Capcom sembra decisamente orientata a rilanciare la serie di Resident Evil, e per farlo ha per adesso puntato sulla riproposizione in alta definizione dello splendido remake per GameCube del capostipite, e sul sequel dello spin-off Resident Evil: Revelations. Quest'ultimo, come ricorderete, è stato un grande successo di critica e di pubblico su Nintendo 3DS, e un prodotto estremamente interessante, seppur non privo di qualche difetto, nella sua trasposizione per PC, PlayStation 3, Xbox 360 e Wii U. Per il suo sequel, Capcom ha deciso di utilizzare una formula particolare in termini di struttura e distribuzione. Anziché uscire in un'unica soluzione, infatti, Resident Evil: Revelations 2 è stato pensato come una mini serie di quattro episodi rilasciati a cadenza settimanale al costo di circa 6 euro l'uno. Una scelta quanto meno atipica da parte dello sviluppatore giapponese, che l'ha giustificata con la volontà di imitare il palinsesto a puntate di serie TV come The Walking Dead, ma anche un po' rischiosa, visto che se i primi episodi non dovessero convincere l'utenza, gli acquisti di quelli successivi calerebbero irrimediabilmente. Ad ogni modo, per completezza di cronaca aggiungiamo che in un secondo momento tutti gli episodi che compongono il titolo verranno raccolti in un'unica edizione distribuita sia in formato digitale che disco. Noi nel frattempo abbiamo giocato il primo capitolo su PlayStation 4 (e così faremo nelle prossime settimane), e quello che leggerete nelle prossime righe è il nostro resoconto.
Revelations, lo spin-off di Resident Evil, punta su una struttura episodica e le vecchie atmosfere
L’isola degli orrori
La trama di questo episodio, suddiviso in due parti, non brilla molto per originalità anche se com'era logico attendersi vista la natura del progetto lascia volutamente aperti molti quesiti a cui inevitabilmente si darà risposta nelle successive puntate. Tutto ha inizio quando la rediviva Claire Redfield e la sua collega Moira Burton, operative all'interno dell'organizzazione contro il bioterrorismo Terra Save, vengono rapiti a un party da alcuni uomini armati che le portano via e imprigionano all'interno di una colonia penale su un'isola remota.
Quando la sorella di Chris Redfield si risveglia in una cella umida con ai polsi un bracciale apparentemente legato a qualche iniziativa/sperimentazione umana, che cambia colore in relazione agli stati d'animo di chi l'indossa, e la porta ferrata che la rinchiude si apre da sola permettendole di uscire e liberare l'amica, per il videogiocatore comincia un'avventura dalla durata complessiva di circa due ore o poco più, a seconda dell'incedere del giocatore e del livello di difficoltà scelto per affrontare il capitolo. Alla fine, comunque, visto che si sbloccano delle opzioni extra per la campagna principale, volendo si può rigiocare da capo in maniera differente. Ad ogni modo, senza rivelare troppo della storia, ad un certo punto dell'episodio Moira riesce a lanciare un segnale di allarme con tanto di coordinate satellitari, che vengono intercettate prontamente dal padre, che come tutti i genitori cosa fa? Si arrabbia, imbraccia il fucile e parte alla volta dell'isola da dove ha ricevuto il segnale. O almeno così fa se il suo nome è Barry Burton, vecchia conoscenza nonché figura molto amata dai fan dei vecchi Resident Evil. Una volta sbarcato sull'isola, l'ex membro della S.T.A.R.S. dà il via alla seconda parte dell'episodio. L'uomo incontra una strana ragazzina di nome Natalia che vaga senza meta, e decide ovviamente di non abbandonarla e portarla quindi con sé per proteggerla. Dopo varie vicissitudini, la puntata, come accennavamo prima, si chiude col classico colpo di scena, di quelli che come nella migliore tradizione dei telefilm di successo mettono curiosità per la prossima, al pari delle anticipazioni e delle domande che inevitabilmente i giocatori inizieranno a porsi dopo i titoli di coda: chi e perché ha rapito Claire e Moira? Cosa sono e a cosa servono i braccialetti che hanno ai polsi? Perché Moira non ama le armi da fuoco e sembra avercela col padre? Chi è Natalia e da dove nascono i suoi poteri?
Giochi di coppia
Resident Evil: Revelations 2 è un gioco incentrato sulla cooperazione fra i personaggi, pertanto buona parte della giocabilità ruota sull'alternanza dei protagonisti (il cambio di personaggio è piuttosto veloce e intuitivo, e a volte avviene in automatico a seconda della situazione) o sulla loro interazione, con quello di supporto, se non si gioca in co-op locale in split-screen con un amico, che viene gestito abbastanza bene dalla CPU. In quest'ultimo caso molta dell'efficacia della funzione dipende però dal duo protagonista.
La coppia meglio assortita ci è sembrata in tal senso quella formata da Claire e Moira, con la prima abile con le armi da fuoco e col coltello, e la seconda più portata al ritrovamento di oggetti utili, ma in grado comunque di difendersi da sola e di dare un contributo reale anche negli scontri. Facendo uso di una torcia, la stessa che utilizza per evidenziare il materiale più interessante da raccogliere, la figlia di Barry può accecare i nemici rendendoli momentaneamente più vulnerabili, o li può abbattere a colpi di piede di porco. La ragazza è infatti restia all'uso delle armi a causa di un evento particolare che l'utente scoprirà giocando ai prossimi episodi. Quella invece composta da Barry e Natalia, protagonisti del secondo atto del primo episodio, ci è sembrata al momento la meno complementare. La piccola può fracassare il cranio di una creatura più debole o lanciare mattoni per distrarli, un po' come faceva Ellie in The Last of Us, gioco al quale sembrano ispirarsi alcune meccaniche del capitolo nel quale è protagonista con Barry. Inoltre è dotata di un particolare potere che le permette di percepire la presenza delle creature che popolano l'isola, rivelandosi talvolta utile per scoprire una minaccia prima che questa si manifesti davanti a lei e all'ex S.T.A.R.S.. Come se non bastasse la si può far strisciare in un'apertura, o sgattaiolare in una piccola grata per recuperare ad esempio qualche oggetto utile o per sbloccare una porta chiusa dall'altro lato. Ma quelli che per certi versi sono la sua forza, costituiscono anche la sua debolezza. Natalia è infatti molto debole agli attacchi dei mostri, i quali la prendono spesso di mira, e visto che la ragazzina non è molto reattiva nel fuggire, sovente bisogna fare i salti mortali per salvarla da una morte certa, cosa che porta Barry a rendersi involontariamente a sua volta vulnerabile agli assalti, o a sprecare più piombo. Considerando che le creature del gioco non sono sempre delle cime, ma si rivelano ostiche da eliminare visto che presentano comunque dei buoni pattern d'attacco a seconda del tipo di mostro (ci sono quelli simil zombi, lenti, e altri più veloci o armati di tubi e oggetti, più degli insettoni e un paio di mini-boss) o quando sono in gruppo, la cosa può rivelarsi talvolta alquanto fastidiosa.
Le radici della paura
Per quanto riguarda la giocabilità più generale, il titolo mantiene quelli che sono i dettami classici delle avventure horror con visuale in terza persona, riproponendo per buona parte delle meccaniche già viste in altre produzioni simili, passate e presenti. In tal senso, uno degli aspetti forse più interessanti di questo Resident Evil: Revelations 2 è quello di volersi sforzare apparentemente di mantenere un certo legame concettuale con le origini del survival horror, senza però per questo chiudere le porte al moderno, aggiornando ma non stravolgendo, laddove possibile, il gameplay rispetto al predecessore.
La necessità di razionalizzare l'uso delle armi, potenziabili raccogliendo appositi kit e utilizzando un bancone per la modifica, e l'attenzione da riservare alla propria salute e a quella dei compagni (se colpiti il livello di vita scende velocemente), visto che munizioni e medikit sono disponibili in quantità non esagerate, non possono che richiamare alla mente i vecchi titoli della serie. Idem le zone da esplorare, specie dentro la prigione o nella boscaglia di notte, con le loro atmosfere lugubri e talvolta angoscianti, dove sembra quasi di percepire una minaccia dietro ogni angolo. Complice certamente anche il buon uso degli effetti sonori, che accompagnano letteralmente i protagonisti nel loro incedere verso la propria meta con rumori sinistri quanto improvvisi, lamenti e altri elementi di contorno, costringendo di fatto l'utente a tendere spesso le orecchie per il timore di vedersi piombare addosso qualche mostro. Di contro si rompono le casse per raccogliere i proiettili o le erbe curative, si può fare un po' di crafting con garze e bottiglie, si spara a dei medaglioni appesi nei posti più impensabili, si guadagnano punti da spendere a fine livello per sbloccare nuove abilità per il singolo personaggio o per il team, e si ha a disposizione un set di comandi più reattivo e moderno. In certi casi l'azione si fa più movimentata, ma mai esageratamente action, e perfino il vecchio Barry adotta spesso mosse più attente, prendendo alle spalle i nemici per poi ucciderli ficcandogli un coltello nella testa.
Modalità Raid e comparto tecnico
A incrementare la longevità del prodotto, e a offrire anche un diversivo rispetto alle meccaniche della campagna principale, da cui è completamente slegata, c'è la modalità Raid. Caratterizzate da ritmi serrati e frenetici, ognuna delle missioni da affrontare sono in grado di impegnare i giocatori per ore, a patto di essere ovviamente degli appassionati di punteggi, sbloccabili e statistiche. In ogni episodio, infatti, la modalità dà accesso a un certo numero di raid (qui sono una cinquantina), ognuno dei quali si può affrontare con uno dei personaggi disponibili, da soli o in compagnia tramite l'opzione cooperativa in locale.
In ogni fase l'utente deve fare un certo punteggio uccidendo il maggior numero di nemici e portando a termine alcuni obiettivi secondari, per ottenere il miglior risultato possibile, per sbloccare le aree successive o l'uscita. Alcuni livelli sono infatti strutturati a tappe, per cui bisogna muoversi e spostarsi per raggiungere la fine di un'area, mentre altri sono pensati solo per la mattanza dei nemici fino a quando non "appare la parola fine". Al termine di ogni missione il giocatore viene premiato con costumi da sbloccare e monete da spendere per comprare nuove armi, potenziamenti o abilità da sfruttare poi al prossimo giro, per ottenere punteggi ancora più alti dei precedenti e mettere le mani su altri premi. Chiusa l'ampia parentesi dedicata alla parte giocata, passiamo ad analizzare quella tecnologica. Da questo punto di vista c'è da dire che il titolo mostra la sua natura cross-gen, e non offre pertanto dei veri e propri picchi qualitativi dal punto di vista estetico. Se da una parte infatti la produzione propone una grafica a 1080p, dei modelli poligonali dei protagonisti ben caratterizzati e alcune locazioni particolarmente evocative dal punto di vista dell'atmosfera, dall'altra presta il fianco a una certa povertà di dettaglio nelle texture che rivestono personaggi, ambienti e creature (anche se queste ultime presentano perlomeno una discreta varietà nel design e nel comportamento), a uno scarsa realizzazione degli effetti particellari e volumetrici, e a "strani" cali di frame rate in alcuni rari momenti. Strani perché, come detto, la grafica del gioco non è certo il non plus ultra di questa generazione. Diverso invece il discorso per quanto concerne la parte sonora. Qui oltre al buon doppiaggio in italiano (parolacce incluse), spiccano come accennavamo in un altro punto del nostro articolo, gli effetti audio come i gorgoglii dei mostri, i rumori del metallo che si contorce a causa della ruggine e del degrado, i suoni ambientali e la colonna sonora che accompagna come in un film horror le varie fasi dell'avventura, sottolineando al momento giusto le fasi più concitate rispetto a quelle apparentemente più quiete.
Conclusioni
Una manciata di ore di gioco, estrapolate tra l'altro da un contesto più ampio, non bastano per poter esprimere un giudizio completo su un titolo appena cominciato. Semmai sono sufficienti per abbozzare una prima valutazione parziale su quelli che sono gli elementi che più ci hanno colpito, nel bene o nel male, durante il nostro test. Da questo punto di vista, come abbiamo scritto nel corso della recensione, di Resident Evil: Revelations 2 ci è piaciuta l'atmosfera generale del gioco, il senso di minaccia durante buona parte dell'avventura, qualche nuova meccanica, soprattutto legata alla campagna di Barry, e la modalità Raid, che da sola costituisce un gradito diversivo capace di divertire e intrattenere per i ritmi serrati e per l'alto tasso di rigiocabilità. Di contro non ci hanno del tutto convinto la parte tecnica, con una grafica non all'altezza delle piattaforme di nuova generazione e un paio di inciampi sul frame rate, e alcuni punti del gioco, dove abbiamo vissuto delle situazioni abbastanza telefonate e dalle meccaniche un tantino ripetitive. Al momento, quindi, possiamo definire tutto sommato positivo il primo impatto con il prodotto, ma con qualche riserva.
PRO
- Le atmosfere sono abbastanza interessanti
- Prende il primo capitolo e prova a migliorarlo in alcune meccaniche
- La modalità Raid costituisce una buona alternativa alla campagna principale
CONTRO
- La struttura episodica rimane un'incognita
- Graficamente tradisce la sua natura cross-gen, e nonostante questo non è ottimizzato in maniera ideale
- La storia e le situazioni di gameplay per adesso non decollano