Belle ragazze che si picchiano. Si potrebbe riassumere così il tema centrale di Dead or Alive, seppure agli esordi il picchiaduro a incontri targato Team Ninja faceva della sensualità delle sue combattenti più che altro un elemento accessorio, che rimaneva in secondo piano rispetto ad alcune interessanti innovazioni, come l'inedita interazione con gli scenari e un gameplay solido e coinvolgente, capace di rendere al meglio gli impatti e di proporre repertori di mosse spettacolari e convincenti. L'ultimo episodio è uscito nel 2012, ma sembra che gli sviluppatori vi siano davvero affezionati, al punto da riproporlo per la quarta volta in concomitanza con il debutto sulle console di nuova generazione. Nello splendore dei 1080p e dei sessanta frame al secondo, Dead or Alive 5: Last Round punta su di una nuova tecnologia, il cosiddetto Soft Engine, per accontentare onanisti professionisti ed entusiasti del fan service, consegnando loro una morbidezza inedita per quanto concerne il ballonzolare dei seni e un set di costumi extra davvero impressionante. Il tutto collocato, però, nella cornice di un'offerta che non aggiunge nulla di sostanziale a quanto già visto e rivisto.
Dead or Alive 5: Last Round è un ottimo picchiaduro a incontri, ma comincia a sentire il peso degli anni
"Qualche giorno dopo"
La campagna single player di Dead or Alive 5: Last Round non cambia di una virgola rispetto alle precedenti edizioni del gioco, e adotta purtroppo un approccio corale, in cui ci si trova a controllare personaggi differenti seguendo la progressione di una "trama" (raccontata francamente maluccio) che vede alla fine Kasumi confrontarsi con una sua versione "malvagia", creata in laboratorio dal gruppo MIST dopo l'abbandono degli esperimenti militari da parte della DOATEC.
Gli eventi della storia sono spesso paralleli e offrono il punto di vista di svariati combattenti che, per un motivo o per l'altro, si avvicinano al torneo Dead or Alive. Ciò significa che molte cutscene si ripetono più volte, ma soprattutto che il pur consistente numero di incontri che bisogna affrontare si conclude in un unico modo, anziché offrire sequenze finali diverse a seconda del personaggio. Una soluzione, quest'ultima, che avrebbe potuto senz'altro garantire una maggiore durata dell'esperienza, alla fine dei conti superflua per chiunque abbia già giocato con Dead or Alive 5. L'opera di rimasterizzazione, peraltro, si limita a risoluzione, frame rate e movimento tettonico, ma non va in alcun modo a migliorare la modellazione poligonale, che durante alcune cutscene mostra scorci urbani che riportano all'epoca del glorioso Dreamcast per l'ingenuità delle soluzioni utilizzate. Situazioni non proprio ideali, insomma, laddove sarebbe stato lecito aspettarsi come minimo un arricchimento dello story mode. La strada intrapresa da Team Ninja è stata dunque quella della pura e semplice convenienza: minimo sforzo, massimo risultato. O quantomeno erano quelle le intenzioni.
Quello che cambia
Il passaggio da Dead or Alive 5 (2012) a Dead or Alive 5 Plus (2013), e da Dead or Alive 5 Ultimate (2013) a questo Dead or Alive 5: Last Round è stato scandito fondamentalmente dall'introduzione di qualche nuovo personaggio, di qualche nuovo scenario, di qualche nuovo costume e di piccole modifiche al bilanciamento. Quest'ultima versione include due guerrieri inediti, Raidou e Honoka, rispettivamente il boss del primo capitolo con innesti cibernetici e la tipica studentessa giapponese tutta gonna, treccine e vocina stridula.
Il suo aspetto ovviamente trae in inganno, perché la ragazza sa farsi valere e utilizza uno stile di combattimento potente e determinato, caratterizzato da movimenti netti e da manovre aeree di grande efficacia. Nessun equivoco invece per Raidou: ha le sembianze di un tipo poco raccomandabile e il suo repertorio conferma tale impressione, con movimenti non rapidissimi ma che fanno tanto male. Il roster del gioco arriva dunque a offrire ben trentaquattro personaggi differenti, che includono anche il boss Alpha-152 / Phase 4 e quattro ospiti provenienti da Virtua Fighter (Akira, Pai, Sarah e Jacky). Novità anche per gli scenari, che vedono l'arrivo delle mappe Danger Zone e Crimson, tratte rispettivamente da Dead or Alive e da Dead or Alive 2, esclusive dell'edizione next-gen e capaci di proporre qualche idea interessante (vedi i salti infiniti di Danger Zone). E poi, come già detto, i costumi: un'ampia scelta di abiti (oltre trecento, molti dei quali da sbloccare) che vanno da quelli di default al tema natalizio, passando naturalmente per bikini che non lasciano nulla all'immaginazione, aggiungendo finanche acconciature alternative e accessori. I pacchetti di Dead or Alive 5 Ultimate sono quasi tutti presenti, in tal senso, ma stupisce come gli sviluppatori continuino a puntare su DLC supplementari, che arrivano anche a costare cifre spropositate. Evidentemente là fuori c'è un mercato che Tecmo Koei non vuole smettere di mungere, per rimanere in tema di mammelle.
Trofei PlayStation 4
Se l'offerta di Dead or Alive 5: Last Round non si differenzia più di tanto da quanto già visto nell'edizione Ultimate, è buffo notare come anche molti dei quarantotto Trofei disponibili siano esattamente gli stessi. Per ottenerli bisogna generalmente eseguire delle azioni per la prima volta, raggiungere numeri consistenti per quanto concerne i match e completare le varie modalità.
Ancora attuale?
Non c'è dubbio che Dead or Alive 5: Last Round sia ancora capace di esercitare un certo fascino nei confronti degli appassionati di picchiaduro a incontri, grazie alla solidità del proprio gameplay e a una sistema di interazione con le ambientazioni che sa essere molto spettacolare, fra mura sfondate e salti vertiginosi. Bisogna peraltro considerare che su PlayStation 4 il genere è agli esordi e non ci sono veri e propri concorrenti a poter infastidire il titolo targato Team Ninja, proposto giustamente a un prezzo budget. Allo stesso tempo, però, stiamo parlando di un prodotto che comincia a sentire il peso degli anni e la cui formula appare ormai fin troppo inflazionata: con quattro diverse edizioni in meno di tre anni, davvero poco diverse l'una dall'altra, la puzza di operazione commerciale si sente forte e chiara. Inoltre sulla console Sony (e, supponiamo, Xbox One) il lavoro di rimasterizzazione delude, lasciando intatti alcuni aspetti della grafica che apparivano datati già nel 2012 e consegnandoci modelli poligonali ottimizzati solo in determinati frangenti, quelli più pruriginosi. Il contorno di modalità secondarie non propone nulla di nuovo, infine, e i match online che abbiamo potuto provare erano spesso viziati da un lag consistente, che rendeva le cose oltremodo complicate. Probabile però che il popolarsi dei server nei prossimi giorni possa garantire un'esperienza migliore.
Conclusioni
Dead or Alive 5: Last Round è un ottimo picchiaduro a incontri, ma comincia decisamente a sentire il peso degli anni. Le varie riedizioni a base di nuovi personaggi, costumi e scenari non hanno infatti portato con sé le novità che sarebbe stato lecito attendersi, facendo scemare progressivamente l'entusiasmo nei confronti del gioco. In particolare, il debutto sulle console next-gen appare deludente: i due personaggi e gli altrettanti stage extra, nonché i pacchetti di costumi inclusi, non possono giustificare l'acquisto per chiunque abbia già provato il titolo di Team Ninja in precedenza. Al boost in termini di risoluzione grafica e "morbidezza" dei corpi femminili andava insomma affiancato l'innesto di nuove modalità o di uno story mode alternativo. La speranza è che tutta l'energia risparmiata dagli sviluppatori per la realizzazione di questa riedizione venga veicolata nella lavorazione di Dead or Alive 6.
PRO
- Gameplay solido, spesso spettacolare
- 1080p e 60 frame al secondo stabilissimi
- La resa delle forme femminili è indiscutibile...
CONTRO
- ...ma è praticamente l'unico aspetto migliorato
- Del tutto superfluo per chi ha già giocato con Dead or Alive 5
- Online talvolta problematico