Sono oramai 5 mesi che Apple Watch ha raggiunto il mercato, con quel lancio del 24 aprile (il 26 giugno in Italia) che ha rappresentato la discesa della casa di Cupertino nella oramai affollata arena dei wearable device.
Che il settore dei dispositivi indossabili sia destinato a rappresentare un punto nevralgico del nostro futuro tecnologico è una certezza più che una scommessa, eppure nessuno dei produttori è riuscito finora a trovare un giusto compromesso e un equilibrio di funzionalità e accessibilità tali da rendere questi accessori qualcosa più di un gadget per appassionati. La strada intrapresa da Apple è stata in tal senso peculiare, perché ha tentato di avvicinare il proprio orologio al mondo del fashion nella speranza di sdoganarlo dalla nicchia di mercato di cui sopra, rendendolo piuttosto un oggetto cool e che valga anche la pena sfoggiare. Luci e ombre delle prime settimane di vita di Apple Watch hanno suggerito a diversi utenti di rimanere alla finestra, in attesa di aggiornamenti e miglioramenti dell'esperienza. L'uscita della seconda versione di WatchOS ci permette quindi di fare il punto della situazione, dando un'idea di cosa voglia dire possedere oggi lo smartwatch della mela morsicata.
A cinque mesi dal lancio, cosa è diventato Apple Watch? E cosa può diventare in futuro?
Miracolo tecnologico
Il modello utilizzato per questo test è il 42mm alluminio Grigio Siderale con cinturino Sport Nero, venduto in Italia a 469€. Si tratta di una delle numerose varianti proposte da Apple, che si differenziano per colore e materiale della cassa (alluminio, acciaio o oro), per il vetro o il cristallo applicato, e per tipo e materiale del cinturino. La forbice di prezzo va quindi dai 419€ per arrivare fino a sfiorare i 20.000€, ma ciò che è importante sottolineare è come l'hardware sia sempre lo stesso, così come di conseguenza l'esperienza d'uso. E lo sforzo ingegneristico ha quasi del miracoloso se si considera semplicemente cosa possa contenere, nel 2015, un involucro di 42 x 35,9 x 10,5 mm per 30 grammi di peso: il SoC Apple S1, 512 MB di RAM, 8 GB di memoria e tutta una serie di sensori e meccanismi che garantiscono le funzionalità dello smartwatch. Il display AMOLED può vantare 326 ppi per una risoluzione di 272x340 sul modello da 38mm e di 312x390 su quello da 48mm. Spendiamo qualche parola sulla qualità costruttiva, pur col rischio di risultare ripetitivi e ridondanti. C'è un motivo se la casa di Cupertino è ritenuta il metro di paragone del settore sotto tale aspetto, e ovviamente con Apple Watch tali certezze vengono confermate dalla perfezione nell'assemblaggio che non lascia spazio a nessun difetto nell'allineamento delle componenti.
La forma, squadrata coi bordi arrotondati, risulta all'atto pratico più piacevole e aggraziata di quanto non sembri in foto: si tratta di una scelta di design sobria destinata a rendere il dispositivo riconoscibile ma non impegnativo, e capace quindi di mantenersi accettabile all'interno di diverse situazioni e contesti sociali. Sul retro della cassa è posizionata una sorta di cupola trasparente che custodisce il sensore per la misurazione del battito cardiaco e il sistema di ricarica induttiva. Il primo lavora tramite dei flash di luce verde il cui grado di assorbimento dalla pelle viene tradotto appunto nella frequenza del cuore: la rilevazione viene effettuata o su richiesta dell'utente oppure in automatico ad intervalli di circa 10 minuti, coi dati che sono poi raccolti nell'app Salute del proprio iPhone. La ricarica invece passa attraverso un cavo con un connettore circolare, che si aggancia in automatico al dorso dell'Apple Watch: una soluzione pratica per una tecnologia che senza dubbio diventerà lo standard nei prossimi anni anche per gli smartphone. Sul lato sono posizionati invece i due tasti presenti sul device, ovvero la Digital Crown e il Tasto Laterale: la prima può essere premuta per accedere alle applicazioni o ruotata per scorrere all'interno dei contenuti delle stesse, mentre una pressione prolungata consente di accedere a Siri, l'assistente vocale che su Apple Watch diventa un elemento quasi imprescindibile dell'esperienza. Il Tasto Laterale invece richiama la rubrica dei contatti e consente l'accensione e lo spegnimento del dispositivo. In realtà esiste un altro, importante metodo di input, che passa attraverso quel Force Touch introdotto più recentemente sui nuovi iPhone 6s: in estrema sintesi si tratta della possibilità di premere lo schermo con maggiore forza per raggiungere controlli aggiuntivi all'interno delle app. Una soluzione interessante che però ha bisogno ancora di essere digerita dagli sviluppatori: attualmente solo attraverso dei tentativi si può capire se ogni singolo software utilizza o meno tale metodo, con risultati non sempre pienamente convincenti. Particolarmente importante all'interno dell'esperienza dell'Apple Watch è poi il Taptic Engine, che non è altro che un feedback fisico che si trasmette come una sorta di leggero tocco - non una banale vibrazione, ma qualcosa di differente e peculiare - avvertibile sul polso in occasione di particolari interazioni dell'utente o piuttosto nel momento in cui si ricevono notifiche o chiamate. Un aspetto fondamentale perché evita di dover consultare "a vuoto" l'orologio, sollecitando quindi il suo uso solo in caso di necessità. Le notifiche sono le stesse che appaiono sull'iPhone, ma dall'applicazione di gestione dell'Apple Watch è possibile eseguire una selezione più granulare, decidendo quali app vadano effettivamente ad apparire sullo smartwatch e quali no. In questa maniera si può quindi ritagliare e adattare l'intrusività del dispositivo sulla base delle proprie reali preferenze, evitando quindi di essere sommersi di avvisi di importanza secondaria.
A cosa serve?
Apple Watch è di fatto un accessorio dell'iPhone, e come tale va considerato. L'associazione e il collegamento via Bluetooth 4.0 sono infatti dei requisiti fondamentali per l'attivazione iniziale dell'orologio, e anche successivamente buona parte delle funzioni che esso può svolgere sono legate a doppia mandata al mantenimento di tale legame. Questa è una premessa fondamentale per comprendere il senso di un prodotto di questo tipo e per poterlo valutare in maniera corretta: nelle intenzioni di Apple, lo smartwatch non deve sostituire le attività svolte regolarmente col proprio iPhone, ma semplicemente offrire un accesso alternativo ad alcune di esse all'interno di sessioni che non richiedono più di alcuni secondi per essere completate.
Per questo motivo è sbagliato immaginare l'Apple Watch come un dispositivo da usare in maniera "attiva" e continuativa: lo schermo per ovvi motivi può contenere solo poche informazioni, e le linee guida della stessa casa di Cupertino impongono agli sviluppatori interfacce minimali e con pochi tasti e menu. La maniera probabilmente più corretta per intendere un prodotto di questo tipo è con un uso in buona parte "passivo": leggere i messaggi senza dover consultare lo smartphone, visualizzare le notifiche, ricevere telefonate, consultare gli appuntamenti in calendario. Eventualmente anche ottenere le indicazioni stradali dal navigatore (oltre alle Mappe di Apple, è recentissimo il supporto anche di Google Maps), o spingersi a rispondere ai messaggi tramite la dettatura dell'assistente vocale Siri. Una sorta di liberazione dalla "schiavitù" del controllo compulsivo del proprio cellulare (magari a vuoto), con una indiscutibile ottimizzazione del tempo. Dicevamo delle telefonate, perché con Apple Watch si può anche conversare o attraverso un auricolare bluetooth, oppure un po' alla maniera di Michael Knight in Supercar parlando direttamente avvicinando il device alla bocca. Purtroppo il piccolo altoparlante rende l'opzione percorribile solo in condizioni ambientali particolarmente silenziose. Il resto delle applicazioni di "base", raccolte all'interno di una visualizzazione a "bolle" particolarmente piacevole, spaziano dalla borsa al meteo al cronometro alla sveglia e alle ore locali, spingendosi anche a consentire di visualizzare le foto pur con tutti i limiti del caso. Utile la possibilità di gestire la musica del proprio iPhone, così da consentire di cambiare i brani in ascolto senza doverlo tirare fuori dalla tasca. Mancano in maniera piuttosto incomprensibile la registrazione di memo vocali e una calcolatrice di default, ma d'altra parte quest'ultima non c'è nemmeno su iPad: basta un rapido passaggio su App Store per risolvere il problema. Ampio spazio è poi dedicato all'ambito del fitness, con sistemi di rilevazione dei movimenti e calcolo delle calorie bruciate in relazione alle diverse attività e sport che possono fornire un buon supporto statistico e anche una certa motivazione, pur senza il grado di approfondimento dei prodotti professionali dedicati. Merita di essere sottolineata l'autonomia della batteria, che nella nostra esperienza non ha mai lontanamente rischiato di lasciarci a piedi a prima della fine della giornata. Premesso che Apple Watch va quasi necessariamente ricaricato ogni notte, possiamo affermare con buona certezza che possieda sufficiente energia per accompagnare la maggior parte dell'utenza dalla mattina alla sera.
WatchOS 2
Con la prima versione di Watch OS, l'esperienza d'uso di Apple Watch aveva dei paletti, dei limiti e dei difetti. Non è sbagliato considerare il debutto del sistema operativo di Apple Watch come una sorta di versione beta, ancora incompleta e poco raffinata. Il problema principale era rappresentato dalla gestione delle applicazioni, che in sostanza non risiedevano direttamente sulla memoria dello smartwatch bensì venivano di fatto eseguite dall'iPhone e solo trasmesse via Bluetooth all'orologio. Una operazione che spesso causava rallentamenti e più in generale problematiche capaci di ridurre la fluidità d'utilizzo.
Con Watch OS 2, Apple ha invece finalmente permesso agli sviluppatori terze parti non solo di installare le app sull'indossabile, ma anche di accedere a elementi prima preclusi come il cardiofrequenziometro, il microfono, la Digital Crown o il Taptic Engine: una soluzione destinata con ogni probabilità ad aprire la strada ad applicazioni native più reattive e con maggiori funzionalità, capaci eventualmente di ridefinire i confini dell'esperienza dell'Apple Watch. Per avere conferma di ciò sarà però necessario attendere con pazienza affinché le app native inizino a raggiungere in abbondanza lo Store: al momento il loro numero è ancora piuttosto limitato e si tratta per la maggior parte dei casi di aggiornamenti di versioni precedenti, quindi senza particolari stacchi o spunti rispetto al passato. Qualcuno si è spinto a sostenere che la possibilità di creare app native per l'Apple Watch avrà lo stesso carattere rivoluzionario che ebbe l'apertura dell'App Store per l'iPhone: una previsione forse azzardata, che comunque andrà verificata tra diversi mesi. Watch OS 2 non è però "soltanto" questo: sono stati aggiunti nuovi quadranti tra i quali poter scegliere il proprio preferito, come quelli che propongono un time lapse di 24 ore di alcune città in giro per il mondo, o permettendo di applicare una foto o un album tra quelli della propria raccolta per dare un ulteriore livello di personalizzazione. Interessante poi l'apertura verso le complicazioni di terze parti, ovvero quegli elementi aggiuntivi da applicare sul quadrante per avere informazioni come data, stato della batteria, fusi orari, meteo, fasi lunari e chi più ne ha più ne metta. Tra le novità magari meno importanti ma piacevoli c'è poi Nightstand, ovvero la possibilità di trasformare l'Apple Watch in una sveglia da comodino quando questo è in carica e poggiato di lato: in questo caso lo schermo mostra l'ora in una tonalità verde, e la Digital Crown diventa il bottone per spegnere l'allarme. Più rilevante è la possibilità di rispondere alle email, ovviamente sempre tramite dettatura a Siri. Con Time Travel poi, si può ruotare la Digital Crown per andare avanti e indietro nel tempo e verificare magari quali appuntamenti ci siano nel calendario, o quale sia la temperatura prevista in una precisa ora del giorno. Watch OS 2 è quindi al momento attuale un raffinamento dell'esperienza originale che integra alcune novità piacevoli e interessanti, ma è soprattutto un promettente punto di partenza con nuovi e più potenti strumenti messi in mano agli sviluppatori terze parti per poter sfruttare al meglio l'hardware. Il successo (o il fallimento) del dispositivo indossabile di Cupertino passerà totalmente attraverso questo aspetto: sono infatti le applicazioni ad aver finora rappresentato la principale debolezza dell'offerta di Apple Watch, con poche di esse capaci di offrire qualcosa di realmente utile e interessante. Tanto per fare un esempio Whatsapp e Facebook ancora non sono saliti sul treno (sebbene abbiano manifestato l'intenzione di farlo), e già questo sarebbe un impulso notevole. Abbiamo inoltre ravvisato ancora crash, riavvii e rallentamenti, segno che c'è ancora un certo margine di miglioramento.
In conclusione
Apple Watch è, a nostro giudizio, un ottimo smartwatch. Probabilmente il migliore in commercio attualmente, e quello con il maggiore potenziale futuro.
La comodità nella gestione delle notifiche, la qualità del sistema operativo, il livello di personalizzazione e la prospettiva dell'enorme supporto che senza dubbio otterrà dagli sviluppatori terze parti grazie ai vantaggi di WatchOS 2 rendono il dispositivo Apple un oggetto che è facile riuscire ad apprezzare, e le cui funzioni si integrano in maniera interessante con quelle di iPhone senza sovrapporsi. È altrettanto vero però che si tratta della prima generazione di un device appartenente a una categoria che in senso assoluto ancora non ha raggiunto la maturità tale da offrire un motivo indiscutibile e chiaro per spingere all'acquisto. La comodità di Apple Pay potrebbe rappresentare un buon cavallo di troia in tal senso, ma finché non sarà disponibile anche in Italia (se mai lo sarà) non è possibile considerarlo come un fattore. Inoltre, la lentezza generale che è stata solo in parte mitigata da WatchOS 2 suggerisce come la successiva versione del prodotto, con un processore più performante, possa probabilmente essere quella destinata a poter supportare pienamente la visione e l'ambizione della casa di Cupertino. Oggi, Apple Watch è una affascinante finestra su un futuro ancora non del tutto messo a fuoco.