L’esordio di Grimm Bros, grazie a Kickstarter
Dragon Fin Soup è uno dei molti progetti che ha visto la luce grazie all'esistenza della piattaforma Kickstarter e alla perseveranza di alcuni sviluppatori di vecchio corso. Grimm Bros è infatti una piccola società indipendente i cui membri si trovano dislocati in differenti aree geografiche, da Los Angeles a Bankok, passando per Chicago e Londra. Il progetto è stato finanziato, almeno per una sua parte, attraverso una campagna di crowdfunding lanciata a marzo 2014 con un obiettivo iniziale di soli 24 mila dollari.
Al termine del mese di finanziamento la cifra raggiunta superò i 119 mila dollari e fu sufficiente a garantire lo sviluppo multipiattaforma. Data la logistica sono stati necessari all'incirca due anni di lavoro, coordinato interamente via web e senza una sede operativa come punto di riferimento fisso. Per il momento il gioco è disponibile su PlayStation 3, PlayStation 4, PlayStation Vita, Steam e Humble Bundle, ma in futuro è già stata pianificata la commercializzazione anche su Xbox One, Mac, iOS, Android e Linux, come confermano i relativi loghi presenti sul sito ufficiale. Dragon Fin Soup è sostanzialmente un omaggio al genere RPG di stampo tattico con visuale dall'alto ma anche alle meccaniche Roguelike, che ne determinano il livello di sfida elevato e il notevole grado di punibilità. L'interesse di Grimm verso dinamiche action adventure e derive ruolistiche di stampo giapponese ha fatto propendere per la fusione dei due generi, coniugata nell'ambito di un'architettura procedurale che abbraccia la costruzione delle quest così come la formulazione degli scenari. Dato che alcuni membri di questa nuova realtà vantano oltre quindici anni di esperienza spesi nello sviluppo di videogiochi ci si poteva aspettare ottime cose, ma dopo aver provato con mano l'intera offerta siamo rimasti piuttosto indifferenti.
Dragon Fin Soup ha un imprinting ruolistico che viene accostato a dinamiche Roguelike
Trofei PlayStation 4
Dragon Fin Soup possiede venti trofei, di cui ben undici d'argento e otto d'oro. Alcuni sono legati alla campagna principale, altri al completamento delle modalità supplementari o dei mini giochi.
Robin l'ubriacona
Il mondo fantasy tratteggiato in questo RPG narra di una divinità nota come Tartaruga Drago, sulla cui schiena giace il mondo magico che i giocatori hanno l'occasione di esplorare. A causa di una guerra intercorsa tra gli esseri umani e la razza Wesen, la vita a bordo di questa creatura ha rischiato di capitolare per sempre. Adesso, a migliaia di anni di distanza da quegli eventi, un pianeta interstellare è entrato in rotta di collisione con la suddetta entità e ha così avuto inizio un'altra era, fatta di nuove gesta ed eroi. Queste banali premesse sono il pretesto per introdurci l'avventura che vede come protagonista la giovane Red Robin, definita nientemeno che un'allegra mercenaria ubriacona. Forse sarà colpa delle amnesie, o magari dell'abuso etilico, fatto sta che la nostra improbabile eroina ha perso totalmente la memoria e ha dimenticato i suoi trascorsi precedenti, sebbene il passato sia destinato a fare di nuovo capolino, un po' alla maniera del buon vecchio Geralt di Rivia. Come abbiamo detto la peculiarità di questo prodotto è che ogni mappa della modalità principale viene generata in modo procedurale, sia per l'impostazione delle ambientazioni che nella struttura delle quest e persino nelle relative sequenze animate. I due differenti livelli di difficoltà permettono di scegliere fino a che punto si intende essere sottoposti a severe punizioni: la modalità Classica consente infatti di ricaricare il file di salvataggio in caso di morte, mentre quella Hardcore non concede alcun privilegio e, in caso di sconfitta, provvede a eliminare tutti i progressi accumulati fino a quel momento. Il sistema di combattimento vanta un approccio tattico, che tuttavia non spezza in modo rigido la progressione delle fasi di attacco.
Manca l'assegnazione di punti movimento, mentre attraverso la levetta analogica sinistra è possibile spostarsi senza soluzione di continuità in qualunque direzione. Maggiori saranno i movimenti effettuati e tanto più ampie si riveleranno anche le incursioni architettate dai nemici. Le dinamiche procedurali non ci hanno però entusiasmato più del dovuto, specialmente dopo aver speso diverse ore di gioco portando a termine incarichi di breve portata e fin troppo simili tra loro. I difetti emersi sono più o meno consueti quando si contrappone questa filosofia di sviluppo rispetto al level design pianificato dalla mente umana, e sono riassumibili in una sola parola: monotonia. Sì, perché se è vero che sussistono diverse variazioni cromatiche e un'ampia quantità di corridoi e aree miscelate tra loro a ogni nuovo incarico, questa stessa piattezza di contenuto finisce ben presto per annoiare l'occhio e ridurre la propensione o la voglia a esplorare ogni angolo in cerca di oggetti, ricette e segreti. A ciò si aggiunge anche una limitata dinamicità del sistema di movimento, che appare troppo poco fluido e alquanto meccanico. Gli slot azione posizionati nella parte bassa dello schermo contengono uno spettro di attacchi e di pozioni che possono essere equipaggiati e progressivamente migliorati con la crescita di livello, mentre le armi consentono sia l'ingaggio a distanza che l'approccio in mischia. Nonostante i movimenti siano piuttosto liberi c'è la possibilità di prendersi tutto il tempo utile a compiere la mossa successiva, senza essere condizionati o dover agire d'istinto. L'unico vantaggio strategico rispetto agli avversari riguarda gli attacchi in diagonale portati dalla media distanza, esercitabili esclusivamente da Robin e utili a tagliare l'avanzata delle forze controllate dall'intelligenza artificiale. All'interno dei menù sono poi disponibili un'elevata quantità di oggetti e di funzioni da poter gestire, dal crafting delle armi al potenziamento delle abilità e delle pozioni, dalla personalizzazione del proprio equipaggiamento alla selezione del proprio arsenale, che racchiude archi, fucili, bombe e poteri che vanno sbloccati con il completamento delle quest. La creazione della propria squadra di supporto passa dalla selezione di alcuni animali che possono essere portati con sé in qualunque momento, oppure si può optare per l'ausilio di altri guerrieri mercenari, i quali daranno una mano solo previo lauto compenso. Anche nel caso dell'interfaccia non mancano pecche più o meno evidenti che avrebbero dovuto essere curate con maggior attenzione, soprattutto a causa della scomodità nel trascinamento e nella selezione degli oggetti consumabili e nella predisposizione dei poteri. Anche per gli incarichi da svolgere non sono mai particolarmente divertenti da completare, rivelandosi fin troppo spesso anonimi e carenti di varietà, anche a causa della lentezza con cui viene indirizzata la main quest.
Le sfide proseguono al di là della storia
Ad affiancare la campagna principale sono state inserite anche due modalità supplementari. La prima è Sopravvivenza, che permette di scoprire ancora più a fondo il mondo di Asura, iniziando all'interno di una foresta con un livello d'esperienza di base e risorse molto limitate. Grazie alla libera esplorazione si può ottenere accesso ad aree segrete, generate sempre in modo procedurale, dense di minacce ma anche di enigmi da risolvere.
Per questo versante del gioco sono state tenute in considerazione soprattutto le contaminazioni Roguelike e di conseguenza questa è anche la modalità che vanta il livello di difficoltà più elevato. In alternativa esiste il cosiddetto Labirinto Infinito, una struttura che parimenti va affrontata con risorse limitate e un approccio sempre più complesso. In entrambi i casi, esattamente come avviene nella già citata modalità Hardcore della campagna, la morte non lascia scampo: salvataggio revocato e tanti saluti al vostro fegato. Queste due alternative sono funzionali a estendere la longevità complessiva del gioco, anche se a nostro avviso gli stessi problemi riscontrati sul versante principale rimangono un chiaro deterrente all'approfondimento, soprattutto in virtù di una sporadica quantità di stimoli e all'assenza di quei dovuti accorgimenti nel sistema di combattimento o nella gestione dell'interfaccia utente. Positiva è invece la presenza della localizzazione in lingua italiana di tutti i testi, compreso il manuale introduttivo che sopperisce all'assenza di un tutorial iniziale. La colonna sonora al contrario ci è parsa poco ispirata e afflitta dalla medesima monotonia che accompagna un po' tutta l'opera.
Conclusioni
Dragon Fin Soup disponeva di un buon potenziale ma le opportunità sono state sfruttate solamente in minima parte. L'anima procedurale del progetto non ci ha saputo convincere e ben difficilmente riprenderemo in mano l'avventura nelle settimane a venire. Non va comunque dimenticato che, per tutto il mese di novembre, il gioco sarà disponibile in forma gratuita per gli abbonati al servizio PlayStation Plus di Sony. Pertanto, qualora siate grandi appassionati di RPG tattici di stampo old school, questo potrebbe comunque essere un buon modo per concedergli una possibilità, senza impegno.
PRO
- Buon sistema di progressione del personaggio
- Molti oggetti, incantesimi, armi di vario tipo
- Tre diverse modalità di gioco
- Livello di sfida elevato, specialmente in modalità Hardcore
CONTRO
- Missioni lineari e abbastanza monotone
- Sistema di spostamento farraginoso
- La creazione procedurale dei livelli li rende alla lunga troppo simili tra loro
- Alcune scomodità nella gestione dei menù