Fondata nel 1996 da alcuni ex sviluppatori di Capcom, Inti Creates Co. si è distinta subito per la creazione di Mega Man Zero, un franchise che proseguiva la tradizione dell'omonima e storica serie di platform spingendola in una direzione tutta nuova. La mascotte di Capcom latita da parecchio, se escludiamo la sua comparsa nel roster del recente Super Smash Bros. o i due giochi retrò prodotti qualche anno fa, e si sente sempre più spesso il bisogno di un nuovo Mega Man o di un gioco che ne segua le orme, proponendo quel mix di azione sfrenata e difficoltà sopra le righe. Azure Striker Gunvolt è esattamente quel gioco: un po' platform, un po' sparatutto e persino un po' RPG, pesca a piene mani in decenni di Mega Man X, Mega Man Zero e Mega Man ZX ed è un ibrido interessante ma non di privo di qualche sbavatura.
L'erede di Mega Man è arrivato: si chiama Azure Striker Gunvolt ed è un gioco letteralmente elettrico
Una spina per ogni presa
Azure Striker Gunvolt cerca di tratteggiare una trama che unisca una ventina di stage, mettendo in scena lo scontro tra l'omonimo protagonista, Gunvolt, e la Sumeragi, una compagnia che ha imparato a controllare gli adepti come lui, esseri dotati di straordinari poteri soprannaturali. Tutto inizia col salvataggio di un'adepta di nome Joule, per la quale Gunvolt deciderà di cambiare vita, passando da agente speciale a detective privato, per poi finire a combattere comunque contro nemici che solo lui può affrontare.
La storia è raccontata attraverso illustrazioni e dialoghi vagamente noir che tratteggiano personaggi bizzarri e abbastanza stereotipati, secondo la tradizione dei cartoni animati nipponici. Lo stile, del resto, è quello dei vecchi Mega Man in tutto e per tutto, anche dal punto di vista grafico: niente poligoni, solo sprite bidimensionali curatissimi e fondali ricchi di particolari, accompagnati da una colonna sonora techno inframmezzata saltuariamente da vere e proprie canzoni. Anche l'ambientazione ricorda quella di Mega Man X, e quasi tutti i livelli sono ambientati in complessi industriali, depositi o laboratori fantascientifici. Superato il primo stage, che fa da tutorial alle peculiari meccaniche di gioco, si passa a otto stage presieduti ciascuno da un boss specifico, selezionabili a piacimento in puro stile Mega Man. Dopo averne completati quattro bisogna affrontare una missione intermedia, poi si sconfiggono gli altri quattro boss e si passa agli ultimi quattro stage che concludono la "campagna". Una modalità "boss rush" e una manciata di stage speciali segreti completano l'offerta, nei limiti della longevità tipica del genere. Da questo punto di vista, anzi, Azure Striker Gunvolt impiega il sistema delle "sfide" per prolungare il ciclo vitale del gioco senza limitarsi ai tipici punteggi senza arte né parte.
Tra una missione e l'altra, infatti, è possibile selezionare fino a tre sfide da completare all'intero di determinati stage: si passa dal raggiungimento di un certo punteggio o di un certo tempo record al superamento di obiettivi speciali, come per esempio sconfiggere determinati nemici in modi particolari. Soddisfatte le condizioni indicate nella sfida, si ottengono in premio denaro o materiali con cui è possibile fabbricare degli oggetti, e si sbloccano nuove sfide da affrontare. In questo modo, il giocatore dovrebbe sentirsi spronato a completare i vari stage più e più volte per ottenere ogni ricompensa e migliorare le sue performance, raggranellando contemporaneamente i punti esperienza che permettono a Gunvolt di salire di livello, di diventare più forte e resistente e di imparare nuove abilità speciali da utilizzare in combattimento: se ne possono equipaggiare fino a quattro contemporaneamente, e ogni abilità consuma un certo quantitativo di punti che si ricaricano lentamente, costringendoci a scegliere quale abilità usare e quando, magari se dare il colpo di grazia al boss di turno con la devastante ma costosa Luxcalibur o ripristinare un po' di energia vitale a poco prezzo.
L'effetto 3D
Trascurabile: si limita a staccare l'interfaccia e i box di dialogo dal piano di gioco, senza influire in alcun modo sul gameplay. Per quel poco che fa, potete anche disattivare del tutto la stereoscopia.
Un nuovo Blue Bomber
La scelta delle abilità da equipaggiare ed utilizzare non è la sola sfumatura strategica di Azure Striker Gunvolt, dato che l'intero gameplay ruota intorno ai super poteri elettrici del protagonista. Gunvolt, infatti, combatte i nemici aprendo il fuoco con una delle varie pistole che si sbloccano superando i livelli, e che possono essere scambiate in qualsiasi momento: la Naga, ad esempio, può caricare un colpo perforante, mentre la Orochi genera un drone che spara una raffica rotante in ogni direzione, e via dicendo.
Le pistole infliggono danni, certo, ma soprattutto marcano i bersagli, in un numero che varia a seconda dell'arma impugnata, ridirigendo su di essi le scariche elettriche che circondano Gunvolt quando premiamo l'apposito tasto. Il campo di energia dell'adepto non serve solo a danneggiare i nemici, ma anche a proteggere Gunvolt da missili o proiettili vari, permettendogli contemporaneamente di fluttuare leggermente a mezz'aria e, quindi, di schivare più facilmente i vari attacchi. Il campo energetico consuma un apposito indicatore, tuttavia, e bisogna aspettare qualche secondo perché si ricarichi pienamente, o premere due volte lo stick o la croce direzionale verso il basso in modo che Gunvolt lo ricarichi all'istante: se dovesse esaurire completamente la carica elettrostatica, il nostro eroe non potrebbe difendersi né attaccare per parecchi secondi, perciò saremo obbligati a microgestire la riserva di energia elettrica mentre marchiamo i nemici, schiviamo i loro colpi e saltiamo da una piattaforma all'altra. In nostro aiuto ci viene l'attrezzatura che può essere equipaggiata tra una missione e l'altra, e cioè due impianti per gli occhi, un anello e una collana. Alcuni di questi oggetti alterano le proprietà delle pistole, altri rendono il campo energetico più o meno difensivo, altri ancora conferiscono a Gunvolt la capacità di scattare o di saltare a mezz'aria. Questa componente RPG ci è sembrata moderatamente utile, anche se è possibile completare il gioco senza cambiare mai equipaggiamento, ma la fabbricazione dei vari accessori richiede un discreto "farming" dei livelli già giocati per completare le sfide o racimolare i materiali di ricompensa. Il problema è che il level design è un po' altalenante, e alterna stage particolarmente complessi e ricchi di rompicapi che fanno leva sui poteri elettrici di Gunvolt ad altri livelli molto più lineari e ripetitivi sia in termini di layout sia per quel che riguarda i nemici comuni, un po' troppo simili per tutto il gioco. Discorso a parte per i boss di fine stage, che citano a più riprese le nemesi storiche di Mega Man e Zero: questi avversari, molto più coriacei del normale, possiedono pattern d'attacco estremamente complicati e super abilità devastanti che devono essere osservate e assimilate se si vuole schivare ogni attacco e far fuori il bersaglio. In realtà, Azure Striker Gunvolt non è assolutamente un gioco difficile, non nel modo in cui ci avevano abituato i frustranti stage avanzati di Mega Man Zero; anzi, è in realtà un titolo piacevole che ben si presta a partite veloci, dato che è possibile completare ogni stage in pochi minuti. Se da una parte questo approccio ci è sembrato più al passo coi tempi, dall'altra possiamo perfettamente capire quanto poco appeal possa avere su chi cerca un livello di sfida che giustifichi la breve durata dell'avventura.
Conclusioni
Giocare Azure Striker Gunvolt è stato come tuffarsi in un passato lontano ma mai dimenticato, con quel tocco di attualità rappresentato da una curva della difficoltà molto più morbida e da una varietà di meccaniche e obiettivi secondari che certo non guasta, anche se si poteva fare qualcosa in più. Inti Creates ha sicuramente tra le mani un franchise che potrebbe diventare il degno erede di Mega Man: scopriremo soltanto col sequel già annunciato se la strada percorsa è quella giusta, ma per ora vale decisamente la pena percorrerla.
PRO
- Gameplay originale e frenetico, con un pizzico di strategia
- Miscela bene platform, action e RPG
- Alcuni livelli sono dannatamente divertenti...
CONTRO
- ...ma altri sono fin troppo lineari
- Crafting ed equipaggiamento discutibili
- Alla lunga diventa ripetitivo