In un futuro non molto lontano, la Terra viene invasa da una razza aliena ostile. Sulle prime i governi cercano di tenere nascosti gli incidenti che vedono coinvolte forze extraterrestri, pensando di poter arginare il fenomeno, ma ben presto l'offensiva diventa impossibile da gestire: nel giro di pochi mesi, il pianeta è sotto scacco.
In un ultimo, disperato tentativo di respingere l'invasione, l'esercito terrestre mette a punto una squadra d'assalto dotata di potenti esoscheletri e di un arsenale devastante, gli unici in grado di liberare le città sotto il controllo degli alieni e sferrare un attacco alle loro basi per capovolgere le sorti della guerra. Nei panni di uno di questi soldati, il nostro compito sarà quello di combattere per salvare il mondo. Ne saremo capaci? Sequel spirituale di Dead Nation, Alienation sostituisce in pratica gli zombie con gli alieni, mantenendo invariata la formula originale del twin stick shooter targato Housemarque, ma migliorandola sotto tutti i punti di vista. Vengono infatti inserite tre differenti classi per i personaggi (Bio-specialist, Tank e Saboteur), il multiplayer cooperativo passa da due a quattro partecipanti (sacrificando purtroppo la co-op in locale, che però potrebbe trovare posto in uno dei futuri update) e il sistema di combattimento acquista ulteriore solidità e spessore.
Alienation è senza dubbio uno dei migliori twin stick shooter mai realizzati
Combattimento alieno
Alienation ci sprona a completare la campagna tre volte di fila, visto che a ogni classe corrisponde un approccio differente e non è possibile modificare i parametri in corso d'opera. Il Bio-Specialist rappresenta la tradizionale unità di supporto, grazie alla capacità di guarire i propri compagni, ma dispone di un repertorio di mosse ugualmente devastante e di un'ottima mobilità. Il Tank, che abbiamo privilegiato durante i test, è invece il soldato più forte e resistente del lotto, una vera macchina da guerra che dispensa morte e distruzione, ma può anche offrire riparo agli alleati grazie allo scudo energetico.
Il Saboteur, infine, è un po' il ninja della situazione, può colpire i nemici con una lama e mimetizzarsi per procedere indisturbato nei momenti di necessità, ad esempio quando bisogna eliminare un bersaglio portando un attacco a sorpresa. In tutti i casi, il sistema di combattimento risulta particolarmente denso e coerente, con un'alternanza fra arma principale, secondaria e pesante (da selezionare tramite una pressione semplice o prolungata del tasto Triangolo), la possibilità di eseguire attacchi in mischia per togliersi di dosso i nemici in caso di caricatore vuoto, un sistema di ricarica attiva in stile Gears of War per dimezzare i tempi di reload e un eccellente bilanciamento sul fronte delle munizioni, che porta spesso e volentieri a sperimentare nuovi strumenti e nuovi approcci. Gioca un ruolo fondamentale anche lo scenario, con i vari veicoli che possiamo far esplodere, coinvolgendo gli avversari vicini, e un gran numero di appostamenti che consentono di ripararsi dal fuoco nemico. I controlli sono precisi, reattivi, completamente personalizzabili e nel nostro caso specifico abbiamo voluto operare un'unica variazione, assegnando il tasto della ricarica al dorsale R1 e l'attacco in mischia alla pressione dello stick destro sulla propria asse. Lasciando infatti la ricarica su R3 capita spesso di attivarla inavvertitamente quando si mira verso il basso o nelle situazioni più concitate, il che può metterci in guai seri nel momento in cui i nemici sono tanti o particolarmente coriacei. A proposito di nemici, il lavoro svolto da Housemarque sul fronte del bestiario è encomiabile: ci sono tantissimi alieni differenti, ognuno con un proprio modus operandi, punti deboli e attacchi a cui prestare la massima attenzione. A seconda dello scenario inoltre, vengono introdotte ulteriori varianti, come ad esempio gli assaltatori invisibili o i fastidiosi "zampettatori", sciami di ragni che emergono da mostruose covate. Ottima anche la varietà dell'arsenale, che ad esempio nel caso del Tank permette di selezionare l'arma secondaria e quella speciale fra tante alternative: un poderoso fucile a pompa, un devastante "one shot", un revolver dalla lunga gittata, un lanciamissili, una minigun, un lanciafiamme e così via. Il bottino rappresenta uno degli elementi di principale interesse ai fini dell'esplorazione e del completamento delle sfide, e tramite tale funzione si possono trovare armi di grado comune, raro, speciale o leggendario, con statistiche più o meno spinte e l'ulteriore possibilità di applicare dei nuclei per il potenziamento.
Meglio soli o male accompagnati?
La campagna di Alienation è composta da circa venti missioni, divise all'interno di quattro differenti scenari: Barrow (Alaska), Ashland (Nebraska), Pripyat (Ucraina) e Fort Itaipu (Brasile).
A questi si aggiungono il campo di addestramento alle Hawaii e due strutture aliene, visibili però solo durante determinate fasi dello story mode. Per completare tutti gli stage serve un minimo di sei, sette ore, sebbene la durata dell'esperienza risulti fortemente influenzata dal livello di difficoltà selezionato, dalla presenza o meno della morte permanente (cosa da decidere all'inizio della partita) e dalla voglia di esplorare a fondo le location, vista la loro ricchezza in termini di collezionabili, sfide e boss da scovare. È possibile giocare da soli senza alcun problema, scegliendo una fra le tre classi disponibili e completando le missioni in sequenza, ma arrivati all'ultimo stage la presenza di compagni diventa praticamente obbligatoria: non essendoci in quel caso dei checkpoint, ogni game over implica il dover ricominciare il livello da capo, a meno di non avere a disposizione un compagno che possa rianimarci alla bisogna. Spendiamo dunque qualche parola proprio sulla cooperativa, di tipo drop-in / drop-out, dunque con la possibilità di unirsi a partite in corso oppure aprire la propria sessione alla partecipazione di chiunque, a patto naturalmente di possedere un abbonamento a PlayStation Plus. Il matchmaking è rapidissimo e non abbiamo riscontrato problemi di latenza nel controllo dei personaggi o nel gunplay, benché gli alieni tendano ad accasciarsi con un attimo di ritardo rispetto a quando i colpi vanno a segno. Chiaramente bisognerà attendere l'uscita del gioco per verificare che il sistema regga, ma le premesse ci sono sembrate ottime e dubitiamo potrà verificarsi qualche magagna di particolare rilevanza. È tuttavia un peccato che manchi una cooperativa in locale, quantomeno per due partecipanti, a maggior ragione visto l'approccio scelto dagli sviluppatori per quell'ultima, problematica missione.
Trofei PlayStation 4
I trentatré Trofei di Alienation si ottengono curando il potenziamento dei personaggi per fargli raggiungere il massimo livello possibile, completando le varie missioni con tutte e tre le classi ed effettuando un determinato numero di eliminazioni. Ci sono poi alcuni achievement basati sulla destrezza, come quello che si sblocca completando un livello senza mai utilizzare le proprie abilità o senza mai sparare un colpo.
Tecnica di un altro mondo
Pur avendo dovuto accontentarsi dei 1080p a 30 frame al secondo anziché 60, gli sviluppatori di Alienation hanno fatto un lavoro eccellente dal punto di vista tecnico, ottimizzando l'esperienza in modo tale da offrire prestazioni solidissime, senza mai un calo o un'incertezza, neppure quando sullo schermo si muovono letteralmente centinaia di personaggi.
La solidità dell'impianto appare evidente soprattutto nelle sessioni multiplayer e viene coadiuvato da un design dei livelli davvero ispirato, che mette da parte la perenne oscurità degli stage di Dead Nation in favore di location diurne, impreziosite da tocchi di classe per quanto riguarda i riflessi sulle pozzanghere, la qualità dell'acqua nei pressi di un fiume, i pregevolissimi effetti di fumo in seguito a crolli o esplosioni, nonché una resa fisica delle detonazioni davvero spettacolare, con alieni che vengono sparati verso la telecamera e si sparpagliano in giro in modo coerente. L'aspetto stesso degli extraterrestri non lascia adito a dubbi nel momento in cui ci si trova ad approcciarli, visto che ognuno possiede specifiche caratteristiche fisiche che ne riflettono le capacità, dalle unità più modeste ai boss. Si poteva forse fare di più sul fronte degli esoscheletri umani, ma si tratta del proverbiale pelo nell'uovo. L'eccellente grafica viene coadiuvata da un comparto sonoro di pregio, che riesce a valorizzare il suono delle armi (i mitragliatori riverberano in stile "Aliens - Scontro Finale", ed è un gran bel sentire) e ad accompagnare determinate sequenze con musiche epiche al punto giusto. I dialoghi in inglese (sottotitolati in italiano) svolgono discretamente il loro compito, sebbene sul fronte della narrazione ci saremmo aspettati qualcosa di più: la trama di Dead Nation, raccontata per immagini statiche, riusciva a offrire un grado di coinvolgimento nettamente maggiore e spunti originali che invece qui mancano del tutto.
Conclusioni
Alienation è senza dubbio uno dei migliori twin stick shooter mai realizzati, un prodotto in grado di prendere l'esperienza di Dead Nation e migliorarla sotto tutti i punti di vista, dalla varietà delle tre classi per i personaggi alla solidità di un sistema di combattimento mai così completo e sfaccettato. Il ricco sistema di bottini, la possibilità di esplorare a fondo i livelli, l'entusiasmante cooperativa online e un comparto tecnico di pregio fanno del nuovo titolo Housemarque un acquisto imprescindibile per gli amanti del genere.
PRO
- Gameplay solido, entusiasmante e spettacolare
- Tre classi differenti, tante armi, tanti nemici unici
- Grafica e sonoro eccellenti
CONTRO
- Campagna un po' breve, ma andrebbe giocata tre volte
- Niente cooperativa in locale
- Trama banale che non coinvolge