In origine era Bokujou Monogatari: nato nel 1996 su Super Famicom, sembrava allora la classica idea che poteva venire in mente solo a un giapponese e che mai avrebbe avuto successo in Occidente, una sorta di manageriale/gestionale a tema agreste con elementi da gioco di ruolo, una storia, dei personaggi con cui interagire e una serie di digressioni se non nel fantastico vero e proprio, diciamo in una versione fortemente immaginifica della realtà. Com'è come non è, col passare degli anni e tanti titoli, la serie si è scavata la sua nicchia anche in America ed Europa, dov'è sempre stata conosciuta col titolo di Harvest Moon: ma oggi, a causa di diverbi tra Marvelous e Natsume, cui era affidata la localizzazione occidentale, si può a buon titolo parlare di due saghe parallele, perlomeno qui da noi. Natsume ha mantenuto i diritti del nome Harvest Moon e ha provato con The Lost Valley a introdurre diverse novità, non ottenendo sempre i risultati migliori. Marvelous d'altro canto, pur dovendosi inventare un nome nuovo, resta saldamente ancorata alla tradizione senza rischiare più di tanto: sarà stato l'atteggiamento giusto?
Cambia il nome ma Story of Seasons è l'Harvest Moon che tutti conosciamo, con alcune belle novità!
Ragazzo/a di campagna
Una volta scelto il sesso e poche altre personalizzazioni del nostro avatar, veniamo a sapere l'antefatto: siamo un giovane cittadino che, un freddo giorno d'inverno, annoiato dalla routine e dalla vacuità della vita moderna, risponde a un annuncio nel quale si cerca un nuovo contadino in un villaggio poco distante. È così che ci ritroviamo a Querciallegra, ridente paesino di campagna, dove facciamo subito conoscenza di Veronica, il capo della gilda locale, e di Eda, un'anziana campagnola della quale siamo ospiti nei primi sette giorni di permanenza: le due signore ci spiegheranno tutti i rudimenti della vita del contadino, in quello che è un tutorial decisamente ben fatto, godibile e nel quale affronteremo in maniera basica tutti gli aspetti del gioco.
Da qui in poi Story of Seasons non ha una trama vera e propria, ma nella tradizione della saga una serie di episodi (alcuni dei quali molto toccanti) e interazioni con i personaggi non giocanti che si snoderanno nel corso degli anni, divisi in quattro stagioni ognuna delle quali conta 31 giorni. Interazioni che porteranno, anche qui come al solito, allo sviluppo di rapporti d'amicizia e anche d'amore, con meccaniche da dating sim molto basilari, avendo la possibilità di sposarsi e di metter su famiglia. Non è questo però, stavolta, lo scopo principale del titolo: Querciallegra è una località il cui sviluppo, basato sugli scambi commerciali con lande lontane, ha visto un arresto in tempi recenti, e da qui la volontà di reclutare forza lavoro fresca che immetta nel sistema una ventata di energia, fisica quanto mentale. Mentre degli scambi commerciali, vera e ben realizzata novità, parleremo più avanti, facciamo ora un rapido ripasso delle basi, che del resto saranno familiarissime a chi abbia già avuto modo di imbattersi in un qualsiasi Harvest Moon. A partire dalla coltivazione dei campi con diverse varietà di piante, da quelle prettamente alimentari fino a quelle esclusivamente ornamentali; bisogna prendersi cura degli animali della propria fattoria e raccogliere in giro materiali, o andarsene in miniera ad estrarre minerali, che poi potranno essere utilizzati per costruire vari oggetti d'arredo coi quali abbellire e rendere più funzionale non solo il proprio terreno, ma anche le piazze presenti a Querciallegra in modo da attrarre sempre più turisti. Una volta esaurite le incombenze quotidiane ci si può dedicare agli svaghi: andare in giro per i prati, farsi una nuotata nel fiume cercando anche di raccogliere ancora materiali, pescare, catturare insetti. Scendere in paese, fare compere, approfondire le relazioni con gli altri abitanti; poi ci sono, a giorni fissati, i festival nei quali competere con i colleghi, i compleanni dei nostri amici, varie celebrazioni... Le cose da fare insomma sono tantissime e il bello della serie è proprio quello di dare tanta libertà al giocatore, che può prendersi tutto il tempo che vuole e affrontare le cose col proprio ritmo, perlomeno, come vedremo tra poco, una volta entrati per bene nello spirito del tutto e con i giusti mezzi a disposizione.
L'effetto 3D
Presente e anche molto, si consiglia di tararlo a un livello più basso del massimo disponibile. Rende la grafica sicuramente più viva e profonda, ma non ha effetti devastanti né sul gameplay - e come potrebbe essere - né su un frame rate che, però, già di suo è poco solido.
La frenesia della campagna moderna
Story of Seasons introduce una serie di novità su quello che è un impianto molto ben rodato. A partire da piccole cose, come la possibilità, ad esempio, di catturare pesci non più solo pescando normalmente, fino a cose più significative. È normale che con l'andar del tempo e il venire in possesso di mezzi maggiori si ingrandiranno e diversificheranno, anche a seconda delle stagioni, le colture, si avranno più esemplari e tipologie di animali e in generale s'intensificherà l'attività produttiva.
Ma la nostra fattoria è limitata: ecco che Querciallegra mette a disposizione una serie di campi, destinati a prodotti specifici, a rotazione per i vari agricoltori, che se li disputeranno tra di loro. La vera novità è però rappresentata, come dicevamo, dagli scambi commerciali: nella Piazza del Mercato saranno presenti, a giorni comodamente indicati sul calendario, i mercanti dei paesi stranieri che venderanno le loro merci tipiche, ottimo modo per venire in possesso di semi esotici, animali insoliti e così via. I mercanti però acquistano anche e, in effetti, questo è l'unico modo per far soldi. Non ci si limita semplicemente a vendere la propria merce, è presente un vero e proprio sistema economico che, per quanto semplicisticamente, riproduce alcuni concetti dell'economia reale. In alcuni momenti saranno più richieste alcune merci, vendibili a un prezzo più alto, ad esempio. Vendete troppi esemplari di un unico prodotto e vedrete il loro valore scendere gradatamente... sono tutti tasselli di un meccanismo semplice ma divertente, sfruttando bene il quale potrete veramente diventare un imprenditore agricolo di successo e finanche aprirvi il vostro spazio nel mercato. Altra benvenuta novità, o per meglio dire necessaria evoluzione, è a livello di gameplay vero e proprio: attraverso tutta una serie di ottimizzazioni sia alla dinamica di gioco sia al sistema dell'inventario, ora l'esperienza è molto più fluida e veloce. Lavorerete, per esempio, su una griglia 3x3 e non più su una singola casella alla volta: se avete giocato a un titolo precedente capirete quanto questa cosa sia gradita. Story of Seasons resta però, nonostante ciò, un titolo lentissimo nella sua parte iniziale, questo a causa del fatto che sarà necessario un po' di tempo per mettere le mani su attrezzi migliori di quelli base, i quali ci fanno sprecare molta energia costringendoci o a limitare le azioni di una giornata e andare a letto alle due del pomeriggio, o a recuperare stamina tramite una serie di operazioni che costano soldi. È anche questa una caratteristica di tutti gli Harvest Moon alla quale Marvelous ha preferito non rinunciare, e di fatto ha sempre costituito per alcuni parte del fascino della saga, per altri la principale barriera all'ingresso. Certo, è coerente con lo spirito quasi zen della produzione (anche se andando avanti e con un piccolo impero sulle spalle, la situazione sa farsi di una frenesia notevole), ma forse sarebbe il caso di andarvi a intervenire nella prossima iterazione, nell'ottica di evoluzione "tranquilla" della serie qui visibilissima e, in ultima analisi, meritoria.
Conclusioni
Dato lo spazio comunque limitato a disposizione, non abbiamo neanche parlato della buona grafica, che trova il suo punto di forza nei ritratti dei personaggi e quello debole in un framerate ballerino, del sonoro molto standard e dell'ottima localizzazione. Così come abbiamo tralasciato tanti aspetti minori del gameplay, la cui ricchezza e varietà sono sempre stati fiori all'occhiello della serie. Story of Seasons è un'evoluzione morbida della serie, con una dose modesta di novità, fatte bene, che si inseriscono su un impianto collaudato, a differenza di Harvest Moon: The Lost Valley che, pur essendo in generale meno valido, prepara una vera diversificazione delle due serie parallele nate dal diverbio Marvelous/Natsume. Da un lato è un pregio, e i fan gradiranno. Dall'altro è un difetto: chi non ha mai amato, ad esempio, i ritmi lentissimi imposti all'inizio non si farà certo ingolosire dalla pur ottima nuova meccanica degli scambi. In generale possiamo dire che siamo di fronte al migliore Harvest Moon (anche se non si chiama così) mai prodotto, ma viste le peculiarità della serie, questo è sia un pro, sia un limite.
PRO
- Tantissime cose da fare, tra cui una serie di novità intelligenti
- Ottima la nuova meccanica degli scambi commerciali
- In generale è sempre il solito Harvest Moon
CONTRO
- Scarsa ottimizzazione del frame rate
- Sempre lentissimo nella parte iniziale
- In generale è sempre il solito Harvest Moon