Vi ricordate di The Guided Fate Paradox? No? Tranquilli, è normale: il sequel spirituale di Z.H.P. Unlosing Ranger VS Darkdeath Evilman non gode esattamente di una grande popolarità, anche perché è stato uno dei titoli firmati Nippon Ichi meno pubblicizzati al di fuori dal Giappone, il che è tutto dire visto che i giochi dello sviluppatore giapponese sono decisamente di nicchia. The Guided Fate Paradox, poi, si presentava come una specie di "roguelike", piuttosto che come uno strategico sulla falsariga del franchise più popolare di Nippon Ichi, Disgaea. Il gioco, benché interessante quantomeno dal punto di vista narrativo, non ci aveva convinti del tutto. E il seguito, a dirla tutta, ci ha convinti anche meno.
The Awakened Fate Ultimatum è un sequel di cui non sentivamo davvero il bisogno
Angeli e demoni
Di tanto in tanto, i giochi della Nippon Ichi sembrano suggerire che la software house nipponica sia in cerca di una nuova identità. The Guided Fate Paradox inscenava una commedia soprannaturale in cui angeli e demoni si combattevano intorno al protagonista, nuovo dio del regno di Celestia.
Come di consueto, le gag ricorrenti e il character design da cartone animato servivano a mascherare un titolo comunque molto profondo dal punto di vista del gameplay, un'arte in cui Nippon Ichi è sicuramente maestra indiscussa. Con The Awakened Fate Ultimatum, però, si è completamente ribaltata la situazione: la storia, serissima e drammatica, fa da contraltare a un gioco sorprendentemente semplice sotto ogni aspetto. I collegamenti coi prequel sono pressoché irrilevanti ai fini della trama, con cammeo di vari tipi rilegati al post-game. Il nuovo protagonista è Shin Kamikaze, uno studente un po' emo che rimane ucciso in un agguato teso da alcuni demoni, nonostante l'intervento del suo angelo custode. Grazie al Fate Awakening Crystal, però, Shin viene riportato in vita e trasformato nel nuovo dio di Celestia, proprio quando sta per scoppiare una guerra senza quartiere tra angeli e demoni. Come da tradizione, la storia ci viene raccontata attraverso lunghi, interminabili dialoghi in inglese, con le illustrazioni dei personaggi e del luogo in cui si svolge la scena a fare da contesto. Purtroppo la lunghezza degli intermezzi e la quantità risicata di illustrazioni che esprimano le emozioni dei vari personaggi rendono lo scorrimento della storia tutt'altro che leggero, se non proprio noioso: nonostante qualche battuta spiritosa, The Awakened Fate Ultimatum si prende davvero troppo sul serio, sferrando non pochi pugni nello stomaco che sicuramente piaceranno ai fan delle storie di guerra. L'ultimo titolo della Nippon Ichi è, però, un controsenso costante: dalla coloratissima grafica in cel shading che riproduce i personaggi nelle loro versioni super deformed, ai momenti in cui il giocatore è obbligato a compiere delle scelte morali che tuttavia incidono poco e niente sull'evoluzione della storia. Non di rado ci è capitato di scegliere un'opzione e scoprire che Shin, in ogni caso, preferisce l'alternativa, illudendoci circa un controllo sulla narrazione che in effetti non c'è o è comunque risicatissimo, con buona pace dei finali multipli.
Trofei PlayStation 3
I 28 trofei di bronzo, gli 8 d'argento e i 4 d'oro si sbloccano in modo abbastanza tradizionale, e cioè completando le missioni della storia, sconfiggendo i vari tipi di nemici e imparando gli incantesimi delle varie scuole di magia. Il platino, naturalmente, richiede qualche sforzo in più.
Dèi e mostri
Come The Guided Fate Paradox, anche The Awakened Fate Ultimatum ricorda i giochi di ruolo di tipo "roguelike", e nella fattispecie la categoria dei vari Mystery Dungeon. In un certo senso si tratta sempre di uno strategico, più che altro perché il giocatore, al controllo di Shin, deve ragionare sulla sua posizione in relazione a quella dei nemici e barcamenarsi tra le varie abilità che consumano la risorsa chiamata SP, molte delle quali interessano aree più o meno ampie del reticolo di movimento e d'azione. La riserva degli SP è un po' il cuore del gioco, poiché consente di usare varie abilità e lanciare le magie.
All'apparenza non sembra nulla di speciale, almeno finché Shin non impara la tecnica del "Deitize", la quale gli permette di trasformarsi in un angelo o in un demone a seconda del dorsale premuto sul joypad. La differenza è presto detta: trasformato in angelo, Shin infligge più danni ai demoni e ne mitiga di più; trasformato in demone, ovviamente, succede l'opposto. La trasformazione, però, consuma SP, e rischia di lasciare a secco, e quindi ridicolmente indifesi, i giocatori che non imparano a bilanciare i poteri del protagonista. D'altra parte, The Awakened Fate Ultimatum è molto più mite dal punto di vista della difficoltà: si muore molto meno, e la nostra sconfitta comporta "soltanto" la perdita degli oggetti che stavamo trasportando, senza alterare le nostre statistiche, costringendoci quindi a ripetere i dungeon per vestirci da capo. Anche dal punto di vista dell'itemization, però, Nippon Ichi sembra aver denudato la sua ultima fatica di tutte le componenti RPG più complesse, riducendo all'osso la gestione dell'inventario e dell'equipaggiamento. Da una parte è una mossa sensata, nei confronti dei neofiti, ma dall'altra è un deciso affronto a quella nicchia di fan fedeli. Dal punto di vista del level design, inoltre, lo sviluppatore si è sforzato pochissimo: il layout dei vari dungeon è procedurale, ma sono quasi tutti molto brevi e lineari, idealmente progettati per collegare gli intermezzi narrativi tra loro, quando invece dovrebbe succedere l'opposto. Le vere sfide attendono i giocatori sul finire della storia e dopo i titoli di coda, a seconda del finale sbloccato, ma si tratta di contentini che migliorano solo marginalmente l'offerta complessiva.
Conclusioni
Considerata la scarsa varietà di nemici, la grafica datata e la semplicità del gameplay, che tende a divenire ripetitivo in poco tempo, è chiaro che The Awakened Fate Ultimatum non è un gioco per tutti, anche se cerca di esserlo: Nippon Ichi voleva forse puntare a un pubblico più ampio della solita cerchia ristretta di fedelissimi, ma ha finito con l'alienarsi gli uni e gli altri proponendo un RPG senza una precisa identità che vale la pena di essere giocato solo per la bella trama.
PRO
- Storia e personaggi interessanti e diversi dal solito
- È un RPG adatto ai neofiti
CONTRO
- Sistema di combattimento troppo semplice e superficiale
- Facile e ripetitivo, con occasionali picchi di difficoltà
- Dialoghi interminabili