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Out Run all'ennesima potenza

Il classicissimo arcade SEGA riceve il trattamento 3D Classics, e che trattamento!

RECENSIONE di Michele Maria Lamberti   —   19/03/2015
3D Out Run
3D Out Run
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Ah, cara vecchia SEGA. No, non c'è alcun riferimento onanistico, parliamo semplicemente della SErvice GAmes dei tempi che furono, quella in cui gli sconvolgimenti degli anni più recenti erano impensabili e che dominava sia in sala giochi che a casa, che sfornava con una regolarità martellante capolavori su capolavori, impressionanti sia dal punto di vista tecnico, sia da quello del gameplay, sia per un aspetto che oggi come oggi viene dato per scontato ma che ai tempi non era mica facile da trovare: in inglese si definisce "attitude", "coolness", in italiano diremmo semplicemente "figaggine" o cose simili. "SEGA does what Nintendon't", insomma, e riusciva a farlo anche perché tra le sue fila militavano personaggi del calibro di Yu Suzuki, uno dei game designer più leggendari della storia, che dopo aver sconvolto il mondo a colpi di arcade impressionanti per tecnica e, appunto, attitude, si permise anche di rivelare un'anima sorprendentemente profonda e poetica con Shenmue. Ma questa, purtroppo, è un'altra storia. Anche se, ripensandoci, pure il buon Ryo Hazuki ne ha spese di monetine nel cabinato di Out Run...

La linea 3D Classics si arricchisce col classico dei classici: sua maestà Out Run!

Direttamente dagli anni Ottanta

Una delle (alcuni qua inserirebbero un bel "poche", ma restiamo fuori da giudizi e approfondimenti) mosse azzeccate dell'ultimo periodo di SEGA è la linea 3D Classics, capolavori del passato riproposti su Nintendo 3DS, digitalmente e a prezzo convenientissimo, con un'operazione di rifacimento che, oltre che su varie opzioni aggiuntive, si concentra principalmente sull'introduzione e lo sfruttamento del 3D stereoscopico.

Out Run all'ennesima potenza

Per quanto abbiamo già avuto modo di gustarci splendide versioni di classici quali Altered Beast, Shinobi III, Space Harrier, Super Hang On e Streets Of Rage, diciamoci la verità, tutti appena abbiamo sentito per la prima volta di questa collana abbiamo cominciato ad attendere un solo titolo, e cioè quello che abbiamo finalmente tra le mani, che per la verità in Giappone è disponibile da quasi un anno. Out Run, ventinove anni sul groppone, è probabilmente ancora oggi l'arcade racer perfetto, velocissimo, bastardissimo, cool fino all'inverosimile, dotato di una colonna sonora memorabile e di un cabinato che ancora oggi, se lo trovate in qualche sala da bowling o in qualche multisala, fa la sua figura. Sviluppato dalla AM2 di Suzuki sulla appropriatamente battezzata SEGA Out Run Arcade System Board, si avvaleva della tecnologia Super-Scaler che permetteva agli sviluppatori di trattare gli sprite bidimensionali come se fossero dei veri e propri oggetti 3D, ancora parecchio di là da venire perlomeno per la grande massa dei videogiocatori. Da qui lo straordinario senso di profondità e velocità, uno solo dei tanti esempi di come la Grande Esse fosse avanti a tutti in quel periodo in tanti aspetti del mondo videoludico; non a caso per averne una trasposizione casalinga all'altezza si dovette aspettare l'arrivo del Saturn.

Out Run all'ennesima potenza

Alla guida di una rombante Ferrari Testarossa (non su licenza, purtroppo), l'automobile più da sogno intorno a quegli anni, e affiancato da un'avvenente bionda, il giocatore partiva per un viaggio contro il cronometro che lo portava ad affrontare cinque scenari ispirati a paesaggi europei e nordamericani: bisognava raggiungere la fine di uno stage, il checkpoint, entro il tempo limite, e solo allora il cronometro si ricaricava, in maniera però sempre meno generosa. Una delle cose più belle era che gli stage non erano consequenziali, ma alla fine di ognuno si poteva scegliere una delle due strade di un bivio: ciò assicurava una rigiocabilità anche solo per il desiderio di vedere tutti gli scenari, che all'epoca facevano veramente impressione. Il senso di velocità era stupefacente, anche grazie alla scelta di porre la telecamera esattamente dietro l'automobile limitando così la visuale; il level design teso a favorire i giocatori migliori, oltre che (parliamo sempre di un arcade) a spillare quante più monetine possibili agli incauti avventori. Una serie di altri mezzi dalla guida non sempre esattamente sicura, successioni di curve ad alta velocità e numerosissimi ostacoli immediatamente fuori i bordi della strada erano i nemici principali del pilota, che doveva destreggiarsi tra volante, freno, acceleratore e volendo anche cambio manuale. E tutto questo accompagnato da una colonna sonora che è rimasta storica: Passing Breeze, Magical Sound Shower e Splash Wave, composti da Hiroshi Kawaguchi, sono tutt'oggi brani amati non solo dai videogiocatori.

L'effetto 3D

Strabiliante a dir poco. Perfettamente realizzato e sparatissimo verso l'alto, non arriveremo a dire che cambia il modo di fruire il gioco, ma non sarebbe neanche un'affermazione troppo esagerata. Dal punto di vista grafico innanzitutto: non intacca minimamente il frame rate e dona al Super-Scaler una profondità quasi paragonabile a quella di un normale gioco poligonale. E tanta profondità dona pure al gameplay, riuscendo nel duplice obiettivo di renderlo al contempo più naturale ed intuitivo (è più semplice gestire le distanze, ad esempio), e più frenetico e coinvolgente. La migliore stereoscopia mai vista su Nintendo 3DS? Se non proprio, siamo nella top five. Unica avvertenza, qualcuno potrebbe non gradire il livello impostato al massimo, ma la levetta del 3D sta lì proprio per questo.

Rifarsi il senno

Tutto questo ben di Dio su Nintendo 3DS è trasportato in maniera deliziosa, a partire dai controlli che sono precisissimi, anche se suggeriamo, per sterzare, la croce digitale invece dello stick, stiamo pur sempre parlando di un arcade. E in ottica remake, quali novità apporta questa edizione? Innanzitutto un sacco di opzioni nuove, per personalizzare come si deve l'esperienza di gioco. Ne citiamo giusto alcune: la possibilità, per esempio, di riprodurre i controlli dell'originale arcade sul touch screen, vale a dire freno e acceleratore da toccare. Niente di sconvolgente, i controlli tradizionali rimangono decisamente preferibili, ma sta a testimoniare la cura riposta nell'operazione.

Out Run all'ennesima potenza

La possibilità di scegliere, inoltre, al posto della versione che si trovava nelle nostre sale giochi, quella originale giapponese, la cui differenza principale è una dislocazione diversa degli scenari. Ancora, una simpaticissima opzione che inclina la schermata di gioco principale quando il giocatore prende una curva, per simulare il movimento della testa del pilota, realizzata benissimo e che rende ancora più frenetica e coinvolgente l'azione di gioco. E infine quello che è praticamente un must in ogni conversione casalinga di un titolo da sala giochi che si rispetti, ma che qui assume una rilevanza particolare: parliamo della regolazione del livello di difficoltà. Out Run, dicevamo, è un gioco per forza di cose molto difficile; tale rimane su Nintendo 3DS, ma c'è la possibilità di renderlo meno ostico, per esempio diminuendo il traffico su strada e aumentando il tempo a disposizione.

Out Run all'ennesima potenza

È in simili frangenti, pure, che si vede quanto sia rimasto bello il materiale di base: con la difficoltà al minimo, senza troppa ansia di evitare ostacoli e di correre più veloci della luce, resta il piacere di guidare e di vedere gli scenari scorrere ai lati della nostra Testarossa. Ovviamente esperienze superate in anni più recenti da tanti titoli di guida, ma ancora, credeteci, validissime. Così come validissima resta la grafica, perfettamente identica all'originale, viva, vibrante, un po' monotona per gli standard odierni, e chiaramente gli sprites in bitmap non sono oggetti poligonali, ma scorrono talmente veloci che rimangono comunque un piacere. Per di più, mentre l'originale andava a 30 frame al secondo, qua siamo a 60 costanti, rocciosi, incrollabili anche con lo splendido, come vedete nel box qua sopra, effetto 3D attivato. E infine il sonoro: anch'esso invariato rispetto all'arcade, e quindi anch'esso eccellente. Ma ci sono due canzoni in più, Cruising Line e Camino a Mi Amor. Come stile siamo perfettamente in linea con i tre grandi classici, come qualità diremmo un gradino sotto, ma potrebbe anche essere semplicemente l'effetto nostalgia, diamo loro un po' di tempo e magari, vista la qualità generale di 3D Out Run, parleremo di due nuovi capisaldi della musica videoludica.

Conclusioni

Versione testata Nintendo 3DS
Digital Delivery Nintendo eShop
Prezzo 4,99 €
Multiplayer.it
9.0
Lettori (4)
8.0
Il tuo voto

Che dire? La qualità dell'originale la conosciamo più o meno tutti. Se a trent'anni dell'uscita non si può più definire il racer arcade più bello della storia è solo perché la tecnologia è notevolmente avanzata, ma difficilmente il genere vedrà svolte più epocali di quella dell'86, e un titolo che resisterà così bene alla prova del tempo. E la qualità di questa conversione/remake (cosa vera più o meno per tutta la linea 3D Classics, c'è da dirlo) è assoluta, una delle cose più belle fatte da SEGA negli ultimi tempi: il materiale di base è rispettato fino all'ultimo pixel, le opzioni sono tante, migliorano il gioco senza snaturarlo, i 60 frame al secondo e il 3D strabiliano, le musiche nuove rispettano i tre mostri sacri originali. Aggiungiamo il prezzo di 5 Euro e abbiamo un gioco che tutti i possessori di Nintendo 3DS devono avere.

PRO

  • Out Run fino all'ultimo pixel
  • Operazione di remake rispettosa e significativa
  • Forse la stereoscopia più bella vista finora
  • Il prezzo è un vero regalo

CONTRO

  • Giusto per chiedere la luna: qualche elemento online?