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Criminal Girls, recensione

Il gioco di Imageepoch arriva in Europa in una nuova versione "migliorata" in esclusiva per PlayStation Vita

RECENSIONE di Massimo Reina   —   11/03/2015
Criminal Girls: Invite Only
Criminal Girls: Invite Only
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L'iperattiva NIS America porta finalmente anche in Europa su Vita il remake di Criminal Girls originariamente rilasciato su PlayStation Portable. Si tratta di un dungeon crawling RPG con combattimenti a turni, incontri casuali e qualche elemento comico-"piccante" in perfetto stile anime. L'incipit alla base della trama è come sempre in questi casi un pretesto per mettere in scena situazioni assolutamente fuori di testa, fra donnine succinte ma mai volgari, battute in doppio senso e tanto altro. La storia narra infatti di alcune ragazze che il giocatore, in qualità di neo assunto guardiano, deve accompagnare nel loro lungo percorso di redenzione attraverso i vari piani che compongono l'Inferno, dove le loro anime sono state condannate alla dannazione. Le criminali dovranno superare diverse prove per poter tornare in vita ed avere così una seconda occasione per riscattarsi, subendo quando necessario una bella sculacciata o qualche frustatina.

Criminal Girls arriva in Europa in una nuova versione esclusiva per PlayStation Vita

All’Inferno e ritorno

La struttura di gioco è quella classica del genere, con l'inquadratura dall'alto, i labirintici dungeon da esplorare col proprio party alla ricerca di tesori e nemici da affrontare nella più classica impostazione dei combattimenti a turni. Questi ultimi in realtà differiscono da quelli di altre produzioni per le particolari meccaniche che ne governano le azioni, che a prima vista potrebbero sembrare essere regolate da una certa casualità e far storcere il naso a molti per la sua imprevedibilità. Questo perché in tali frangenti non è possibile accedere a tutte le abilità dei personaggi del party, ma solo a una per volta, e per giunta a quelle decise dalle stesse ragazze, che proporranno all'utente una serie di azioni tra le quali scegliere.

Criminal Girls, recensione
Criminal Girls, recensione

Di fatto si può quindi eseguire una sola azione per utilizzare un singolo oggetto, attacco fisico o magico, o abilità. Tutto ciò impone al videogiocatore di pianificare con attenzione ogni mossa, tenendo conto proprio di quanto i quattro membri del gruppo gli proporranno di volta in volta, ma anche delle loro caratteristiche e affinità combattive, e di cercare di sviluppare il party in maniera eterogenea, in maniera tale da cambiare anche in corsa un personaggio con un altro più idoneo al tipo di battaglia in corso. Per farlo, oltre che coi vari oggetti acquistabili tramite la valuta del gioco, cioè i CM, con il level-up o con altri potenziamenti che si possono racimolare in giro per l'Inferno, può ricorrere alle punizioni corporali, qui alla voce Motivation. Basta quindi recarsi all'interno di una delle tante infermerie disseminate nei sotterranei, e dare il via all'opera. Durante il Motivate Time entra infatti in gioco la figura di educatore del videogiocatore, il quale attraverso l'uso delle levette analogiche e dei comandi tattili di PlayStation Vita si ritrova a interagire coi corpi delle ragazze, per punirle e "condurle sulla retta via", eliminando le loro tentazioni. Queste fasi in realtà non servono solo a farsi due risate (o a dare sfogo al piccolo pervertito dentro ognuno di noi) mentre come novelli Fantozzi gli utenti toccano lo schermo della console davanti e dietro per sculacciare o stimolare le criminali tramite dei QTE, ma anche per sbloccare delle abilità nascoste dei personaggi. Alcune di queste sono attive, e diventano tra l'altro indispensabili durante le fasi di combattimento, altre più passive ma necessarie comunque per l'incremento di alcune statistiche. Ci sono poi le Field Skill, vale a dire delle azioni peculiari per ogni giovane dannata utilizzabili anche al di fuori delle battaglie. Tomoe, per esempio, può teletrasportare il gruppo all'ultimo punto di salvataggio, Ran può impedire temporaneamente gli scontri casuali, mentre Kisaragi può indicare il numero di bauli non aperti al piano che si sta esplorando, inclusi quelli nascosti. Sempre nelle infermerie è possibile far riposare il party per ripristinare la salute, salvare, accedere a un negozio nel quale fare acquisti e teletrasportarsi rapidamente da una parte all'altra dei vari dungeon, visto che le varie astanterie sono collegate tra di loro.

Criminal Girls, recensione

Se il gameplay di Criminal Girls: Invite Only non entusiasma più di tanto, lo stesso si può dire anche per la parte tecnica. Dal punto di vista grafico il character design, che propone delle figure femminili stereotipate, è curato e piace, col suo stile un po' manga, un po' super deformed dei vecchi titoli per Super Nintendo o Mega Drive. Al contempo, però, gli sprite dei personaggi sullo schermo sembrano un tantino sfocati e in battaglia, dove tutto si svolge su una schermata fissa con le quattro combattenti gestite dal giocatore posizionate ai quattro lati dello schermo, e i mostri al centro, sono praticamente statici. Alti e bassi pure nella realizzazione degli scenari, con sotterranei tutti uguali tra di loro, a parte la presenza o meno di neve e altri elementi di contorno. Le tanto reclamizzate scenette piccanti, in realtà abbastanza trattenute, sono state sottoposte a censura sia video che audio nella localizzazione occidentale. Pertanto le nebbioline rosa rimangono anche nei livelli più avanzati dell'avventura (nell'edizione giapponese venivano invece eliminate), alcuni punti "critici" sono più coperti e sono state rimosse le voci e i gemiti delle ragazze. Il sonoro regala comunque un buon doppiaggio in giapponese durante il resto dell'avventura, con sottotitoli in inglese, e una discreta colonna sonora, dove spicca in particolare il brano di apertura del gioco.

Conclusioni

Multiplayer.it
ND
Lettori (1)
3.2
Il tuo voto

Diciamocela tutta, se non fosse per le protagoniste e per le situazioni ironicamente fetish che le vedono coinvolte, Criminal Girls: Invite Only sarebbe uno dei soliti dungeon crawler RPG senza infamia e senza lode che si vedono in giro. Un titolo abbastanza divertente da giocare se si è appassionati del genere e non si ha per le mani qualcosa di migliore, con una storia leggera e un sistema di combattimento particolare, che può anche piacere se lo si padroneggia un po'. Ma niente di eccezionale, specie considerando altri prodotti dello stesso genere ma nettamente superiori presenti su PlayStation Vita. In definitiva un titolo discreto da prendere solo se vivete a pane, grinding e... sculacciate.

PRO

  • Trama leggera e fuori dagli schemi
  • Stile grafico molto carino, un po' 16-bit, un po' manga
  • Battle-system con qualche spunto interessante...

CONTRO

  • ... ma anche un po' troppo statico e ripetitivo alla lunga
  • Tecnicamente altalenante
  • Alcune funzioni caratteristiche di PlayStation Vita relegate in secondo piano