Sappiamo di come Peter Molyneux abbia abbandonato il mondo delle console per dedicarsi a una realtà produttiva più piccola, una fucina in grado di esprimere concetti e idee innovativi grazie a un mercato dinamico e permissivo come quello indie. E così è nato 22cans, il team di sviluppo che come opera prima ha realizzato quella incredibile trollata che è Curiosity: What's Inside the Box?.
L'intento di Molyneux era chiaramente di far parlare di sé e della sua squadra più che realizzare un mobile game di qualità, dunque tutti i vecchi fan del papà di Dungeon Keeper, Fable e Populous hanno dovuto attendere l'uscita di Godus, il secondo titolo di 22cans, dallo scorso settembre in Early Access su Steam, per poter verificare le capacità del team in relazione a quello che, sulla carta, aveva tutta l'aria di porsi come un progetto innovativo nel genere delle simulazioni divine. Possiamo dire senza timore di smentita che fin dalle prime battute l'esperienza appare più dinamica e stilosa della media, caratterizzata da una grafica dal design molto gradevole e capace di introdurre feature relativamente originali, come la possibilità di plasmare il terreno per far sì che gli uomini possano dirigersi là dove ci sia un terreno edificabile, quindi cominciare automaticamente a costruirsi un riparo man mano più complesso e avanzato, per poi puntare a un'espansione che potrà avvenire attraverso due distinte dinamiche: la prima è quella del controllo di speciali falò che di fatto aumentano la superficie interattiva dello scenario; la seconda è rappresentata dalle spedizioni via nave, con veri e propri puzzle game in stile Lemmings da completare entro un tempo limite per la conquista di nuove terre. Il tutto nell'ottica di una costante evoluzione, che attraversa vari periodi storici per introdurre altrettante tipologie di situazioni; ma che al contempo richiede, quantomeno nella versione mobile, attese molto lunghe oppure l'adozione di una scorciatoia, rappresentata nello specifico dagli in-app purchase.
Per essere il parto della mente di Peter Molyneux, Godus ci è sembrato un freemium fin troppo "normale"
Godus come un porcus
La capacità di modificare le ambientazioni viene resa in Godus in modo molto simile allo strumento "sfumino" di Photoshop, anche se utilizzarlo sullo schermo di un iPhone si traduce in un grado di precisione spesso inferiore a ciò che servirebbe per plasmare finemente gli strati di terra così da costruire degli "scalini" per gli esseri umani e consentire loro di spostarsi da una zona all'altra.
Il problema diventa evidente in particolar modo durante le sezioni in stile puzzle di cui abbiamo parlato poc'anzi, visto che in tale frangente non si può agire con calma: gli "avventurieri" devono raggiungere il tempio di turno entro lo scadere del tempo, in caso contrario perderemo l'intera comitiva e dovremo attendere la generazione di nuovi individui per poter fare un nuovo tentativo. Le tradizionali missioni delle simulazioni casual si identificano in questo caso con delle card a cui bisogna applicare degli adesivi e che, una volta complete, consentono di costruire case più grandi, plasmare terreni brulli, edificare su zone precedentemente inaccessibili e così via. Altre card vanno invece utilizzate nelle fasi ispirate a Lemmings, e permettono alle truppe di procedere più velocemente o disinteressarsi di determinati ostacoli. Al di là dello strumento di modifica e della differente interpretazione delle quest, tutti gli altri elementi di Godus rientrano in una norma fatta di lunghe attese perché il nostro popolo produca la fede necessaria per alimentare le varie attività, fede che costituisce un po' la valuta virtuale del gioco e che è possibile acquistare negli immancabili pacchetti grazie all'uso della valuta pregiata, i diamanti, che ci si può procurare via in-app purchase. Visto sotto questa luce, il titolo di 22cans non solo risulta fin troppo "normale", ma ci è sembrato anche discretamente lento nella progressione, perdendo di vista le innegabili potenzialità legate all'evoluzione del popolo e, di conseguenza, gli spunti che si supponeva lo avrebbero distinto dai vari cloni di Farmville e Clash of Clans.
Conclusioni
Lo stile di Godus evidenzia senza dubbio il carattere della produzione targata 22cans, così come sono molteplici le potenzialità del gioco sul lungo periodo ed è evidente la dinamicità del gameplay rispetto alle tante simulazioni casual disponibili su App Store. Purtroppo all'introduzione di alcune feature discretamente originali si affianca una struttura fin troppo tradizionale, in cui bisogna attendere per qualsiasi cosa e sottostare alle limitazioni imposte dalla quantità di fede a disposizione (da raccogliere manualmente, casa per casa, in luogo delle più classiche monete), fattore che determina l'entità e il numero di interazioni con lo scenario. Per essere il parto di una mente brillante come quella di Peter Molyneux, insomma, Godus ci è sembrato un freemium fin troppo "normale". La speranza è che con gli immancabili update riesca a guadagnare fascino e varietà.
PRO
- Lo stile c'è e si vede
- Alcune idee originali e interessanti
- Grande potenziale sul lungo periodo
CONTRO
- Struttura fin troppo tradizionale
- Il modello freemium appare abbastanza limitante
- Musichette anonime