Nel corso degli ultimi anni Mortal Kombat è ritornato finalmente ai livelli che gli competono nell'ambito delle produzioni di genere picchiaduro a incontri. Questo è stato possibile grazie al lavoro compiuto dai ragazzi di NetherRealm Studios sul reboot della serie, rilasciato nel 2011 inizialmente per PlayStation 3 e Xbox 360. Senza stravolgere troppo il concept da sempre alla base del brand, il team di sviluppo riuscì all'epoca a coniugare una grafica che sfruttava la terza dimensione con un gameplay ancorato alla più tradizionale espressione del picchiaduro, facendo poi leva su un certo fan service, su una notevole dose di violenza e su un'ottima giocabilità priva di eccessivi tecnicismi per rilanciare alla grande il franchise. Proprio da queste basi NetherRealm Studios è voluto ripartire per la realizzazione del primo capitolo next-gen (il porting su PC e console di precedente generazione verrà realizzato invece da High Voltage Studio), ambientato a partire dalla fine del nono capitolo della serie regolare, per poi abbracciare i 25 anni successivi a quegli eventi, con la guerra civile tra Kotal Kahn e Mileena per il trono del Regno Esterno, la minaccia per la Terra costituita da Quan Chi e dal suo esercito di non morti, con sullo sfondo l'ingombrante presenza della figura di uno Shinnok non del tutto domo. Ecco dunque la nostra recensione di Mortal Kombat X.
Mortal Kombat X spinge definitivamente la famosa serie di picchiaduro verso nuovi orizzonti di gloria
Combattenti e gameplay: vecchi e nuovi massacri
Seguendo la trama che fa la spola fra presente e passato, il roster di Mortal Kombat X propone vecchi personaggi come Johnny Cage, Sub-Zero e Mileena, e volti nuovi come D'Vorah, Ferra and Torr ed Erron Black, giusto per citarne alcuni. Esso è composto da ventiquattro combattenti più Goro per chi ha fatto il pre-order del gioco, numero destinato a crescere con i vari DLC. Ma a dispetto delle apparenze anche quello esistente garantisce già agli utenti una buona varietà di scelta, visto che è possibile "personalizzare" lo stile di lotta di ogni personaggio a seconda delle proprie esigenze e dei propri gusti. Anziché aggiungere una caterva di lottatori tendenzialmente simili tra loro, infatti, gli sviluppatori hanno optato per una formula che prevede di fornire a ciascuno di quelli presenti una selezione di tre stili differenti, che ne variano le combo, le mosse speciali e talvolta perfino la versatilità.
In questo modo i giocatori che prediligono usare spesso un determinato combattente possono accedere a set di mosse diverse rispetto a quelle classiche, liberandosi dall'obbligo di dover ricorrere a un altro personaggio per provare un nuovo stile più funzionale all'incontro. Così facendo, inoltre, viene eliminato, o comunque limitato, il fenomeno del counterpicking, vale a dire l'atto di selezionare un lottatore solo perché adatto per caratteristiche a "neutralizzare" quelle di un avversario. In termini di gameplay Mortal Kombat X mantiene la struttura del predecessore, con uno stile fortemente ancorato ad una certa spettacolarità e a una massiccia dose di violenza, talvolta caricaturale, ma con in più un livello di difficoltà leggermente superiore e un frame rate bloccato ai sessanta fotogrammi per secondo. Elemento questo importantissimo, perché va direttamente a influire sul combattimento, che scorre via piacevolmente grazie all'ottima risposta ai comandi, alla fluidità generale e ovviamente a tutta una serie di altri fattori che ne impreziosiscono le meccaniche donandogli una maggiore profondità. Tra questi c'è la fisica degli impatti, decisamente migliorata e capace di restituire la sensazione di avere a che fare per davvero con corpi veri e scontri violenti. Allo stesso modo l'implementazione della corsa dà nuovamente ai giocatori la possibilità di tentare nuove strade nell'approccio a determinate fasi dell'incontro, e nel provare nuove combinazioni di mosse. A patto di non abusarne, visto che ogni volta bisogna fare attenzione all'apposito misuratore di resistenza che si trova sotto la barra della salute del personaggio, e che cala vertiginosamente.
A rendere più completa l'esperienza, soprattutto se rapportata sempre a quella del predecessore, c'è la gradita introduzione dell'interattività con alcuni elementi dello scenario, che possono essere utilizzati a proprio vantaggio premendo R1 quando si illuminano. Per fare un esempio nella Foresta Morta è possibile aggrapparsi ai rami per oscillare e tentare di prendere slancio per un attacco, sfruttarli per scavalcare il nemico e sfuggire a una sua combo, o staccarli dal tronco e utilizzarli come arma da mischia. Tra l'altro a conferma della ironica violenza che permea ogni aspetto del gioco ci sono scenari dov'è addirittura possibile afferrare e lanciare una povera anziana o un monaco contro gli avversari: questa funzione può essere comunque disabilitata quando si vuole prima di ogni incontro. Ai nuovi elementi appena descritti si affiancano tutti gli altri, dalle devastanti X-Ray, attacchi attivabili previo riempimento delle solite tre tacche dell'apposito indicatore, con le quali si può ridurre di un 25-30% l'energia vitale dello sfidante rompendogli letteralmente le ossa, alle redivive Brutality, da eseguire in particolari condizioni per mutilare l'avversario ormai annichilito e vicino alla morte, e mettere così subito fine al combattimento. Immancabili poi le classiche Fatality che, all'oramai celeberrimo grido di "Finish Him/Her!", permettono al vincitore di fare scempio del corpo inerme del nemico, con soluzioni spesso folli come Johnny Cage che imita il Jack Nicholson di Shining o la chiusura di altre con un bel selfie della scena. Insomma, grazie al giusto mix di elementi vecchi e nuovi (in relazione al reboot), nel gioco di carne al fuoco per rendere sempre differenti e appassionanti gli incontri ce n'è davvero tanta, e difficilmente i fan avranno di che lamentarsi per mesi.
Trofei PlayStation 4
Mortal Kombat X su PS4 offre 61 trofei suddivisi in 54 di bronzo, 5 d'argento, 1 d'oro e 1 di platino. Per ottenerli bisogna competere sia nelle modalità offline che online, completando per esempio la modalità Storia, vincendo un match per time out o una Sfida della Torre. Oppure utilizzare tutte le varianti di ogni personaggio, eseguire cinquanta Brutality, raggiungere il livello 50 in tutte le fazioni o in una specifica, e così via, fino all'agognato platino, che si ottiene sbloccando tutti gli altri.
Le nuove generazioni
Nella nostra disamina del titolo targato NetherRealm Studios non ci siamo ovviamente dimenticati delle modalità di gioco. Da questo punto di vista il prodotto offre di tutto e di più ai fan, con diverse aree per il gioco in singolo e in multiplayer. Un ruolo primario lo esercita pure qui, come nel nono episodio della saga, la modalità Storia. Quest'ultima è infatti parecchio avvincente e offre l'occasione ai videogiocatori di divertirsi in una vera e propria avventura dal taglio cinematografico. È qui che viene raccontata la trama del gioco, che viene dato un senso logico alla presenza di vecchi e nuovi personaggi nel roster, che viene data la possibilità di approfondire la loro storia, anche attraverso dei flashback, e di venire a conoscenza del tragico destino di alcuni ex lottatori della serie. Contrariamente a quanto di solito si vede in altri prodotti del genere, infatti, gli utenti combattono seguendo una trama e interpretando diversi personaggi, con le sequenze di scontro intervallate da filmati con tanto di scene interattive coi classici QTE, che raccontano gli eventi come se fosse un film.
Una "pellicola" non molto lunga a dire il vero, completabile in poco più di due ore di gioco e di qualche morte di troppo a livello di difficoltà Difficile, ma lo stesso bella da vivere e ben architettata considerando che in fondo stiamo parlando di un picchiaduro e non di un titolo d'avventura. E poi vestire i panni di Johnny Cage, Sonya Blade e di altre vecchie conoscenze, oppure quelle dei giovani della squadra delle Forze Speciali Cassie Cage (figlia dei due personaggi citati poc'anzi), Takeda Takahashi (il figlio di Kenshi), Jacqui Briggs (la figlia di Jackson Briggs) e Kung Jin (il cugino più giovane di Kung Lao) non ha prezzo. Ma Mortal Kombat X è caratterizzato anche da una miriade di altre modalità di gioco, come per esempio la Torre delle Sfide, al cui interno è possibile selezionare cinque diverse tipologie di "competizioni": oltre a quella denominata Klassica, che si rifà alla tradizionale scalata arcade, ci sono varianti per cuori forti chiamate Senza fine e Sopravvissuto, oltre alle immancabili prove di abilità sulla forza e la fortuna, che in quest'ultimo caso utilizzano una serie di modificatori casuali o programmati dall'utente stesso per condizionare l'andamento dello scontro. Dulcis in fundo, c'è la Krypta, l'ambiente interattivo dove sbloccare costumi, mosse e molto altro con i gettoni d'oro acquisiti vincendo gli incontri nella altre modalità, con la novità più importante costituita dalla presenza di particolari bauli segreti che compaiono al suo interno solo in determinati momenti, in relazione all'Orologio della Krypta, che il giocatore deve essere abile e fortunato a incrociare e aprire per tempo. Le modalità di gioco sono dunque in larga parte mutuate da quelle presenti nel reboot, ma così come per la giocabilità, anche in questo caso non mancano delle novità, soprattutto legate ad alcune funzioni di rete. In tal senso c'è Torri Viventi, una sorta di evoluzione della solita Torre delle Sfide con però delle condizioni di gioco dinamiche, che vengono cioè aggiornate periodicamente e automaticamente tramite la connessione a Internet. All'interno di questa modalità si può scegliere come nell'altra di affrontare una serie di prove a difficoltà variabile, dove ogni scontro è accompagnato da modificatori che alterano le condizioni di battaglia, da quelli che rallentano il tempo o lo velocizzano, dando luogo a momenti estremamente divertenti, a quelli che rendono i giocatori immuni dall'essere scaraventati a terra, che avvelenano ad ogni colpo, che fanno iniziare con penalità o vantaggi, e così via. Ma rispetto all'originale qui è possibile farlo in tre differenti torri, ognuna delle quali ha delle caratteristiche di aggiornamento differente: c'è infatti quella oraria, quella che lo fa una volta al giorno e l'altra principale che cambia settimanalmente, magari in occasione di qualche evento speciale organizzato dagli sviluppatori.
Fazioni in guerra
Altra nuova, interessantissima modalità di Mortal Kombat X è quella intitolata Fazioni. In questa area gli utenti possono scegliere, non obbligatoriamente, di far parte di uno dei cinque gruppi disponibili nel gioco, cioè a dire Black Dragon, The Brotherhood of Shadow, Lin Kuei, Special Forces e White Lotus, con la possibilità di contribuire al suo successo attraverso una serie di prestazioni sia offline che online.
Ogni settimana verrà dato il via a una nuova guerra, e gli utenti che hanno deciso di far parte di un gruppo saranno chiamati a completare alcune sfide o raggiungere particolari obiettivi, come vincere un torneo, un combattimento uno contro uno sulla rete, eseguire una serie di Fatality in modalità singolo, e così via, acquisendo punti che andranno a rimpinguare quelli generali della propria squadra, permettendole di primeggiare sulle altre. Alla fine della settimana verrà infatti determinato un vincitore nella Guerra tra Fazioni sulla base dei punti che sono stati accumulati, e in cambio il giocatore riceverà delle ricompense speciali legati alla fazione alla quale ha aderito, comprese delle finisher esclusive. Insomma, qualsiasi azione compiuta all'interno di Mortal Kombat X fa guadagnare denaro, punti esperienza o punti per la Fazione. Per il resto, parlando di fruibilità del servizio durante le battaglie, il netcode sembra funzionare abbastanza bene, e raramente durante la nostra prova abbiamo riscontrato problemi di lag e stabilità, vivendo un'esperienza tutto sommato molto più veloce, fluida e agevole rispetto al multiplayer online del reboot. Bisogna però anche aggiungere per correttezza che quando abbiamo effettuato i nostri test gli utenti connessi eravamo decisamente pochi, visto che abbiamo lavorato con una versione del gioco fornitaci dal distributore prima del suo rilascio sul mercato. Anche per queste ragioni non ci è stato possibile provare alcune modalità o verificare la bontà del sistema che vigila sulla regolarità delle sfide, punendo con una Quitality quei giocatori che si disconnettono di proposito e abbandonano le partite, premiando di contro chi subisce tale scorrettezza con la vittoria.
Per quanto concerne il fronte tecnico, Mortal Kombat X conferma le buone impressioni che avevamo avuto nel corso dei nostri provati. I personaggi sono ben caratterizzati e anche i nuovi arrivati, chi più, chi meno, godono di un design abbastanza ispirato. Il livello qualitativo dei modelli poligonali è buono, le texture forse non sfruttano a fondo le potenzialità hardware di Playstation 4, ma vanno tutto sommato bene e c'è la ciliegina sulla torta delle (sensibili) differenze visibili esteticamente a seconda dello stile di combattimento adottato. Più convincenti le loro animazioni e le varie ambientazioni di gioco, sia vecchie che nuove, che spaziano dal molo del Kovo sferzato dalle onde di un mare in tempesta, con tanto di vascello incagliato tra le rocce e di cadaveri che schizzano fuori dall'acqua, alle rovine di città distrutte, giungle, foreste morte, e così via. Alcuni di questi scenari sono davvero affascinanti, visivamente ricchi di dettagli ed effetti atmosferici, anche se in un paio di arene abbiamo notato che alcuni fondali sono leggermente meno definiti rispetto ad altri. È giusto però sottolineare che in questi casi si tratta di particolari che si notano solo fissandoli a lungo, distraendosi dalla lotta, e che finiscono in secondo piano dinanzi alla bontà generale del loro design. Semmai la pecca reale è che le arene a disposizione sono decisamente poche nonostante di alcune esistano da sbloccare delle versioni alternative. Ad ogni modo, il tutto viene corroborato dall'eccellente solidità del frame rate che, sulla versione PlayStation 4 da noi testata, è come detto prima praticamente inchiodato sui sessanta frame al secondo, e non mostra praticamente mai un'incertezza nella risoluzione di 1080p, se non nelle sequenza introduttiva e in un altro filmato della modalità storia. Per quanto riguarda il comparto audio, nulla da eccepire: il titolo si rivela ottimo negli effetti audio e piacevole nell'accompagnamento musicale, con brani in grado di dare la giusta carica o comunque di accompagnare adeguatamente i vari incontri. Encomiabile poi il lavoro svolto questa volta sul doppiaggio italiano, per larga parte ben recitato anche durante i combattimenti, se si eccettua qualche "stonatura", soprattutto per la voce di Cassie Cage.
Conclusioni
Alla fine della recensione di Mortal Kombat X, il gioco continua il percorso iniziato nel 2011 da NetherRealm Studios col reboot della saga. Nel suo esordio sulla nuova generazione di console, la serie si presenta infatti con un titolo talmente ricco di contenuti da poter impegnare i giocatori per mesi e mesi senza mai annoiarli, con in più un buon comparto tecnico e un gameplay le cui brutali dinamiche godono della fluidità offerta dai sessanta frame per secondo e dal gran numero di variazioni e fattori aggiuntivi che caratterizzano le dinamiche degli scontri, che tuttavia non richiedono lunghi tempi di apprendimento come altre produzioni analoghe. Un gioco di combattimento quindi imperdibile per tutti i fan della saga e dei picchiaduro a incontri, a cui può regalare parecchie soddisfazioni.
PRO
- Tecnicamente valido
- I diversi stili di lotta e le nuove aggiunte donano maggiore profondità al gameplay
- Le Torri Viventi e la guerra fra Fazioni sono due belle trovate per mantenere l'interesse
- La modalità storia è ben fatta...
CONTRO
- ...ma nonostante tutto è troppo breve
- Alcuni scenari esteticamente migliorabili
- Qualche arena in più non avrebbe guastato