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Ritorno alle origini

Il gioco che i fan aspettavano da diciotto anni

RECENSIONE di Andrea Rubbini   —   11/12/2013
Broken Sword 5: The Serpent's Curse - Episode One
Broken Sword 5: The Serpent's Curse - Episode One
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Prima di leggere la recensione: è necessario inquadrare Broken Sword nella sua lunga storia passata per capire il senso di questo nuovo episodio, pertanto vi rimandiamo alla retrospettiva di Simone Tagliaferri contenuta nella sezione Raccolta Differenziata di PC Magazine #140. Un altro punto da considerare è che al prezzo indicato nel box a sinistra si portano a casa tutte e due le parti che compongono il gioco completo. Al momento però è uscita solo la prima parte - difficile dare un giudizio definitivo sul primo tempo di un gioco, ma per dovere di cronaca cominciamo a parlarne. Se siete nuovi della serie potreste voler aspettare che esca anche la seconda parte prima di comprare Broken Sword 5. La buona notizia è che non è necessario avere giocato agli episodi precedenti per apprezzare il nuovo lavoro di Revolution Software.

I capolavori dell'arte rimangono tali anche se apprezzati in epoche successive, o quasi sempre. Sono però figli del proprio periodo storico: c'è stato un tempo per girare Apocalypse Now, scrivere I Fratelli Karamazov e sviluppare Broken Sword. Aspettarsi che dopo diciotto anni lo stesso tipo di gioco possa ancora sorprendere e fare gridare al miracolo milioni di giocatori sarebbe ingenuo e ingiusto nei confronti dell'autore.

Ritorno alle origini

Cosa ci aspettiamo, allora? Un'avventura solida, che renda onore al nome che porta e non faccia inorridire i suoi fan, grazie ai quali Revolution Software ha raccolto su Kickstarter i 771.560 dollari che hanno reso possibile questo nuovo capitolo della saga. Vediamo allora cos'è successo con Broken Sword 5: The Serpent's Curse - Episode 1. La nuova avventura di George e Nicole comincia a Parigi e fin da subito ci colpisce per la qualità delle sue immagini. Gli sfondi sono splendide cartoline della capitale francese, un tripudio di colori illuminati da una luce primaverile intensa e calda. La breve gita in un'altra celebre metropoli europea non fa che esaltare il ruolo da protagonista di Parigi. Oltretutto la pulizia e il dettaglio con il quale sono stati disegnati gli oggetti facilita il compito di scoprire i punti sensibili, senza bisogno dell'orribile funzione che ce li mette in bella mostra; una scorciatoia moderna che Broken Sword ci dimostra non sia necessaria, se gli sviluppatori sanno quello che stanno facendo. Su questo scenario incantevole si muovono i personaggi dell'avventura, disegnati con uno stile da cartoon che promuoviamo senza riserve. L'effetto finale è convincente e basta ammirare un primo piano di George e Nicole per dissipare ogni timore. Se non lo sapete infatti questa serie ha sofferto a causa delle scelte incostanti nella rappresentazione grafica, che è passata nel tempo da due a tre dimensioni: siamo convinti che il 2.5D di Broken Sword 5 metta tutti d'accordo. Un'altra bella sorpresa riguarda i sottotitoli, presenti fin da subito anche in italiano. Peccato solo per il doppiaggio e le sequenze filmate - queste ultime due in tutto - che potevano essere curate di più. Ma sono piccolezze rispetto agli altri punti di forza delle nuova direzione artistica di Charles Cecil.

Broken Sword 5 - Episode 1 è solo metà del gioco: non è perfetto, ma è un autentico Broken Sword

Coppia dell'anno

L'estro di Charles Cecil è presente ovunque in questo quinto episodio e ancora una volta ci regala un'avventura con una personalità ben definita: una qualità difficile da definire che le permette di lasciare un segno al di là dei suoi limiti. Pregi e difetti non si contrappongono, ma anzi si mescolano in un amalgama soddisfacente. Prendiamo il cast di personaggi per esempio: ci sono macchiette stereotipate che invadono un po' la scena, personaggi realisti e altri sopra le righe, alcuni ben definiti e intensi come Bijoux, altri ancora appena abbozzati, ma è impossibile non promuovere tutto il gruppo se aggiungiamo George e Nicole al carosello di volti.

Ritorno alle origini

La complicità che scatta tra di loro ogni volta che sono insieme sullo schermo, e accade spesso, è magica. L'assicuratore americano educato e sobrio, ma non ingenuo, e la reporter smaliziata e decisa sono la coppia migliore del 2013, almeno per quanto riguarda i videogiochi. Perciò contano poco i comprimari sotto tono: alla fine l'insieme delle personalità ci ha sedotti. Anche l'umorismo, nonostante lasci spesso freddi (e a volte di proposito: quello è lo stile di George) d'improvviso ci strappa due risate piene, inaspettate. Perciò, anche se non possiamo definire Broken Sword 5 una commedia brillante, ci lascia con una duratura sensazione di simpatia. Questa discordia di elementi, che nell'insieme però superano la prova, riguarda anche la trama. Come c'era da aspettarsi tornano le manie per le cospirazioni religiose che tanto piacciono a Cecil - e a noi anche, a dire il vero - ma per metà del tempo si fatica a provare genuino interesse per la vicenda. L'inizio potente con un morto e un furto va pure bene, se non fosse che la presenza sul luogo dell'evento di George e Nicole è voluta dalla Provvidenza, e si sa che quando le storie le muove un destino arbitrario il risultato non è mai soddisfacente. Poi però, all'inizio piano e poi con sempre più vigore, la storia si svela uno strato dopo l'altro come una cipolla, dimostrando la profondità che tutti ci aspettavamo, e i difetti notati in precedenza si perdonano più volentieri. Peccato solo che quando finalmente la trama ci ha presi all'amo cali di colpo il sipario e ci lasci lì, seduti davanti al monitor, in compagnia del nostro desiderio frustrato di sapere come continua.

Cammino a ostacoli

Gli enigmi di Broken Sword 5 hanno il grande pregio di essere sempre giustificati dagli eventi. Non accade mai di pensare: "toh, è il momento di un puzzle", come fosse un elemento staccato da tutto il resto. E infatti per trovare la soluzione è necessario pensare a quello che vuole ottenere George e alla situazione in cui si trova.

Ritorno alle origini

Niente di complesso comunque: la risposta al rompicapo di solito si trova nella stessa schermata o in quella adiacente. Anche se in alcuni momenti del gioco accendiamo a una mappa di Parigi, la strada da percorrere è una linea retta, e non c'è bisogno di scarpinare tanto o scervellarsi per superare le prove. Inoltre, un sistema di aiuti molto esplicito è sempre presente per togliere dai guai il giocatore. La qualità delle idee è buona, in particolare ci è piaciuto l'enigma della scritta al neon, perché è stato pensato in modo intelligente per mettere in luce la personalità di un personaggio secondario. Cecil si è preso cura di ogni dettaglio, ed è riuscito a giustificare anche una delle tipiche azioni senza senso delle avventure, come il mostrare i propri oggetti a chiunque. Anziché impedire al giocatore di farlo, l'autore di Broken Sword ha trovato risposte coerenti per tutti, così che potremo sempre chiedere a qualcuno se per caso ha bisogno della tronchesina per unghie che ci portiamo in tasca senza sentirci dei completi idioti. I dialoghi sono ben scritti e si può scegliere se visualizzarli all'antica, come potete vedere dalle foto, o sotto forma di box ben visibili sullo schermo.

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George raccoglie solo l'indispensabile, senza diventare un ridicolo camion porta oggetti, ma è sfuggito a Cecil un momento in cui Nicole fa scomparire sotto la giacchetta un mocio lavapavimenti. E a proposito dei due: anche se debbono collaborare, l'alternarsi tra uno e l'altra non riguarda mai la soluzione di un enigma: in certi punti del gioco semplicemente la protagonista dell'azione diventa Nicole. Queste parti sono meno riuscite rispetto a quelle dov'è presente solo George o tutti e due insieme (le migliori, decisamente) e sembrano pensate solo per allungare la durata di questa prima parte dell'avventura, che si aggira intorno alle sei ore. Spicca solo un difetto tale da rovinare la festa, l'inspiegabile ritardo tra una battuta di dialogo e l'altra. Questa attesa dà sui nervi e smorza il ritmo dei dialoghi, spazientendo oltremodo. Se ci aggiungiamo la difficoltà dei personaggi nel trovare la strada verso un oggetto, la frustrazione si fa sentire a sufficienza da incrinare un'esperienza che sarebbe stata altrimenti molto più fluida e appagante.

Ritorno alle origini

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
  • Processore Intel Core i7 2600
  • 8 GB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce GTX 560 Ti
  • Sistema operativo Windows 7

Requisiti minimi

  • Processore 1.6 GHz
  • RAM 1 GB
  • Scheda grafica 256 MB
  • Sistema operativo Windows XP, Vista, 7, 8

Conclusioni

Versione testata: PC
Digital Delivery: Steam
Prezzo: 22,99€
Multiplayer.it
7.7
Lettori (33)
8.3
Il tuo voto

Fintanto che non uscirà la seconda parte del gioco, Broken Sword 5: The Serpent's Curse rimarrà un'avventura tagliata con l'accetta, e questo ci costringe a un cauto ottimismo. D'altronde è proprio quando la storia comincia finalmente a ingranare che il gioco si interrompe. Ad ogni modo queste prime sei ore sono preziose, perché ci mostrano un'avventura fedele allo spirito dei primi episodi, che è forse tutto ciò che i fan desideravano. Oltretutto, al di là dei difetti, che spiccano soprattutto se mettiamo Broken Sword 5 a confronto con alcune delle migliori avventure moderne, l'irresistibile chimica che si sprigiona tra George e Nicole quando sono insieme è un antidoto alla sterile ricerca di potenza tecnologica che domina il dibattito moderno intorno ai videogiochi. Non ci resta perciò che aspettare il secondo tempo e sperare che tutto si concluda nel migliore dei modi.

PRO

  • Il mistero prende...
  • Puzzle molto ben integrati nell'azione...
  • Lo spirito migliore della serie è intatto
  • George e Nicole sono ancora fenomenali
  • Sottotitoli in italiano

CONTRO

  • ...anche se impiega qualche ora a decollare
  • ...sebbene siano spesso banali da risolvere
  • Fastidioso ritardo prima di ogni battuta di dialogo
  • Mezza avventura e poi due mesi di pausa rischiano di sperperare la tensione narrativa che si era finalmente creata