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Gioco di ruolo puro

Iron Tower ha impiegato dieci anni per realizzare la sua opera prima: scopriamo com'è venuta

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   25/10/2015
The Age of Decadence
The Age of Decadence
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Cominciamo con il chiarire un punto fondamentale: The Age of Decadence è un titolo unico per diversi motivi. Il più evidente è che Iron Tower Studio ha impiegato dieci anni per realizzarlo, iniziandolo quando ancora i giochi di ruolo tradizionali non avevano ritrovato la loro nicchia di mercato. Lo sviluppatore (inizialmente il team era formato da una sola persona) non ha mai nascosto il suo obiettivo, che era quello di reagire alla decadenza del genere, associato con troppa facilità agli action con statistiche. Lo stesso titolo riflette questa sua volontà.

Gioco di ruolo puro

Ha sempre ammesso che non sarebbe stato facile farcela e sin da subito ha dichiarato che ci sarebbe voluto molto tempo per completarlo, perché nel frattempo doveva pur vivere. Insomma, la sua costanza va sicuramente ammirata, anche perché alla fine ce l'ha fatta mantenendo tutte le promesse. Il secondo fattore a rendere unico The Age of Decadence è la sua intransigenza: non troverete sul mercato un altro gioco di ruolo che vi dia tanta libertà nella gestione del personaggio, ma che allo stesso tempo vi punisca per ogni stupidaggine fatta. Non è irrealistico affermare che, da questo punto di vista, siamo oltre a quanto visto in classici del genere come i primi due Fallout o Arcanum. Volete affrontare le terre abbandonate dalle divinità vestendo i panni di un guerriero? Potete farlo, ma non aspettatevi combattimenti facili. Vi interessa sviluppare maggiormente le skill sociali ma avete paura di non riuscire a proseguire? Non vi preoccupate, perché si può procedere tranquillamente anche solo parlando con gli altri personaggi, senza cioè dover lanciare nemmeno un sasso. Basta poco per rendersi conto che si può scegliere l'approccio che si vuole alle varie situazioni, al punto che qualcuno potrebbe trovarsi inizialmente spiazzato di fronte a un sistema così ampio, che viene solo accennato nel risicato tutorial.

Abbiamo recensito The Age of Decadence, un gioco di ruolo hardcore per veri intenditori

Il labirinto

The Age of Decadence racconta la storia di un mondo in rovina dominato da tre casate e da alcune potenti gilde, che lottano tra loro per ottenere il potere assoluto e scoprire cos'ha causato il crollo della civiltà. Nel corso dell'avventura, il giocatore non segue una linea diretta verso il finale, ma partecipa a una serie di eventi che lo conducono alla risoluzione del mistero. Non si tratta di un dettaglio da poco, perché solo così è stato possibile dare peso ai rapporti tra le fazioni e all'influenza che hanno sul giocatore. Nonostante tutto non crediate che sia un titolo povero dal punto di vista narrativo.

Gioco di ruolo puro

Anzi, è tutto l'opposto. E come potrebbe non esserlo visto che contiene la bellezza di seicentomila righe di testo che ne approfondiscono in modo estensivo il retroterra? Stiamo parlando di un lavoro di grande respiro, che si prefigge un obbiettivo difficile: dare al giocatore la possibilità di esplorare il più liberamente possibile i fatti che lo condurranno al finale, permettendogli di scegliere il punto di vista da tenere sull'intera vicenda. Insomma, ci troviamo di fronte a un titolo concettualmente molto complesso, che può incantare ma anche spiazzare per la sua complessità. In realtà giocare è molto semplice, visto che l'interfaccia è simile a quella che si è vista in decine di altri giochi di ruolo classici. Il mondo è strutturato in luoghi chiusi e ben definiti che vanno esplorati da cima a fondo per trovare personaggi, missioni e segreti (avete presente un Baldur's Gate qualsiasi?). Con il tasto sinistro del mouse si eseguono azioni (parlare, attaccare, aprire contenitori e così via), mentre con il destro ci si muove. Le schermate di gestione del personaggio comprendono una scheda con le varie caratteristiche, in cui sono distribuibili i punti avventura che si ottengono giocando, il diario con annotati eventi e missioni, la mappa, utile non solo per orientarsi ma anche per muoversi rapidamente e l'inventario, che comprende anche le schermate di crafting e alchimia.

Identità

Nella maggior parte dei casi si decide cosa fare leggendo e selezionando una tra le varie possibilità proposte: The Age of Decadence cerca di offrire sempre soluzioni multiple alle diverse situazioni, raggiungendo una varietà incredibile di risoluzioni. Quando possibile, accanto alla descrizione dell'azione viene specificata l'abilità usata selezionandola. Ad esempio si può risolvere una quest usando la persuasione per convincere un tipo ad andarsene dalla città (non vi diamo troppi dettagli, non vi preoccupate), oppure lo si può uccidere, o ancora lo si può intimidire, sempre per farlo fuggire.

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Ci sono anche altre possibilità, ma variano a seconda delle abilità accresciute. In realtà Iron Tower è stata davvero subdola da questo punto di vista, perché capita spessissimo che delle decisioni prese si ritorcano contro o a favore del giocatore in momenti successivi dell'avventura, rendendo l'evolversi della trama dinamica e, in un certo senso, imprevedibile. Tornando all'esempio appena fatto, la nostra scelta è stata quella di persuadere il tipo ad andarsene tendendogli un tranello: lo abbiamo attirato in una casa vuota facendogli capire che qualcuno lo voleva morto, quindi lo abbiamo convinto con le buone. Apparentemente eravamo riusciti nella nostra impresa, ma poi ci siamo ritrovati lo stesso personaggio accanto a uno dei nobili più potenti della città che ci ha quasi esiliato per punirci di averlo raggirato. Di altri esempi simili se ne potrebbero fare a decine, se non a centinaia. Quello che è importante che capiate è la varietà del sistema descritto e la grande rigiocabilità che offre: affrontando una partita nei panni di un mercenario e migliorando solo le abilità di lotta si vivranno situazioni completamente diverse da chi magari ha favorito abilità sociali come la recitazione, oppure quelle legate alla furtività. Di nostro abbiamo giocato più volte The Age of Decadence, creando personaggi differenti, e in certe partite abbiamo faticato a trovare momenti simili a quelli vissuti nella partita precedente.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore Intel Core i7-4770
  • 16 GB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce GTX 960
  • Sistema operativo Windows 10

Requisiti minimi

  • Sistema operativo: Windows XP/Vista/Windows 7/Windows 8/Windows 10
  • CPU: 1.7 GHz o superiore
  • Scheda video: Nvidia Geforce 8500 GT / ATI Radeon HD 7290 (512 Mb) o superiore
  • 2 GB di RAM
  • DirectX: 9.0c
  • 1900 MB di spazio su disco

Requisiti consigliati

  • Sistema operativo: Windows 7/Windows 8/Windows 10
  • CPU: 2.5 GHz o superiore
  • Scheda video: Nvidia Geforce GTS 250 / Radeon HD 4870 (1Gb) o superiore
  • 4 GB di RAM

Che hai detto, moscerino?

Il sistema di combattimento è semplice, basato sui i turni e spesso viene usato in modo punitivo. Intanto non aspettatevi di creare un super eroe capace di sterminare interi eserciti con la sola imposizione delle mani: per quanto lo si possa rendere davvero forte, il protagonista di The Age of Decadence faticherà sempre di fronte a più avversari.

Gioco di ruolo puro

In alcune occasioni poi, il gioco sfavorisce volontariamente l'aspetto guerresco. Non che un guerriero non debba combattere, ma è facile che si venga puniti per la troppa avventatezza. Ad esempio non viene data la possibilità di curarsi durante un combattimento e i punti salute non risalgono automaticamente (figuratevi che un personaggio ci ha irriso perché gli abbiamo chiesto numi sulla questione, dicendoci che i nemici di solito non si fermano per far bere pozioni magiche a chi stanno per uccidere). Così ad esempio è sconsigliato affrontare due combattimenti di fila contro nemici ben corazzati, perché quasi sicuramente si finisce morti ammazzati. Stesso discorso se si ha un personaggio versato nella socialità, ma incapace in combattimento. In questo caso l'arroganza contro gli avversari non è semplicemente sconsigliata, ma proprio vietata, nonostante rimanga possibile. Ecco, il complimento maggiore che si può fare a The Age of Decadence è che sembra sia stato scritto da un buon master, desideroso di proporre una storia e delle situazioni interessanti ai giocatori, ma poco incline a salvarli dalle loro intemperanze: hai giocato da commerciante e decidi senza un perché di offendere due assassini professionisti?

Gioco di ruolo puro

Ti uccideranno sicuramente, ma non dare la colpa al gioco, perché la colpa è solo tua. È una grande lezione, pedagogicamente parlando. Tutta questa libertà porta anche qualche problema. Il primo è che The Age of Decadence è un titolo difficile e non adatto a tutti. Il secondo è che si rischia di finire in vicoli ciechi la cui unica uscita è il caricamento di un salvataggio precedente o, peggio, il dover ricominciare da capo. Soprattutto chi pensa di poter creare un personaggio a tutto tondo si troverà presto in situazioni poco gradevoli: meglio specializzarsi eccellendo in pochi campi, che provare a saper fare tutto e non riuscire in nulla. Altro problema, secondario ma evidente, è l'età del gioco: tecnicamente i dieci anni passati dall'inizio dello sviluppo si vedono tutti. Certo, giocando ci si dimentica dei modelli tridimensionali da PlayStation 2 e delle texture slavate, ma immaginiamo che qualcuno di voi ci tenga a vedere gratificata la propria configurazione, cosa che The Age of Decadence non fa in alcun modo. Dal punto di vista della colonna sonora, invece, segnaliamo una certa povertà di effetti sonori, compensata da delle tracce musicali di grande qualità, alcune delle quali meritano l'ascolto anche fuori dal gioco.

Conclusioni

Digital Delivery Steam
Prezzo 27,99 €
Multiplayer.it
8.9
Lettori (14)
8.8
Il tuo voto

The Age of Decadence è un grande gioco di ruolo, c'è poco da stare a discuterne. Probabilmente non ne troverete un altro che offra una tale libertà di approccio giocando da soli. La campagna non è lunghissima, ma la quantità di cose da fare e i modi in cui farle lo rendono rigiocabile più e più volte. Certo, il fatto che sia una produzione amatoriale è abbastanza evidente, ma se riuscirete a soprassedere su alcuni limiti tecnici e qualche problema realizzativo, vi godrete un gioiello di rara bellezza.

PRO

  • Molte scelte che influenzano davvero lo svolgimento del gioco
  • Grande rigiocabilità
  • Punitivo contro un approccio superficiale

CONTRO

  • I dieci anni di sviluppo si vedono tutti
  • Qualche vicolo cieco
  • Qualcuno potrebbe trovarlo fin troppo punitivo