Il Japanese Role Playing Game che non sarebbe mai dovuto uscire in Occidente perché magari non se lo sarebbe filato nessuno è diventato uno dei titoli più ricercati, giocati e apprezzati nella lunga storia del genere.
Non solo ha dimostrato che i jRPG non sono morti, a differenza di quel che credevano in molti, ma ha anche mostrato i muscoli del sottovalutatissimo Wii, in barba ai trilioni di poligoni senz'anima nei titoli tripla A più pubblicizzati. Xenoblade Chronicles è stato anche il coronamento di un sogno per il suo director, Tetsuya Takahashi, che per la prima volta ha potuto trasformare una storia in videogioco senza dover omettere nulla all'ultimo momento e senza pressioni dall'alto, diversamente da quanto accaduto all'uscita di Xenogears e XenoSaga, gli altri due jRPG che hanno reso comunque famosissimo lo sviluppatore Monolith Soft. Oggi Xenoblade Chronicles diventa anche il primo titolo esclusivo per la "nuova" console portatile di Nintendo, alla faccia di Mario, Link e Kirby. In questa recensione vi spiegheremo sommariamente gli aspetti principali del gioco, calcando la mano sull'effetto che la conversione ha avuto su di essi: se volete approfondire l'argomento, vi suggeriamo di leggere la lunghissimissima recensione che abbiamo pubblicato ai tempi della release originale. Il gioco, infatti, è praticamente identico... ma sarà un bene o un male?
Xenoblade Chronicles è ancora uno dei migliori jRPG nella storia del genere anche in versione portatile
Una lunga storia per una piccola console
Le storie di Tetsuya Takahashi (e di sua moglie Kaori "Soraya Saga" Tanaka, in certi casi) sono tutt'altro che banali, anche se sfiorano alcuni tra i più diffusi stereotipi dell'animazione nipponica. Esse raccontano spesso del conflitto tra spirito e materia, fede e scienza, uomini e macchine, e non offrono risposte precise a dilemmi morali insormontabili, pur tracciando una linea che, nella maggior parte dei casi, mette tutti d'accordo.
Succede anche in Xenoblade Chronicles 3D, quando il giovane Shulk impugna la leggendaria spada Monade per affrontare i Mechon che hanno assalito la Colonia 9 in cui vive: l'arma gli conferisce delle capacità precognitive che Shulk, inizialmente, pensa di poter sfruttare a suo vantaggio. Purtroppo, però, il destino sembra essere scritto, e sferra al nostro protagonista un vero tiro mancino, dando inizio a un lungo viaggio che lo porterà ad esplorare il Bionis, il corpo di una gigantesca divinità defunta sul quale è fiorita la vita biologica, umana e non. Peccato che il Bionis si sia ucciso a vicenda col Mechonis, e che quell'antico conflitto nasconda più segreti di quanti Shulk e i suoi amici non credano. La loro avventura, infatti, li porterà a conoscere altre civiltà, e a scoprire la vera storia dei Mechon e del loro mondo, in un tripudio di colpi di scena e rivelazioni che lasciano senza respiro. La lunghissima storyline di Xenoblade Chronicles 3D si completa in una cinquantina di ore, ma se ne possono spendere anche più del doppio a esplorare il mondo del gioco, a completare ogni missione secondaria e a sconfiggere ogni mostro. Considerata l'estensione dell'avventura, la possibilità di salvare in ogni zona o momento va a braccetto con lo stato di stand-by imposto dalla chiusura del New Nintendo 3DS, rendendo il gioco particolarmente adatto alla natura portatile della console. Non è l'unico vantaggio che offre il game design, comunque: nonostante abbia quattro anni sulle spalle, Xenoblade Chronicles 3D resta un titolo estremamente innovativo e user-friendly per il genere cui appartiene. La possibilità di teletrasportarsi in qualsiasi momento nelle zone già scoperte o il solo fatto che non esista un Game Over, e che il party ricompaia al checkpoint più vicino quando sconfitto, la dicono lunga sulla mentalità dello sviluppatore. Da questo punto di vista, insomma, la conversione di Monster Games non tradisce lo spirito dell'originale, rendendolo semmai ancora più adatto a una fruizione mobile senza limiti di sorta.
Quattro dimensioni da manipolare
Sul piccolo schermo l'interfaccia di Xenoblade Chronicles 3D soffoca un po' l'azione, c'è poco da fare. Fortunatamente Monster Games ha diluito la sua densità, spostando la minimappa e i ritratti dei membri del party, comprensivi di indicatori vitali, sullo schermo inferiore del New Nintendo 3DS: il touch screen è quindi leggermente scarno, dal punto di vista meramente estetico, ma lascia respirare di più lo schermo superiore. La barra delle abilità resta sullo schermo superiore, dove è giusto che sia visto che il nostro sguardo sarà spesso fisso su di esso: chi ha già giocato la versione Wii saprà che il sistema di combattimento di Xenoblade Chronicles mescola tempo reale e turni in modo intelligente, consentendo un completo controllo del personaggio utilizzato mentre gli altri combattono pilotati da una discreta intelligenza artificiale. Ogni personaggio possiede abilità diverse che cambiano drasticamente il modo di giocarlo, e più di tre rami di specializzazione che permettono di alterare sensibilmente il suo ruolo in battaglia. Alcune di queste abilità, come i poteri della Monade in possesso di Shulk, sono di tipo reattivo, e devono essere usate al momento giusto per respingere gli attacchi più potenti dei nemici: in questo modo Monolith Soft ha intelligentemente integrato nel gameplay le capacità precognitive dell'arma leggendaria, per esempio, ma anche i talenti che definiscono gli splendidi personaggi che si uniranno alla crociata di Shulk, dalla maga Melia allo spadaccino Dunban, passando per il buffo Riki e così via. Nulla è lasciato al caso o, per intenderci, al di fuori del gameplay: persino i loro rapporti interpersonali giocano un ruolo determinante negli scontri, spingendoci a cambiare spesso la formazione del gruppo per sbloccare sempre più opzioni e abilità. Il livello di personalizzazione è altissimo, anche se molte feature - come le gemme e i bonus da esse conferiti - richiedono una grande dedizione e un buon approfondimento delle meccaniche di gioco.
Xenoblade Chronicles 3D è, insomma, un jRPG per tutti, ricchissimo di contenuti: non c'è solo da combattere, ma anche da esplorare, e le centinaia di missioni secondarie da intraprendere fanno sì che il giocatore sia esortato a sbirciare in ogni angolino delle immense mappe, anche soltanto per scoprire un obiettivo segreto o un nuovo collezionabile. Sfortunatamente, nella conversione Monster Games non ha sfiorato neppure di striscio il sistema di catalogazione delle missioni secondarie, già confuso e superficiale nella versione originale. È un peccato, perché questo era il momento opportuno per risolvere uno dei pochi problemi del gioco. Lo sviluppatore, invece, si è adoperato per integrare una modalità extra che permette di riascoltare tutti i brani della strepitosa colonna sonora e di ammirare i vari modelli poligonali: purtroppo si tratta di una feature trascurabile, come avevamo sospettato, perché si appoggia all'amiibo di Shulk, alle monete di gioco e allo StreetPass per sbloccare - casualmente - i vari contenuti da collezionare. Nel caso si voglia puntare a un contenuto specifico, invece, bisogna spendere fino a tre monete di gioco, ma in ogni caso diventa una specie di "grind" adatto soltanto ai fan più sfegatati.
L'effetto 3D
Il suffisso non avrebbe avuto senso se la conversione non avesse offerto un effetto stereoscopico degno di questo nome, e infatti il 3D di Xenoblade Chronicles lascia a bocca aperta. Certo, non aggiunge nulla al gameplay, né ci si può aspettare di valutare meglio le distanze dai nemici durante i combattimenti, specie su uno schermo così piccolo, ma impreziosisce ulteriormente i già meravigliosi scenari del gioco. Chi ha già ammirato le cascate di Makna dalle cime più alte della giungla, per dire, capirà facilmente il valore aggiunto della terza dimensione.
L'elefante nella stanza
Eccoci giunti al momento tanto atteso. Insomma, questa inattesa conversione di Xenoblade Chronicles è venuta bene, sì o no? La risposta è un enigmatico "nì", ma permetteteci di elaborare. A ben guardarlo, in effetti, il titolo Monolith Soft ha fatto qualche passo indietro. La risoluzione è diminuita, e non è che già facesse gridare al miracolo, specie per quanto riguardava le texture, e la palette cromatica ci è apparsa un po' sbiadita rispetto a quella originale, anche se dopo un po' ci si fa l'abitudine.
Il frame rate è abbastanza stabile, e inciampa più o meno negli stessi momenti in cui rallentava l'azione anche su Wii, quando i combattimenti contro più nemici si fanno particolarmente convulsi: anche in questo caso, non possiamo lamentarci troppo. Il C-Stick garantisce un discreto controllo della telecamera, nonostante la sua sensibilità lasci un pelo a desiderare soprattutto durante gli scontri. Il punto, però, è che Xenoblade Chronicles non è mai stato un titolo spaccamascella, visivamente parlando, e chi lo ha giocato su un TV Full-HD senza ricorrere a cavi component o altre soluzioni sa bene quel che vogliamo dire. I meriti del gioco Monolith Soft erano praticamente tutti della direzione artistica, straordinaria e sempre attenta al minimo particolare, dal drastico delle ambientazioni sulla base del ciclo giorno/notte all'equipaggiamento sempre visibile sui corpi dei personaggi, passando per l'immensità seamless delle aree esplorabili, in certi casi veramente gigantesche. Tutto questo ben di Dio è stato comunque compresso in una cartuccia (o in circa 3 GB di download, se preferite il digitale) e le dimensioni ridotte dello schermo in un certo senso attenuano le problematiche tecniche sopraelencate, rendendole meno evidenti. Spiace constatare, semmai, che Xenoblade Chronicles 3D sia effettivamente una conversione diretta, e che niente è stato fatto per migliorare il gioco laddove possibile, anche se sempre di porting si è parlato e mai, certo, di remake. L'unica defezione, in questo senso, è quella del doppiaggio giapponese: questa volta non è selezionabile e bisogna accontentarsi del buon doppiaggio in lingua inglese. È rimasta intatta, invece, la meravigliosa colonna sonora composta a sei mani da Yoko Shimomura, Manami Kiyota e Yasunori Mitsuda, per la quale vi suggeriamo di infilarvi un bel paio di cuffiette così da potervi godere pienamente i brani più memorabili, a cominciare da quello di apertura.
Conclusioni
La versione originale di Xenoblade Chronicles per Wii soffre oggi di due enormi problemi: prima di tutto è quasi introvabile, e poi sugli ormai diffusissimi schermi piatti, siamo sinceri, non fa proprio una bella figura. La conversione per New Nintendo 3DS, invece, non è certo perfetta, ma sul piccolo LCD si fa presto l'abitudine ai suoi relativi problemi tecnici, anche se magari non si riescono a cogliere i dettagli più minuziosi. Il fatto che sia un porting diretto è sia un bene sia un male: da una parte l'esperienza è rimasta assolutamente intatta, e perciò consigliata senza se e senza ma a ogni fan del genere e non solo, e dall'altra permangono quei piccoli difettucci riscontrati anche quattro anni fa. Insomma, se non avete mai giocato Xenoblade Chronicles e possedete un New Nintendo 3DS questa è l'occasione perfetta per scoprire un capolavoro.
PRO
- L'effetto 3D è ottimo, e ci mancherebbe
- La natura del gioco è perfetta anche per una console portatile
- È una conversione pressoché integrale dell'originale per Wii
CONTRO
- Permangono i problemi già riscontrati nella versione originale
- Il sistema di collezione poteva essere studiato molto meglio
- Graficamente ha perso qualche punto