Tanto vale premettere che Sparkle 2 non è certo il puzzle game più originale che abbiate mai visto: tanto per cominciare è un match-3, e di quelli in giro ce ne sono anche troppi, e poi è un vero e proprio clone di Zuma, il titolo PopCap che dal 2003 imperversa in varie incarnazioni e su varie piattaforme o browser e che di certo non è la prima volta che viene imitato. 10tons Ltd ci ha provato un paio di anni fa con il suo Sparkle per dispositivi mobile: ha funzionato e la società ha quindi proposto un sequel per iPhone e iPad migliorando le già ottime basi del franchise. Quello stesso sequel approda oggi su PlayStation Network, e in versione cross-buy: compratelo una volta e potrete giocarlo sia su PlayStation 4 sia su PlayStation Vita. Ma cosa ha significato questo passaggio per il gioco in sé e per sé?
Da iPhone e iPad a PlayStation 4 e PlayStation Vita, un puzzle mach-3 davvero divertente
Trofei PSVita
Dodici sono i Trofei di bronzo che potremo sbloccare: per alcuni basterà completare il gioco che l'unlock verrà praticamente da sé, ma per altri conterà un po' di più l'abilità e il tempismo, per esempio quando dovremo inanellare combo di una certa importanza.
Rotola rotola rotola
Basta dare un'occhiata allo schermo per capire subito che tra Zuma e Sparkle 2 le differenze sono davvero pochissime. Il layout generale si assomiglia parecchio; manca giusto il rospo al centro dello schermo, sostituito da una sorta di balestra magica con la medesima funzione: sparare delle biglie colorate in una direzione qualsiasi. Ed è lo stesso anche lo scopo, cioè sparare quelle stesse biglie contro le file di palline colorate che scorrono lungo binari che si fanno più numerosi e intricati di livello in livello. Ogni pallina è spinta dalle precedenti, il ché significa che è in vigore una forma di "fisica": eliminate le palline al centro della fila e la porzione in testa, privata della spinta delle palline che la seguono, si fermerà sul percorso finché la coda del trenino di biglie non l'avrà raggiunta. È un concetto molto semplice sul quale si basa una meccanica praticamente secolare e immortale: la balestra viene caricata con una biglia colorata alla volta che, una volta sparata, si incastrerà nella fila in movimento. Allineate almeno tre palline dello stesso colore e scoppieranno tutte, facendovi guadagnare punti ed eventualmente arrestando o rallentando il movimento della fila, la quale non deve raggiungere un preciso punto dello schermo. Sembra facile, ma i movimenti si faranno sempre più veloci, i tragitti sempre più irregolari, e prendere la mira diventerà molto più complicato. Ecco perché ci vengono in aiuto una serie di power-up e bonus che si sbloccheranno portando a termine i vari livelli della storia. Perché sì, c'è anche una trama, per quanto superficiale e nonsense, che parla di un mondo incantato dove sono nascoste cinque chiavi magiche sulle quali dovremo mettere le mani.
Una premessa sottilissima che giustifica novanta livelli circa di fatiche, e che soprattutto mette in luce l'impegno profuso dai ragazzi di 10tons Ltd anche in questo aspetto del gioco che se non ci fosse stato non se ne sarebbe accorto nessuno. Completando i livelli, dicevamo, si sbloccano vari bonus e gli slot per equipaggiarli: alcuni ci permetteranno di rallentare il movimento delle palline, facilitandoci il compito ma allungando la durata degli stage, altri raddoppieranno la velocità dei nostri lanci, e così via. Alla ventina di "perk" equipaggiabili si combinano i vari power-up che appariranno, galleggianti, sullo schermo; basterà colpirne uno per potenziare il nostro prossimo lancio con la magia corrispondente, magari trasformando la nostra biglia colorata in una specie di jolly che va bene per qualunque colore o magari caricandola di energia in modo che esploda al contatto, distruggendo non solo le biglie contro cui è stata lanciata ma anche quelle circostanti. Imparare come e quando usare i power-up è fondamentale per concatenare le esplosioni delle biglie, accumulare sempre più punti e superare con maggiore scioltezza i vari livelli, soprattutto nelle modalità alternative Survival e Challenge.
Dal punto di vista tecnico Sparkle 2 non è certo un prodotto sofisticato, ma porta il compitino a casa con una grafica fluida e colorata e un accompagnamento sonoro piacevole, dalle note spiccatamente fantasy in linea con l'atmosfera generale. Le due versioni non si differenziano granché, se non per i controlli opzionali rappresentati dal touch screen su PlayStation Vita e dal touch pad di DualShock 4 per quanto riguarda la sorella maggiore. Se sulla comodità e precisione del display touch del portatile c'è poco da dire, se non che ci siamo trovati perfettamente a nostro agio, due parole dobbiamo spenderle su come 10tons Ltd ha implementato i controlli via touch pad per la versione PlayStation 4: inizialmente sembra quasi di utilizzare il tappetino touch di un computer portatile, il feedback è quasi maldestro e ci vuole un po' di tempo per abituarsi e controllare la balestra con maggior sicurezza. A quel punto i risultati migliorano e lasciano ben sperare per il futuro sfruttamento nello stesso senso del piccolo touch pad del controller. Quest'ultimo, poi, presenta una chicca: la Light Bar si illumina del colore corrispondente alla biglia caricata e pronta al fuoco. Una sciocchezza, ma come dicevamo ai ragazzi di 10tons Ltd piacciono i dettagli.
Conclusioni
Sparkle 2 è un puzzle game di tipo match-3 come tanti altri venuti prima di lui, ma a differenza di tanti altri venuti prima di lui è stato sviluppato con competenza e un pizzico di ingegnosità nonostante una base che sfiora il plagio. Con novanta livelli a un prezzo piuttosto contenuto è impossibile non consigliarlo agli amanti del genere, specie in versione PlayStation Vita: la natura mobile gli si adatta ancora una volta perfettamente, soprattutto quando si ha giusto il tempo di una partita o due da dedicargli al volo.
PRO
- Tanti livelli di gioco
- Tre modalità diverse
- Gameplay solido e ben congegnato
CONTRO
- È tutt'altro che originale
- I controlli via touch pad DualShock 4 richiedono pratica
- Alcuni power-up potevano essere progettati meglio