Al giorno d'oggi si danno tante cose per scontate. I ragazzini non hanno idea del perché esista un legame fra una matita e un'audiocassetta, di quanto fossero ingombranti e pesanti le TV a tubo catodico, di cosa significasse telefonare a casa di un amico e dargli appuntamento in un certo posto, con l'impossibilità però di avvisarlo per strada di un eventuale cambio di programma.
Allo stesso modo, tanti videogiocatori dell'ultima ora, o quasi, non hanno presente il burrascoso periodo in cui gli sviluppatori dovevano fare i conti con il passaggio dalla grafica bitmap a quella poligonale, cercando di reinterpretare generi fino ad allora molto popolari ma davvero difficili da rendere nelle tre dimensioni. No, dico, qualcuno si ricorda di Fighting Force? Appunto. Tomb Raider non è nato proprio in quel momento storico, ma quasi; e ha effettivamente inventato un genere. O meglio, lo ha reinventato dopo che avventure dinamiche come Prince of Persia, Another World e Flashback avevano ormai detto e fatto tutto. Addentrarsi all'interno di uno scenario, osservarne le caratteristiche, trovare il percorso giusto, azionare degli interruttori, saltare da una piattaforma all'altra e arrampicarsi su di un appiglio... questo ha fatto Tomb Raider, nell'ambito della grafica poligonale, prima di tutti gli altri. E non contento di ciò, ha anche introdotto uno dei personaggi più celebri dell'intera industria videoludica, quella Lara Croft di recente ridisegnata grazie all'ottimo reboot firmato Crystal Dynamics, ma che nel 1996 si poneva in pratica come la versione femminile, estremamente pettoruta, di Indiana Jones. Certo, con due pistole al posto della frusta, il che rappresenta un cambio niente male.
Tomb Raider I arriva su iOS con una conversione tecnicamente perfetta, ma i controlli sono pessimi
Ieri, oggi, domani
Il cappello era d'obbligo, considerato che Tomb Raider I per iOS ci riporta dritti in quell'atmosfera pionieristica, con una riduzione praticamente perfetta della versione PC (che includeva l'espansione Unfinished Business), migliorata grazie alla risoluzione Retina, a un frame rate più alto e a un lavoro di resampling effettuato sulle texture.
Questo per dire che il gioco è ancora oggi discretamente bello da vedere su iPhone e iPad, al netto di una conta poligonale modesta e di cinematiche in CG francamente brutte, che purtroppo non sono state rifatte da zero per l'occasione. Se avete giocato con l'originale Tomb Raider, sapete come gli sviluppatori si siano mossi per utilizzare al meglio i controller digitali dell'epoca (gli stick analogici erano qualcosa di ancora sconosciuto ai più, specie chi non aveva mai visto un Nintendo 64), attraverso una costruzione "a blocchi" dello scenario e la capacità di Lara di spostarsi a destra o a sinistra lentamente, camminare, correre e saltare, il tutto con l'agilità di un bulldozer. Una roba impensabile per un moderno action game in terza persona, sul serio. Nonostante ciò, era ed è innegabile il fascino di un titolo così coinvolgente ed appassionante, capace di frustrare in modo incredibile e al contempo di donare grandi soddisfazioni. Pensare che un'avventura di questo genere, con una grafica migliorata e persino dei livelli extra, venga venduta su App Store ad appena 89 centesimi non può che stupire. Purtroppo, però, non è tutto oro quello che luccica, e nel caso di Tomb Raider I l'entusiasmo per la bella conversione, per il prezzo e per gli extra si infrange letteralmente contro un sistema di controllo touch che definire macchinoso è poco, e che già nei livelli intermedi rappresenta un ostacolo insormontabile a una fruizione dignitosa dell'esperienza. Sia chiaro: i comandi erano legnosi anche su PlayStation nel 1996, non c'è dubbio, ma trasportarli su touch screen non li ha in alcun modo resi più digeribili, anzi ha aggiunto all'inevitabile peso degli anni un carico di delusione supplementare, dovuto a un'ottimizzazione che sarebbe stata sicuramente possibile, anche in termini di interfaccia. Che peccato.
Conclusioni
Tomb Raider I ha l'indubbio merito di proporci una conversione tecnicamente perfetta di un classico del genere action adventure, forte di una grafica migliorata rispetto all'originale, arricchito dai livelli extra dell'espansione Unfinished Business e da un sistema di salvataggio in linea con gli standard attuali, che dunque non ci costringe a ricominciare da capo gli stage in seguito a un game over. Il numero romano accanto al titolo fa certamente pensare che il revival possa riguardare in futuro anche gli altri episodi classici di Tomb Raider, il che è un'ottima notizia; ma sia ben chiaro che a queste condizioni, e nello specifico con un sistema di controllo touch di questo tipo, l'operazione perderà immediatamente fascino anche agli occhi dei nostalgici.
PRO
- Il fascino di Tomb Raider è innegabile
- Tecnicamente migliorato rispetto all'originale
- Ci sono anche i livelli extra dell'espansione
CONTRO
- Sistema di controllo osceno
- Sequenze in CG invecchiate malissimo
- Interfaccia pessima