Fare il responsabile editoriale di una qualsiasi testata giornalistica non è mai compito facile, basti pensare alla mole di articoli da leggere e commissionare ogni giorno, nonché selezionare i pezzi migliori per mantenere un elevato standard qualitativo, figuriamoci se il governo di turno decide di chiudere i giornali che non si allineano alla posizione assunta dal politico in carica e si arroga il diritto di minacciare chiunque non voglia collaborare per il futuro radioso della nazione. Questo, in sostanza, l'incipit che fa da sfondo a The Westport Independent, simulatore di censura sviluppato da una piccola software house svedese e pubblicato da Coffee Stain Studios, gli stesso dietro Goat Simulator.
Partiamo subito dicendo che le somiglianze, sotto il profilo grafico, con Papers, Please sono veramente molteplici e, se non fosse per i ringraziamenti a Lucas Pope nei crediti finali, si potrebbe gridare tranquillamente al plagio bello e buono, ma purtroppo le cose in comune fra i due titoli rimangono circoscritte al mero confronto stilistico e funzionale; il gameplay è decisamente troppo scarno, dato che nel ruolo di caporedattore bisogna soltanto selezionare i paragrafi da censurare, il titolo appropriato per l'articolo e il redattore a cui assegnare la pubblicazione, tutte azioni che non richiedono più di un tap o click col mouse e qualche secondo di attività cerebrale per completare l'impaginazione della nostra stupenda testata giornalistica. Più in là nella storia ci verrà chiesto di spostare alcuni slider per definire il target d'utenza al quale puntare per aumentare le vendite e la popolarità tra la folla, con la conseguente influenza dell'opinione pubblica riguardo ai temi scottanti che faranno capolino sulla nostra scrivania; sistemato pure il layout si passa a una piccola cutscene d'intermezzo che vede come protagonisti i colleghi giornalisti e si ricomincia tutto da capo, per 12 settimane - o turni - che equivalgono a circa 40 minuti scarsi di gioco in totale. Ovviamente un titolo del genere fa del proprio fattore rigiocabilità il punto cardine su cui costruire l'esperienza e per lasciare all'utente la libertà di scoprire a cosa portano scelte contrastanti durante la fase di esplorazione, ma in questo caso ci dispiace constatare che, finita una volta l'avventura, l'interesse svanisce più in fretta di quanto si possa immaginare.
The Westport Independent non riesce purtroppo a trasmettere grandi emozioni al giocatore
Questo sì, questo no
Come detto in precedenza le similitudini con Papers, Please sono innegabili e per capire a fondo i motivi dietro questa stroncatura di The Westport Independent bisogna fare un passo indietro e partire proprio dal titolo di Lucas Pope: quello che ha reso il gioco un classico non è tanto il gameplay, che rimane comunque ottimo, ma la storia e l'empatia che riesce a trasmettere tramite una manciata di dialoghi ben congegnati.
Si può decidere di operare come il più impassibile degli ispettori di frontiera ma comunque risulta difficile rimanere indifferenti alle vicissitudini che coinvolgono tutti coloro che sono in attesa di entrare in Arstotzka, siano essi farabutti o semplicemente mariti in attesa di ricongiungersi alla propria amata. Grazie ai finali alternativi che abbracciano un quadro narrativo che interessa sia la sfera personale che quella più ampia statale, Papers, Please è riuscito in un'impresa quasi titanica, e cioè quella di rendere interessante un lavoro in realtà noiosissimo. The Westport Independent, invece, fallisce su tutti questi fronti: manca del tutto quella capacità di suscitare empatia nel giocatore che rende un titolo del genere veramente appetibile e spinge l'utente a provare e riprovare soluzioni differenti per giungere a finali differenti. Senza queste fondamentali caratteristiche, il gioco risulta soltanto una sequenza di schermate che si susseguono sino a un finale totalmente anticlimatico e poco interessante perfino per coloro che riescono a seguire le vicissitudini dei poveri giornalisti settimana dopo settimana. Tra una sezione e l'altra vi sono alcuni dialoghi in cui i redattori commentano alcune delle notizie, ma anche in questo caso le informazioni che si hanno sui propri colleghi sono date col contagocce e poco importa se il più sovversivo tra di loro viene arrestato di punto in bianco per sospette attività con i ribelli anti governativi, dato che in fin dei conti già in partenza ce ne importava veramente poco della sua sorte. Purtroppo, come avrete capito, nonostante il concept interessante gli sviluppatori non sono riusciti a concretizzare un prodotto che sarebbe potuto diventare istantaneamente un classico, e invece ci si trova di fronte a un mucchio di buone idee sfruttate veramente male.
Conclusioni
Purtroppo The Westport Independent è la dimostrazione di come un ottimo concept non si possa facilmente trasformare in un buon gioco. Il difetto peggiore è quello di non riuscire a trasmettere alcuna sensazione al giocatore e la colpa sta principalmente nella scrittura dei testi, molto meno raffinati di quelli presenti in Papers, Please. Tecnicamente il titolo è ineccepibile e graficamente è molto piacevole da vedere, anche se le somiglianze col gioco di Lucas Pope sono forse troppo evidenti. Purtroppo non ci sono altri lati positivi da evidenziare e, nonostante il desiderio degli sviluppatori di lanciare un messaggio che riguardi il mondo del giornalismo e di come le notizie possano essere facilmente distorte, l'unico sentimento che rimane alla fine è la tristezza per non aver lodato ulteriormente le imprese del prode leader alla guida della nazione e aumentare ancora di più i profitti derivati dalle vendite del giornale.
PRO
- Tecnicamente il titolo è ineccepibile
- La grafica non è male
CONTRO
- Rigiocabilità quasi inesistente
- Si completa in 40 minuti
- Risulta quasi subito noioso