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Cannoneggiar m'è dolce in questo mare

Wargaming punta alla supremazia nei mari!

RECENSIONE di Lorenzo Fantoni   —   19/10/2015
World of Warships
World of Warships
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Anche se sono state rese quasi obsolete dai progressi della tecnologia bellica, le navi da guerra restano ancora oggi uno spettacolo terribile e bellissimo. Mostri corazzati da decine di migliaia di tonnellate in grado di scatenare un'incredibile potenza di fuoco, ma anche luoghi inospitali, dominati da una ferrea disciplina in cui si rischiava di fare una morte orribile. Comandare una nave da guerra voleva dire essere in grado di calcolare molto velocemente migliaia di variabili relative alla rotta, al meteo, alla distanza dal bersaglio, all'alzo dei cannoni e all'avversario. Ogni nave aveva un ruolo ben preciso all'interno della flotta e questa è una delle prime regole che bisogna imparare per giocare a World of Warships, il nuovo gioco di Wargaming che, dopo il trionfo di World of Tanks e le incertezze di World of Warlplanes, vuole conquistare i sette mari con questo capitolo dedicato alle forze marittime russe, tedesche, giapponesi, inglesi e statunitensi che hanno solcato le onde prima, durante e poco dopo il secondo conflitto mondiale.

Tutti ai posti di manovra, è il momento di recensire World of Warships!

La classe è tutto

Rispetto ai giochi precedenti, World of Warships è caratterizzato da una demarcazione molto più netta tra le varie classi. A nostra disposizione avremo i cacciatorpediniere, gli incrociatori, le corazzate e le portaerei e dovremo adattare la strategia in base alla nave che avremo deciso di schierare, perché altrimenti sarà la disfatta più totale per noi e i nostri compagni.

Cannoneggiar m'è dolce in questo mare

I cacciatorpediniere ad esempio non sono in grado di resistere a lungo sotto il fuoco nemico, però sono veloci e pesantemente armati, quindi sono l'ideale per sorprendere le portaerei avversarie o per andare in ricognizione e poi fuggire lanciando una batteria di letali torpedo. Gli incrociatori sono la spina dorsale del gruppo e se la cavano abbastanza bene anche da soli, ma hanno comunque bisogno dei cacciatorpediniere o degli aerei di supporto per individuare i bersagli o difendersi dai caccia nemici. Le grandi corazzate possono invece colpire a chilometri di distanza e fare malissimo, ma sono molto lente e totalmente inutili se qualcuno non individua per loro dove sparare. Infine abbiamo le portaerei che sono totalmente sprovviste di difese attive, ovvero i cannoni, e con le quali il gioco si trasforma in un RTS in cui dovremo decidere dove inviare i bombardieri, dove gli aerosiluranti e chi proteggere con i caccia. In teoria possono fare parecchi danni, ma se non vengono protette è molto facile farle colare a picco. Capire e giocare ogni ruolo è una sfida divertente e stimolante perché sono radicalmente differenti tra di loro. Con le navi più piccole sembra quasi di giocare un FPS in cui è fondamentale comprendere quando fuggire e quando attaccare, mentre in quelle più grandi ogni mossa va pianificata per tempo perché i tempi di reazione sono lunghissimi e nessuno vuole ritrovarsi con i cannoni scarichi di fronte a una nave nemica pronta a far fuoco.

Sinfonie d'acciaio

Una partita ben giocata a World of Warships si basa totalmente sull'intesa del team e sulla capacità dei singoli di giocare di squadra. La vittoria si può ottenere in due modi: eliminando ogni nave nemica o mantenendo il controllo di determinati punti strategici. In battaglia del resto ogni classe dipende dalle altre per poter esprimere al meglio le proprie potenzialità. Le navi più grandi hanno bisogno di qualcuno che trovi i bersagli, quelle più piccole di qualcuno che le protegga quando battono in ritirata e quando tutto funziona alla perfezione è uno spettacolo per gli occhi.

Cannoneggiar m'è dolce in questo mare

Giocando in un buon team è possibile ammirare i cacciatorpediniere mentre lanciano fumogeni per nascondere i movimenti della flotta e poi accerchiano gli avversari per capirne la posizione, lanciando siluri nelle zone in cui è più facile che passi il nemico. Nel frattempo gli incrociatori avanzeranno cauti di fronte alle corazzate per eliminare gli scout nemici, mentre le seconde punteranno dritte alle portaerei per evitare che i piloti si alzino in volo. Infine, le nostre portaerei eviteranno di lanciarsi a testa bassa nello scontro ma resteranno un po' in disparte, usando i caccia per contrastare gli attacchi degli aerosiluranti mentre i bombardieri costringeranno le forze nemiche a disperate manovre evasive. Purtroppo il lavoro di squadra è un aspetto affascinante quanto frustrante di World of Warships, perché per quanto si possa essere bravi, se il resto del team non è al nostro livello sarà durissima vincere. Basta un capitano incompetente per mettere gli altri sotto scacco e, visto che le partite sono un po' più lunghe rispetto agli altri giochi di Wargaming, ci sono momenti in cui l'unica cosa da fare è puntare il vascello nemico sperando in una morte gloriosa, perché l'alternativa sono dieci o quindici minuti di nascondino tra le isole, e tutto ciò perché il tizio che pilotava il cacciatorpediniere si è fatto impallinare come una paperella di gomma.

Lo zen della cannonata

In World of Warships anche la miglior strategia è inutile se non si impara a sparare. Giocando si passa circa metà di ogni partita a scandagliare il mare guardando l'orizzonte attraverso il mirino dei nostri cannoni e, per quanto l'approccio del titolo sia più arcade che simulativo, colpire il nemico è un lavoro molto più complesso rispetto a un FPS o agli altri due titoli della trilogia.

Cannoneggiar m'è dolce in questo mare

Nelle prime partite tutto è abbastanza semplice perché le navi da guerra dei principianti si scambiano colpi a distanza relativamente ravvicinata, quindi tutto ciò che dobbiamo fare è mirare un po' più avanti rispetto alla prua del nemico e premere il grilletto. Più si sale di livello e più la situazione si fa complicata, finché colpire il bersaglio non diventa una strano miscuglio tra matematica, psicologia, mira e tanta, tanta fortuna. Sì perché più i cannoni diventano grandi più fanno male, ma allo stesso tempo aumentano anche il tempo di ricarica e i secondi che passano prima che i proiettili arrivino sul bersaglio. Possono volerci anche dieci secondi per colpire il nemico e in quel lasso di tempo il capitano avversario può cambiare direzione, rallentare la nave o nascondersi dietro un isolotto. Quindi non basta semplicemente calcolare dove il colpo cadrà, ma bisogna anche capire cosa passa per la testa dell'uomo che impugna il timone qualche chilometro più in là. A volte ci possono volere anche trenta secondi tra una salva e l'altra, un tempo infinito quando attorno il mare è pieno di gente che vuole affondarti e tu non puoi sparare. Lo stesso vale per i torpedo che sono forse l'arma più temibile contro ogni nave, ma sono anche molto lenti, quindi vanno utilizzati solo quando il risultato è certo, o almeno plausibile. Del resto vedere i propri colpi cadere nell'acqua è frustrante, ma quando tutto fila liscio e la nave avversaria si illumina con i bagliori delle esplosioni è un momento bellissimo e appagante, figuriamoci quando possiamo addirittura prenderci un secondo di pausa per ammirarla mentre si inabissa. Palando di affondamenti, il gioco è visivamente veramente molto, molto bello, con modelli estremamente particolareggiati e paesaggi altrettanto degni (soprattutto lo scenario in mezzo agli iceberg). C'è solo una cosa che stride: quando una nave cola a picco lo fa in modo abbastanza legnoso, qualche effetto speciale in più non avrebbe sfigurato.

Un marinaio non elemosina

Cannoneggiar m'è dolce in questo mare

Un altro aspetto molto piacevole di World of Warships è che non tradisce le sue intenzioni di gioco free-to-play con eccessive richieste di denaro o meccaniche di gioco che premiano troppo chi apre il portafoglio. Wargaming ha anni di esperienza in questo settore e non ha certo costruito la sua fortuna tenendo il cappello in mano. Escluse alcune navi "premium" tutto ciò che si vede nel gioco può essere ottenuto col duro lavoro al fronte. Certo, il cammino per arrivare alle navi di quarto livello è lungo, ma forse è anche giusto così. E poi, in ogni caso, chi deciderà di spendere soldi per avere subito le navi più belle si troverà di fronte al problema di dover imparare subito a comandarle, chi invece preferirà investire più tempo che soldi nel gioco avrà modo di farsi passare il mal di mare con le navi più facili e apprendere gradualmente a gestire quelle più complesse. L'unico caso in cui abbiamo sorto la bocca è quando ci siamo accorti che oltre una certa soglia è necessario avere un account premium se si voglio possedere molte navi contemporaneamente, diversamente dovremo vendere quelle più vecchie o meno utilizzate per fare posto ai modelli più fiammanti. Questo è un vero peccato perché a volte uno non ha voglia di usare le navi più complesse, oppure vuole tenersi qualche nave di riserva da utilizzare nel caso in cui troppe partite non vadano per il verso giusto.

Conclusioni

Digital Delivery Sito Ufficiale
Multiplayer.it
8.5
Lettori (25)
8.7
Il tuo voto

World of Warships è il risultato di anni di esperienza e si vede. È ricco di opzioni e garantisce divertimento all'esperto come al neofita. L'approccio a metà tra simulazione e arcade è vincente, colpire una nave nemica è estremamente appagante, ma pregate di essere nel team giusto.

PRO

  • Bello da vedere
  • Estremamente vario nel gameplay
  • Facile da capire, ma complesso da dominare
  • Il team play è bellissimo...

CONTRO

  • ...quando siamo nel gruppo giusto
  • Troppi pochi slot per le navi a chi non paga