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È una specie di magia

Musica, belle ragazze, robot e fanservice nel ritorno di una interessante ma poco famosa saga di jRPG

RECENSIONE di Christian Colli   —   16/10/2014
Ar Nosurge: Ode to an Unborn Star
Ar Nosurge: Ode to an Unborn Star
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È una specie di magia

Ar tonelico, classe 2006, PlayStation 2, è diventato tristemente famoso più per le sue allusioni sessuali che per la sua intrinseca originalità. Il video in cui Lyner inserisce il Life Extending Agent nel corpo di Aurica è il primo che si trova cercando un innocente "Ar tonelico scene" su YouTube, il che la dice lunga: non il finale, non l'introduzione, ma una sequenza cruciale per la sua ambiguità. Ed è un peccato, perché tra i cliché da RPG nipponico e le suddette allusioni si nascondeva un titolo davvero valido che in Giappone - ma anche in Occidente - si è ritagliato una piccola nicchia di estimatori. La serie è proseguita nel 2007 e nel 2010 con due sequel, entrambi localizzati in lingua inglese, ma a quel punto le intenzioni di Gust, lo sviluppatore, si sono fatte più difficili da interpretare: il successivo Ciel nosurge, una visual novel per PlayStation Vita mai pubblicata fuori dal Giappone, si è rivelato infatti un prequel ambientato nello stesso universo di Ar tonelico, e questo Ar nosurge è, a sua volta, un sequel di Ciel nosurge e un prequel per Ar tonelico. Confusi? Be', siamo solo all'inizio.

Ar nosurge non è certo un capolavoro, ma è un jRPG decisamente originale ed ammiccante

Il potere delle canzoni

Chi ha giocato almeno uno dei tre Ar tonelico saprà che la musica e le canzoni svolgono un ruolo determinante nella mitologia di questo bizzarro universo che mischia fantasy e sci-fi in un ricchissimo mosaico. È un peccato, perciò, che senza aver giocato Ciel nosurge - o essersi sciroppati un riassuntone su qualche fansite - si capisca veramente poco della trama, soprattutto nelle prime ore di gioco.

È una specie di magia

Ar nosurge è infatti un sequel diretto della visual novel per PlayStation Vita, e la sceneggiatura non ne fa mistero: in certi momenti sembra proprio di essersi persi dei pezzi di trama per strada, e in effetti è proprio così, specie per quanto riguarda alcuni personaggi che, essendo stati presentati e sviluppati nel titolo portatile, in Ar nosurge vengono dati per scontati. Da questo punto di vista, la scelta di Koei Tecmo di localizzare un gioco come questo appare abbastanza discutibile, ma una volta superata la lunga introduzione del gioco e familiarizzato con i personaggi ci si comincia a fare un'idea dei loro ruoli e della posta in gioco. Ar nosurge, tra l'altro, propone un'impostazione abbastanza particolare: la trama segue infatti le peripezie di due coppie di personaggi, alternando i loro punti di vista. La prima coppia è formata da Delta e Casty, i quali saranno impegnati a trovare un software (o meglio, una canzone) che sta dando un sacco di grattacapi alle alte sfere dell'organizzazione per cui lavora Delta. La seconda coppia, invece, è formata dalla protagonista di Ciel nosurge, Ion, e dalla sua guardia del corpo, il robotico Earthes. Le strade di questi personaggi si incroceranno più volte e metteranno in discussione la mitologia, la religione e la politica del pianeta Ra Ciela.

È una specie di magia

I colpi di scena non mancheranno, specialmente verso la fine dell'avventura, ma bisognerà fare i conti con tre problemi in particolare. Il primo riguarda la localizzazione del gioco, in un inglese scolastico appena passabile, che rende alcuni passaggi della trama piuttosto oscuri. Il secondo problema è l'assurdità di certe situazioni. I fan dei cartoni animati giapponesi potrebbero tranquillamente pensare ad anime come Gurren Lagann in più di un'occasione, peccato che Ar nosurge si prenda eccessivamente sul serio e che gli sceneggiatori facciano ricorso alle "canzoni" come un vero e proprio deus ex machina con fastidiosa frequenza. Infine, il terzo problema riguarda proprio le ambiguità e le allusioni, che in certi momenti strappano un sorriso ma, al contempo, ridicolizzano eccessivamente una storia che già fatica a decollare di per sé. Fortunatamente, Ar nosurge ha un enorme pregio che riesce, in qualche modo, a capovolgere la negatività di alcuni passaggi della sceneggiatura o la povertà del comparto grafico, eccellente per quanto riguarda i modelli dei personaggi e scadente per tutto il resto: parliamo della colonna sonora di Daisuke Achiwa e Kazuki Yanagawa che, in un gioco così incentrato sulla musica, è effettivamente portentosa, ricca di brani epici e orchestrali di grande impatto.

Trofei PlayStation 3

Non è molto difficile collezionare i ventisei trofei di Ar nosurge, ma bisogna fare attenzione perché si rischia di mancare un trofeo di bronzo e uno d'argento che potranno essere sbloccati solo in un'altra partita. È la solita storia dei jRPG: completate la storia, combattete bene e scoprite ogni segreto per ottenere l'ambito trofeo di platino.

Il suono dei ceffoni

Ar nosurge non si fa mancare niente dei jRPG tradizionali, a cominciare da un sistema di fabbricazione degli oggetti che ricorda molto quello dei tre Ar tonelico, ma ci mette di suo una modalità à la visual novel già proposta nella trilogia originale e un sistema di combattimento davvero divertente e ingegnoso, ma anche abbastanza complicato.

È una specie di magia

Per quanto riguarda quest'ultimo, Ar nosurge si distingue da molti altri jRPG a incontri casuali già nel modo in cui vengono proposti durante l'esplorazione: un indicatore, infatti, ci suggerirà entro quanto tempo saremo attaccati dal nemico, consentendoci di prepararci a dovere. Una volta innescato il combattimento, lo scenario diventa quello tipico dei campi di battaglia con gli eroi (Delta e Casty oppure Earthes e Ion) da una parte e i nemici dall'altra. Lo scontro avviene un po' a turni e un po' in tempo reale: quando tocca al giocatore, si agisce sui tasti del controller per attaccare i nemici con delle vere e proprie combo finché le apposite risorse lo consentono; quando tocca al nemico, invece, bisogna premere i tasti al momento giusto per mitigare i danni inferti dagli attacchi che si concentreranno sempre e soltanto su Ion o Casty. Il loro "guardiano", infatti, non può essere colpito e il suo ruolo sarà proprio quello di difendere la partner in modo che quella possa concentrarsi sulla preparazione della canzone scelta all'inizio della battaglia. Il tutto può sembrare abbastanza semplice, ma c'è una valanga di parametri di cui tenere conto e che rende le battaglie estremamente strategiche. Tanto per cominciare, il giocatore ha un limite di turni per sconfiggere il nemico, finiti i quali la battaglia si conclude e si torna sulla mappa: ciò avviene perché i nemici attaccheranno gli eroi tutti insieme e in un solo combattimento, con un po' di abilità, è possibile spazzarli via tutti in modo da esplorare liberamente l'ambientazione senza temere di essere interrotti. Strategia possibile, però, solo se si impiegano le combo e le abilità giuste, risparmiando o prolungando i turni, e se si riesce a canalizzare la canzone di Casty o Ion in modo che possa fare a pezzi più nemici possibile in un sol colpo.

È una specie di magia

Il sistema di combattimento di Ar nosurge è, effettivamente, piuttosto intricato, e richiede un po' di pratica perché si possa godere appieno, ma è uno dei più ingegnosi che ci sia capitato di giocare negli ultimi tempi. Grazie ad esso, quindi, le esplorazioni e le lunghe scene d'intermezzo trovano una ragion d'essere, ma bisogna fare i conti anche con la "visual novel" integrata, cui non si può scampare sia per ragioni di sceneggiatura sia per questioni pratiche, dato che è uno dei modi attraverso cui si potenziano i personaggi e si sbloccano nuove abilità. In pratica, è possibile tuffarsi nella psiche di alcuni personaggi e fare i conti con i loro segreti attraverso la lettura di innumerevoli righe di testo e l'eventuale selezione di una risposta o di una reazione. La "Genometria" ricorderà ai fan di Ar tonelico il sistema Dive, e in effetti è una sua versione riveduta e corretta, ma non meno noiosa: benché sia in parte facoltativa, la necessità di affrontare questa mini visual novel spezza il ritmo dell'avventura e piacerà soprattutto agli amanti degli approfondimenti psicologici e caratteriali. E non ci sarebbe nulla di male, se la maggior parte dei personaggi di Ar nosurge non fossero vere e proprie macchiette stereotipate...

Conclusioni

Multiplayer.it
7.0
Lettori (5)
8.5
Il tuo voto

Non ci è dispiaciuto tornare nell'universo di Ar tonelico con questo Ar nosurge, ma dobbiamo ammettere di essere rimasti un po' spaesati sia dalle lacune nella storia - incolmabili senza consultare fonti esterne o giocare la visual novel giapponese... - sia dall'inconsistenza del gameplay, che alterna allo splendido sistema di combattimento lunghi e noiosissimi dialoghi tra personaggi fin troppo stereotipati. Al di là di queste problematiche, Ar nosurge è sicuramente un jRPG valido, consigliato però solo ai fan sfegatati del genere e a chi è disposto ad approfondire la trama per vie traverse... o a lasciarsi trasportare senza farsi troppe paranoie.

PRO

  • L'universo di Ar tonelico ha sempre il suo fascino
  • Sistema di combattimento
  • Colonna sonora

CONTRO

  • Trama di difficile comprensione e piena di cliché
  • Le sequenze visual novel alla lunga annoiano
  • In certi momenti è veramente troppo assurdo