Un passaggio di consegne duplice, quello della nuova produzione EA Sports dedicata al golf: non si tratta solo del primo capitolo esclusivo per la nuova generazione (ormai current-gen), ma anche il primo titolo ad abbandonare lo storico testimonial Tiger Woods, che ha accompagnato il franchise PGA Tour dal lontano 1998. Conclusa la lunga partnership con il famosissimo golfista, Electronic Arts non è stata troppo visionaria per la scelta del sostituto e ha semplicemente inserito l'eccellenza assoluta attuale, ovvero il giovane Rory McIlRoy, già nell'albo dei grandi. Il mercato era orfano di questo franchise da due anni, l'ultimo capitolo è infatti Tiger Woods PGA Tour 14, tempo che però si è reso necessario per il complesso lavoro imposto dalla produzione. Rory McIlRoy PGA Tour è a tutti gli effetti un nuovo inizio per la serie, realizzato da zero utilizzando il Frostbite 3, blasonato motore grafico responsabile di titoli come Battlefield 4 e Star Wars: Battlefront. Abbiamo giocato a lungo il nuovo titolo EA Sports e il nostro giudizio è un "promosso con riserva".
Rory McIlRoy PGA Tour è un nuovo inizio per la storica serie golfistica targata EA Sports
Dimmi come giochi e ti dirò chi sei
Il titolo si apre in pieno stile EA Sports, mettendoci a stretto contatto con il golfista, che ci regala preziosi consigli per giocare al meglio, ma soprattutto ci cala nei suoi panni per una sessione di 18 buche all'US Open, allo scopo di fare pratica con i vari sistemi di controllo proposti. Rispetto ai passati capitoli, scompare la possibilità di cambiare al volo il sistema di tiro, ma dobbiamo sempre fare riferimento al menu di gioco per sceglierne uno nuovo.
E la scelta non manca. Al classico sistema con swing analogico (Tour) se ne affianca uno nuovo alternativo, chiamato "Arcade", che semplifica ulteriormente le cose. In questo caso infatti non viene preso in considerazione l'effetto applicato alla pallina, ma solo potenza e direzione, permettendo al giocatore di effettuare il tiro diminuendo sensibilmente i margini di errore. Ritorna anche - con nostro stupore - il sistema a tre tasti, uno dei più antichi e recentemente rimosso dal franchise, ma sempre amatissimo dal pubblico. Il funzionamento è estremamente semplice: si preme un solo tasto tre volte per affrontare altrettante fasi che determinano il tiro. Lo scopo è quello di fermare il movimento del cursore in corrispondenza di determinate zone di una ghiera, in modo da stabilire potenza, effetto e precisione. A nostro avviso si tratta di un sistema che non perde mai il suo fascino e sicuramente è in grado di fare leva sui cuori dei nostalgici, anche se purtroppo non trae guadagno dalla scarsa reattività del prodotto; ma è un aspetto di cui parleremo più avanti. Se tutto ciò non fosse abbastanza, chiude il quadro un ultimo sistema custom dove è lo stesso giocatore a decidere i parametri, in questa maniera è possibile ottenere un ibrido tra il sistema Arcade e Tour. EA Sports non ha certo risparmiato sulla varietà quindi, ribadendo l'identità della serie di adattarsi alle esigenze di tutti.
Il mio PGA
Torna ovviamente anche l'anima del gioco, ovvero la carriera professionista, dove possiamo creare il nostro golfista virtuale dei sogni e portarlo alla gloria affrontando le varie competizioni. Una volta creato, il giocatore personalizzato entra a far parte del roster degli atleti, potendo quindi essere utilizzato anche nella partita rapida. Proprio in questa occasione però saltano fuori le prime magagne del nuovo motore grafico, l'editor del giocatore si presenta molto più limitato rispetto al passato, diciamo pure ai minimi sindacali con una punta di imbarazzo. Non è possibile neanche modificare la barba del nostro personaggio (non esiste proprio il modello), giusto per dare l'idea della limitatezza di questa modalità.
Anche per i tratti del viso dobbiamo affidarci a un set pre impostato di volti. È assolutamente fuori discussione sfornare un modello anche lontanamente somigliante alla realtà, non parliamo poi dell'assenza di strumenti per sfruttare Kinect o PlayStation 4 per la mappatura facciale, che non sarebbero stati affatto fuori luogo in un simile contesto. Con il nostro golfista molto approssimativo ci apprestiamo a scegliere quale percorso affrontare, comprensivo di un'altra sorpresa poco gradita, anche se meno amara della precedente. I percorsi ufficiali sono solo solo nove, a cui si affiancano quattro percorsi di fantasia, di cui uno prelevato direttamente da Battlefield 4. Tra quelli ufficiali sarebbe poi da mettere un asterisco su TPC Scottsdale, disponibile solo per i pre ordini, ma per fortuna non mancano icone come TPC Sawgrass. Sconcertante invece l'assenza del celebre Pebble Beach, sostituito con il percorso di fantasia Lighthouse Pointe. Tredici percorsi non sono pochissimi, vero, ma nei precedenti capitoli si erano raggiunti picchi impressionanti in tal senso, che in questo caso si spera possano essere compensati attraverso qualche contenuto aggiuntivo post lancio. Sarà quindi interessante scoprire come la casa canadese sarà in grado di supportare il prodotto una volta uscito sul mercato. Per ora possiamo dire di trovarci di fronte a un lavoro che supera di poco l'essenziale. Al solito del tutto assenti musiche licenziate; l'accompagnamento sonoro è prodotto internamente attraverso una serie di brani strumentali anonimi, che replicano in modo piuttosto svogliato e derivativo generi musicali diversi.
Obiettivi Xbox One
Rory McIlRoy PGA Tour presenta i classici 1000 punti giocatore, divisi attraverso 28 obiettivi. Conquistate subito 30 punti presentandovi a una competizione online, meglio ancora creando il vostro personale giocatore. Altri obiettivi sono più complessi, come quello che richiede di colpire la bandierina. Buona fortuna!
Lo spettacolo ha inizio
La presentazione è senza ombra di dubbio il fiore all'occhiello di Rory McIlRoy PGA Tour. EA Sports aveva promesso grandi cose e così è stato: sembra davvero di assistere a un grande evento sportivo grazie al taglio televisivo fatto di cut scene, intermezzi sonori strategici e lo splendido commento a due voci di Rich Lerner e Frank Nobilo. I piani sequenza e le panoramiche mostrano la bellezza degli scenari, indugiando spesso e volentieri sulla abbondante presenza animale, da orche assassine che emergono dai mari fino ai cervi in palese stagione degli amori, almeno considerando la loro curiosa vicinanza con il pubblico.
Ma sono proprio gli spettatori la ciliegina sulla torta; nelle precedenti simulazioni di golf si è sempre criticata, più o meno, l'assenza degli astanti o comunque una folla in grado di generare la giusta atmosfera. Tutto questo fa parte del passato, Rory McIlRoy PGA Tour è invaso in ogni ettaro da un pubblico esagitato, pronto a esplodere per ogni tiro, forse con qualche eccesso di troppo, visto che basta anche solo toccare la pallina per far partire qualche urletto isterico e vari commenti. Potete immaginare cosa accade dopo aver segnato un eagle. La varietà è incredibile e anche la qualità generale del comparto degli effetti sonori segna nuovi traguardi tecnici. Insomma, sembra di essere davvero sul fairway. Il passaggio al Frostbyte 3 dona vantaggi istantaneamente percepibili, come il fatto di caricare l'intero percorso, in modo da annullare del tutto le pause tra le buche, oltre a regalare - specie al tramonto - scorci di indubbia bellezza. Buoni anche i modelli dei golfisti: perfetto ovviamente McIlRoy, ma nel roster troviamo anche Jordan Spieth, Martin Kaymer e Ian Poulter. Purtroppo, invece, sono assenti le donne. Per contro, abbiamo rilevato un certo ritardo nella risposta dei comandi, o input-lag, avvertibile sin dai menu, che finisce per gravare particolarmente sul sistema di tiro a tre tasti dove il tempismo risulta fondamentale. Abbiamo inoltre riscontrato dei piccoli bug probabilmente attribuibili al fatto che la nostra versione non era ancora aggiornata alla patch del day one. Ci sembra insomma che gli sviluppatori siano dovuti scendere a dei compromessi nell'adattamento del motore alle dinamiche di una simulazione di golf. Non c'è ad esempio traccia del cielo coperto o della pioggia e le stesse nuvole sono prive di animazione, regalando un effetto poco realistico. Tra l'altro alcune parti dello scenario risultano meno convincenti di altre. La notte merita invece un discorso a parte, in quanto nel gioco è rappresentata attraverso una modalità fantasiosa chiamata Night Club Challenge. La versione Xbox One da noi testata non ci è parsa particolarmente definita a causa anche di qualche scelta infelice per quanto riguarda i filtri in post processing, ma il gioco sembra francamente poco nitido, tanto da fare sorgere qualche dubbio che giri a 1080p nativi (la risoluzione comunque non è mai stata annunciata). Si sperava infine nell'implementazione dei sessanta fotogrammi al secondo, ma il titolo gira senza ombra di dubbio a 30 fotogrammi, con qualche sporadica incertezza. La modalità online si traduce nella possibilità di sfidare le classifiche degli altri giocatori affrontando stroke play selezionati.
Conclusioni
Rory McIlRoy PGA Tour è un nuovo inizio per la storica serie golfistica targata EA Sports, che entra nella current gen ripartendo da zero. Si tratta di una scelta coraggiosa ed encomiabile, ma il prezzo da pagare non è indifferente e si traduce nella perdita di contenuti che i precedenti episodi proponevano in cospicua quantità. I percorsi disponibili sono stati drasticamente ridotti, l'editor del giocatore è a dir poco essenziale e l'aspetto tecnico mostra il fianco a qualche problema. Per contro la presentazione segna nuovi standard nel genere e gli effetti sonori del pubblico sono davvero irresistibili. Il gioco indubbiamente c'è, è coinvolgente e riesce ad adattarsi a ogni esigenza, grazie alla grande varietà dei sistemi di tiro. Si tratta quindi di un debutto promettente, il cui destino sarà legato all'accoglienza che la comunità di appassionati saprà riservargli, ammesso di essere comprensivi su certi elementi ancora acerbi.
PRO
- Controlli per tutti i gusti
- Divertente da giocare
- Presentazione e pubblico fantastici
CONTRO
- Piuttosto essenziale in contenuti
- Editor del giocatore scarno
- Non molto reattivo nei comandi