In Giappone la multimedialità è una pratica di lunga data. La maggioranza dei manga di successo diventa anime e moltissimi anime diventano film live action e videogiochi. Questo succede anche in Occidente, lo sappiamo bene, ma il fenomeno è decisamente più contenuto e non si è mai spinto fino alle visual novel, che spesso fanno da complemento narrativo per altri tipi di media. Parliamo di un genere tutto nipponico che può essere definito come un'avventura grafica, anche se forse è meglio parlare di fumetto digitale. Spesso infatti ci troviamo di fronte a serie di tavole, condite da animazioni piuttosto semplici, che prendono vita grazie al doppiaggio e ai bivi nei dialoghi. Vista la semplicità della ricetta non stupisce che alcuni titoli si affidino a meccaniche appartenenti ad altri generi per arricchire il piatto, ma nella maggior parte dei casi il fulcro resta la componente narrativa che si dispiega dialogo dopo dialogo tenendo conto delle nostre scelte. Questa formula, che ci ha abituato ad alti e bassi piuttosto marcati, è alla base della serie Xblaze che è nata con Code: Embryo e ci racconta lontane vicende perdute nel passato del picchiaduro BlazBlue. Il protagonista del primo titolo della saga, di cui Lost: Memories è il seguito diretto, è Touya Kagari, studente della Hakuou North Academy finito nei guai per inseguire un suono proveniente da una zona chiusa a causa di un grosso incidente avvenuto diversi anni prima.
In questo nuovo capitolo Touya ricompare ma non è più il protagonista. L'eroina è una ragazza che vive nella periferia di Ishana con la sua sorellina. Anni prima, ci mostra un drammatico flashback, la madre della protagonista è morta e il suo corpo è stato portato via da un padre impegnato in strani esperimenti. Dopo molti anni questi ricordi ingombranti ritornano ancora a tormentare quella che ormai non è più una bambina ma una donna che, resistendo alle sue paure, è riuscita a costruirsi una vita. Tutto cambia, però, quando la sorella scompare accendendo la miccia di questa nuova avventura che ci porta alla ricerca di ricordi perduti nei meandri di un misterioso e desolante luogo chiamato Phantom Field. La protagonista si ritrova priva di memoria tanto da essere inizialmente chiamata con il nome "Me", anche se il giocatore può fortunatamente cambiarlo dopo aver incontrato una scalmanata e misteriosa fanciulla che risponde al nome di "Nobody". La ricerca dei ricordi, in sostanza, è il fulcro dell'avventura che ce li fa trovare nella forma di cristalli nelle profondità del già citato Phantom Field. Questo ci permette anche di rivivere, sebbene da prospettive differenti, diversi avvenimenti chiave del primo capitolo e ciò significa che non è necessario averlo giocato per comprendere la storia d'insieme. Una scelta che possiamo definire azzeccata visti i numerosi difetti di Code: Embryo, che si affida a un poco comprensibile sistema basato su articoli web per condurci verso una serie finali poco soddisfacenti. Il secondo titolo non segue le orme del primo e questo è un bene.
Torniamo a scoprire il passato di BlazBlue con questo secondo capitolo della serie Xblaze
Nei meandri del Phantom Field
Xblaze - Lost: Memories, uscito da tempo in Nord America e in arrivo in Europa il 18 settembre, ci permette di controllare direttamente la protagonista in una sorta di minigioco che ci porta a esplorare le profondità del Phantom Field. E mentre ci addentriamo nei meandri pixellosi di questo luogo, ci troviamo ad affrontare qualche piccola avversità ma sia chiaro che non c'è traccia di sfide raffinate e di gameplay avvincente. L'unico rischio, davvero minimo visti i tentativi illimitati, si nasconde nel poco avvincente quiz da quattro domande che deve essere superato per accedere al livello successivo, ma le domande sono piuttosto semplici e l'unica utilità di questa dinamica pare essere quella di spronarci a seguire con attenzione i ricordi e i dialoghi. D'altronde questi rappresentano il fulcro dell'esperienza e la buona notizia è che in Lost: Memories ci riservano qualche sorpresa di natura tecnica. Invece di limitarsi alle figure statiche tipiche del genere, il titolo fa uso di svariate inquadrature, ci regala qualche sprazzo animato e sfoggia persino dialoghi sincronizzati con le labbra dei protagonisti. Non ci sono animazioni molto complesse ma, purtroppo, le visual novel sono ancorate a questo format sospeso tra anime e manga, che spesso sacrifica l'interattività per lunghi dialoghi privi di spessore e una caratterizzazione dei personaggi piuttosto semplice.
Lo stesso capita anche in questo secondo capitolo della serie Xblaze, anche se gli sviluppatori hanno cercato di dare un piglio diverso all'avventura che allunga il brodo con qualche conversazione rinunciabile e scricchiola sotto al peso di una caratterizzazione dei personaggi non certo memorabile, pur offrendo anche spunti piuttosto interessanti. Il titolo targato Arc System Works è denso di simbolismi, di rimandi all'io, ai fantasmi del passato e alla maturazione. Tutti capisaldi di un certo tipo di cultura giapponese che ha diverse cose da dire e probabilmente riesce a sdoganarle nel contesto commerciale moderno proprio grazie all'esagerazione con cui vengono proposte. Basti pensare a Evangelion, che per certi versi è un bignami di sociologia per capire dove può spingersi l'animazione nipponica. Ma non basta di certo un concept impegnato per fare un videogioco interessante e Lost: Memories ha la sua bella dose di difetti. Il minigioco esplorativo, lo abbiamo già detto, è poco più di un riempitivo reso particolare dalla scelta della grafica in pixel art, mentre le domande di Nobody che ci permettono di passare al livello successivo del Phantom Field, pensate per mantenere il giocatore vigile durante sequenze e dialoghi, sono quanto di più semplice si possa immaginare. Sia chiaro, non siamo alla ricerca di un gameplay impegnativo in una visual novel, ma un'aggiunta non è necessariamente positiva tanto più se altera il ritmo del gioco senza portare molto all'esperienza. In ogni caso quello che conta davvero è la storia e questa, come dicevamo, tocca punti interessanti anche se è diluita in dialoghi che talvolta durano troppo e non sempre riescono a coinvolgerci quel tanto da rendere i bivi intriganti. Dobbiamo però considerare che gli sviluppatori hanno eliminato i cliché eccessivi del primo capitolo, che affidava parte del suo appeal a torme di fanciulle innamorate, e hanno tagliato il poco comprensibile sistema degli articoli internet che ci portava verso i diversi finali senza permetterci di capire il perché. Scelte azzeccate anche se assieme a questi elementi sono spariti anche i finali multipli, che sono un elemento importante del genere. In ogni caso ci troviamo di fronte a una narrazione più piacevole da seguire, che potrebbe indubbiamente coinvolgere chi è abituato a questo formato.
Conclusioni
Con Xblaze - Lost: Memories la serie dedicata al passato del picchiaduro BlazBlue compie un evidente passo in avanti dal punto di vista della qualità complessiva e della narrazione, ma non ci troviamo comunque di fronte a una visual novel memorabile. Stereotipi riciclati, un unico finale e meccaniche di contorno poco avvincenti sono un bel peso da portarsi dietro anche se il carico potrebbe risultare sopportabile per i fan del genere e della serie BlazBlue.
PRO
- Tenicamente sopra alla media del genere
- Non mancano spunti interessanti
- Più godibile del predecessore
CONTRO
- Alcuni dialoghi si possono saltare senza perdere praticamente nulla dell'esperienza
- Le meccaniche di contorno sono dimenticabili
- Un solo finale