C'è una cosa che accomuna tutti i giocatori di jRPG: ogni volta che aprono un forziere o sconfiggono un nemico e trovano una nuova arma, ne controllano le statistiche, la equipaggiano per scoprire com'è fatta, la scartano o la vendono se non gli serve o la usano subito per suonarle al prossimo mostro.
Ma non è questo il punto di contatto, quanto il fatto che nessuno si degna mai di riflettere su chi ha fabbricato quell'arma. Quand'è stata l'ultima volta che l'avete fatto, dopo aver trovato nell'ultima cassa dell'ultimo dungeon la spada leggendaria con cui poi avete trafitto il cuore del boss finale? Ve lo diciamo noi: mai. A meno che quell'arma non ve la siate fabbricati da soli con qualche astruso sistema di crafting, ma quella è un'altra storia. È su questo concetto che gioca il nuovo titolo Level-5, che chiamare nuovo è quasi un controsenso: forse lo è per noi, ma non certo per i giapponesi che lo hanno scaricato quasi due anni fa insieme agli altri giochi della compilation Guild01, e cioè Crimson Shroud, Aero Porter e Liberation Maiden. Con Weapon Shop de Omasse si chiude il cerchio anche per noi, insomma. In bellezza... oppure no?
Nonostante i suoi difetti, Weapon Shop de Omasse è un titolo veramente originale e accattivante
Non importa la dimensione del martello...
L'introduzione di Weapon Shop de Omasse è ingannevole: ci mostra lo scontro finale con il terribile Signore del Male in una impostazione da videogioco dell'era 8 bit che lascia subito intuire un periodo di pace soltanto temporaneo. Il Signore del Male tornerà, insomma, e una nuova generazione di eroi sorgerà a contrastarlo. Ma a questi poveri disgraziati qualcuno dovrà pure fabbricare le armi, no? Ecco quindi che scende in campo il giovane apprendista di un famoso fabbro con un'idea per rivoluzionare il business: le armi, piuttosto che venderle, si noleggeranno e i clienti le pagheranno solo se saranno soddisfatti della merce... e cioè se torneranno vivi dalle loro imprese.
Niente paura, Weapon Shop de Omasse non è per nulla tetro o drammatico; è anzi un'esilarante presa in giro del genere jRPG con tanto di risate e sospiri da sit-com in sottofondo, un accompagnamento sonoro sbarazzino - e piuttosto ripetitivo, nonché alla lunga irritante... - e un personaggio più folle dell'altro. A partire dal giovane apprendista, energico e spensierato, e dal suo maestro, uomo di mondo perennemente corrucciato, passando per gli strambi clienti che visiteranno il negozio: le buffe gemelline, il cavaliere con l'accento francese, il samurai privo di senso dell'orientamento, la vecchietta manesca e via dicendo. Tutti stereotipi da cartone animato giapponese portati ai massimi livelli, sui quali Level-5 ha ironizzato un bel po' con svariate frecciatine al mercato dei videogiochi e abbattimenti della quarta parete che ci hanno fatto sorridere in tante occasioni. Le avventure di questi assurdi eroi si aggiornano costantemente tramite il Grindcast, praticamente una specie di Twitter che possiamo consultare in qualunque momento e che ci permette di seguire le loro peripezie con tanto di hashtag e citazioni varie: l'intero gioco, infatti, si svolge solo e unicamente all'interno del negozio, ripreso ogni giorno da un'unica inquadratura. In questi momenti potremo consultare i vari menu, salvare ed esaminare le nostre scorte di armi e materiali in magazzino, esaminare la nostra collezione e controllare gli ordini. Perché da un momento all'altro potrebbe arrivare un nuovo cliente...
L'effetto 3D
Non certo il migliore che abbiamo visto, ma sufficientemente gradevole da poterlo mantenere attivo per abbellire l'immagine nonostante non influenzi in alcun modo il gameplay.
... ma come batte il ferro finché è caldo
Nonostante le apparenze, Weapon Shop de Omasse non è un gioco "infinito": in alto a destra un indicatore ci mostra quanto manca alla resurrezione del Signore del Male. Per allora dovremo assicurarci di essere diventati dei bravi armaioli e di poter fabbricare le migliori armi del mondo. Nel frattempo, dovremo soddisfare le richieste dei clienti, sempre più esigenti, che si divideranno tra quelli importanti con una specie di storia alle spalle e quelli comunissimi che il gioco si limita a chiamare, be', NPC. Ciascuno di loro si presenterà al nostro bancone spiegandoci che tipo di arma gli serva e perché, e noi dovremo procurargli quella giusta in base ai valori richiesti nelle tre categorie che le caratterizzano. Nel caso l'arma non sia immediatamente disponibile nel nostro magazzino, possiamo sempre fabbricarla: in questi frangenti, Weapon Shop de Omasse diventa una specie di rhythm game all'acqua di rose, con il ferro da battere a colpi di stilo sullo schermo inferiore seguendo il ritmo della musichetta di turno e, magari, approfittando delle pause per riscaldarlo e mantenere la temperatura sufficientemente elevata da garantire un risultato finale ancora migliore.
Una volta consegnata l'arma al personaggio di turno potremo seguirne le vicissitudini sul Grindcast e, nel caso andassero a buon fine, ci verrà riconsegnata l'arma e saremo pagati con il denaro e i materiali necessari a fabbricarne di nuove. Weapon Shop de Omasse si divide dunque tra i momenti da visual novel, in cui leggeremo i lunghi e divertenti scambi di battute - in inglese, attenzione! - tra i personaggi, e quelli più gestionali in cui potremo dedicarci alla fabbricazione o alla lucidatura delle armi per garantire ai nostri clienti i migliori strumenti bellici del mondo. Geniale? Assolutamente. Spassoso? Abbastanza, ma non troppo. Il ritmo con cui si susseguono le "quest" principali è decisamente altalenante e tra una e l'altra possono intercorrere interi minuti in cui non succede nulla, magari quando abbiamo già fabbricato tutte le armi attualmente in catalogo. Anche la meccanica dei rhythm game non ci ha convinto appieno: i controlli touch non sono proprio precisissimi, e si finisce spesso con il martellare involontariamente i punti sbagliati del ferro. Non che questo importi davvero: Weapon Shop de Omasse è molto, molto facile, e non abbiamo mai avuto la sensazione di poter fallire nelle nostre imprese, per quanto poco leggendarie siano state.
Conclusioni
Weapon Shop de Omasse è un titolo originalissimo che, però, non bilancia a dovere i suoi tanti aspetti diversi. La componente visual novel, per esempio, è graziosa ma se non si apprezza il genere può venire decisamente a noia. L'impressione che abbiamo avuto è quella di un gioco sviluppato attingendo a varie forme di gameplay senza curarne perfettamente neppure una. È un peccato, ma dopo tutto si tratta di un esperimento interessante che merita attenzione solo solo per la sua ironia: l'importante è giocarlo a piccole dosi.
PRO
- Concept molto originale
- È una divertente parodia del genere jRPG
CONTRO
- I vari aspetti del gioco non sono stati curati tutti a sufficienza
- Diventa ripetitivo dopo pochi minuti