocoCycle
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La vita di un meccanico è davvero tosta. Ogni giorno in officina si ha a che fare con strumenti pesanti, si maneggiano parti sporche di grasso, si lavora in posizioni scomode, e non è raro tagliarsi, graffiarsi o ustionarsi mentre si lavora.

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Può addirittura capitare di restare impigliati in una futuristica moto parlante, di venire trascinati per centinaia di chilometri mentre elicotteri e corazzate provano a farla saltare in aria a suon di missili. Quel che si dice una giornata storta, insomma. È quello che capita al protagonista di LocoCycle, il nuovo e buffo arcade realizzato per Xbox One da Twisted Pixel, dopo l'acquisizione da parte di Microsoft e il tentativo di sfruttare Kinect con The Gunstringer. La formula è quella che il team texano ha portato avanti fin dai tempi di The Maw e 'Splosion Man: idee di gameplay estremamente semplici condite da una valanga di humour. Peccato che stavolta ci sia qualche ingranaggio male oliato.

La comicità e la personalità di LocoCycle non bastano a nascondere un gameplay monotono

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Chi ha giocato le battute finali di The Gunstringer sa bene quanto possano essere folli e sopra le righe i filmati live action realizzati da Twisted Pixel. Ebbene, in LocoCycle lo sviluppatore di Austin si è dato alla pazza gioia, filmando una sorta di piccolo B-movie per le sequenze di intermezzo più importanti. La stessa premessa viene raccontata attraverso diversi minuti in cui attori in carne e ossa recitano una sceneggiatura traboccante di comicità. Durante un incontro segreto, un produttore di armi militari chiamato Big Arms sta presentando ad alcuni compratori I.R.I.S. e S.P.I.K.E., due moto armate fino ai denti e dotate di un'intelligenza artificiale in pieno stile KITT (con tanto di luce scorrevole sul muso).

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Peccato che I.R.I.S. decida di svignarsela nel tentativo di partecipare a un evento rallystico nella città di Scottsburg, trascinando (letteralmente) con sé lo sfortunato Pablo, il meccanico messicano rimasto incastrato alla moto mentre eseguiva delle riparazioni. Ha così inizio un viaggio fuori di testa, con le unità della Big Arms che tentano in tutti i modi di eliminare l'improbabile duo mentre Pablo cerca di liberarsi, in maniera tanto disperata quanto inutile. Dopo un incipit così svitato ci si trova davanti a un gioco arcade molto simile al classico Spy Hunter: alla guida di questa futuristica due ruote, il giocatore sfreccia a tutta velocità lungo un percorso completamente lineare pieno zeppo di nemici. Uscire fuori pista è impossibile, quindi l'unica vera preoccupazione resta quella di evitare le altre auto, schivare i colpi in arrivo e mettere K.O. tutti i nemici che senza sosta cercano di fermare I.R.I.S. e Pablo. La particolarità di LocoCycle sta proprio nel sistema di combattimento, poiché se le armi da fuoco ricordano chiaramente Spy Hunter, molto più interessante è il combattimento corpo a corpo contro avversari volanti: basta premere un tasto e, come un Transformer, la moto assume una forma umanoide e comincia ad attaccare a suon di calci e pugni. Le intenzioni degli sviluppatori erano di infilare un sistema che fosse intuitivo, basato sul tempismo ma che non interrompesse lo scorrere dell'azione, e da questo punto di vista è evidente l'ispirazione al sistema di attacchi e contrattacchi di Batman: Arkham Asylum. La forza dei colpi, la durata delle combo e il numero di nemici che si possono affrontare in contemporanea sono poi tra le caratteristiche che è possibile potenziare tra un livello e l'altro spendendo il denaro accumulato. Purtroppo il tutto si risolve in continue sequenze "button mashing", sebbene chi è in cerca del punteggio perfetto deve stare attento a non interrompere le combo di attacchi, passando da un nemico all'altro e bloccando in tempo i colpi in arrivo. Anche in questo caso l'humour non manca, e non si può non provare un minimo di tenerezza per Pablo mentre viene lanciato come un boomerang e scaraventato contro i nemici come fosse un frustino.

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Peccato che la comicità del co-protagonista non basti a rendere interessante un gameplay che appassisce dopo appena qualche livello, confermando così il timore che era sorto lo scorso giugno, quando giocammo per la prima volta LocoCycle all'E3 di Los Angeles. Va detto che gli sviluppatori ci hanno anche provato ad uscire un minimo dai binari inserendo qua e là qualche minigioco, ma spesso e volentieri si tratta di sequenze poco divertenti o riciclate con troppa frequenza, senza contare l'abuso di QTE per interagire nei momenti più coreografici. Non aiuta la completa mancanza di ispirazione degli ambienti e dei fondali, che spaziano da un anonimo deserto a una desolata autostrada, passando per una banale base militare e per le onde di un oceano. Il gusto e la vivacità di Ms. Splosion Man e The Gunstringer sembrano un ricordo lontano, e nonostante il gioco sfrecci veloce a 60 frame e a 1080p, è chiaro come Twisted Pixel non abbia avuto abbastanza tempo per adattare il suo motore proprietario, il BEARD, alla nuova generazione. Che LocoCycle sia nato in realtà come Live Arcade per Xbox 360 si nota nei fondali spogli, nello scenario povero di dettagli e nel fatto che non venga sfruttata quasi nessuna delle nuove funzioni di Xbox One. Non si può però dire che il nuovo gioco di Twisted Pixel non abbia personalità: sebbene lo spagnolo di Pablo (interpretato dall'attore Freddy Rodriguez) costringa spesso a guardare i sottotitoli se non si vuole perdere qualche battuta, le scene d'intermezzo e i dialoghi nonsense ci hanno divertito in diverse occasioni. Cosa che, tuttavia, non fa altro che evidenziare quanto stavolta l'humour e le sequenze filmate servano più a mascherare un gameplay monotono piuttosto che arricchirne uno già di per sé divertente.

Conclusioni

Multiplayer.it
6.0
Lettori (12)
3.6
Il tuo voto

In LocoCycle, ogni linea di dialogo e ogni scena d'intermezzo porta inciso a fuoco il marchio di Twisted Pixel. Il gioco parte da una premessa fuori di testa e, a colpi di battute e situazioni del tutto casuali, riesce quantomeno a offrire un'esperienza che è pur sempre difficile dimenticare. Resta il fatto che il nuovo gioco dello sviluppatore texano non ha l'inventiva di The Gunstringer né il gameplay solido di un Ms. Splosion Man, risultando alla fine della fiera il gioco meno riuscito che il team abbia realizzato finora.

PRO

  • Un arcade folle e dalla forte personalità
  • Sequenze d'intermezzo divertenti e ricche di humour

CONTRO

  • Diventa ripetitivo dopo poco
  • Ambientazioni povere e monotone