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Le dimensioni non contano

Arriva anche sui nostri Nintendo 3DS l'action RPG con i robottini collezionabili di Level-5

RECENSIONE di Christian Colli   —   19/08/2015
Little Battlers eXperience
Little Battlers eXperience
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Urge una doverosa premessa squisitamente personale, che dovrebbe aiutarvi a inquadrare meglio il target di questo Little Battlers eXperience, RPG di Level-5 uscito qualche anno fa per PSP e poi riproposto su PlayStation Vita e Nintendo 3DS in versione riveduta e corretta. Chi scrive è un collezionista compulsivo di "gunpla", ovvero quei kit per costruire i vari Gundam (il famoso mecha giapponese, impossibile che non lo conosciate!) che Bandai tanto generosamente stampa in quantità industriale ogni anno, un hobby rinvigorito soprattutto nell'ultimo paio d'anni grazie alla trasmissione della serie animata Gundam Build Fighters, probabilmente concepita col preciso obbiettivo di vendere ancora più modellini di prima e di conquistare il mondo con la plastica.

Le dimensioni non contano

La diabolica operazione di marketing è riuscita, facendo leva soprattutto sul lato collezionistico e nostalgico degli spettatori più attempati, e brava Bandai. In caso vi steste chiedendo cosa c'entra questo discorso con Little Battlers eXperience, è presto detto: il suddetto Gundam Build Fighters è sostanzialmente un clone del videogioco firmato Level-5, che lo ha preceduto e che nel frattempo ha figliato un paio di sequel, un manga e una serie animata che è stata anche trasmessa sui nostri canali televisivi lo scorso anno. E ovviamente, una valanga di modellini da costruire e personalizzare in puro stile gunpla, anch'essi prodotti dalla mefistofelica Bandai, in una specie di paradosso temporale da mal di testa. Considerando che, una volta completata la storyline del gioco, siamo corsi ad acquistare un kit per costruire Achilles, il robot "protagonista" dell'avventura, possiamo già affermare che Little Battlers eXperience è riuscito nel suo duplice intento, e cioè divertirci... e farci comprare ancora più modellini.

Level-5 colpisce ancora: Little Battlers eXperience è un action RPG veramente imperdibile!

Please set your LBX base

Le dimensioni non contano
Le dimensioni non contano

In realtà, non è del tutto corretto definire Gundam Build Fighters un clone di Little Battlers eXperience (Danball Senki, in Giappone) ma i punti di contatto tra i due franchise sono davvero molti. Anche nel mondo immaginario di Level-5 l'hobby più diffuso in assoluto consiste nell'acquistare dei kit per costruire dei piccoli robot chiamati, appunto, LBX. E fin qui, non c'è nulla di strano. Sospendete l'incredulità, ora: ne avrete bisogno, se vorrete immergervi in questa storia senza roteare gli occhi ogni tre per due. In Little Battlers eXperience, infatti, questi piccoli robot possono combattere dentro speciali arene di cartapesta: i ragazzi adorano picchiarsi a vicenda con i loro mech, e poi personalizzarli, potenziarli e migliorarli per diventare sempre più forti. È la base di ogni serie per ragazzi, e di conseguenza il nostro protagonista, Van Yamano, adora montare gli LBX e giocare con i suoi migliori amici, Ami e Kazuya. È un hobby che sua madre non condivide, soprattutto perché gli LBX li ha inventati proprio il padre di Van, poco prima di scomparire in un misterioso incidente. Un bel giorno, Van riceve da una perfetta sconosciuta un modello di LBX che non aveva mai visto, e viene incaricato di custodirlo con tutte le sue forze perché da esso dipende il futuro dell'umanità. Il nostro giovane eroe, infatti, non sa che una società segreta, i cosiddetti Sostenitori della Nuova Alba, intende trasformare gli LBX in vere e proprie macchine da guerra, cominciando col prototipo di cui è entrato in possesso. Da quel momento, per lui e per i suoi amici comincia una lunga avventura dalle tinte piuttosto fosche: ci saranno tornei e combattimenti con personaggi più o meno stravaganti e situazioni che sfiorano l'assurdità - chi affiderebbe un'arma tanto pericolosa a un adolescente? - ma Little Battlers eXperience non è esattamente una favola per bambini, visto che si parla di omicidi, sicari, traffici d'armi e rivoluzioni mondiali. Level-5, comunque, tocca quegli argomenti con una certa sensibilità, alternando i dialoghi statici a cutscene che impiegano il buon motore poligonale e in cel shading (ormai è un marchio di fabbrica) a numerose e spettacolari sequenze a cartoni animati. Chi ha giocato Inazuma Eleven Go riconoscerà subito il comparto tecnico, qui impreziosito da modelli poligonali realizzati sensibilmente meglio e da scenari discretamente complessi e ricchi di dettagli. Il gioco è doppiato completamente in inglese, nonostante la sincronizzazione labiale lasci un po' a desiderare, mentre i testi sono tutti in italiano, e seguono la terminologia occidentale impiegata anche nell'adattamento nostrano del cartone animato. Va sottolineato che la "campagna" copre i primi quarantaquattro episodi dell'anime, perciò chi ha già seguito la serie in TV potrebbe annoiarsi in fretta dato che per completare la storia serve una ventina abbondante di ore. È una fortuna, quindi, che se ne possa trascorrere praticamente il doppio a collezionare e personalizzare gli LBX.

L'effetto 3D

La stereoscopia non aggiunge nulla al gameplay, ma aumenta il coinvolgimento del giocatore quando si combatte nelle arene. Durante le esplorazioni, inoltre, aiuta le inquadrature a generare un certo effetto di profondità, specie quando la telecamera segue dinamicamente il protagonista. Vi consigliamo di attivare l'effetto 3D: è superfluo, ma ben implementato.

Battle start!

L'esperienza (o eXperienza?) si divide principalmente in due parti. Quella più RPG è abbastanza tradizionale: nei panni di Van - o di uno dei suoi comprimari, a seconda del momento in cui si svolge l'azione - dovremo esplorare la città di Pacifica, interagendo con i tantissimi PNG che la popolano, facendo acquisti nei negozi e aprendo i forzieri nascosti negli angoli meno in vista. È la parte più tradizionale di Little Battlers eXperience, e serve principalmente a progredire nella storia, tant'è che alcune zone sono dei veri e propri "dungeon" in cui saremo persino attaccati casualmente dai nemici e dai loro LBX.

Le dimensioni non contano

In questa fase del gioco è possibile accedere al menu principale e perdersi tra le numerosissime schermate che ci permettono di gestire feature come la posta elettronica, la lista degli amici di Van, la cronologia delle vicende, le canoniche opzioni di gioco e via discorrendo. Poi c'è quel magico menu, Personalizza: dobbiamo ammettere che le prime ore di gioco sono un po' traumatiche, perché riempiono costantemente questa schermata di funzioni e opzioni, sommergendo il giocatore di informazioni. Il gioco, per fortuna, offre dei tutorial pratici che insegnano le meccaniche di base e le sottigliezze del gameplay, ma Little Battlers eXperience è un titolo veramente complesso: all'inizio si può giocare senza approfondire troppo, ma nelle fasi più avanzate della storia, e soprattutto nel "post game", bisognerà per forza imparare a microgestire i vari LBX sotto ogni aspetto. I piccoli mech, infatti, si possono personalizzare praticamente in tutto, in barba ai setup predefiniti da Level-5: ogni pezzo può essere sostituito con quelli trovati o acquistati nei negozi, in alcuni casi si può cambiare il colore dell'esoscheletro e si possono equipaggiare armi diverse in qualsiasi momento, impostando due set da alternare in un attimo durante le battaglie. Non vi piace l'idea di far combattere Achilles con lancia e scudo? Allora equipaggiategli una mazza, o un bel lanciarazzi nel caso preferiate un approccio meno diretto. E chi dice che la Kunoichi di Ami debba per forza essere un LBX agile e scattante? Sostituitele quelle due gambine flessuose con un bel paio di cingolati, e il gioco è fatto.

Le dimensioni non contano

Ogni componente aumenta di livello indipendentemente, determinando la difesa, le resistenze elementali, il peso e quindi la velocità del robot: questo implica un certo "grind" dei pezzi migliori, specie se li si vuole cambiare per un mero fattore estetico, ma per quanto possa apparire ripetitivo questo trend alla fine paga, ampliando la nostra collezione di ricambi e, conseguentemente, di setup che possiamo scegliere quando affrontiamo un nuovo avversario che ci sta dando del filo da torcere. I vari setup si possono comodamente salvare, peraltro, così da poterli cambiare interamente senza dover scegliere a mano ogni arma o ricambio. Lo stesso valore strategico ce l'hanno anche le armi, la cui rapidità e potenza varia a seconda della perizia del mech di turno: più si usa un'arma, più il nostro LBX diventa bravo a mulinarla, sbloccando parallelamente gli attacchi speciali con cui è possibile ribaltare le sorti di uno scontro, fermo restando che anche i nemici, proprio come noi, possono scegliere di rispondere al nostro attacco in vari modi, magari schivandolo o contrattaccando, in una specie di "quick time event" estemporaneo. Come se tutto ciò non bastasse, il giocatore deve anche gestire le cosiddette unità centrali, cioè i microchip che determinano i parametri più importanti di ogni LBX: come una specie di gioco nel gioco, bisogna incastrare queste componenti all'interno di una griglia, facendole combaciare sfruttandolo spazio a disposizione. Sulla potenza dell'unità centrale si basa, per esempio, il consumo della batteria durante lo scontro, la velocità con cui si carica l'indicatore che consumano gli attacchi speciali, l'efficacia delle armi e altro ancora. Questa complessa ma intrigante cornice strategica è semplicemente l'antipasto dei combattimenti veri e propri, durante i quali possono sfidarsi fino a due squadre composte da tre LBX ciascuna.

Battle ended!

Le dimensioni non contano
Le dimensioni non contano

Gli scontri, in Little Battlers eXperience, possono essere casuali, nel caso si stia esplorando una zona pericolosa, oppure obbligatori, se la storia lo richiede, e facoltativi. Quest'ultimi sono una risorsa pressoché infinita di materiali, ricambi e punti esperienza: la maggior parte dei PNG che vivono a Pacifica sarà disposta a lottare con noi in qualsiasi momento, permettendoci di crescere i nostri LBX e di tentare nuovi setup senza doverci fermare in qualche area a "grindare" i combattimenti casuali. Le battaglie si appellano a una discreta varietà di regole, ma il concetto di base è sempre lo stesso: bisogna picchiare il nemico finché non schiatta. Il sistema di controllo si aggrappa alla tradizione degli action game, assegnando un tasto all'attacco, uno al salto, uno all'apertura dell'inventario quando si vogliono usare gli attacchi speciali o consumare gli oggetti curativi, e un ultimo tasto allo scatto. Ogni azione consuma l'indicatore della batteria, che si ricarica col tempo e che, una volta a secco, indebolisce ridicolmente i nostri attacchi, costringendoci quindi a dosare le combo e gli approcci per evitare di restare a girarci i pollici sul più bello. Con i tasti dorsali è altresì possibile parare o agganciare i bersagli, e alcune combinazioni di tasti permettono anche di aumentare la potenza dei colpi di certe armi, di ricaricare le armi da fuoco o di schivare lateralmente tra un colpo e l'altro. Il sistema di combattimento, insomma, è completo e appagante, minato soltanto da una certa legnosità nei movimenti degli LBX cui bisogna abituarsi ma che non se ne va mai via del tutto. Lo ammettiamo: i primi scontri ci hanno lasciati piuttosto gelidi. Erano battaglie lente e ripetitive, basate unicamente sullo scambio di combo a turno e sulla fuga tra gli elementi ambientali sparpagliati per i campi di battaglia, le cui conformazioni dipendono dal tipo di scenario, con quelli urbani ricchi di palazzine che interrompono le linee di tiro o quelli ambientati nel deserto, con i canyon che formano enormi dislivelli e offrono dei punti perfetti per tendere un agguato o incastrare il bersaglio. Una volta riunito il party per la prima volta e cominciato ad affrontare gli scontri a tre contro tre, equipaggiando armi e tecniche speciali diverse sui nostri LBX personalizzati, si è aperto un nuovo mondo: al di là della semplicità con cui è possibile farsi strada nella campagna, le battaglie in Little Battlers eXperience sono un vero spasso, e quelle contro i boss sono altamente spettacolari, anche se forse un po' troppo brevi. Considerate che è possibile sfidare fino ad altri cinque giocatori in locale, utilizzando i propri LBX personalizzati: purtroppo si tratta di uno di quei contesti che si verificano raramente nella vita di tutti i giorni, ma che a conti fatti permette di calarsi ancora di più nel mondo del gioco. È un peccato, insomma, che Nintendo abbia deciso di pubblicare il titolo Level-5 quando dai negozi sono spariti anche i kit distribuiti mentre veniva trasmesso il cartone animato in TV. Sì, un peccato per i collezionisti, e per le tasche di Bandai.

Conclusioni

Multiplayer.it
9.0
Lettori (17)
8.4
Il tuo voto

Little Battlers eXperience è uno di quei giochi di nicchia che si rivelano essere delle sorprese incredibili. Certo, essere collezionisti, appassionati di modellismo e magari fan dei gunpla cui si ispira l'opera Level-5 è importante, ma stiamo parlando comunque di un titolo tecnicamente squisito, profondo, completo e longevo. Detto questo, i pochi difetti segnalati ci appaiono ancor più marginali, dato che intaccano solo marginalmente la qualità della proposta. La nostra speranza, insomma, e di vedere sui nostri scaffali, fisici o virtuali che siano, anche i due sequel, Little Battlers eXperience W e Little Battlers eXperience Wars: tra quelli e Yo-kai Watch, Level-5 avrebbe già in pugno il 2016 del portatile Nintendo.

PRO

  • Longevo e ricco di contenuti
  • Personalizzazione ai massimi livelli
  • Tecnicamente delizioso

CONTRO

  • All'inizio viene un po' di confusione
  • Sistema di controllo legnosetto
  • Se avete visto il cartone animato, conoscete già la storia