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Al tappeto, con stile

Dai creatori di Naruto: Ultimate Ninja Storm, un picchiaduro pieno di stile per i fan del manga di Hirohiko Araki

RECENSIONE di Christian Colli   —   24/04/2014
JoJo's Bizarre Adventure: All Star Battle
JoJo's Bizarre Adventure: All Star Battle
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Al tappeto, con stile

Ben nota in Italia con il titolo Le Bizzarre Avventure di JoJo, traduzione letterale dell'originale JoJo no Kimyō na Bōken, la saga generazionale scritta e disegnata da Hirohiko Araki è uno dei manga shonen più longevi pubblicati da Shueisha: iniziata su Weekly Shōnen Jump nel 1987, conta all'attivo più di cento volumi ed è divisa in otto archi narrativi distinti ma collegati più o meno tra di loro, a cominciare dal fatto che i vari protagonisti sono soprannominati sempre JoJo attraverso iniziali o giochi di parole. In realtà, la sua popolarità internazionale è abbastanza recente, e la si deve soprattutto al sempre più diffuso sdoganamento dei manga e alla produzione di varie serie animate, spesso sottotitolate ufficiosamente. In America, per esempio, JoJo si è fatto conoscere soprattutto grazie all'ottimo picchiaduro sviluppato da Capcom nel 1998 e recentemente riproposto in versione rimasterizzata su PlayStation Network e Xbox Live Arcade. Complice anche il successo del recente adattamento a cartoni animati - la nuova stagione è iniziata poche settimane fa in Giappone - era solo questione di tempo prima che i JoJo tornassero a far capolino sugli scaffali dei negozi di videogiochi: il difficile compito di tradurre tutta la loro bizzarria è stato affidato a CyberConnect2, software house famosa soprattutto per gli spettacolari picchiaduro ispirati a un altro manga molto popolare, Naruto. Bandai Namco avrà scelto bene?

All-Star Battle non è perfetto, ma è il picchiaduro che i fan di JoJo hanno sempre sognato

Trofei PlayStation 3

Sono quarantaquattro i Trofei da sbloccare: ventotto di bronzo, tredici d'argento e due d'oro, ottenuti i quali si guadagna anche quello di platino. Per molti basta completare la modalità Storia ed eseguire determinate mosse speciali, mentre per altri bisognerà impegnarsi un po' di più, per esempio acquistando tutti i goodies nel negozio o completando ogni missione segreta.

Roundabout

Una cosa è sicura: il roster non deluderà i fan della serie. Certo, con otto capitoli e centinaia di personaggi è normale che non tutti troveranno il loro eroe (o villain) preferito tra quelli giocabili, ma riteniamo che i quarantuno combattenti presentati - nove dei quali proposti via DLC - rappresentino bene il folle universo creato dal maestro Araki.

Al tappeto, con stile

La maggior parte proviene direttamente da Stardust Crusaders, il terzo capitolo e anche il più popolare, ma si difendono bene anche la quarta serie, Diamond is Unbreakable, e la quinta, Vento Aureo, peraltro ambientata tutta nella nostra penisola con i suoi italianissimi protagonisti. CyberConnect2 è anche riuscito a differenziare efficacemente i vari personaggi a seconda dei loro poteri e del loro stile di lotta individuale, sicché non tutti i portatori di Stand si usano allo stesso modo e alcuni di loro sono caratterizzati da meccaniche molto peculiari che bisogna imparare bene per poterli sfruttare al massimo. È il caso di Enrico Pucchi e del suo potere in grado di rubare le mosse speciali degli avversari, per esempio, o di Johnny Joestar che può combattere sia a cavallo sia a terra e può anche evolvere il suo Stand. Ci sono poi i "vampiri", come Dio Brando e Vanilla Ice, e i guerrieri delle onde concentriche rappresentati dal giovane Joseph e due dei tre Zeppeli nel roster...

Al tappeto, con stile

Insomma, come avrete capito la varietà non manca e grazie ad essa l'esperienza si rivela sempre piuttosto fresca ed interessante ad ogni nuovo personaggio selezionato. È un peccato, quindi, che CyberConnect2 sia scivolato sulla proverbiale buccia di banana, accompagnando alle sue ottime idee controlli un po' legnosi e un sistema di hitbox non proprio intuitivo. Chiariamoci, All Star Battle è molto semplice da giocare: i tasti che si usano sono soprattutto quattro, tre delegati agli attacchi di varia potenza e uno alla schivata. Basta persino premere il tasto debole ripetutamente per eseguire una combo completa che si conclude con un Heart Heat Attack, praticamente la super mossa meno potente delle due a disposizione di ogni personaggio. L'altra, chiamata Great Heat Attack, consuma tre barre dell'indicatore relativo e innesca una spettacolare cinematica che riprende fedelmente le situazioni ammirate nel fumetto. Alle meccaniche di base si associa la già citata schivata, che permette di spostarsi su un altro piano di parallasse per aggirare l'avversario e i suoi colpi, e un altro tasto delegato all'evocazione dello Stand, del cavallo o dell'energia concentrica che cambia letteralmente la movelist del personaggio che lo usa.

Al tappeto, con stile

Tra impatti di attacchi incrociati, guard break, schivate istantanee, provocazioni a tappeto, cancel sulle mosse speciali e altro ancora, JoJo's Bizarre Adventures è un picchiaduro dotato di una buona profondità, ma dimenticatevi la frenesia degli incontri di Blazblue, Marvel Vs. Capcom o Super Street Fighter IV: CyberConnect2 ha scelto coscienziosamente uno stile di gioco lento e ragionato, forse un po' troppo se si prende in considerazione l'insieme di meccaniche e manovre nel pacchetto, alle quali avrebbe sicuramente giovato un ritmo più sostenuto di quello effettivo che, in un certo senso, impone una sorta di "blocco" ai giocatori più esperti. L'altro problema, legato a doppio filo con la realizzazione grafica del gioco di cui parleremo a breve, è quello già menzionato degli hitbox: considerate le pose e le animazioni peculiari dei vari personaggi, non stupisce di mancare clamorosamente il bersaglio con un calcio basso solo perché il nostro combattente porta l'attacco con una velocità e un'angolazione quasi del tutto innaturali o comunque molto diverse da quelle di ogni altro personaggio. Succede di frequente, spiazzandoci e magari mandando alle ortiche un match giocato sul filo del rasoio. Non è nulla che un bel po' di pratica non possa risolvere, attenzione, ma dapprincipio può rivelarsi un po' frustrante, anche perché svariate combo o tecniche di combattimento dipendono interamente dalla barra Heat e devono quindi essere pianificate con un minimo di strategia.

Walk like an Egyptian

Dei quarantuno personaggi nel disco, all'inizio ne saranno selezionabili soltanto quattordici (sedici, nel caso si sia prenotato il gioco e quindi scaricati Shigechii e Kosaku Kawajiri). Il roster è destinato ad ampliarsi completando i vari capitoli della modalità Storia: ciascuno di essi è suddiviso in vari episodi - combattimenti, cioè - che dovrebbero rappresentare gli scontri salienti della trama originale. Qualche tempo fa, recensendo il picchiaduro Saint Seiya: Brave Soldiers, ci eravamo lamentati della sua modalità Storia, estremamente lacunosa rispetto a quelle viste nei fantastici Blazblue e Persona 4: Arena di Arc System Works. La modalità Storia di JoJo's Bizarre Adventures, se possibile, è pure peggio: striminzita al massimo, raccontata soltanto per brevissimi testi sprovvisti di illustrazioni o frasi a effetto pronunciate dai combattenti a inizio match, è un imbarazzante riassunto di una delle avventure più intricate e geniali nella storia del fumetto giapponese.

Al tappeto, con stile

Siamo ben lontani dall'ottima modalità Storia del picchiaduro Capcom, che quello CyberConnect2 scimmiotta con le sue "missioni segrete", ovvero una serie di condizioni da soddisfare per portarsi a casa un bonus in denaro: la valuta serve ad acquistare dei bonus opzionali che ci aiuteranno a sconfiggere i nostri avversari più facilmente e quindi a chiudere la parentesi della modalità Storia ancora più in fretta. Per fortuna, non è l'unica modalità di gioco: c'è anche una modalità Arcade pensata appositamente per l'edizione occidentale, l'immancabile Versus offline e online, l'Allenamento e la versione riveduta e corretta della modalità Campagna giapponese, forse il contenuto single player più interessante. La Campagna, infatti, ci permette di affrontare dei match contro i "ghost" dei giocatori scaricati da Internet, oppure dei "boss", avversari molto più coriacei e impegnativi. Vincendo si sbloccano costumi speciali, colori alternativi, pose extra e provocazioni bonus per i nostri combattenti, che potremo quindi personalizzare nel menu apposito. A differenza della versione giapponese, la nostra Campagna non è vincolata alle microtransazioni che tanto hanno fatto discutere alla release nipponica, ed è pertanto godibile senza problemi a patto che ci si possa collegare a Internet. Ogni partita, poi, a prescindere dalla modalità, amplia un immenso catalogo di bonus, illustrazioni, tracce audio e altro ancora, che possono essere acquistati spendendo la valuta ottenuta combattendo. C'è parecchio da sbloccare e da vedere, insomma, e per gli amanti del manga CyberConnect2 ha infarcito di fanservice ogni linea di codice, ispirandosi all'opera originale persino nella caratterizzazione dei menu e dei loro testi. Un lavoro incredibile che ci ha fatto sorridere più volte ("Vuoi riprovare?", "Sì! Sì! Sì!") e che testimonia come la software house nipponica abbia veramente compreso il materiale originale.

Al tappeto, con stile

Lo si capisce non appena si comincia un match, d'altra parte: la scelta dei colori e del cel-shading non è casuale e i modelli poligonali sembrano essere letteralmente usciti dalle pagine del fumetto, con i tratteggi peculiari dello stile di disegno di Hirohiko Araki e le enormi onomatopee che appaiono di continuo durante la lotta. Le battaglie sono ricche di scenette esilaranti che ripropongono in ogni terreno di scontro alcune situazioni viste nel manga e che possono essere sfruttate per infierire ulteriormente sul nemico, magari facendolo investire dalla limousine per le strade del Cairo o facendogli precipitare in testa i rospi velenosi tra le mura del penitenziario di Green Dolphin Street. Chiudere uno scontro con un Great Heat Attack può innescare un "finale drammatico", provocare l'avversario atterrato si traduce in una dichiarazione di sfida in primo piano, persino alcune frasi di vittoria cambiano a seconda dei personaggi che si sono affrontati per citare vari eventi dell'opera originale. E poi c'è l'incedere dei combattenti, le loro pose sparatissime e assurde che hanno reso famoso il mangaka Araki, le affermazioni altisonanti ed esagerate, gli attacchi "strategici" che riprendono il fumetto come il potere di Jotaro di fermare il tempo già fermato da Dio Brando, e via dicendo. Un vero e proprio tripudio di citazioni, quindi, impreziosito da una colonna sonora discreta e dal doppiaggio interamente giapponese che ripropone, per i fan più sfegatati, gli stessi doppiatori delle recenti serie animate nel caso dei personaggi che compaiono anche qui. Un lavoro curatissimo, insomma, anche se...

Shakespeare e le rose

Una delle peculiarità che ha reso famoso il manga originale de Le Bizzarre Avventure di JoJo è rappresentata dalle innumerevoli citazioni musicali congegnate dal suo autore.

Al tappeto, con stile

Hirohiko Araki, grande fan della musica occidentale, ha riempito la sua opera di riferimenti assolutamente sfacciati: era iniziato come un giochino, con qualche nome storpiato, e poi si è trasformata in una vera e propria tradizione, soprattutto per quanto riguarda i poteri Stand tra Golden Experience, Aerosmith, Spice Girl, Red Hot Chili Pepper e così via. Finché si trattava di un manga di nicchia ci poteva anche stare, ma nel magico mondo dei marchi registrati la situazione è diventata molto più complessa. Ecco quindi che il gioco in occidente ha subito un adattamento che farà storcere il naso ai fan duri e puri: molti nomi sono stati modificati per non incorrere nelle ire degli aventi diritto, e così Crazy Diamond è diventato Shining Diamond, Killer Queen è ora Deadly Queen, persino il povero Polnareff si chiama Eiffel e per qualche ragione il folle padre Pucci è stato ribattezzato Enrico Pucchi. L'adattamento ha colpito un buon novanta percento dei nomi, compresi quelli citati trasversalmente nel glossario e nei bonus, per esempio Kraftwerk che è diventato Arts & Crafts. Se da una parte questo cambiamento, per quanto comprensibile, ci ha causato una brutta forma di orticaria, dall'altra abbiamo pur sempre il doppiaggio giapponese: forse il sottotitolo italiano reciterà anche "Reverb! Three Freeze!", per fare un esempio, ma la doppiatrice di Koichi Hirose griderà comunque "Echoes! Three Freeze!" e quindi non tutto il male è venuto per nuocere.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.0
Lettori (47)
8.1
Il tuo voto

JoJo's Bizarre Aventures: All Star Battle è un picchiaduro più che discreto che, però, dimostra quanto sia difficile padroneggiare il genere, sopratutto quando si congegnano meccaniche tanto peculiari come quelle proposte da CyberConnect2. D'altra parte, è un vero e proprio tripudio di citazioni per i fan della saga generazionale di Hirohiko Araki: lo sviluppatore giapponese è riuscito a comprenderne perfettamente lo spirito e dargli vita con delle scelte visive e stilistiche assolutamente perfette. Se vi piace l'opera originale, insomma, aggiungete pure un punto alla valutazione finale.

PRO

  • Tanti personaggi ben diversificati
  • Riprende perfettamente le bizzarrie del manga
  • Buona varietà di modalità di gioco

CONTRO

  • Ritmo dei combattimenti un po' lento
  • Modalità Storia imbarazzante
  • Hanno cambiato moltissimi nomi originali