Il fenomeno Pokémon ha generato tonnellate di titoli che, chi in misura minore chi maggiore, hanno cercato di inserirsi nel filone per sfruttarne il fulminante successo. Dai Digimon a Yu-Gi-Oh! diverse case hanno declinato in molte maniere quello che in fin dei conti rimane sempre lo stesso concetto: collezionare tutta una serie di creature e poi portarsele appresso in giro per il mondo facendole combattere tra di loro per la propria gloria personale. Sorvolando sulla discutibile validità etica di una simile idea, specie se rivolta ad un pubblico giovanile, forse non tutti sanno che tra quelli che hanno cercato di seguire Nintendo c'è... la stessa Grande Enne, che nel 2010 pubblicò in Giappone Fossil Fighters, opera di Red Entertainment e Chunsoft, che trasportava la dinamica di collezione/combattimento in un mondo chiaramente ispirato a Jurassic Park. Dopo due episodi per Nintendo DS mai approdati in Europa, finalmente col terzo, stavolta su Nintendo 3DS, la casa di Kyoto ci ritiene degni del titolo di Custodi del Paleoparco. Saremo meritevoli di tale onore? E soprattutto, ne vale la pena?
Un Pokémon preistorico dedicato ai più giovani, con alcuni concetti interessanti: operazione riuscita?
Piccoli paleontologi assetati di sangue
L'introduzione cantata serve subito a chiarire che questo gioco è dedicato ad un pubblico che va dai bambini ai preadolescenti, sino a qualche giovane adulto che ancora si rifiuta di crescere. Al di là dei giudizi di merito, la canzone e le immagini che l'accompagnano ci proiettano in un'atmosfera che è tipica di quei cartoni animati di qualche anno fa, pieni di valori positivi e che si sforzavano tremendamente di essere "cool", e ci danno una prima idea dei mondi nei quali si svolgerà l'azione, mondi che abbiamo modo di approfondire praticamente da subito, con le prime ore di gioco che classicamente fungono da tutorial in-game.
In un futuro vicino si troverà il modo di risvegliare gli estinti lucertoloni a partire dai loro fossili; conseguentemente, attorno alle aree più ricche di reperti, sorgeranno tre Paleoparchi, in Asia, America ed Europa, che fungeranno sia da riserve scientifiche sia da intrattenimento per famiglie. Ruolo cruciale all'interno dei Paleoparchi rivestono i Custodi: questi si occupano di andare in giro per il parco, estrarre fossili, risvegliare i dinosauri (che così diventano Vivosauri) e tenere sotto controllo quelli selvatici più aggressivi, per la salvaguardia di quelli più pacifici, di studiosi e visitatori. Tutto molto giusto, sfugge però il motivo per il quale nei parchi si organizzano anche dei veri e propri tornei di combattimento tra Vivosauri... In ogni caso, con il WWF abolito o che guarda da un'altra parte, è proprio quello di un giovanissimo Custode il ruolo che il giocatore è chiamato a interpretare: dopo aver ottenuto il titolo parte una trama, articolata in missioni in giro per il mondo, che potremmo definire banalotta e anch'essa chiaramente pensata per un pubblico giovane, ma che sa regalare anche momenti di sana ilarità. Le missioni principali sono però solo una parte della vita di un Custode; le mansioni da svolgere sono davvero tante, e di una certa complessità.
La solita routine
La giornata-tipo di un Custode si apre con un bel giro nel Paleoparco a bordo di un Fossilstrada, che non è altro che un veicolo adattato a percorrere strade impervie, a individuare i fossili, estrarli, e successivamente risvegliarli sul posto. Ce ne sono diversi a disposizione, da acquistare tramite i sudati risparmi o da vincere nei Tornei; inoltre sono tutti potenziabili tramite nuovi pezzi, sempre da acquistare o da vincere.
La guida di queste particolari jeep è decisamente semplice, ma non esattamente una gioia, rimanendo sempre, anche a fronte dei miglioramenti, piuttosto lenti. Possono però effettivamente raggiungere praticamente ogni anfratto del Paleoparco: la conformazione di questi è molto ricca di posti particolari e segreti, oltre che di un vero e proprio circuito nel quale sfidare di tanto in tanto gli altri Fossilstrada in una gara di velocità, divertente ma non certo lo stato dell'arte, e l'esplorazione è resa fluida dalla mappa sempre presente sullo schermo inferiore. È insomma godibile, e rende davvero un senso "alla Jurassic Park", di avventura e scoperta, con il problema però che durante le scorribande non è possibile salvare, ed essendo i parchi abbastanza estesi e complessi si comincia a intravedere quel problema di ripetitività che approfondiremo in seguito. Ad ogni modo, ogni Fossilstrada è dotato di un radar (anch'esso potenziabile) per l'individuazione dei fossili, e degli strumenti per effettuare l'operazione, ossia raggi X, martello e trivella. L'estrazione è un vero e proprio minigioco da affrontare tramite la combo pennino/touch screen: entro un tempo limite, e stando attenti a non rovinare troppo il reperto, bisogna portarne alla luce almeno il 50%, e più alto è il punteggio, più forte sarà il Vivosauro risvegliato. Per ogni lucertolone esistono quattro tipi di fossile, più quattro speciali e segreti, ognuno dei quali corrisponde a una mossa da usare in combattimento: essendoci nel gioco un'ottantina di specie diverse, fate voi il conto di quanti fossili da estrarre avete. Infine, una volta risvegliato un Vivosauro (basta un solo fossile per il risveglio), potete affrontare un combattimento, sia contro i sauri selvatici, sia nei tornei organizzati nelle Paleoarene.
L'effetto 3D
Aggiunge la classica profondità visiva che rende tutto più spettacolare, ma con un trade-off evidentissimo: la fluidità, che già nelle fasi esplorative tutto è tranne che perfetta, scende a volte anche sotto i livelli di guardia, senza rendere il tutto ingiocabile, ma facendosi comunque sentire parecchio. Fa eccezione anche qui la rappresentazione dei rettili: evidentemente si tratta dell'aspetto più curato dai grafici.
Non è tutto fossile quel che è sotto terra
La battaglia si svolge secondo il classico schema dei Pokémon: si sceglie una bestia, poi al proprio turno una mossa, e via. Ma ci sono interessanti implementazioni: ogni rettile è affine ad un elemento diverso, acqua, aria, terra, fuoco e neutrale, e chiaramente ogni elemento è forte contro uno e debole contro un altro. Bisogna tenere conto poi pure della posizione del Vivosauro: alcune mosse possono infatti alterarla, rendendolo più esposto agli attacchi.
Inoltre la battaglia non è uno contro uno, ma sarete affiancati, così come gli avversari, dai vostri Paleoamici, personaggi da incontrare lungo la trama, e dai loro sauri, che agiranno guidati dalla CPU. Infine, siete dotati di una serie di potenziamenti, per l'attacco, la difesa, il recupero dei punti vita e così via, da usare nel corso delle battaglie: il loro numero e il tempo che avete a disposizione per usarli, entrambi limitati, aprono tutta una serie di possibilità strategiche. Le cose da fare sono quindi tante e articolate, volendo affrontare solo le missioni della trama principale il gioco assumerebbe pure una struttura asciutta e ben bilanciata, il problema è che presto vi renderete conto che per andare avanti c'è bisogno di livellare, e pure tanto.
I parchi vanno esplorati più e più volte, così come vanno ripetute ad libitum le estrazioni e, soprattutto, i combattimenti. E se all'inizio tutte queste azioni appaiono fresche e divertenti, ben presto mancheranno di quel quid e verranno a noia. È una seccatura anche per i completisti, a maggior ragione per chi vorrebbe semplicemente arrivare in fondo divertendosi: andare avanti per una trentina di ore facendo più e più volte sempre le stesse cose non è esattamente un'esperienza piacevolissima, e paradossalmente, a fronte di una struttura teoricamente ben studiata, la trama giovanilistica e le situazioni che propone diventano il motivo più forte che potrebbe spingervi ad andare avanti, giovanilismo al quale ben si addice pure lo stile anime utilizzato, sgargiante, colorato e ricco di un certo humour, magari non adatto a tutti. Le musiche pure si adeguano all'andazzo generale, tipiche di un certo modo d'intendere il jRPG, mentre un discorso più approfondito si può fare sul reparto grafico. Questo si presenta a una prima occhiata molto bene, ricco di elementi, di dettagli, di poligoni e di colori; ma il prezzo da pagare è, specie durante la fase di esplorazione, un aliasing notevolissimo, rallentamenti vari e una serie di texture parecchio blande. Un punto veramente eccellente è però la rappresentazione dei Vivosauri: splendidamente caratterizzati, ognuno veramente diverso dall'altro e dotato di una propria personalità, presentano pure tanti dettagli, texture notevolissime e animazioni molto evocative. Vederli affrontarsi durante i combattimenti è un piacere e limita un po' il tedio che comincerà ad incombere su di voi all'ennesimo "Fight!" Da segnalare, per finire, le modalità multiplayer ben implementate e una traduzione in italiano molto ben curata.
Conclusioni
Fossil Fighters Frontier non è scarsamente curato, sulla carta è progettato molto bene, ricco di cose da fare, ognuna delle quali pure complessa. Purtroppo però la necessità di livellare molto per riuscire ad avanzare smaschera tutte le debolezze di una realizzazione che non è riuscita a mantenere alto l'interesse nel lungo periodo: ripetitività e noia quasi ammazzano un'esperienza che è anche piuttosto lunga. E così quelli che all'inizio sembravano gli elementi più deboli (trama, atmosfera, stile grafico) diventano in realtà i maggiori punti di forza, perlomeno presso il pubblico per il quale questo gioco è pensato. Al ragazzino patito di dinosauri potrebbe anche piacere, tutti gli altri ci pensino molto attentamente.
PRO
- Tante cose da fare, molto articolate
- Realizzazione dei Vivosauri convincente
- Le prime ore di gioco sono fresche e divertenti...
CONTRO
- ...ma presto ripetitività e tedio prendono il sopravvento
- Trama e stile discutibili
- Tecnicamente forse osa troppo, a discapito della fluidità