A volte anche l'ossessione per la velocità ha bisogno di una frenata, per questo motivo quelli di Ghost Games (ovvero gran parte di Criterion), dopo Need for Speed Rivals si sono presi un po' di tempo per creare un capitolo che potesse fungere da nuovo punto fermo, un reboot modellato ascoltando il parere degli amanti della serie. Ecco dunque l'ultimo Need for Speed, privo di ogni sottotitolo, a ulteriore testimonianza del suo essere il "punto zero" da cui far ripartire uno dei marchi più famosi e longevi della storia dei videogiochi. Avevamo già avuto in passato un incontro ravvicinato col nuovo gioco di corse di Electronic Arts e il nostro parere era stata una promozione risicata. La versione finale ci avrà convinto? Scopriamolo assieme.
Need for Speed si presenta tutto nuovo dopo una pausa di riflessione: ecco la nostra recensione!
Cinque per cinque
La storia del gioco, tra anteprime e provati è ormai cosa nota. Need for Speed racconta di uno sconosciuto che gara dopo gara diventerà il pilota più riconoscibile nella scena underground di Ventura Bay, una versione fittizia di Los Angeles. Al suo fianco ci saranno cinque personaggi, tre uomini e due donne, che corrispondono a cinque "anime" del gioco. Questi ragazzi sono gli alter ego di personaggi realmente esistenti che ruotano attorno al mondo delle corse (e che hanno parti marginali perché, così ci hanno detto, non sono dei grandi attori).
Se le nostre performance saranno abbastanza impressionanti attireremo la loro attenzione, potremo sfidarli e trasformarci nelle nuove leggende. La narrazione è affidata a spezzoni di filmato (doppiati in italiano) che inframezzano le gare e ci raccontano la nostra scalata al successo. Inizialmente risultano abbastanza banali e persino fastidiosi, ma col tempo è inevitabile appassionarsi a questa storia fatta di gente che si saluta col pugno, di intrecci amorosi, di locali affollati e alle diverse personalità di Spike, Manu, Amy, Robyn e Travis. Anzi, sbloccare la sequenza filmata successiva è stato senza dubbio uno dei motivi che ci hanno spinto a giocare di più. Cinque è il numero magico di Need for Speed, questo perché gli sviluppatori hanno individuato cinque aspetti fondamentali che da sempre caratterizzano il gioco: velocità, stile, tuning, crew e fuorilegge. E saranno proprio queste componenti a influenzare la reputazione del nostro personaggio, ovvero il suo livello. Aumentando la reputazione potremo infatti sbloccare parti migliori per la nostra auto e affrontare le sfide più difficili del gioco, ma anche ottenere i pezzi necessari per renderla la cosa più tamarra su quattro ruote presente in città. Se tocchiamo i 100 km orari in pochissimi secondi riceveremo punti tuning, facendo una curva perfetta in derapata aumenteranno quelli stile, toccando i 300 km/h aumenteranno i punti velocità, correndo insieme ai nostri amici crescerà l'aspetto crew, spaccando i lampioni, scappando dalla polizia o speronando i passanti salirà il punteggio da fuorilegge. Accumulare punti è facilissimo e facendo queste o altre cose assieme, si attiveranno dei moltiplicatori che renderanno tutto ancora più semplice. Nel corso della storia ci imbatteremo inoltre in cinque tipi di eventi che saranno ovviamente dedicati ciascuno a uno di questi aspetti e a cui potremo partecipare solo rispondendo alle molte (troppe) telefonate dei nostri amici.
Due parole con Craig Sullivan
In occasione della recensione abbiamo potuto fare anche due chiacchiere con Craig Sullivan, direttore creativo del gioco, ecco cosa ci ha detto.
Ci puoi spiegare meglio come viene gestita la difficoltà nel gioco?
L'intelligenza artificiale si adatta ad alcuni elementi, ma c'è comunque una curva di difficoltà legata al progredire della storia. Ci sono momenti in cui le macchine rallentano o accelerano, ma definire tutto questo una "rubber band" lo fa sembrare un trucchetto da quattro soldi. Ho giocato titoli che non hanno una intelligenza artificiale che si adatta e tendono a non essere divertenti perché a volte sei troppo veloce per gli avversari o troppo lento. Quindi sì, il livello si adatta in base all'auto, alle prestazioni, all'evento, ma c'è anche una difficoltà che sale progressivamente e porta il giocatore su piste più complesse o a lottare contro tempi più risicati e punteggi più alti.
Come mai avete scelto di ambientare il gioco dal tramonto all'alba?
Ci sono differenti illuminazioni nel gioco e alcune zone sono più scure, mentre altre hanno una luce prossima all'alba, quindi abbiamo comunque una certa varietà. Ambientare il gioco di giorno avrebbe rovinato l'atmosfera; avremmo potuto farlo, ma visto che Ventura Bay è come Los Angeles avremmo dovuto mettere molto, molto più traffico per renderla realistica. Anche i fan del gioco volevano qualcosa di più "Underground" e quindi li abbiamo accontentati.
A fari accesi nella notte
Need for Speed è caratterizzato da una ambientazione prettamente notturna. Una scelta dettata dalla voglia di concentrarsi sul mondo delle corse clandestine e della "Tuning Culture" che preferisce i faretti di un'officina e i neon delle insegne alla luce del sole.
Il risultato è una lama a doppio taglio: da una parte abbiamo riflessi perfetti, superfici bagnate, luci fluorescenti che si specchiano sulla carrozzeria e schizzi di pioggia che infrangendosi sul parabrezza esaltano il Frostbyte Engine, dall'altra è inevitabile che un mondo vissuto dal tramonto all'alba dopo un po' appaia tutto uguale. Certo, ci sono zone più collinari e quartieri cittadini, ci sono larghe autostrade e stretti tornanti, ma dopo poche ore di gioco l'ambientazione smette di stupire. A rendere ancora più evidente questa debolezza c'è il fatto che le mappa di gioco non è grandissima e a lungo andare le corse si svolgeranno sempre più o meno lungo le stesse strade, per tratti più o meno lunghi, tutto dipenderà dalla difficoltà. Gli eventi infatti possono essere facili, medi o difficili, questo tuttavia inciderà solo relativamente sulla bravura dei nostri avversari mentre influirà soprattutto sulla composizione del tracciato, sul tempo massimo in cui dovremo percorrerlo o sul punteggio da raggiungere con le derapate. Se poi c'è una cosa che Need for Speed rende molto bene, e ci mancherebbe, è la sensazione di velocità. Forse la varietà non sarà il suo forte, ma quando la gara inizia e ci ritroviamo a derapare dentro un tunnel illuminato dalla fredda luce dei neon, con la musica che rimbomba nelle orecchie e gli inseguitori che fanno urlare i loro motori alle nostre spalle, è impossibile non emozionarsi. Il modello di guida è perfetto per divertirsi lanciando al limite una macchina da milioni di euro, inchiodare e lasciarla scivolare in una dolce derapata lungo una curva a gomito, sotto questo punto di vista Ghost Games ha fatto un ottimo lavoro, bisogna riconoscerlo. Infine per quanto riguarda i danni non preoccupatevi, sono esclusivamente estetici e solo gli urti veramente forti (tipo un frontale) costringono a fermarsi e ripartire.
IA Elastiche
Per quanto riguarda invece l'intelligenza artificiale la questione è più complessa. Il gioco infatti è tarato per garantire sempre un certo livello di sfida, dunque sarà molto difficile sfuggire agli avversari, ma anche molto facile raggiungerli, a causa delle cosiddette "rubber band".
Le auto infatti sembrano quasi sempre legate tra loro con un elastico che impedisce un distacco eccessivo, caratteristica già presente in altri giochi della serie (o in Super Mario Kart), ma che forse sarebbe l'ora di abbandonare per concentrarsi su un maggiore bilanciamento delle missioni. A causa di questa scelta stilistica capiterà molto spesso di sorpassare auto quasi ferme che poi inspiegabilmente ci superano in scioltezza, salvo poi farsi misteriosamente raggiungere nei pressi del traguardo. Questo fenomeno è particolarmente evidente nelle parti iniziali del gioco, quando la nostra macchina è solitamente più forte di quella degli avversari, ma tende a sfumare quando arriviamo al giro di boa. A quel punto tutte le gare saranno tendenzialmente impegnative e basterà il minimo errore per veder sfumare la possibilità di dribblare gli avversari. Abbiamo scritto "solitamente" perché ci è capitato di fare un frontale clamoroso a metà gara e riuscire comunque a battere un avversario al volante di una Porsche che nelle prime fasi della corsa sembrava un razzo.
Come vuoi correre stanotte?
Anche se gli amici sono cinque, gli eventi che ci vengono proposti sono tutti abbastanza simili. Nel caso della velocità dovremo correre contro il tempo o contro altri piloti, nel caso del drifting battere il punteggio degli avversari o un numero prefissato. Il drifting volendo ha anche altre due variabili: in una non basterà derapare, ma dovremo anche essere in testa alla gara, così da aumentare il punteggio col moltiplicatore, nell'altra, chiamata "treno di derapate", i punti verranno conteggiati solo se rimarremo vicini agli avversari, il che rende questa modalità particolarmente frustrante. A causa del già citato effetto ad elastico dell'intelligenza artificiale, infatti, potrà capitare di dover aspettare auto particolarmente lente che poi ci ritroveremo a inseguire senza poterle raggiungere, con conseguenti disastri dal punto di vista del punteggio.
Al di là di questa frammentazione, il gioco non offre particolare varietà per quanto riguarda le cose da fare, anche se gli amanti degli achievement potranno divertirsi a cercare tre tipi di elementi collezionabili: i luoghi panoramici, i posti dove fare sgommate e i miglioramenti per le auto. La monotonia è accentuata dal setting notturno e dal generale equivalersi delle prestazioni automobilistiche, tanto che alla fine, come già dicevamo, la vera molla che spinge a continuare nel gioco è scoprire dove va a parare la storia, la cui longevità non dovrebbe comunque superare la decina di ore. Volendo la parte più "pepata" del gioco è quella relativa ai fuorilegge e alla possibilità di giocare al gatto col topo con la polizia. Da questo punto di vista però la generale stupidità dell'intelligenza artificiale che governa gli agenti non invoglia molto a ingaggiare inseguimenti nella parte iniziale, il che è un peccato perché chi resiste alla noia dei primi scontri poi si ritroverà addosso decine di auto, posti di blocco e strisce chiodate che gli renderanno la vita difficile. Ovviamente c'è anche una parte online che ci permetterà di correre con i nostri amici e partecipare ai loro eventi, aumentando il punteggio finale. Volendo potremo anche prendere parte a gare che nella storia sono più avanti rispetto al punto in cui stiamo giocando. Need for Speed è un titolo "always online", il che vuol dire che dovremo necessariamente essere connessi a Internet per giocare, questo perché, anche se non ci saranno i nostri amici, vedremo comunque altri giocatori a caso partecipare alla nostra sessione. Potremo sfidarli o potremo ignorarli ma, fidatevi, di sicuro ce li ritroveremo tra le scatole al momento sbagliato.
Un'auto è per sempre
A rendere le cose più varie, in teoria, ci dovrebbero pensare le auto, ma anche da questo punto di vista la situazione porta con sé luci e ombre. Secondo gli sviluppatori qualunque vettura del gioco, persino una Volvo del '74, può raggiungere il picco massimo di potenza una volta sbloccati tutti i contenuti.
Questo vuol dire che, fondamentalmente, potremmo usare una sola auto per tutto il gioco senza che ci sia mai la spinta a cambiarla, al di là del semplice gusto estetico. Alla prova dei fatti, fortunatamente quest'affermazione si rivela veritiera solo a metà. Se è vero che le auto alla fine si equivalgono un po' tutte a prestazioni, ci sono però veicoli che crescono più velocemente di altri, il che porta a cambiare auto verso metà gioco, magari quando quella iniziale si rivela poco potente e non vogliamo "farmare" la reputazione per sbloccare i pezzi nuovi. Inoltre alcune gare potranno essere sbloccate solo da vetture con una determinata potenza o vetture speciali che entreranno dunque a far parte del nostro garage, dotato di soli cinque posti. A nostra disposizione ci sono auto a trazione posteriore, anteriore e integrale, questo differenzia ulteriormente gli stili di guida possibili che alla fine si incanalano verso due scelte principali: assetto corsa o drift. Grazie ad alcuni semplici indicatori potremo infatti scegliere se preferiamo una macchina incollata alla strada o una guida più in sbandata, adattando di volta in volta le impostazioni alla gara. Oltre al tuning, che ci permetterà di migliorare in maniera sensibile le prestazioni dell'auto, c'è poi tutta la parte legata all'estetica con spoiler, minigonne, scarichi e cerchi in lega fino alla personalizzazione della livrea dell'auto con decine di adesivi differenti per renderla davvero unica e riconoscibile.
Conclusioni
Need for Speed è come un motore col turbocompressore: dà il meglio di sé quando i giri iniziano a salire. Il gioco è inizialmente fin troppo semplice, quasi monotono, ma verso la fine il livello della sfida si alza e le cose si fanno interessanti. Peccato però che, data la poca varietà delle missioni e la banalità dello scenario, forse molti lo abbandoneranno prima, una volta esaurita l'esaltazione della prima ora. Inoltre, nel 2015 è davvero bizzarro ricorrere a un'intelligenza artificiale costretta a barare per rendere la sfida più pepata e che di fatto annulla il senso stesso di voler creare un'auto che vada più veloce delle altre, questo senza contare la sconcertante capacità di guida di certi poliziotti che un attimo prima sono incollati al tuo paraurti e quello dopo si ostinano ad accelerare contro il muro. Questo reboot è senza dubbio molto bello da vedere, la narrazione è interessante e, forse, se si fosse prestata maggior attenzione alla varietà delle missioni, sarebbe stato un capitolo di ben altro spessore.
PRO
- Incredibile sensazione di velocità
- La storia è tutto sommato piacevole
- Ottimo sistema di tuning
- Visivamente impressionante...
CONTRO
- ...ma anche monotono
- Intelligenza artificiale che "bara" per stare al passo
- Prestazioni delle auto appiattite
- Corto e poco vario nelle missioni
- Mappa abbastanza piccola e sfruttata male