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Il deserto dei tartari

Quanto può essere difficile oggi come oggi competere nel filone degli FPS multiplayer? Rekoil ce lo spiega

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   10/02/2014
Rekoil
Rekoil
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Sviluppato da Plastic Piranha e disponibile su Steam da diversi giorni, Rekoil è uno sparatutto multiplayer che si ispira ai classici del genere, offrendo una rosa di modalità tradizionali, qualche variazione sul tema in termini di classi e puntando sull'accessibilità, anche e soprattutto dal punto di vista tecnico. Il gioco ha però sofferto al lancio di alcuni problemi piuttosto gravi: respawn dei personaggi nel mezzo dell'azione, con conseguenti morti indesiderate; pesanti cali nel frame rate anche su configurazioni di fascia medio-alta, nonostante una grafica tutt'altro che complessa; bilanciamento delle armi discutibile; gente che se ne andava in giro per le location completamente invisibile.

Il deserto dei tartari

Abbiamo dunque voluto attendere un po' prima di giudicarlo, dando la possibilità al team di rilasciare delle patch correttive, cosa che per fortuna si è verificata puntualmente. Solo che, nel frattempo, quei pochi giocatori che c'erano sono scomparsi nel nulla, lasciando completamente deserti i pur numerosi server a disposizione. Allo stato attuale, insomma, Rekoil risulta inutilizzabile e abbiamo dovuto sudare un bel po' per trovare qualche sessione attiva con un minimo di partecipanti, così da testarne mappe e modalità. È un peccato, perché i numeri della produzione 505 Games sono più che discreti: dieci mappe di buone dimensioni, che alternano spazi aperti e chiusi; sette modalità che includono i tradizionali deathmatch ma anche varianti territoriali e del classico "cattura la bandiera"; sei classi liberamente personalizzabili con più di quaranta armi; strumenti per il modding inclusi nel pacchetto; supporto per le applicazioni eSport, con tanto di modalità spettatore. Mentre su Steam si sprecano gli appelli degli utenti verso un passaggio al modello free to play, che consentirebbe quantomeno di salvare il progetto e portare sui server nuove persone, vediamo com'è la situazione ora come ora.

Rekoil è uno sparatutto multiplayer attualmente senza giocatori online, tecnicamente datato e insipido

Tutta mia la città

Una volta selezionato un server ed effettuato l'accesso, il gameplay di Rekoil si rivela subito piuttosto tradizionale. Il gioco non supporta il controller e la disposizione dei comandi è la solita, ma bisogna inizialmente raddoppiare la sensibilità del mouse per ottenere la reattività necessaria per poter mettere a segno qualche uccisione.

Il deserto dei tartari

Come accennato in precedenza, ci sono sei classi differenti: Assault, il fuciliere d'ordinanza equipaggiato inizialmente con un AK47; Recon, l'unità di supporto con mitragliatrice leggera; Shotgunner, ideale per gli scontri a breve distanza grazie al fucile a pompa; Heavy Gunner, armato di mitragliatrici pesanti; Sniper, letale da lontano grazie al fucile di precisione; e infine Rocketeer, un'unità che va in giro per la mappa imbracciando un lanciarazzi. Ogni classe può essere personalizzata nella dotazione, ma in tal senso manca del tutto un sistema a premi che ci consenta di sbloccare nuovi oggetti in base all'esperienza maturata. L'approccio scelto dagli sviluppatori è infatti quello del "tutto e subito", a discapito del senso di progressione e dello spessore, ma anche qui potrebbe aver influito la sirena d'allarme che inevitabilmente è risuonata negli uffici di Plastic Piranha quando al lancio c'erano qualcosa come sessanta giocatori online in tutto e una valanga di problemi tecnici da risolvere. Il gunplay inconsistente è probabilmente figlio anch'esso di scelte sciagurate, dettate dalla fretta di mettere a posto un bilanciamento all'inizio molto discutibile, che rendeva difficilmente utilizzabili armi come l'AK47. Ebbene, dopo il trattamento quest'arma è diventata in realtà piuttosto letale anche dalla lunga distanza, ma la cosa inspiegabile è che si rivela molto più precisa con il reticolo normale anziché facendo ricorso all'iron sight.

Missione impossibile

Il quadro che si delinea dopo qualche partita con Rekoil è quello di uno sparatutto "nella media", che ha certamente risolto alcuni dei problemi che ne hanno caratterizzato il lancio ma che appare al momento tutt'altro che perfetto; il che significa che serviranno ancora diversi aggiornamenti per rendere la situazione accettabile, specie sotto il profilo del gunplay e del bilanciamento.

Il deserto dei tartari

L'inserimento di alcune classi diverse dal solito è interessante, vedi il Rocketeer o l'Heavy Gunner, che aprono a possibilità inedite nell'ottica di uno scontro di gruppo. L'accesso immediato a tutto l'equipaggiamento ci è sembrata però una scelta discutibile se consideriamo l'interesse a lungo termine, e andrebbe modificata in favore di un approccio più tradizionale, con punti e livelli di esperienza che stimolino gli utenti a ottenere buoni risultati. La rilevazione degli impatti non è malvagia e, insieme a una buona varietà di mappe e modalità, rende possibile godere di un'esperienza tutto sommato piacevole, benché del tutto priva di acuti e spunti di particolare interesse. È tuttavia il comparto tecnico a buttare davvero giù il titolo di Plastic Piranha, visto che sembra di trovarsi davanti a un FPS vecchio di almeno dieci anni in termini di modellazione poligonale, animazioni, dettagli ed effettistica. Il design delle mappe è probabilmente l'unica cosa che si salva sotto il profilo tecnico, proponendo una certa alternanza di situazioni fra spazi aperti e chiusi, con possibili scontri a fuoco dalla distanza ma anche scambi ravvicinati. Gli sviluppatori hanno sistemato il problema dei cali di frame rate, e infatti sulla configurazione di prova abbiamo ottenuto tranquillamente 80 fotogrammi al secondo costanti, ma permangono evidenti compenetrazioni e altri difetti di questo tipo, francamente inaccettabili in un prodotto "finito" e messo in commercio. A rendere le cose ancora peggiori ci pensa il sonoro, con effetti decisamente pacchiani e irrealistici per le armi.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore: AMD FX 8320
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 770
  • Memoria: 8 GB di RAM
  • Sistema operativo: Windows 8

Requisiti minimi

  • Processore: Intel Core 2 Duo E8200, AMD Phenom X3 8750
  • Scheda video: NVIDIA GeForce 8800 GT, ATI Radeon HD 3870
  • Memoria: 2 GB di RAM
  • Sistema operativo: Windows 7

Conclusioni

Versione testata: PC
Digital Delivery: Steam
Prezzo: 13,99€
Multiplayer.it
4.0
Lettori (7)
4.3
Il tuo voto

Rekoil è un buco nell'acqua di generose dimensioni, al momento. Si tratta di un prodotto che semplicemente non era pronto per la release, ma evidentemente non era possibile rimandarne ulteriormente l'uscita e così è finito su Steam con una quantità di problemi enorme, che hanno fatto letteralmente fuggire i già pochi utenti presenti all'inizio. Provare a fare una partita con più di quattro persone ora come ora è un'impresa, ed è chiaro che bisognerà fare qualcosa per uscire da una situazione così grave, virando su di un modello free to play che potrebbe aprire le porte dell'esperienza a nuovi giocatori. Certo, a patto che nel frattempo vengano sistemati i problemi che ancora affliggono il gioco e si provveda a gestire l'equipaggiamento delle classi con un minimo di intelligenza.

PRO

  • Buona quantità di mappe, modalità e classi

CONTRO

  • Non c'è assolutamente nessuno online
  • Grafica datata e anonima
  • Ancora grossi problemi di bilanciamento